Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore
Il Conegliano Valdobbiadene – Prosecco è un vino di Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), prodotto in un’area collinare nel cuore della provincia di Treviso, in Veneto. La denominazione vanta radici storiche di assoluto rilievo: nata nel 1969 come DOC (con il nome “Prosecco di Conegliano Valdobbiadene” o “Prosecco di Conegliano” o “Prosecco di Valdobbiadene”), è stata elevata a DOCG con il decreto ministeriale del 17 luglio 2009.
Da secoli, questo territorio e la vite condividono uno stretto rapporto. L’origine della coltivazione della vite risale già all’epoca romana, ma è durante il Medioevo che i documenti iniziano a descrivere l’importanza dei “vini bianchi delle colline di Conegliano e Valdobbiadene”. Nel tempo, l’esperienza dei viticoltori e il contributo scientifico della Scuola Enologica di Conegliano (la più antica in Italia, fondata nel 1876) hanno saputo valorizzare il vitigno Glera, dando vita a un prodotto sinonimo di freschezza, aromaticità ed eleganza.
Il disciplinare: Tipologie ammesse e composizione ampelografica
Il disciplinare di produzione della DOCG Conegliano Valdobbiadene – Prosecco prevede diverse tipologie, che si distinguono principalmente in:
- Conegliano Valdobbiadene – Prosecco (vino tranquillo);
- Conegliano Valdobbiadene – Prosecco Frizzante;
- Conegliano Valdobbiadene – Prosecco Spumante (accompagnato dalla menzione “superiore”), che può presentare ulteriori specificazioni:
- “sui lieviti”; (spumante prodotto con fermentazione in bottiglia e senza sboccatura)
- “Rive”; (seguito da uno specifico riferimento geografico tra le 43 “rive” ammesse)
- “Superiore di Cartizze”, riservato alla sottozona di Cartizze (solo in versione Spumante).
La base ampelografica prevede che il vitigno Glera (storicamente chiamato anche Prosecco) costituisca la quota principale. In particolare:
- Per tutti i Conegliano Valdobbiadene – Prosecco, è richiesto almeno l’85% di Glera;
- Fino a un massimo del 15% possono concorrere vitigni Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera e Glera lunga (tutti di antica coltivazione locale);
- È possibile, in determinate condizioni (pratica tradizionale), utilizzare sino a un massimo del 15% di Pinot bianco, Pinot nero, Pinot grigio e Chardonnay (vinificati in bianco), purché provengano dai vigneti iscritti all’apposito schedario nella zona ampliata prevista dal disciplinare.
Tra i requisiti disciplinari più importanti troviamo:
- Origine geografica rigorosamente delimitata in collina, con esclusione di fondovalle e terreni di bassa pianura;
- Raccolta manuale obbligatoria per le uve destinate alle tipologie Spumante “Superiore di Cartizze”, “Rive” e “sui lieviti”;
- Resa massima di uva per ettaro, variabile tra 12 e 13,5 tonnellate/ettaro a seconda della tipologia;
- Titolo alcolometrico naturale minimo di 9,00% vol o 9,50% vol (dipende dalla tipologia: Frizzante, Spumante Superiore, Rive, Cartizze, ecc.);
- Vinificazione ed elaborazione (presa di spuma, imbottigliamento, confezionamento) da eseguirsi nel territorio provinciale di Treviso, con alcune eccezioni storiche (Venezia per specifici stabilimenti e i comuni di Orsago e Arcade);
- Resa uva/vino non superiore al 70%, per garantire la qualità.
Processo produttivo
La produzione del Conegliano Valdobbiadene – Prosecco DOCG segue, in sintesi, le fasi tradizionali dell’enologia di qualità, con l’obiettivo di salvaguardare e valorizzare i profumi fruttati e floreali tipici del vitigno Glera.
Vendemmia. Per le tipologie pregiate quali “Superiore di Cartizze”, “Rive” e “sui lieviti”, la raccolta è effettuata esclusivamente a mano. In generale, l’uva dev’essere sana e integra, proveniente da vigneti ben esposti e non sottoposti a forzature.
Vinificazione. Le uve vengono pigiate e pressate in modo soffice. La resa in vino non può superare il 70%. Tradizionalmente, per gli Spumanti si adotta il metodo Martinotti (o Charmat), dove la seconda fermentazione avviene in autoclave: una tecnica perfezionata storicamente a Conegliano, grazie agli studi iniziati nella locale Scuola Enologica e portati avanti dalla Stazione Sperimentale di Viticoltura ed Enologia.
Nel caso del Conegliano Valdobbiadene – Prosecco “sui lieviti”, la presa di spuma viene realizzata in bottiglia, senza successiva sboccatura. Ciò comporta la presenza del deposito di lieviti esausti, donando al vino sentori di crosta di pane e una leggera velatura nel bicchiere.
Infine, dopo l’imbottigliamento, le diverse tipologie possono subire un periodo di riposo variabile (ad esempio la versione “Rive” è immessa al consumo a partire dal 1° marzo dell’anno successivo alla vendemmia), durante il quale il vino affina e acquisisce le sue peculiari sfumature organolettiche.
Zone di produzione e legame con il territorio
Il Conegliano Valdobbiadene – Prosecco DOCG è prodotto esclusivamente in alcune aree collinari del trevigiano, comprendendo diversi comuni, frazioni e località che si snodano tra Conegliano, Valdobbiadene e le aree limitrofe di collina. La denominazione si estende nel “sistema a cordonata” dei rilievi prealpini, caratterizzati da suoli composti prevalentemente da arenarie, marne, depositi morenici e alluvionali.
La cosiddetta “sottozona” Cartizze (poco più di 100 ettari) è situata nel comune di Valdobbiadene, frazione di S. Pietro di Barbozza, e rappresenta un cru di eccezionale pregio, grazie a un microclima particolarmente mite e terreni drenanti che conferiscono alle uve una straordinaria concentrazione di aromi.
Inoltre, il disciplinare prevede la menzione “Rive” (termine locale che indica pendii molto ripidi): i produttori possono valorizzare un singolo comune, frazione o località, sottolineando in etichetta la vocazione specifica di un vigneto fortemente caratterizzato. I “Rive” riflettono dunque la diversità pedoclimatica della denominazione, esaltandone ogni singola sfumatura.
Il legame col territorio è ulteriormente ribadito dal paesaggio unico, dove i pendii sono spesso lavorati a mano. Con l’uso di filari “a girapoggio” (o gradonati), i viticoltori hanno saputo mantenere nel tempo un equilibrio perfetto tra coltura della vite e tutela dell’ambiente collinare.
Caratteristiche organolettiche
Al momento dell’immissione al consumo, le tipologie di Conegliano Valdobbiadene – Prosecco DOCG si distinguono per particolari note sensoriali, ma presentano alcuni tratti comuni:
- Colore: giallo paglierino più o meno intenso, a volte con riflessi verdognoli, sempre brillante.
- Odore: tipicamente fruttato (mela, pera, agrumi) e floreale (fiori bianchi), con possibili sentori di lievito e crosta di pane nelle versioni “sui lieviti”.
- Sapore: fresco, armonico, di buona acidità e piacevole sapidità. La percezione gustativa risulta equilibrata e mai eccessivamente aggressiva.
- Titolo alcolometrico volumico: in genere compreso fra 10,50% vol e 11,50% vol, a seconda della tipologia (Tranquillo, Frizzante, Spumante, Rive, Cartizze).
- Acidità totale: minima 4,5 g/l (4,0 g/l in particolari casi). Aiuta a dare brio e freschezza al palato.
- Estratto non riduttore minimo: circa 14 g/l.
Le versioni Spumante possono coprire un’ampia gamma di dosaggi zuccherini (Extra Brut, Brut, Extra Dry, Dry e Demi-Sec) per soddisfare preferenze diverse, sebbene la versione “Brut” e “Extra Dry” siano particolarmente diffuse. Il “Superiore di Cartizze” (solo spumante) si distingue per la sua eleganza e cremosità, con note aromatiche più intense e un profilo gustativo di grande morbidezza.
Per la tipologia “sui lieviti”, la presenza dei lieviti esausti in bottiglia regala sentori più complessi di pane e lievito, insieme a una trama tattile più morbida, che valorizza la tradizione antica della rifermentazione naturale.
Nel complesso, il Conegliano Valdobbiadene – Prosecco DOCG si presenta come un vino spumante di affascinante bevibilità, in cui l’aromaticità, la freschezza e la finezza sono espressioni profonde di un territorio collinare unico, da sempre culla della produzione di bollicine di qualità.