Franciacorta
La denominazione Franciacorta ha il suo cuore nella regione Lombardia, in un’area storicamente vocata alla viticoltura nella provincia di Brescia. La sua storia moderna inizia nel 1967, quando ottenne per la prima volta il riconoscimento come Denominazione di Origine Controllata (DOC). In seguito, nel 1995, la denominazione venne elevata a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), consacrandola tra le massime espressioni vinicole italiane.
Le origini della Franciacorta affondano in un passato ricco di riferimenti al rapporto millenario tra l’uomo e la vite. Reperti archeologici testimoniano la presenza di vinaccioli di vite sin dalla preistoria, a dimostrazione di un profondo legame naturale con questo territorio collinare. Nel medioevo, le cosiddette “corti franche” – proprietà monastiche esenti dal pagamento di dazi – diedero nome all’area e ne sostennero lo sviluppo agricolo. Nel corso dei secoli, la viticoltura rimase un pilastro locale, e già in epoca rinascimentale il medico bresciano Gerolamo Conforti descrisse pratiche di fermentazione in bottiglia nei suoi testi. La scelta di elevare i vini prodotti in queste colline a bollicina di qualità, con rifermentazione in bottiglia, fu una vera intuizione storica e rimane ancora oggi un fiore all’occhiello dell’enologia italiana.
Il disciplinare: Tipologie ammesse e composizione ampelografica
La denominazione di origine controllata e garantita “Franciacorta” è riservata esclusivamente ai vini ottenuti tramite rifermentazione in bottiglia, con successiva sboccatura. Il disciplinare stabilisce che le tipologie ammesse sono:
- Franciacorta
- Franciacorta Satèn
- Franciacorta Rosé
- Ognuna di queste tipologie può presentarsi nelle menzioni aggiuntive: millesimato e riserva, quando ne siano rispettati i requisiti di legge sul periodo di affinamento e la percentuale di annata (almeno l’85% per i millesimati).
Inoltre, il disciplinare individua varie combinazioni ampelografiche a seconda della tipologia:
- Franciacorta (tipologia base): da uve Chardonnay e/o Pinot nero. Sono ammesse in aggiunta, fino a un massimo del 50%, uve di Pinot bianco e fino a un massimo del 10% quelle di Erbamat.
- Franciacorta Rosé: deve contenere almeno il 35% di Pinot nero. Chardonnay fino a un massimo del 65%. Anche in questo caso, è consentito l’utilizzo di Pinot bianco (max 50%) ed Erbamat (max 10%). La colorazione rosata deve essere già presente prima dell’imbottigliamento.
- Franciacorta Satèn: si caratterizza per l’uso prevalente di Chardonnay (minimo 50%). Può concorrere Pinot bianco fino a un massimo del 50%, mentre non è previsto l’impiego di Pinot nero per questa specifica tipologia.
Tra i requisiti principali garantiti dal disciplinare figurano:
- L’area geografica di produzione rigorosamente delimitata all’interno della Franciacorta, nella provincia di Brescia, come definita all’articolo 3 del disciplinare.
- Resa massima per ettaro fissata in 10 tonnellate di uva.
- Titolo alcolometrico volumico naturale minimo di 9,5% vol per i vitigni Chardonnay, Pinot nero e Pinot bianco (9% vol per l’Erbamat).
- Pressatura diretta delle uve intere (diraspatura esclusa), salvo eccezioni legate al Pinot nero vinificato in rosato per la versione Rosé.
- Affinamento sui lieviti in bottiglia per un periodo minimo di 18 mesi per il Franciacorta base, che sale a 24, 30 o 60 mesi a seconda che si tratti di Satèn, millesimati o riserva.
- Imbottigliamento e sboccatura da effettuarsi esclusivamente all’interno della zona di produzione (salve limitate deroghe a comuni e frazioni attigue).
Processo produttivo
Il processo produttivo del Franciacorta segue le tecniche tradizionali della rifermentazione in bottiglia, con l’obiettivo di ottenere un vino spumante di grande finezza. Le uve vengono vendemmiate a mano – una pratica obbligatoria – e trasportate in cassette di piccola capacità, per preservarne l’integrità.
Una volta giunti in cantina, i grappoli interi di Chardonnay, Pinot nero (per il Rosé) e Pinot bianco vengono pressati sofficemente. I mosti sono frazionati con rigore e la resa massima è limitata al 65% per garantire la qualità finale del prodotto. Dopo la fermentazione iniziale del mosto, si ottiene il vino base, che può derivare dall’assemblaggio di vini di annate diverse (cuvée) oppure, nel caso di “millesimato”, provenire in prevalenza (almeno l’85%) da un’unica vendemmia.
Terminata la creazione della cuvée, si passa alla fase di presa di spuma, imbottigliando il vino con l’aggiunta di zuccheri e lieviti selezionati. L’affinamento sui lieviti in bottiglia ha una durata variabile:
- 18 mesi minimi per il Franciacorta base;
- 24 mesi minimi per Satèn e Rosé;
- 30 mesi per i millesimati;
- 60 mesi per i riserva.
Al termine di questo periodo avviene la sboccatura (dégorgement), ossia l’eliminazione dei sedimenti, e l’eventuale aggiunta della “liqueur d’expédition” che ne definisce le diverse tipologie di dosaggio: dosaggio zero, extra brut, brut, extra dry, sec o demi-sec (ad eccezione di Satèn, che è solo brut). Gli esiti di questo lungo e meticoloso processo di produzione rendono il Franciacorta un vino spumante di elevatissima qualità, simbolo dell’eccellenza enologica bresciana.
Zone di produzione e legame con il territorio
L’area di produzione del Franciacorta DOCG si estende nel settore nord-occidentale della provincia di Brescia, interessando interamente o parzialmente i seguenti comuni: Paratico, Capriolo, Adro, Erbusco, Corte Franca, Iseo, Ome, Monticelli Brusati, Rodengo Saiano, Paderno Franciacorta, Passirano, Provaglio d’Iseo, Cellatica, Gussago, Cologne, Coccaglio, Rovato, Cazzago S. Martino e una porzione del territorio di Brescia.
Si tratta di un territorio collinare che si sviluppa attorno all’anfiteatro morenico formatosi durante le glaciazioni; ciò determina una grande variabilità di terreni, con una prevalenza di suoli a matrice morenica e depositi di origine fluvioglaciale, capaci di garantire un buon drenaggio e di sostenere la vite durante tutto il suo ciclo vegetativo. Un altro fattore essenziale è il microclima, influenzato positivamente dalla vicinanza del lago d’Iseo e dal sistema di venti e brezze che ne garantisce una costante aerazione. Le estati sono calde ma con escursioni termiche significative, mentre gli inverni beneficiano di temperature mitigate dalla massa d’acqua lacustre.
Le altitudini moderate, l’esposizione soleggiata e l’assenza di ristagni d’acqua sono elementi fondamentali per la perfetta maturazione delle uve. Il disciplinare esclude specifiche aree con eccesso di umidità o insufficienti ore di luce, ponendo attenzione anche a eventuali porzioni di territorio dove le condizioni pedologiche potrebbero non essere ottimali. Tutti questi elementi, uniti alla secolare tradizione viticola della zona, fanno sì che le colline della Franciacorta siano un vero e proprio “cru” vocato alla produzione di spumanti di grande pregio.
Caratteristiche organolettiche
All’atto dell’immissione al consumo, il Franciacorta DOCG presenta caratteristiche organolettiche ben definite dal disciplinare:
- Colore: varia dal giallo paglierino più o meno intenso, con possibili riflessi dorati (o sfumature ramate nelle versioni Rosé e Riserva).
- Odore: fine, delicato, con note tipiche della rifermentazione in bottiglia (crosta di pane, lievito), arricchite da sentori di frutta fresca (agrumi, mela, pera) fino a sfumature più complesse di frutta secca o spezie nelle versioni con affinamenti prolungati.
- Sapore: sapido, fresco, fine ed armonico. Nelle tipologie Rosé spiccano sfumature fruttate di bacche rosse, mentre la versione Satèn si distingue per la spuma cremosa e la pressione massima inferiore (5 atm).
- Titolo alcolometrico volumico effettivo minimo: 11,50% vol.
- Residuo zuccherino: variabile a seconda delle tipologie di dosaggio previste (dosaggio zero, extra brut, brut, extra dry, sec, demi-sec). Il Satèn è esclusivamente proposto in versione brut.
- Acidità totale minima: 5,00 g/l.
- Estratto non riduttore minimo: variabile tra 14,00 e 15,00 g/l in funzione della tipologia; Satèn presenta valori leggermente diversi (14,50 g/l come minimo nelle versioni base e millesimato, 15,00 g/l per la riserva).
La specificità di questo prodotto risiede nella raffinata tecnica di lavorazione e nelle peculiari condizioni pedoclimatiche della Franciacorta: suoli di origine morenica, microclima mitigato dal lago d’Iseo, importanti escursioni termiche e un’arte antica di assemblare vini base di diverse annate o vigneti per ottenere il perfetto equilibrio fra freschezza, sapidità e complessità aromatica.
In conclusione, il Franciacorta DOCG rappresenta un’eccellenza del patrimonio vitivinicolo italiano. Il suo disciplinare rigoroso garantisce un livello qualitativo costante e l’inconfondibile eleganza di un vino spumante nato dalla stretta sinergia fra uomo, territorio e storia. Dall’attenta selezione delle uve fino alle fasi di vinificazione e all’affinamento prolungato in bottiglia, ogni passaggio è volto a esprimere l’essenza più genuina della terra lombarda, consegnando al calice un prodotto di fama internazionale e di raffinata complessità sensoriale.