Trento DOC
Il Trento DOC è un vino spumante affascinante e prestigioso, che nasce con la rifermentazione in bottiglia nel cuore del Trentino. Questa denominazione di origine controllata (DOC) è riservata a spumanti bianchi e rosati, ottenuti da uve a bacca bianca e nera (Chardonnay, Pinot bianco, Pinot nero, Meunier) accuratamente selezionate e coltivate nei vigneti alpini della provincia di Trento. Il risultato è un vino spumante di notevole freschezza, complessità e finezza, che sa coniugare la tradizione spumantistica italiana con un territorio di montagna unico al mondo.
La storia del “Trento” come spumante metodo classico è relativamente moderna: le prime produzioni risalgono ai primi anni del ‘900, quando in Trentino si iniziarono a sperimentare tecniche di spumantizzazione di ispirazione francese (il cosiddetto metodo “champenoise”). Tuttavia, le radici vitivinicole del Trentino affondano in epoche molto più remote, come dimostrano le testimonianze archeologiche che attestano la coltivazione della vite sin dall’Età del Bronzo. Con il passare dei secoli, la viticoltura è divenuta parte integrante del paesaggio culturale e agricolo di questa regione alpina, fino a dare origine, nel 1993, alla DOC Trento, prima denominazione in Italia dedicata esclusivamente a uno spumante metodo classico.
Nel 2007 nasce il marchio TRENTODOC, introdotto per costruire una immagine iconica ed unitaria ai numerosi spumanti prodotti alle pendici delle montagne trentine. E’ curioso notare come la denominazione Trento Doc si sia così fortemente radicata nell’immaginario popolare e nella cultura vitivinicola italiana da divenire un marchio a sé stante. Oggi, una “promozione” ad un disciplinare che potrebbe offrire maggiori garanzie come una DOCG potrebbe finire con il penalizzare questo vino in termini di branding.
Oggi, il Trento DOC si presenta come una bollicina di punta, simbolo di eleganza e tipicità. Grazie alle escursioni termiche elevate, alle pendenze collinari, ai suoli calcareo-argillosi (e in parte porfirici) e alla particolare congiunzione climatica, le uve ottengono una perfetta combinazione di zuccheri e acidità, necessaria per uno spumante di grande classe, destinato a stupire gli appassionati e i professionisti del settore.
Il disciplinare: Tipologie ammesse e composizione ampelografica
Il disciplinare di produzione del Trento DOC è molto preciso nell’indicare le tipologie e la composizione ampelografica. Innanzitutto, la denominazione può essere utilizzata soltanto per:
- Spumante bianco
- Spumante rosato (rosé)
In entrambi i casi, è obbligatoria la rifermentazione in bottiglia (o metodo classico), con scuotimento (remuage) e sboccatura (dégorgement). I vitigni ammessi per ottenere il vino base sono:
- Chardonnay (spesso il più diffuso, per conferire eleganza e note agrumate);
- Pinot bianco (freschezza e acidità);
- Pinot nero (struttura e finezza, soprattutto nelle versioni rosate);
- Meunier (apporto fruttato e morbidezza).
È consentito l’utilizzo di uno o più di questi vitigni, purché provengano tutti da vigneti iscritti allo schedario del Trento DOC. Inoltre, si fa divieto di forzature e qualsiasi pratica che possa alterare la qualità e la naturale maturazione dei grappoli. Nonostante ciò, è consentita l’irrigazione di soccorso nei periodi di stress idrico.
Sul fronte quantitativo, la resa massima per la produzione del vino base non può superare le 15 tonnellate per ettaro, con un’eventuale maggiorazione del 20% in annate particolarmente generose, purché il produttore effettui un’adeguata selezione delle uve. L’uva deve garantire un titolo alcolometrico volumico naturale minimo di 9% vol, che sale a 10% vol per i futuri Trento Riserva.
Processo produttivo
L’intero processo di vinificazione, spumantizzazione e confezionamento si svolge esclusivamente nella provincia di Trento. Dopo la vendemmia, i grappoli vengono condotti rapidamente in cantina, dove si procede a una pigiatura soffice o a una pressatura soffice, essenziale per ottenere un mosto pulito e ricco di profumi primari.
Una volta terminata la fermentazione del vino base (vinificato in bianco o in rosato), si passa alla fase della presa di spuma: il vino viene imbottigliato aggiungendo lieviti selezionati e zucchero (liqueur de tirage), quindi sigillato con un tappo a corona. A questo punto ha inizio la rifermentazione in bottiglia, tipica del metodo classico. La CO2 prodotta rimane disciolta nel vino, generando l’effervescenza caratteristica.
Il disciplinare stabilisce un periodo minimo di 15 mesi di contatto sui lieviti (sur lies) prima della sboccatura, necessario per conferire al vino complessità aromatica, sentori di crosta di pane e pasticceria, e un perlage fine e persistente. Per la versione Trento Riserva, i mesi di permanenza sui lieviti salgono a 36, e il titolo alcolometrico totale minimo deve raggiungere 12% vol. In tale versione, l’indicazione dell’annata di vendemmia in etichetta diventa obbligatoria, con l’impiego del termine “riserva”.
Terminato l’affinamento, si procede al remuage (lento scuotimento delle bottiglie per far scendere i depositi di lievito verso il tappo) e alla dégorgement (sboccatura), ossia l’apertura temporanea della bottiglia per espellere i sedimenti. In questa fase si può decidere il grado di dosaggio (Brut, Extra Brut, Dosaggio Zero, etc.) aggiungendo uno sciroppo di dosaggio composto da vino e zucchero in quantità variabile.
Infine, si procede alla tappatura definitiva con tappo di sughero a fungo, completo di gabbietta metallica, tipica degli spumanti. Le bottiglie escono infine dalla cantina confezionate e pronte al consumo o dopo un ulteriore, eventuale periodo di riposo.
Zone di produzione e legame con il territorio
La zona di produzione delle uve Trento DOC comprende 74 comuni all’interno della provincia di Trento. Il disciplinare elenca specificamente i territori di Ala, Albiano, Aldeno, Arco, Avio, Besenello, Bleggio Inferiore, Bleggio Superiore, Borgo Valsugana, Brentonico, Calavino, Caldonazzo, Calliano, Carzano, Castelnuovo, Cavedine, Cembra, Cimone, Civezzano, Dorsino, Drena, Dro, Faedo, Faver, Garniga, Giovo, Grumes, Isera, Ivano Fracena, Lasino, Lavis, Levico, Lisignago, Mezzocorona, Mezzolombardo, Mori, Nago-Torbole, Nave S. Rocco, Nogaredo, Nomi, Novaledo, Ospedaletto, Padergnone, Pergine Valsugana, Pomarolo, Riva del Garda, Roncegno, Roverè della Luna, Rovereto, San Michele all’Adige, Scurelle, Segonzano, Spera, Spormaggiore, Stenico, Storo, Strigno, Telve, Telve di sopra, Tenna, Tenno, Terlago, Terragnolo, Ton, Trambileno, Trento, Valda, Vallarsa, Vezzano, Vigolo Vattaro, Villa Agnedo, Villa Lagarina, Volano, Zambana.
Pur essendo un territorio montano, la viticoltura qui si concentra principalmente sulle pendici soleggiate, dalle basse colline fino a circa 800 metri di altitudine, dove i suoli di natura calcarea o calcareo-argillosa, spesso alternati a depositi glaciali, morenici, porfirici (in Valle di Cembra) o basaltici (Valle Lagarina), offrono eccellenti condizioni di drenaggio e vigoria limitata. Le forti escursioni termiche tra il giorno e la notte durante la stagione estiva contribuiscono a preservare l’acidità e i profumi freschi delle uve.
Il legame con il territorio appare dunque inseparabile: la combinazione di altitudine, suoli minerali e clima fresco conferisce alle uve del Trento DOC una spiccata nota aromatica, un’elegante acidità e un equilibrio ottimale di zuccheri. Gli spumantisti trentini, avvalendosi di una tradizione risalente a oltre un secolo fa, hanno saputo sfruttare con maestria questi elementi naturali, perfezionando una metodologia di spumantizzazione che oggi dà vita a bollicine raffinate, celebri in tutto il mondo.
Caratteristiche organolettiche
Al momento dell’immissione al consumo, il Trento DOC sfoggia proprietà organolettiche ben definite e riconducibili alla matrice territoriale e al metodo di produzione:
- Spumante bianco:
- Spuma: fine, persistente
- Colore: giallo più o meno intenso
- Profumo: delicato, con sentori di lievito e note floreali, agrumate e di frutta bianca
- Sapore: vivace, armonico, con acidità ben presente e un perlage vellutato
- Titolo alcolometrico minimo svolto: 11,5% vol
- Acidità totale minima: 5 g/l
- Estratto non riduttore minimo: 16 g/l
- Spumante rosato (rosé):
- Spuma: fine, persistente
- Colore: rosato tenue o più carico, a seconda della vinificazione e della percentuale di Pinot nero
- Profumo: delicato, con sentori di piccoli frutti rossi, note di lievito e talvolta tracce floreali
- Sapore: fresco, moderatamente corposo, equilibrio tra acidità e struttura
- Titolo alcolometrico minimo svolto: 11,5% vol
- Acidità totale minima: 5 g/l
- Estratto non riduttore minimo: 17 g/l
- Trento Riserva (bianco e rosé):
- Spuma: fine e molto persistente
- Colore: giallo paglierino intenso dorato per il bianco, rosato più deciso per il rosé
- Profumo: fine, ampio e complesso, tipico di un prolungato affinamento sui lieviti
- Sapore: ricco, sapido, con struttura piena e persistente. Dosaggio compreso tra brut nature e brut
- Titolo alcolometrico minimo svolto: 12% vol
- Acidità totale minima: 5 g/l
- Estratto non riduttore minimo: 17 g/l
In generale, il Trento DOC si distingue per il perlage fine, la freschezza sostenuta e il bouquet che unisce toni floreali e fruttati a delicate fragranze di crosta di pane e pasticceria, maturate durante il contatto con i lieviti. Le versioni riserva aggiungono una maggiore complessità e pienezza al sorso, con possibili sfumature evolute di frutta secca e spezie dolci.
Nelle etichette, il disciplinare consente l’uso dell’indicazione dell’annata (millesimato) quando il vino permane sui lieviti per almeno 24 mesi. Se l’affinamento si protrae fino a 36 mesi, si acquisisce lo status di Trento Riserva con obbligo di riportare l’annata di vendemmia.
Con il Trento DOC, il Trentino mette in luce la propria attitudine a produrre spumanti di classe internazionale. Dalle pendici delle Alpi, con microclimi di rara variabilità, alle mani esperte degli enologi che curano ogni dettaglio delle fasi di tiraggio, remuage e sboccatura, nasce un vino di montagna intenso e raffinato, icona di un territorio impegnato a esaltare la ricchezza della natura e la dedizione dei suoi vignaioli.