Castelli di Jesi Verdicchio Riserva
Quando si parla di grandi vini bianchi italiani, la denominazione di origine controllata e garantita Castelli di Jesi Verdicchio Riserva occupa un posto di assoluto rilievo. Questo vino nasce nel cuore delle Marche e vanta origini antiche, frutto di secoli di tradizione vitivinicola. Riconosciuto come DOCG a partire dal 2010, rappresenta l’evoluzione di un percorso iniziato come tipologia della DOC Verdicchio dei Castelli di Jesi nel 1995 e consolidatosi nel tempo grazie alla qualità costante e all’impegno dei produttori locali.
Introduzione
La denominazione Castelli di Jesi Verdicchio Riserva ha il suo epicentro nelle Marche, una regione del Centro Italia nota per la varietà paesaggistica che spazia dal mare alle montagne appenniniche, passando per dolci colline vitate. Il passaggio alla prestigiosa menzione DOCG è avvenuto nel 2010, quando il disciplinare di produzione è stato approvato definitivamente con Decreto Ministeriale, confermando la grande reputazione di questo bianco.
Le vicende storiche di questo vino si intrecciano con la vita rurale del territorio marchigiano, in cui la coltivazione della vite si è sviluppata grazie a condizioni climatiche favorevoli e al lavoro incessante dell’uomo. Già dal Medioevo, gli ordini monastici contribuivano a diffondere la viticoltura, migliorandone le tecniche e permettendo la conservazione del vino. Seppur con fasi alterne dovute all’introduzione di viti forestiere e alle crisi causate da malattie come fillossera, oidio e peronospora, il vitigno Verdicchio ha saputo affermarsi come colonna portante dell’economia locale. In questo rapporto antico tra uomo e territorio, la denominazione Castelli di Jesi Verdicchio Riserva rappresenta la sintesi più alta della tradizione vitivinicola jesina.
Il disciplinare: Tipologie ammesse e composizione ampelografica
Il disciplinare della denominazione di origine controllata e garantita Castelli di Jesi Verdicchio Riserva identifica due tipologie di vino:
- Castelli di Jesi Verdicchio Riserva
- Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico
La menzione Classico è riservata alle uve raccolte nella zona più antica e tradizionalmente vocata, all’interno dell’area di produzione originaria.
Per entrambe le tipologie, il vitigno principale utilizzato è il Verdicchio, che deve essere presente per almeno l’85%. È consentito l’impiego di altri vitigni a bacca bianca, idonei alla coltivazione nella Regione Marche, fino a un massimo del 15%. Questa combinazione mira a preservare il carattere distintivo del Verdicchio, aggiungendo, se necessario, piccole sfumature aromatiche date da varietà complementari.
Tra i requisiti fondamentali garantiti dal disciplinare spiccano:
- La provenienza delle uve da vigneti situati nelle province di Ancona e Macerata (nei comuni elencati e delimitati dal testo del disciplinare).
- Il divieto di forme di allevamento a pergola (detto tendone), per mantenere costante la qualità dell’uva.
- Una densità di impianto di almeno 2.200 ceppi per ettaro (per i nuovi impianti o reimpianti).
- Una resa massima di 10 tonnellate di uva per ettaro; in annate particolarmente favorevoli può esserci un surplus fino al 20%, ma la produzione oltre questa soglia perde il diritto alla denominazione.
- Il titolo alcolometrico volumico naturale minimo delle uve deve assicurare almeno il 12% vol.
L’obiettivo di queste regole è garantire costantemente i tratti distintivi del vino, ossia l’equilibrio fra struttura, freschezza e sapidità che da secoli contraddistinguono il Verdicchio coltivato nella zona dei Castelli di Jesi.
Processo produttivo
La vinificazione, l’invecchiamento e l’imbottigliamento del Castelli di Jesi Verdicchio Riserva devono avvenire all’interno dei comuni compresi nell’area di produzione descritta dal disciplinare. In casi motivati e legati alla tradizione, il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali può autorizzare la vinificazione anche in stabilimenti situati nelle province di Ancona e Macerata o fino a 2 chilometri dal confine dell’area, purché l’azienda dimostri un radicamento storico nella lavorazione del Verdicchio.
Dal punto di vista enologico, sono permesse solo le pratiche di cantina ritenute “leali e costanti”, che non alterano il profilo organolettico tipico del vino. Alcuni punti chiave del processo di produzione sono:
- Resa massima uva-vino non superiore al 70%. Superato tale limite (ma restando sotto al 75%) la parte eccedente perde il diritto alla DOCG; oltre il 75% si perde l’intera denominazione.
- Vietato l’arricchimento, mentre è ammessa la dolcificazione secondo le norme vigenti.
- Il vino deve subire un periodo di invecchiamento di almeno 18 mesi, di cui 6 in bottiglia.
- L’invecchiamento decorre dal 1° dicembre dell’anno di produzione delle uve.
Queste regole puntano a esaltare il potenziale di longevità e complessità del Verdicchio, la cui evoluzione in bottiglia conferisce al vino maggiore eleganza e finezza olfattiva.
Zone di produzione e legame con il territorio
La zona di produzione del Castelli di Jesi Verdicchio Riserva si estende su una vasta area collinare compresa tra le province di Ancona e Macerata. Il disciplinare ne dettaglia con precisione i confini, descrivendo la presenza di corsi d’acqua (i fiumi Musone, Esino, Misa), strade provinciali e confini comunali.
La menzione Classico individua una sottozona storica che coincide con la parte più antica e originaria, escludendo alcune aree alla sinistra del fiume Misa e i territori dei comuni di Ostra e Senigallia.
Dal punto di vista naturale, questi territori vantano un microclima temperato grazie alla relativa vicinanza al mare Adriatico (circa 20 km in linea d’aria), ma anche alla protezione offerta dalle montagne dell’Appennino, che superano i 2.000 metri. I vigneti si collocano in prevalenza su dolci colline tra gli 80 e i 500 metri di altitudine, con suoli calcarei e una buona presenza di argille che conferiscono al vino corpo, sapidità e longevità.
L’esposizione varia fra i diversi versanti collinari, ma quelle più favorevoli si trovano spesso a mezzogiorno, dove le viti possono beneficiare di un irraggiamento solare ottimale. Le brezze provenienti dal mare, insieme alle precipitazioni che in media superano i 700-800 mm annui, forniscono un ambiente ideale per la maturazione graduale e completa delle uve.
Nel corso dei secoli, l’uomo ha imparato a selezionare i vigneti migliori, posizionandoli sulle colline più vocate e affinando le tecniche agronomiche, dalla potatura alla difesa fitosanitaria. Questo legame tra territorio e cultura contadina si respira ancora oggi nelle cantine dei Castelli di Jesi.
Caratteristiche organolettiche
All’atto dell’immissione al consumo, il Castelli di Jesi Verdicchio Riserva si presenta con le seguenti caratteristiche:
- Colore: giallo paglierino, di intensità variabile, con possibili riflessi che tendono al dorato o al verdolino.
- Odore: delicato e caratteristico, spesso con note floreali e fruttate (frutta gialla matura), che possono evolversi verso sentori di agrumi, miele e mandorla.
- Sapore: asciutto e armonico, con un retrogusto gradevolmente amarognolo tipico del Verdicchio. Se affinato in legno, si può avvertire un lieve sentore di vaniglia o tostatura.
- Titolo alcolometrico totale minimo: 12,5% vol.
- Acidità totale minima: 4,5 g/l.
- Estratto non riduttore minimo: 17 g/l.
Benché il disciplinare non specifichi in dettaglio il contenuto zuccherino, storicamente si tratta di un vino secco, in cui le sensazioni fruttate si uniscono alla tipica freschezza acida del Verdicchio. La componente minerale, favorita dalle argille e dal calcare presenti nel suolo, sostiene il sorso, rendendo il vino longevole e adatto a un prolungato affinamento in bottiglia.
Il Castelli di Jesi Verdicchio Riserva esprime dunque tutta la specificità del Verdicchio coltivato in quest’angolo delle Marche: complessità aromatica, freschezza, sapidità e un potenziale evolutivo che sorprende anche dopo diversi anni di maturazione.
In conclusione, la DOCG Castelli di Jesi Verdicchio Riserva rappresenta uno dei vertici qualitativi della produzione enologica marchigiana. Grazie a un disciplinare rigoroso, a un lungo affinamento minimo di 18 mesi e all’impegno dei produttori, questo vino offre un profilo organolettico unico, capace di soddisfare i palati più esigenti e di raccontare il territorio da cui nasce.