È finanche troppo scontato dire che il Brunello di Montalcino sia uno dei fiori all’occhiello della produzione vinicola Italiana: la verità è che è molto di più di questo. Il Brunello è storicamente la prima produzione ‘seria’ di Sangiovese in Toscana, quando il vitigno era ancora associato all’idea del fiasco da osteria, e la diffusione nel resto della penisola era solo per la produzione di vini casalinghi e/o dozzinali: oggi invece rappresenta un vero oggetto del desiderio, soprattutto per il mercato Americano, che sembra non essere mai sazio di queste splendide bottiglie a base di Sangiovese Grosso, lungamente affinato nelle cantine Ilcinesi.

Cantina Tornesi

Da cinque generazioni, la famiglia Tornesi tramanda con orgoglio la propria passione e dedizione alla terra di Montalcino. Sin dal lontano 1865, la tradizione vinicola è stata custodita gelosamente, trasmettendo di generazione in generazione il segreto per creare vini di straordinaria qualità.

Il logo che campeggia sull’etichetta dei loro vini è molto più di un semplice simbolo: racchiude la storia e l’identità di questa famiglia. Deriva dal soprannome affettuoso dato al nonno di Maurizio, Giuseppe Tornesi, conosciuto come “Il Cucculo” per la sua voce così acuta da risuonare per tutta la valle, come il richiamo del cuculo nei mesi di primavera. Questo soprannome, radicato nella tradizione locale, testimonia l’importanza della famiglia nel contesto della comunità.

I tre colli che adornano il logo sono un altro elemento ricco di significato. Oltre a rappresentare la bellezza paesaggistica della Toscana, questi tre colli sono un simbolo di orgoglio e appartenenza.

Così, ogni bottiglia dei vini della famiglia Tornesi diventa un portavoce di questa lunga tradizione familiare e del territorio che li ha visti crescere. Ogni sorso è un omaggio alla passione, alla dedizione e alla bellezza della Toscana, un invito a immergersi nell’esperienza sensoriale di Montalcino e dei suoi vini straordinari.

Produzione ed Affinamento

Le vigne per il Brunello ricadono tutte all’interno del comune di Montalcino, con la sua forma squadrata quasi perfetta: esse sono distribuite in due zone, a Sud-Est e Sud-Ovest dell’areale, su terreni sassosi e ricchi di scheletro, con presenza di calcare e galestro che donano eleganza e finezza.
Se in altri distretti si cerca di puntare sempre più spesso sulla vigna singola, per esaltare il concetto di Cru alla francese, è invece piuttosto tipico che a Montalcino si punti al blend di diverse vigne, per ottenere caratteristiche diverse dai differenti territori, in modo da generare un vino già completo sotto ogni aspetto.
La densità di impianto è di circa 4500 piante per ettaro, l’allevamento è a cordone speronato unilaterale e la produzione annua si attesta tra i 60 e 70 q.li per ettaro; l’epoca di vendemmia, a seconda delle annate, varia tra la fine di Settembre ed il mese di Ottobre.
La fermentazione è spontanea con lieviti indigeni, in tini da 50hl con frequenti rimontaggi e lunghe macerazioni, avendo accortezza di non superare i 30°C.
Quindi il vino riposa per 24/30 mesi in botti di rovere da 7 a 30hl, per poi terminare l’affinamento in bottiglia previsto da disciplinare.

La Degustazione

La veste del Brunello di Montalcino di Tornesi 2018 è già pienamente granata, con cromatismi vitali e mai eccessivamente concentrati. Si muove compatto e denso, senza eccedere in opulenza e pesantezza.
All’unghia tende a scomporsi verso un luminoso aranciato.

L’impatto olfattivo è aristocratico e poco invadente, mirabilmente giocato in equilibrio tra la piccantezza e la dolcezza: la frutta rossa piccola è già declinata in confettura, la noce moscata e il chiodo di garofano allargano l’orizzonte olfattivo su aspetti terziari più severi; il cacao e gli sbuffi alcolici offrono invece una dimensione più intima ed accogliente.

L’ingresso al palato di questo Brunello di Montalcino di Tornesi è decisamente importante e severo, con un saldo tannico dalla grande volumetria e dalla tessitura ancora da decifrare, ma che si è indirizzata sulla strada della finezza e dell’eleganza.
La bocca è piena ed appagante, la beva tellurica e dinamica, l’accompagnamento alcolico, deciso, è un abbraccio confortevole.

Si allunga profondissimo al palato, in cui la freschezza si fa largo poco alla volta, ma con decisione e caparbietà, ringiovanendo progressivamente il sorso, che conserva inalterata la sua dinamicità, senza lesinare ad una delicata, sapida grassezza.

Abbinamenti

Lo immaginiamo su selvaggina di penna, ma anche su una selezione di formaggi di buona stagionatura, evitando le piccantezze.

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