Siamo in provincia di Modena, dove tra pianura e collina la famiglia Zanasi produce vino da oltre 100 anni, da quando nel 1900 Luigi Zanasi trasformò la sua piccola abitazione rurale in cantina.
Il testimone è poi passato da una generazione all’altra, dai nonni contadini ai figli e ai nipoti, oggi imprenditori di una Società Agricola, dediti alla produzione delle eccellenze emiliane: prosciutto di Modena e di Parma, Parmigiano Reggiano, aceto balsamico e, naturalmente, vino.
Pignoletto, Trebbiano (il cui mosto è usato per produrre il pregiato Aceto Balsamico Tradizionale di Modena) e Lambrusco nelle varietà Sorbara e Grasparossa popolano gli undici ettari di vigne di proprietà.
In particolare, sui terreni di Castelnuovo Rangone e Castelvetro di Modena si coltiva il Grasparossa, la varietà di Lambrusco che si è meglio adattata alle caratteristiche pedoclimatiche delle colline modenesi dando vini frizzanti di buon corpo con un profilo organolettico ricco ed equilibrato.
Caratteristiche che si ritrovano nei due Lambruschi della Tradizione Zanasi che ho degustato e che voglio raccontarvi.
Bruno Zanasi Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOP Secco
Dedicato al nonno Bruno che, in un periodo in cui lavorare in fabbrica dava maggiore stabilità e garanzie economiche, scelse le sfide e la fatica della terra, sostenuto dall’ambizione e dalla sua famiglia.
Appena versato, la spuma densa e violacea nasconde un vino di colore rubino dai riflessi luminosi e dai profumi intensi e succosi di fragoline di bosco e ribes rosso.
L’effervescenza è vivace ma non pungente e si accompagna a buone doti di freschezza e ad una leggera tannicità percepibile a bocca asciutta. Il ritorno aromatico di frutti di bosco è moderato e piacevole.
Ho gustato questo Lambrusco in compagnia di un “emiliano doc” abbinandolo a due pizze bianche: una con provola, prosciutto crudo di Parma e funghi porcini e l’altra con salsiccia e friarielli.
Un gemellaggio regionale che funziona, credetemi!
SassoStorno Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOP Secco
Le uve di Lambrusco Grasparossa (min. 85% da disciplinare), di Lambrusco Salamino e di Malbo Gentile provenienti dallo stesso vigneto danno vita a SassoStorno.
Il nome richiama la composizione del terreno sul quale è impiantata la vigna, ricco di sedimenti e ciottoli derivanti dall’erosione dei sassi dell’Appenino Modenese trascinati a valle dal fiume Tiepido.
Grazie all’assemblaggio delle ultime due annate, si ha un vino con una struttura più complessa e fine, pur mantenendo il brio e la schiettezza tipica del Lambrusco.
Dissolta la spuma, il colore rubino è pieno e intenso come i profumi di frutta rossa polposa e matura e le note vegetali di bosco che compongono il corredo sensoriale.
L’effervescenza, persistente e avvolgente, si accompagna ad una trama tannica più fitta, simile a quella di un rosso fermo.
Al palato resta la freschezza, una punta di sapidità e delicati aromi fruttati.
La bottiglia è terminata in tempi record, alternando un sorso di vino ad un grissino avvolto nella mortadella, anche se avrei preferito abbinarlo alle tigelle modenesi da mangiare rigorosamente calde con pesto di lardo e parmigiano o farcite con salumi e formaggi.
Sarà per la prossima!
E, nel frattempo, date uno sguardo al Road Trip Enogastronomico in Emilia tra degustazioni di Parmigiano Reggiano e Aceto Balsamico Tradizionale!