Amarone della Valpolicella Classico DOCG 2012, Santa Sofia
Fondata nel 1811, a Pedemonte, in Provincia di Verona, l’azienda vinicola Santa Sofia ha sede all’interno di una bellissima Villa, realizzata dal celebre Architetto Andrea Palladio nel XVI secolo.
Un tempo nota come Villa Sarego, dal nome di colui che la commissionò, la villa è divenuta patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 1996, assieme alle altre dimore dell’architetto.
I locali adibiti a cantine sono ancor più antichi rispetto all’epoca di costruzione della villa. Basti pensare che la cantina dove avviene la maturazione dell’Amarone risale addirittura al 1300. Completano, poi, la struttura altre due cantine, costruite tra il XIV ed il XVI secolo. All’interno della prima maturano i vini più giovani dell’azienda, mentre la seconda funge essenzialmente da barricaia.
Nel 1967, l’Azienda venne rilevata da Giancarlo Begnoni, enologo veneto e grande appassionato delle tecniche di produzione del vino, che ne ampliò e migliorò la qualità della produzione vinicola con l’introduzione di elementi di innovazione.
L’Amarone della Valpolicella
Abbiamo degustato l’Amarone della Valpolicella Classico 2012, annata particolarmente favorevole per la cantina, come dimostrano i riconoscimenti ottenuti da questa etichetta.
Prodotto nel cuore della Valpolicella, gli acindi di Corvina, Corvinone e Rondinella vengono sottoposti ad un periodo di appassimento di almeno 90 giorni. L’affinamento avviene per 36 mesi in botti di Slavonia, cui seguono 12 mesi in bottiglia.
Di un rosso rubino che ormai vira decisamente verso il granato, al naso è elegante e complesso, con profumi fruttati di ciliegie, amarene, prugne secche, che man mano cedono il passo a suadenti sentori di cioccolato, spezie dolci e note balsamiche. Al palato è delicato e deciso allo stesso tempo, con un tannino perfettamente integrato, dotato di uno straordinario equilibrio per cui la morbidezza non ne sovrasta la freschezza. Finale molto persistente, come deve essere con vini del genere.
Vino da abbinare a piatti importanti, si accompagna sicuramente a carni rosse cotte a lungo, selvaggina, ma anche ad un tagliere di formaggi stagionati.