Era nascosto dal 1998, in attesa di essere bevuto per un’occasione speciale, il Barbaresco Mantico DOCG di Bersano.

Aprire una bottiglia di vino che ha oltre 20 anni emoziona e, allo stesso tempo, agita, ma rende la degustazione un vero e proprio rito.

Togli la capsula, infili delicatamente il cavatappi e preghi che il sughero resti intatto, che il vino non abbia subito danni, che il tempo sia stato suo amico e l’attesa non sia stata vana.

Ci vuole pazienza col vino…intrappolato per anni nella bottiglia ha bisogno di respirare per farsi conoscere, così si scaraffa e si decanta per qualche ora, anche per eliminare i sedimenti dell’evoluzione.

Il colore e l’odore svelano subito lo stato di salute di questo Barbaresco. Un po’ di ossidazione inevitabilmente c’è. Si vede nei riflessi aranciati del rosso granato non più vivace. Si sente al naso con profumi di amarena sotto spirito e sentori terziari evoluti di tabacco, caffè e cuoio.

Ma il vino non presenta imperfezioni, nemmeno al gusto, anzi ha mantenuto una inaspettata freschezza accompagnata da una alcolicità avvolgente e persistente, come gli aromi di tostatura che riaffiorano in bocca.

Un bel modo per iniziare l’anno nuovo!

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