Una reinterpretazione delle tradizionali ville della campagna toscana, viste e progettate dalla visione razionalista dell’architetto Mario Botta per Cantina Petra.

Un’azienda di famiglia dai solidi valori

Un’azienda guidata da Francesca Moretti, enologa, esperta del territorio e anche ideatrice di questo progetto vinicolo con il padre Vittorio, partendo dalla scelta del luogo per la realizzazione della cantina. Già in passato Etruschi e Greci erano soliti vinificare in questa zona della Toscana, grazie ai microclimi presenti in grado di favorire ancora oggi l’attuazione di tecniche agricole biologiche, al fine di preservare un rapporto di rispetto fra uomo e natura.

Dal 1977, quando Vittorio Moretti costruisce la prima cantina in Franciacorta, l’azienda non ha mai smesso di credere nei propri valori. Una qualità a tutto tondo che comprende non solo il prodotto finito, ma anche lo stile di vita dei lavoratori e il legame con l’ambiente, considerato come principale fonte di ispirazione.

Mario Botta per Cantina Petra

Originario di Mendrisio, Mario Botta si laurea a Venezia con una tesi seguita da Carlo Scarpa. Le Corbusier e Kahn sono fra le sue più importanti fonti d’ispirazione, soprattutto per quanto riguarda l’edilizia privata, dove tende a sviluppare il tema della casa vista come rifugio. Le sue opere si distinguono per la loro simmetria e per l’uso di mattoni e laterizi, come si può vedere in Cantina Petra.

Il celebre architetto svizzero si è dimostrato la scelta perfetta per rispecchiare gli ideali di armonia ed equilibrio dell’azienda. Lui stesso definisce il progetto come “Un disegno razionale che evidenzia la misura, la bellezza, la profondità del paesaggio”.

Per l’architetto è stato il primo lavoro dedicato ad una cantina. Una prova dove la sua conoscenza dei valori simbolici relativi all’architettura incontra quella dei committenti, strettamente legata ai meccanismi interni dell’azienda.

La famiglia Moretti aveva le idee chiare fin da subito: voleva che il visitatore non sapesse definire l’identità di Cantina Petra. Arcaico o moderno erano solamente definizioni, l’obiettivo era quello di creare una struttura senza tempo.

Il progetto di Cantina Petra

L’idea di partenza del progetto dell’architetto svizzero è quella di prendere un concetto progettuale radicato a livello del territorio, rimodernandolo, senza però stravolgerlo.

Il risultato è possibile ammirarlo nella Cantina Petra di Suvereto, nell’entroterra di Piombino dove, a sostituire i classici giardini che solitamente impreziosivano il disegno urbano delle ville toscane, è possibile trovare i vigneti che Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone, decise di portare con sé dalla Francia.

Legame con il territorio e la tradizione

L’obiettivo principale che l’azienda voleva si mantenesse nella realizzazione di Cantina Petra è proprio il rispetto dell’ambiente circostante. Ideale che si può ritrovare nello sviluppo e nell’integrazione di fonti di energia rinnovabili, come l’innovativo impianto fotovoltaico, perfettamente inserito nel contesto architettonico.

L’intera struttura si presenta come un prosieguo del territorio. Alla prima vista d’insieme sembra proprio che ci sia una continuità naturale fra i filari e gli spazi di lavoro della cantina che si vedono sullo sfondo di questo quadro. Lo stesso cilindro centrale, fulcro della struttura, si presenta come una scalinata che accompagna il pendio della collina.

Tecnologie impiegate in Cantina Petra

La bottaia

Proprio su questo volume dalle forme plastiche è stato creato uno spazio verde, con piante e arbusti che seguono la stagionalità e che abbraccia quello che è il corpo centrale della cantina. Si tratta di un elemento alto 25 metri e dal diametro di 42 metri che, nonostante le sue considerevoli dimensioni, non aggredisce il paesaggio, bensì ne entra a far parte.

Questo piano inclinato parallelamente alla collina è realizzato in travi di legno lamellare sostenute da pilastri e dalla struttura circolare con setti in calcestruzzo armato, ideali per sostenere il giardino pensile qui sopra collocato. Un sistema di travi secondarie che digradano verso la base del cilindro costituisce la finestratura che illumina questo corpo centrale.

Esigenze funzionali

In tutte le opere di Mario Botta è possibile notare quanto sia importante il fattore dell’illuminazione naturale. Anche nel progetto di Cantina Petra questo elemento viene integrato dalla travatura secondaria nel cilindro e nell’asse principale che l’architetto ha voluto sviluppare lungo tutta la struttura. L’idea è stata quella di realizzare una sorta di meridiana in modo da ricreare un’illuminazione differente per ogni fase del giorno che potesse accompagnare le fasi di lavorazione senza andare a disturbarle.

Cantine Petra, bottaia

Il concept architettonico

Proprio al centro della collina, in corrispondenza del cilindro centrale, si trovano le gallerie di invecchiamento che conducono sino alla caratteristica parete in roccia. L’architetto Botta ha voluto lasciare una parte della collina stretto contatto con la Cantina Petra, proprio a sottolineare lo stretto legame con il contesto. Un luogo quasi mistico dove l’incontro dell’uomo con la natura è celebrato dalla scultura in legno di Rivadossi, collocata lì come a voler controllare che quell’equilibro non venga alterato. L’utilizzo sapiente dei materiali ha giocato un ruolo fondamentale nell’intero progetto. La pietra di Prun accompagna gli spazi interni ed esterni, creando un filo conduttore con quella che è la parete di roccia che segna il confine, ma anche il legame fra l’edificio e l’ambiente naturale.

Distribuzione degli spazi interni

La distribuzione degli spazi risulta essere ottimale per quella che è un’azienda vinicola all’avanguardia come Cantina Petra. Al piano terra si collocano le zone per l’invecchiamento e la barricaia, dove moduli prefabbricati in cotto sono poggiati su un letto di sabbia e ghiaia, avendo cura di lasciare le barriques a contatto con terreno umido e naturale. Spazi dove si alternano coperture con splendide volte a crociera, ad altri strettamente funzionali alle fasi di imbottigliamento e imballaggio del prodotto finito. Salendo al primo piano si trovano le zone di pigiatura e quelle tecnologiche. Un totale di circa 7200 metri quadrati di superficie inserito in una tenuta di 300 ettari.

I principi di Design e lo stile di Cantina Petra

Cantina Petra, Esterno

Sostenibilità

Una struttura avveniristica che riesce a ottimizzare le fasi di lavorazione vinicole integrandosi con l’ambiente. Un percorso, quello dal grappolo alla bottiglia finita, che non impatta sul territorio e che segue un percorso a basso impatto ambientale.

Innovazione

La cantina è scavata nella collina, proprio come se fosse parte integrante del territorio, come se fosse sempre stata lì a fare la guardia ai vigneti circostanti. Dal punto di vista strutturale è il perfetto incontro fra la tecnologia del legno lamellare e quella del cemento armato, apparentemente due materiali distanti, ma che in questo progetto ben si sposano dando vita a degli ambienti armoniosi.

Lo Stile

La cantina è scavata nella collina, proprio come se fosse parte integrante del territorio, come se fosse sempre stata lì a fare la guardia ai vigneti circostanti. L’utilizzo sapiente dei materiali ha giocato un ruolo fondamentale nell’intero progetto. La pietra di Prun accompagna gli spazi interni ed esterni, creando un filo conduttore con quella che è la parete di roccia che segna il confine, ma anche il legame fra l’edificio e l’ambiente naturale.

Impatto sul territorio

Cantina Petra è il perfetto esempio del rifiuto delle soluzioni tradizionali e industriali, a favore di un progetto dove la planimetria articolata rappresenta un’apertura verso il mar Tirreno e un inglobamento nella vallata delle Colline Metallifere.

Oggi Cantina Petra è un vero e proprio landmark del territorio. Un edificio che parla di cultura, dove la tradizione vinicola si trova a dialogare con i nuovi aspetti tecnologici. L’architettura nasce dalla terra e questo ne è il perfetto esempio.

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