Dressel 19.2 di Bosco dei Medici: Una vinificazione sperimentale suggerita dal passato
Bosco de’ Medici, una giovane azienda vitivinicola circondata dalla storia di Pompei, utilizza il più antico contenitore di vino, l’anfora di terracotta, per produrre Dressel 19.2 .
L’etichetta omaggia l’archeologo tedesco Heinrich Dressel, che analizzò e classificò le anfore romane attribuendo un numero a ciascuna tipologia in base al periodo e alla forma.
19.2, in questo caso, identifica la particella di terreno alle pendici del Vesuvio dove si trova la vigna dalla quale provengono le uve di Caprettone, da molti associato ad un altro vitigno campano, la Coda di Volpe Bianca.
La fermentazione avviene direttamente in anfora, dove il mosto resta a contatto con le vinacce per circa 20 giorni. Dopo la svinatura il vino sosta in anfora per 4 mesi; segue un periodo di affinamento in acciaio per ulteriori 7 mesi prima di essere imbottigliato.
La macerazione conferisce al vino maggiore corpo ed intensità olfattiva. Bergamotto e fiori d’arancio, uvetta passa e frutta disidratata, sono soltanto alcuni dei profumi che si avvertono al naso senza neppure avvicinarsi troppo al calice.
Al gusto si avverte la mineralità tipica dei terreni vulcanici, con una sapidità calibrata e rinfrescante. Dopo l’assaggio, ritornano aromi di frutta disidratata e qualche nota di frutta secca.
Da provare con carni brasate in bianco o con piatti di pasta e legumi.
Quello che non è ancora stato detto del vino
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