Recensione del Pinot Grigio Unterebner 2017, Cantina Tramin
Tra le cantine sociali più antiche dell’Alto Adige, con sede a Termeno, sulla Strada del Vino, l’azienda Tramin, visitata da Viviana nel suo viaggio in Südtirol, può vantare circa 260 ettari vitati sparsi nei territori di Termeno, Ora, Egna e Montagna.
Nella culla del vitigno Gewürztraminer, vera e propria bandiera di questi luoghi, i 300 viticoltori producono mediamente 1,8 milioni di bottiglie ogni anno, destinate per il 75% al mercato nazionale, e per il restante 25% a quello estero.
La Cantina
Il nome stesso della cantina “Tramin” è un diminutivo affettuoso utilizzato per descrivere l’uvaggio principe della zona, che è una delle più antiche varietà al mondo e che vanta una nobile discendenza. Recenti studi sembrano dimostrare che il Gewürztraminer sia l’antenato di alcuni dei più antichi vitigni come Cabernet Sauvignon e Riesling e Pinot Blanc, Pinot Gris e Pinot Noir.
Dal 1992, sotto la guida attenta di Willi Stürz (nominato “Winemaker of the Year” dal Gambero Rosso nel 2004), enologo e direttore tecnico, la cantina Tramin sforna ogni anno vini che sono espressioni autentiche di un territorio unico e ricco di tradizioni.
La nuova sede della cantina, inaugurata nel 2010, è completamente fusa con il suo ambiente naturale. Progettata architetto italiano Tscholl Werner, questa è diventata subito un punto di riferimento unico dell’architettura contemporanea. L’edificio si trova sull’esatta impronta della cantina originale in modo da non sacrificare alcuna terra dai vigneti circostanti, combinando una struttura moderna con la cantina originale. Visto dall’esterno, l’edificio colpisce per le sue curve, mentre l’interno è una cantina ben pianificata con aree dedicate per i lavoratori della cantina e gli appassionati del vino in visita, come la nostra Viviana.
La Recensione
Dopo aver recensito l’Unterebner 2016 di Tramin, da noi eletto bianco dell’anno 2018, abbiamo deciso di recensire in questo articolo anche l’annata 2017.
Ottenuto da uve Pinot grigio in purezza, raccolte e selezionate unicamente a mano nella metà di Settembre da vigneti a basso rendimento e situati ai piedi delle montagne dolomitiche. Le giornate calde e notti fresche, caratteristiche di questi territori, preservano l’acidità e la freschezza del vino.
La fermentazione avviene lentamente in parte in botti di legno e in parte in tonneaux, ad una temperatura controllata di 18-20°C. Dopo la malolattica il vino affina in parte in grandi botti di legno ed in parte in tonneaux per circa 30 giorni, e per almeno 4 mesi in bottiglia, prima di essere messo in commercio.
Questo vino si presenta con un colore paglierino con riflessi dorati, molto luminoso e vivo, invitante. Sprigiona al naso aromi di agrumi, pere, mele e fiori bianchi che si intrecciano con eleganza con sentori di fieno e vaniglia. Al palato risulta fresco e pieno, direi succoso, ricco e vellutato al palato con una spiccata mineralitá, con un finale piacevolmente persistente.
Fantastico sia come aperitivo per accompagnare gli antipasti, ma anche versatile per dei primi di terra o dei secondi piatti a carne bianca leggermente speziati. Da provare anche con un piatto più ricco come una quiche di pesce.
Quello che non è ancora stato detto del vino
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