La Sicilia è un’isola da sempre ammirata, anche per i suoi vini, non stupisce che in tanti siano stati i nettari ad aggiudicarsi i tre Cavatappi, in questa prima Edizione della Guida Untold.

Bianchi e rossi, un tesoro autoctono che va ad arricchire le bellezze regionali, fatte di archeologia, arte, storia, natura. Un panorama incredibile, come quello dell’Etna, non può che valorizzarsi con gli assaggi dei suoi vini più vulcanici … e non esiste solo lui ad adornare i numerosi paesaggi viticoli!

Pensa che la Denominazione Etna è solo una delle tante presenti in Sicilia, sono ben 23 le DOC regionali, per un territorio ampio che brilla con i suoi vitigni in diversi terroir.

A sancire il successo dei vini siciliani comincia la storia …

L’affascinante storia del vino in Sicilia

Le testimonianze archeologiche documentano una produzione enologica siciliana già nel 2000 a.C., ben prima dei contatti dell’isola con Fenici e Greci, segno già di un’attività vinicola prettamente locale.

Che tale vocazione sia stata valorizzata proprio nel tempo delle colonie greche è fatto ben noto, dal momento che Diodoro Siculo descrive i magnifici vigneti che costellavano le campagne di Akragas, l’odierna Agrigento, nel V secolo a.C.

In epoca romana repubblicana sono documentati, attraverso fonti scritte, vini specifici della Sicilia, tra cui quelli etnei accanto al rinomato Mamertino, tanto apprezzato da Giulio Cesare, come Plinio ci racconta. Un vino tipico del Messinese (ancora oggi lo è!) chiamato così poiché i soldati campani, chiamati “Mamertini”, conquistarono il centro di Messina, sottraendola ai cartaginesi e riportandola sotto il dominio di Agatocle, re di Siracusa.

Dalle citazioni degli storici romani Varrone, Catone e Columella, sembra che i vini siciliani più apprezzati fossero rossi, prodotti soprattutto alle pendici dell’Etna e lungo la costa Est, tra Messina e Taormina: una zona che, in effetti, ancora oggi, è famosa proprio per la qualità dei suoi rossi.

Purtroppo, proprio la dominazione romana dell’isola portò, seppur con apprezzamenti, a una riduzione della produzione vinicola, dal momento che le campagne vennero destinate soprattutto alla coltivazione dei cereali. Anche se trasformata in granaio imperiale, nei secoli a venire le potenzialità enologiche della Sicilia rimasero invariate, persino dopo la conquista islamica.

Tra il XV e il XVI secolo il vino Mamertino sembra tornare sulle tavole italiane, come testimoniato dal famoso Sante Lancerio, coppiere del Papa Paolo III in pieno Rinascimento, e da Andrea Bacci, autore del De naturali vinorum historia.

Ecco allora che in questo periodo vengono decantate le qualità dei vini, profumati e leggeri, prodotti alle pendici del Vulcano, l’intensità dei rossi dell’entroterra palermitano e trapanese, i rossi freschi e beverini del Siracusano, quelli più forzuti della zona di Ragusa e Vittoria, quelli succosi e colorati di Milazzo. Infine, iniziano a calcare la scena anche i vini aromatici e dolci delle Eolie e di Pantelleria, da uve appassite al sole. Il Marsala diventerà famoso solo alla fine del XVIII secolo, frutto di uve locali e del particolare metodo d’evoluzione chiamato Soleras.

In Sicilia, proprio per la sua natura isolana, la fillossera ha colpito più tardi i vigneti, permettendo ai vini locali di veleggiare in Europa, quando le produzioni francesi erano già in stallo. Purtroppo il parassita è approdato anche in Sicilia, determinando quel brusco arresto nella produzione vinicola comune a tutta Europa, tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900.

Oggi, i vini siciliani sono tornati alla ribalta con quel carattere identitario che sembra appartenergli da secoli.

Sicilia paesaggi

Vitigni e Territori di Sicilia

Ecco due degli elementi fondamentali che hanno accompagnato i nostri assaggi per la Guida Untold e hanno facilitato l’assegnazione dei tre cavatappi ai vini siciliani: la conoscenza dei vitigni e dei territori dell’isola.

Nonostante la presenza di molte uve internazionali in Sicilia, come Syrah e Chardonnay, coltivate e vinificate con successo, sono i vitigni autoctoni a dominare la scena, specialmente quando allevati nelle zone a loro più congeniali.

In Sicilia, può sembrare strano a dirsi, si producono più vini bianchi che rossi. Questo si deve soprattutto ai grandi appezzamenti vitati e alla produzione del Marsala, nel trapanese, un vino liquoroso in cui troviamo l’uva Grillo alla base, corredata da Catarratto e Inzolia, con una versione “Rubino” da grappoli di Nero d’Avola, Perricone e Nerello Mascalese. In generale proprio la provincia di Trapani e la zona occidentale dell’Isola sono quelle con il maggior numero di vigneti e una produzione più consistente di vino, in bianco come in rosso.

Un areale in cui i vigneti beneficiano della vicinanza del mare, di un clima sempre ventilato e soleggiato.

Tra le colline del vicino entroterra palermitano si coltivano con successo sia il Nero d’Avola che il Catarratto e l’Inzolia, merito di terreni asciutti e ben drenanti, capaci di conservare a lungo le giuste riserve idriche, necessarie alla maturazione delle uve anche in periodi di siccità. Grazie a sistemi di allevamento con basse rese, il risultato sono rossi e bianchi ricchi di acidità e profumi.

Proprio l’Inzolia, seppur con pochi assaggi, ha sorpreso tutti con la sua eleganza solare. Quest’uva si coltiva diffusamente in tutta la Sicilia ma è soprattutto nelle aree costiere, tra Trapani e Agrigento, e nella DOC Monreale, vicino Palermo, che offre le sue sfumature più gustose, anche in assolo.

La zona di Vittoria conta l’unica DOCG siciliana, quella del Cerasuolo, un rosso ottenuto dalle uve locali di Frappato e Nero d’Avola. Proprio in questo territorio, nel Sud-Est siciliano, nascono rossi di grande impronta gusto-olfattiva, con protagonisti questi particolari vitigni, dai profumi variopinti e dal gusto intenso, segnato da una particolare mineralità. Merito del clima influenzato dalla vicinanza del mare e dei terreni sabbiosi, ricchi di minerali.

Anche la provincia di Siracusa è famosa per la qualità dei suoi rossi, sempre ottenuti dagli stessi vitigni autoctoni. In particolare il Nero d’Avola, conosciuto anche come “Calabrese” sebbene sia originario della Sicilia, domina la produzione rossista dell’intera costa Est, da Nord a Sud. Protagonista del famoso Mamertino di Milazzo DOC, nel messinese, viene coltivato e interpretato con successo fino alla provincia di Catania, e nell’areale meridionale di Noto ed Eloro.  Attenzione, però! Perché il Mamertino di Milazzo è anche in bianco, con le uve Grillo e Inzolia a creare il blend.

Infine, forse tra i più famosi di Sicilia, c’è il territorio vinicolo dell’Etna, dove vitigni come Nerello Mascalese,  Nerello Cappuccio, Catarratto e Inzolia regalano rossi e bianchi di spiccato spessore aromatico e netta sapidità. Il terroir del vulcano è decisamente particolare, per natura del suolo e clima. I terreni sono resi fertili dalle eruzioni stratificatesi nel tempo e l’allevamento in quota, anche a 700 metri sul livello del mare, con intense escursioni termiche, favorisce la concentrazione di sostanze aromatiche e il mantenimento nelle uve di alti livelli di acidità. Il risultato sono vini che si fanno notare per piacevolezza, bevibilità nonché longevità. Prospettive che sono state notate proprio durante la degustazione alla cieca.

Gli Assaggi

Protagonisti in bianco come in rosso. I vitigni siculi hanno tante sfumature e vantano ognuno una particolare tipicità. Anche solo pensando alle uve più caratteristiche dell’Etna, Carricante, Catarratto e Nerello Mascalese, abbiamo bianchi e rossi dall’incredibile impronta aromatica e minerale anche al di fuori della DOC, pur se realizzati da queste uve. Segno che sia il vitigno sia il territorio contribuiscono allo stile indiscusso dei vini etnei.

Il Carricante, da solo o nell’Etna Bianco, regala struttura e profumi ai vini derivanti, ben provvisto in sapidità così come in freschezza. In particolare, proprio la sua acidità lo rende un ottimo vitigno solista, capace di creare nettari longevi e gustosi. Anche il Nerello Mascalese, grande protagonista in rosso dei vini del Vulcano, brilla per intensità dei profumi unita a un gusto persistente e sapido, mai pesante o invadente.

Le peculiarità dei vitigni dell’Etna sono emerse chiaramente negli assaggi alla cieca per la Guida Untold e hanno dimostrato come, soprattutto i rossi della DOC, siano piacevoli ed equilibrati ancora giovani, prodotti in annate recenti, e acquistino spessore e persistenza con qualche anno di evoluzione in più.

Una dote che accomuna questi vini ai Nero d’Avola scoperti.

Dall’uva Nero d’Avola nascono rossi dai potenti profumi fruttati, corredati da penetranti sensazioni erbacee e speziate. Caratteristiche che si apprezzano già nei vini giovani, guarnite da una succosa acidità. Questi vini dall’ampio bagaglio olfattivo tendono ad offrire persino di più con qualche anno di attesa, smussando la carica tannica e acquistando quell’avvincente equilibrio che ne amplifica la godibilità.

Non è un caso che tra i Nero d’Avola premiati con i tre cavatappi della Sicilia figurino sia annate recenti che vendemmie più lontane, come la 2018 e la 2016.

Il Frappato, sia nella DOC Vittoria che nelle zone limitrofe …

Infine, grande protagonista nell’assegnazione dei tre cavatappi ai vini della Sicilia è stato il Grillo.

Un’uva intimamente sicula, allevata con successo in diverse zone dell’isola,  che ha dimostrato grande carattere oltre che una piacevolezza immediata. I vini a base Grillo sono spesso considerati semplici, godibili alla giornata e rinfrescanti, prodotti che vanno bene dall’aperitivo ai secondi di pesce. Pur mantenendo la loro immediatezza, i vari “Grilli” assaggiati hanno sfoggiato una precisa personalità accanto a una particolare ricchezza di profumi e sapori. Aromi fruttati, balsamici, floreali, dolci, succosi e agrumati, con un gusto quasi dissetante e dall’impronta sapida e morbida hanno sancito il fascino gastronomico dei calici sperimentati.

Negli assaggi alla cieca il Grillo siculo si è confermato piacevole da bere da solo e un ottimo potenziale compagno in tavola, specialmente con specialità di mare anche esotiche.

Assaggiando i rossi di Sicilia per scoprire i 3 cavatappi
Assaggiando i rossi di Sicilia per scoprire i 3 cavatappi

I 3 Cavatappi per i vini rossi della Sicilia

Etna Rosso DOC

  • Etna Rosso DOC 2021 – Tenuta Boccarossa
  • Etna Rosso DOC 2020 – Massimo Lentsch
  • Etna Rosso DOC Feudo di Mezzo 2020 – Massimo Lentsch
  • Etna Rosso Nerello Mascalese DOC Moro 2020 – Fratelli Calì
  • Etna Rosso DOC Valle Galfina 2019 – Scilio
  • Etna Rosso Nerello Mascalese Riserva DOC De Rerum Aetna 2017 – Oro d’Etna

Vittoria DOC

  • Frappato Vittoria DOC Il Frappato 2022 – Valle dell’Acate
  • Vittoria Frappato DOC 2022 – Vigna di Pettineo

Sicilia Frappato DOC

  • Sicilia Frappato DOC Melovivo 2022 – Tenuta Bonincontro
  • Sicilia Frappato DOC San Michele 2020 – Tenute Gigliotto

Sicilia Nero d’Avola DOC

  • Sicilia Nero d’Avola DOC Neari 2023 – Alagna
  • Sicilia Nero d’Avola DOC 2022 – Giglio
  • Sicilia Nero d’Avola DOC 2021 – Candido Vini Sicilia
  • Sicilia Nero d’Avola DOC Nenè 2021 – Fondo Antico
  • Sicilia Nero d’Avola DOC Nedda 2021 – Baglio Diar
  • Sicilia Nero d’Avola DOC 2020 – Catalano Viticoltori
  • Sicilia Nero d’Avola DOC Mogat 2020- Gaudioso
  • Sicilia Nero d’Avola Riserva DOC Don Antonio 2020 – Morgante
  • Sicilia Nero d’Avola DOC Harmonium 2019 – Firriato
  • Sicilia Nero d’Avola DOC Don Giovanni 2018 – Tenute Gigliotto

Noto Nero d’Avola DOC

  • Noto Nero d’Avola DOC Feudo Luparello 2016 – Feudo Luparello

Eloro Nero d’Avola DOC

  • Eloro Nero d’Avola DOC Sciavè 2019 – Riofavara

Monreale Syrah DOC

  • Monreale Syrah DOC Vigna di Mandranova 2017 – Alessandro di Camporeale

I 3 Cavatappi per i migliori bianchi di Sicilia

Etna Bianco DOC

  • Etna Bianco DOC Linea dei Sensi 2022 – Cantine Patria
  • Etna Bianco DOC Carricante 2022  – Cottanera
  • Etna Bianco DOC Trainara 2021 – Generazione Alessandro

Sicilia Grillo DOC

  • Sicilia Grillo DOC 2022 – Catalano Viticoltori
  • Sicilia Grillo DOC Zagra 2022 – Valle dell’Acate
  • Sicilia Grillo DOC Grillo Parlante 2022 – Fondo Antico
  • Sicilia Grillo DOC Selene 2022 – Baglio Diar
  • Sicilia Grillo DOC Viola 2022 – Novello Cantina
  • Sicilia Grillo DOC Quasale 2022 – Mustazza
  • Sicilia Grillo Superiore DOC 2022 – Vigna di Pettineo
  • Sicilia Grillo DOC Coccio d’Oro 2022 – Asaro Antonino
  • Sicilia Grillo DOC Sole e Terra 2022 – Horus
  • Sicilia Grillo DOC Senarìa 2021 – Carlo Pellegrino

Sicilia Catarratto DOC

  • Sicilia Catarratto DOC Terre Rosse di Giabbascio 2022 – Centopassi
  • Sicilia Catarratto DOC  Quasale 2022 – Mustazza

Monreale DOC

  • Monreale DOC Inzolia 2022 – Candido Vini
  • Monreale DOC Catarratto Vigna di Mandranova 2021 – Alessandro di Camporeale
Viticoltura e annate per i tre cavatappi della Sicilia

Cenni sulle annate correnti

I vini della Sicilia premiati con i 3 cavatappi raccontano ben 8 annate sull’isola e sembrano proprio rispecchiarne le caratteristiche.

  • Nonostante le sfide climatiche, le annate più recenti assaggiate, soprattutto per i bianchi ma anche per i rossi, come la 2023 e la 2022, sono state un successo. Il caldo imperante e la siccità, specie nei mesi estivi ha diminuito le rese ma, allo stesso tempo, ha dato il via all’evoluzione di grappoli dal ricco bagaglio polifenolico, vendemmiati leggermente in anticipo. I viticoltori siciliani, nelle diverse aree produttive, sono riusciti a valorizzare le qualità delle uve autoctone e internazionali, con in prima linea il Grillo e  il Syrah, che hanno dimostrato la giusta tempra e adattabilità nel superare il nuovo assetto climatico, più caldo e siccitoso.
  • L’annata 2021 è stata sicuramente sfidante, con picchi di caldo nei mesi di Luglio e Agosto che hanno portato a una vendemmia anticipata, specialmente nelle aree vinicole dell’Ovest. Le uve che meno hanno risentito del caldo sono state quelle dell’Etna, dove le piogge settembrine unite alle consuete elevate escursioni termiche, tra il giorno e la notte, hanno favorito lo sviluppo di uve sane e dal ricco corredo fenolico, per vini profumati, intensi e persistenti.
  • La vendemmia 2020 è stata poco produttiva in Sicilia ma ha sancito una netta qualità soprattutto della produzione in bianco, con Grillo e Catarratto a dominare la scena. Un Inverno lungo, una Primavera piovosa che ha favorito l’accumulo idrico, seguita da un’Estate torrida, hanno contribuito a una vendemmia dove il concetto del “less is more” si è rivelato vincente.
  • Anche l’annata 2019 si è confermata esigua in termini di quantità d’uva ma il clima mediterraneo generale, sempre mite e ventilato, mai freddo, con temperature estive più calde ma con una buona alternanza di piogge e siccità, ha sancito la grande ricchezza aromatica e la qualità dei grappoli di Nero d’Avola e Frappato che si sono maturate lentamente.  Un successo che ha investito anche i vini dell’Etna.
  • Andando ancora più indietro negli anni, la vendemmia 2018 si è rivelata straordinariamente equilibrata. L’abbondanza di piogge nell’arco della stagione e l’assenza di temperature troppo elevate, grazie all’effetto mitigante del mare, ha portato a una concentrazione fenolica nei grappoli, per vini dotati di aromi e freschezza, meno alcolici.
  • Diamo infine un’occhiata alle annate 2017 e 2016. La 2017 ha portato alla produzione di ottimi rossi strutturati, frutto di un andamento climatico segnato da grandi picchi di caldo in tutto il Centro Sud Italia. Non è un caso che l’Etna Rosso Riserva della cantina Oro d’Etna si sia dimostrato particolarmente setoso e ricco di sfumature aromatiche, merito anche del contesto pedoclimatico di provenienza, dove l’altitudine determina temperature più miti in Estate, con variazioni spiccate tra notte e giorno.
  • Con la 2016 torna l’armonia, con un clima prettamente mediterraneo, mite e mai esagerato, sia come temperature che come piogge, che ha favorito un’ottima produzione in bianco come in rosso, in quasi tutte le zone dell’isola.
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