il Torre di Giano “Vigna il Pino” è uno dei bianchi di punta di Lungarotti prodotto nella tenuta di Torgiano che si trova alle porte del borgo.

Torgiano è un comune di sole 6000 anime in provincia di Perugia e l’analogia con il nickname della tenuta “Torre di Giano” non è affatto una casualità!

Lungarotti con il nome “Torre di Giano” desidera rievocare l’antica torre di epoca romana dedicata al dio Giano Bifronte, il dio degli inizi, poi ricostruita durante il medioevo e che oggi è divenuta il simbolo del borgo di Torgiano.

Ma il saldo legame tra la famiglia Lungarotti e la città di Torgiano è reciproco e transgenerazionale: la comunità di Torgiano ha infatti intitolato la strada su cui si affaccia la cantina proprio al fondatore Giorgio Lungarotti venuto a mancare nel 1999.

Giorgio Lungarotti è stato uno dei pionieri italiani della maturazione in legno dei vini bianchi che praticava già negli anni 70.

Oggi in cantina lavorano molti dei figli o dei nipoti dei primi operai che, insieme a Giorgio, diedero il via a questa storica azienda umbra.

Recensione del Torre di Giano “Vigna il Pino”, 2018

ll “Vigna il Pino” è un Bianco di Torgiano DOC realizzato a partire dalla sapiente combinazione di tre vitigni simbolo della tradizione dei bianchi umbri:

  • Trebbiano Toscano 50%
  • Vermentino 30%
  • Grechetto 20%

Abbiamo di fronte un vero e proprio CRU “Vigna il Pino“, forgiato da un vigneto esposto a ovest e contraddistinto da terreni argillosi e ricchi di calcare. Questo inedito taglio è capace di affermare ed elevare l’identità del bianco di Torgiano, che, da disciplinare, prevede dal 50 al 70% di Trebbiano Toscano.

L’Etichetta

In etichetta è raffigurato un bassorilievo di una vendemmia e un particolare della Fontana Maggiore di Perugia.

Vinificazione ed Affinamento

Criomacerazione seguita da una fermentazione in acciaio per il 70% e in barrique per il 30%. Durante la maturazione il vino riposa per 4-6 mesi sulle fecce sia in barrique che in acciaio. Prima di essere messo in commercio continua ad affinare in bottiglia per 36 mesi.

Degustazione

Alla vista si presenta di un invitante colore giallo paglierino carico e con una distinta trasparenza.

All’olfatto emerge prorompente con note di frutta a polpa gialla fresca: pesca e melone bianco conducono i giochi. Nell’adagiarsi si riscalda aprendosi a sentori morbidi e dolcemente speziati di burro, caramella mou e i sentori fruttati ammettono un leggero rimando citrico di ananas.

Al gusto é detonante, dirompente, con uno scenica nota pepata che potremmo ascrivere alla spiccata mineralità del terreno e che dolcemente cede il passo ad un gusto pieno, trasbordante e soprattutto coerente con i sentori già percepiti.

Chiude con una nota amara di mandorla un po’ tostata e lasciandosi dietro una bocca calda e un sontuoso richiamo alla mineralità già percepita. 

Abbinamento

Un bianco con oltre 3 anni di maturazione non è cosa semplice da abbinare: osando troppo si rischia di penalizzare il vino, osando poco si rischia di annichilire il cibo.

Io mi sono trovato, non volutamente, ad abbinare questo vino con uno spezzatino di pollo con funghi champignon e devo dire che sono stato fortunato, protetto dal dio Giano e soprattutto dal dio Bacco!

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