Cesanese del Piglio Superiore “Romanico” 2017, Coletti Conti
Indice
La denominazione
Il Cesanese del Piglio o Piglio <Superiore> è una delle tre DOCG del Lazio e, come da disciplinare, “deve essere ottenuto dalle uve prodotte dai vigneti aventi, nell’ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica:
- Cesanese di Affile e/o Cesanese comune 90% minimo;
- vitigni complementari idonei alla coltivazione per la Regione Lazio per non più del 10%.
La zona di produzione delle uve atte alla produzione del Cesanese del Piglio ricade nella provincia di Frosinone e comprende tutto il territorio comunale di Piglio e Serrone parte del territorio di Acuto, Anagni e Paliano“.
Per riportare in etichetta la voce <Superiore> la gradazione alcolica deve essere uguale o maggiore al 13% vol.
Un po’ di storia
Il Cesanese degustato è prodotto nel territorio di Anagni, città dei papi divenuta famosa per lo storico “schiaffo”.
È qui infatti che, dopo la decisione del re di Francia Filippo IV di tassare i beni ecclesiastici, Bonifacio VIII emanò la scomunica a suo favore.
Il re, pur di evitarla e costringere il papa ad abdicare, inviò ad Anagni Guglielmo de Nogaret che con un manipolo di soldati e l’appoggio della nobile famiglia romana dei Colonna riuscì ad entrare nella Sala degli Scacchi dove risiedeva Bonifacio VIII. È proprio qui che, durante un diverbio, il papa ricevette il famoso “schiaffo”. Molte sono le ipotesi riguardo il gesto ma, visto il plateale atto del re nei confronti del pontefice, sembrerebbe che lo “schiaffo“ fu più morale che fisico.
Doveroso è anche menzionare il produttore: Coletti Conti, storica famiglia che produce vino dal 1850 e annovera nel proprio albero genealogico ben quattro papi.
La degustazione
È proprio degustando il Romanico Superiore 2017 che si riceve uno “schiaffo” gusto-olfattivo molto vigoroso.
Proviene dalla vinificazione in purezza del Cesanese di Affile, invecchia per 14 mesi in barrique di rovere francese per poi terminare l’affinamento in bottiglia.
Versandolo nel bicchiere e osservando gli archetti che si creano dopo una leggera rotazione lo definirei consistente. Il colore è di un rosso rubino con unghia granata.
Al naso risulta intenso e complesso. Sprigiona sentori di frutta rossa matura, prugna secca, amarena e mora, si percepiscono note floreali di rosa rossa, note speziate di pepe nero e liquirizia.
Al gusto risulta equilibrato e persistente. Il corpo del vino è medio i tannini risultano vellutati grazie al passaggio in barrique. Sotto il punto di vista evolutivo lo considero un vino pronto anche se a mio avviso ha ancora ottime potenzialità d’invecchiamento.
Per concludere, il Romanico è un vino che rispecchia appieno il territorio, e lo definirei un esempio “tipico e armonico” di Cesanese.
Quello che non è ancora stato detto del vino
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