Il territorio

Ci troviamo in Ciociaria e più precisamente ad Arce (FR) piccolo centro nella valle del Liri situato all’interno del “Parco Archeologico di Fregellae”.  

All’interno dello stesso si trovano i resti di Fregellae, quella che fu la più importante colonia romana del Lazio meridionale fondata nel 328 a.C.

L’area si estende per più di 28.000 mq dove grazie al lavoro incessante di riqualificazione da parte degli archeologici si può ammirare uno dei più antichi complessi termali mai riportati alla luce in Italia. All’interno del parco è anche possibile visitare parte delle “domus” dell’antica aristocrazia romana del tempo.

È proprio in questa zona che vengono coltivati il Lecinaro, l’Ulivello nero, il Pampanaro, il Capolongo e il Maturano bianco.

Antichissimi vitigni autoctoni da poco riscoperti e recuperati grazie a un progetto dell’Arsial (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura nel Lazio) su cui si sta puntando per permetterne un nuovo e più ampio sviluppo.

L’Azienda

È proprio l’Azienda Agricola Palazzo Tronconi rappresentata dal “poliedrico” e “alchimista” Marco Marrocco uno dei fautori di questo rilancio.

L’Azienda ha tripla certificazione:

· Icea per il biologico,

· Demeter per il biodinamico,

· Eco Pro Wine con cui si impegna a ridurre, ogni due anni, le emissioni di Co2 del 20%

Fa parte inoltre dell’associazione Vinnatur la cui filosofia è: produrre vino naturale agendo nel pieno rispetto del territorio.

In azienda si seguono solo i dettami dell’agricoltura biodinamica.

Niente chimica sia in vigna che in cantina: i vini seguono fermentazioni alcoliche e malolattiche spontanee con lieviti indigeni, non vengono né filtrati, né stabilizzati, né chiarificati e né tanto meno pastorizzati.

I vigneti sono coltivati assecondando i ritmi che la natura detta quindi nulla di costruito, nulla di scontato.

La cantina – Azienda Agricola Palazzo Tronconi

Il vino

E’ proprio dal nome dell’antica colonia che nasce il “Fragellae 2016”, la cui denominazione è Frusinate IGP bianco, blend di: Pampanaro, Maturano bianco e Capolongo.

Le viti hanno cinque anni di età e affondano le radici su un terreno calcareo/argilloso. La vinificazione avviene subito dopo la raccolta e segue rigorosamente i dettami della biodinamica. Per le prime tre settimane le bucce restano in contatto con i mosti. L’affinamento avviene per 12 mesi in serbatoi di cemento con un passaggio in botte d’acacia da 500 litri.

La degustazione

Il vino appare limpido e consistente, di un colore dorato con riflessi verdognoli. Al naso risulta intenso e complesso, di qualità fine. La dominante olfattiva risulta essere il fruttato. Si avvertono anche sentori floreali, a cui si aggiungono note agrumate di pompelmo e spezie.

Al gusto risulta essere secco, fresco e sapido. Ne deriva quindi un vino equilibrato. Ben definite sono le sensazione gustative che lo rendono intenso e persistente.

Il lavoro svolto prima in vigna e poi in cantina gli assicurano una qualità fine. Superfluo dire che risulta essere esemplare perché unisce i caratteri dei vitigni autoctoni al territorio su cui da sempre vengono coltivati.

Se vi capiterà di berlo, chiudete gli occhi e immaginatevi di camminare tra i filari, avrete la sensazione prima con la mente e poi con il corpo di assaporare non solo il vino ma anche tutta la storia da cui nasce.

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