Quando parliamo di Piemonte parliamo senza dubbio di una delle regioni più importanti dal punto di vista vitivinicolo. Più precisamente parliamo di vini rossi di qualità.

Oggi assaggiamo un vino della cantina Punset che fa parte di una delle più importanti zone vitivinicole piemontesi: le Langhe. Qui il re indiscusso è il Nebbiolo, vitigno nobile e potente che riesce a trovare in questo territorio il suo habitat naturale.

La cantina Punset

Punset si trova nel cuore delle Langhe, in particolare nella zona del Barbaresco, a Neive. Inizialmente l’attività della cantina era esclusivamente per consumo familiare, ma con il passare degli anni, la famiglia Macarino ha colto le potenzialità di questo territorio cominciando a produrre più bottiglie. Le prime vennero messe in vendita intorno agli anni ’80, ma la svolta per la cantina Punset avvenne grazie a Marina Macarino, figlia del patron Renzo Macarino.


Questa svolta consiste nell’adattare un’agricoltura ad un approccio biologico e innovativo. Marina vede in questo, un modo genuino per far sì che il vino rispecchi completamente il vitigno. Questo tipo di lavoro coinvolge la parte agronomica come l’inerbimento ed un limitato utilizzo meccanico del terreno. Ma anche i lavori in cantina sono limitati come l’utilizzo dei lieviti indigeni, affinchè i frutti esprimano al meglio il terroir.


Questo tipo di filosofia viene chiamata, dall’agronoma Manasobu Fukuoka, “agricoltura del non fare”, quindi lasciar che la natura faccia il suo corso e il vitigno, insieme al terroir, esprimano tutto il loro potenziale direttamente nel calice.
Questa concezione non è stato subito un bene: i primi anni i raccolti sono andati perduti. Nonostante ciò, grazie alla perseveranza della famiglia Macarino, allo studio e alla determinazione nel corso degli anni, la cantina Punset è diventata un punto di riferimento delle cantine a produzione Bio.

La degustazione del Langhe Nebbiolo di Punset

Il Langhe Nebbiolo DOC 2018 di Punset segue tutte le procedure della produzione di un vino Bio. Le uve vengono selezionate attentamente e vendemmiate esclusivamente a mano. La fermentazione si svolge in maniera spontanea in serbatoi di cemento. Inoltre, solo in grandi annate come questa, il vino subisce un lieve passaggio in botti grandi e successivamente fa un ulteriore passaggio in cemento prima di essere imbottigliato.

Il vino nel calice si presenta color rosso rubino intenso con una notevole consistenza.
L’analisi olfattiva lascia spazio alla fantasia grazie all’intensità e complessità: profumi di frutti a bacca rossa come fragoline di bosco, note floreali di rosa e violetta, spezie e una leggerissima ed elegante tostatura dovuta al breve passato in legno di rovere di Slavonia.
Il sorso è raffinato e appagante. Il gusto rimanda alla nota fruttata percepita dall’esame olfattivo associata ad un perfetto equilibrio fra acidità e tannini. Vino molto caratteristico che rispecchia a pieno la forza del Nebbiolo grazie anche alla lunga persistenza sul palato.

L’abbinamento col cibo

Ci troviamo di fronte ad un vino, che nonostante la sua gioventù, ha bisogno di essere completato con un piatto ricco e complesso di aromi. Magari sfogliando il libro di ricette della regione Piemonte, possiamo sicuramente trovare qualcosa. Ad esempio un ottimo piatto di agnolotti del plin con del ragu, dotati di grande aromaticità e persistenza. In alternativa un buon bollito misto di manzo ricco di grassezza.

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