Nel cuore della Maremma toscana, dove le colline custodiscono filari che si piegano al vento del Tirreno, la Cantina Cooperativa dei Vignaioli del Morellino di Scansano è molto più di un luogo di produzione. È una storia collettiva, un organismo vivo che da oltre cinquant’anni tiene insieme territorio, persone e vino. Qui la parola “cooperativa” non è un’etichetta burocratica: è un patto di fiducia tra chi lavora la terra e chi, in cantina, con rigore e rispetto, trasforma quei grappoli in una narrazione liquida del paesaggio.
Storia: tra il bisogno di restare e la ricerca della qualità
Fondata nel 1972 da un gruppo di viticoltori che volevano reagire all’abbandono delle campagne, la Cantina di Scansano è nata come risposta alla marginalità. All’epoca, molti contadini vendevano l’uva a intermediari o abbandonavano i terreni. L’idea della cooperativa fu un atto di resistenza: mettere in comune le risorse per dare valore al vino del territorio.
Oggi i soci sono circa 170, per un totale di 700 ettari distribuiti tra Scansano, Magliano, Manciano e zone limitrofe. Ogni socio – che possiede in media 3 ettari – conferisce le proprie uve alla Cantina Cooperativa, ma partecipa anche a un modello che unisce libertà individuale e responsabilità collettiva. Non è un sistema chiuso o nostalgico: la cantina è un motore economico e culturale che ha saputo rinnovarsi nel tempo, restando fedele a un principio originario: crescere insieme. E questa conquista è arrivata anche attraverso scelte difficili.
La Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano si rinnova
Negli anni ’80 e ’90, infatti, la cooperativa attraversa un periodo complesso. Crescono i soci, ma si accumulano anche difficoltà gestionali, investimenti pesanti e un mercato che inizia a chiedere non solo quantità, ma qualità e identità. È in questo contesto che la Cantina Cooperativa Vignaioli di Scansano sceglie di rinnovarsi radicalmente: si professionalizza la gestione, si investe in tecnologia e si apre un dialogo nuovo con i soci.
«Nell’86-85 è stato eletto nuovo Presidente, che era già consigliere, aveva 28 anni e lui è ancora Presidente, (Benedetto Grechi ndr): lui è uno che è veramente tutti i giorni presente. Quando è entrato, lui ha radunato tutti i soci e ha prospettato questo cambiamento: siccome la qualità arriva dalla vigna e non dalla cantina, i soci devono iniziare a investire nella vigna, quindi iniziare a fare tutte quelle lavorazioni di cura e controllo in vigna che prima non si facevano come diradare, concimare, selezionare, fare quella polizia verde che prima non si faceva.
Alcuni soci però non hanno visto il futuro della cantina, quindi non tutti hanno creduto in questo nuovo progetto e quindi hanno deciso di uscire, senza pagare alcuna penale. E quindi nel 1986 siamo rimasti con la metà dei soci, e questi hanno però creduto in questo nuovo progetto e hanno autofinanziato la cantina». Queste sono le parole di Margareta, che mi ha accolto e guidato passo passo alla scoperta della storia e della produzione della Cantina Cooperativa dei Vignaioli di Scansano durante uno degli eventi più attesi dell’anno “Benvenuta Vendemmia”, un’occasione diventata ormai tradizione per festeggiare insieme ai soci e al pubblico tutto l’inizio della nuova vendemmia.
Innovazione per una visione a lungo termine
«Non bastava più fare vino, bisognava fare un vino che parlasse del nostro territorio», è una delle frasi ricorrenti tra i protagonisti di questa evoluzione. La svolta, quindi, arriva con un lavoro di squadra: definizione di protocolli di produzione, controlli in campo, formazione continua, ma anche un cambio di mentalità. I soci cominciano a percepirsi non come semplici fornitori d’uva, ma come custodi di una visione comune.
Una cooperativa che premia il merito
Uno dei cardini del modello dei Vignaioli di Scansano è la remunerazione basata sulla qualità. Ogni socio riceve un compenso proporzionato non solo alla quantità d’uva conferita, ma anche ai parametri qualitativi: grado zuccherino, sanità del frutto, tracciabilità e coerenza con gli obiettivi enologici. È un sistema meritocratico che responsabilizza e valorizza i viticoltori.
Questo approccio ha generato negli anni un circolo virtuoso: la qualità media delle uve è cresciuta, i costi di vinificazione si sono ottimizzati e i vini hanno conquistato spazi sempre più ampi nei mercati nazionali e internazionali. Oggi la Cantina di Scansano esporta circa il 50% della produzione e collabora con distributori di fiducia, mantenendo un forte legame con la vendita diretta e il territorio.
Identità e sostenibilità
Il legame con la Denominazione Morellino di Scansano DOCG è il cuore pulsante di tutto. Non si tratta solo di un disciplinare, ma di una identità collettiva. Il Morellino è la chiave attraverso cui la Maremma racconta sé stessa: il sole, i venti, la macchia mediterranea, la fatica dei campi e la capacità di adattarsi.
Dal 2010 il nuovo Direttore è Sergio Bucci e sotto la sua guida negli ultimi anni la Cantina Vignaioli di Scansano ha promosso progetti per la sostenibilità ambientale e sociale, dalla riduzione dell’uso dei fitofarmaci al risparmio idrico, fino alla valorizzazione delle biodiversità locali. Il concetto di cooperazione si estende così oltre la sfera economica, diventando un modo di fare comunità: sostenere i soci più piccoli, condividere attrezzature, pianificare insieme il futuro.

Giovani, formazione e nuove sfide
Uno dei temi cruciali è il ricambio generazionale. Molti soci storici stanno passando il testimone ai figli o a nuovi giovani produttori. La cooperativa si sta muovendo per accompagnare questa transizione con progetti di formazione e sostegno: corsi di viticoltura sostenibile, marketing, gestione aziendale. L’obiettivo è evitare che le campagne tornino a spopolarsi e che l’agricoltura resti una scelta possibile per chi vuole vivere in Maremma.
Oggi la Cantina Cooperativa di Scansano rappresenta un modello riconosciuto nel panorama vitivinicolo italiano. Non è la più grande né la più ricca, ma incarna una forma di economia solidale efficiente, capace di tenere insieme tradizione e innovazione. È un esempio di come la cooperazione possa essere non solo strumento di sopravvivenza, ma leva di competitività.
In un settore spesso dominato da individualismi e marchi personali, Scansano continua a scegliere la strada collettiva. E lo fa con una filosofia che potremmo riassumere così: da soli si va veloci, ma insieme si va lontano.
Il Morellino di Scansano della Cantina Cooperativa all’assaggio

Si chiama Roggiano ed è il Morellino di Scansano Docg Biologico prodotto da una selezione speciale da alcuni vigneti dei soci della Cantina dei Vignaioli. Si compone per il 95% di Sangiovese e per il restante 5% di Ciliegiolo. I vigneti si trovano a un’altitudine che varia tra i 250 e i 300 metri s.l.m. su suoli di composizione variabile, ma principalmente arenareo-limosi.
L’uva fermenta a temperatura controllata in vasche d’acciaio dove il vino riposa sulle sue fecce fini per circa quattro mesi. Segue un passaggio in bottiglia di qualche mese prima dell’ingresso in commercio.
Appena versato nel calice alla vista si presenta in una bellissima e splendente tonalità rubino, di immediata attrattiva. Le note olfattive sono nette, chiare, golose: si distinguono sensazioni floreali e di frutta rossa fresca, croccante. L’assaggio regala una piacevolezza eccellente, con un tannino aggraziato e una succosità che richiama continuamente all’assaggio, grazie anche a un’ottima tensione acida.
La Cantina Cooperativa Vignaioli del Morellino di Scansano è esempio di qualità e lungimiranza
Un esempio perfetto di come sia oggi più che mai necessario abbandonare l’idea ormai stantia e viziata dal pregiudizio che le Cantine Cooperative non possano proporre vini di qualità. La Cantina Cooperativa Vignaioli di Scansano è un mirabile esempio di attenzione, cura, qualità e grande investimento in tecnologie all’avanguardia: tutto in un’ottica lungimirante di qualità e riconoscibilità.
I Vignaioli del Morellino di Scansano guardano avanti consapevoli di una duplice sfida: continuare a produrre vini di qualità e mantenere vivo il tessuto sociale che li rende possibili. Perché qui, tra i vigneti che guardano il mare, il vino non è solo un prodotto da vendere. È un linguaggio del territorio, un modo per dire che la comunità agricola ha ancora voce, radici e futuro.
Nella Maremma che cambia, la Cantina di Scansano dimostra che cooperare può essere ancora una scelta rivoluzionaria.


