Martedì 14 ottobre, Napoli ha brindato in rosso.
A Palazzo Petrucci, affacciato sul mare di Posillipo, il Consorzio Tutela Vini Valpolicella – in collaborazione con AIS Campania – ha portato in città “Napoli in Rosso Amarone”, un evento che ha unito le colline veronesi e il golfo partenopeo in un dialogo di eleganza e profondità.
Tra le voci presenti, anche Decanto Untold, invitata a partecipare e raccontare la masterclass “Dal Valpolicella all’Amarone: una scalata mozzafiato”, condotta come un viaggio di sensazioni, dai primi profumi di ciliegia fino ai toni balsamici e meditativi dell’Amarone.
Un percorso nel bicchiere
La degustazione si è aperta con il Valpolicella DOC “Laute”2024 di Camerani – Adalia, vino biologico dal colore vivissimo e brillante. Al naso, fragole e ciliegie croccanti, poi un soffio di liquirizia e un ritmo fresco e snello in bocca. Un calice versatile, dinamico, perfetto con piatti di mare o una zuppa di pesce leggera: un abbinamento insolito ma sorprendente, che dimostra la duttilità dei Valpolicella più giovani.
Il secondo calice, Roccolo Calisto Valpolicella Superiore 2022, nasce su suoli tufacei e vulcanici e racconta un territorio ancora in evoluzione. Il naso è minerale, sussurrato, con note di erbe e frutta scura. In bocca esplode di freschezza, con una chiusura ampia e rotonda. Si sposa magnificamente con piatti mediterranei dalle erbe aromatiche, come una pasta con tonno fresco e capperi, grazie al suo tannino sottile e pulito.
Con il Seiterre Viticoltori dal 1877 Ripasso DOC 2022, il bicchiere si fa più ampio e sinuoso: un naso da cercare, frutta sotto spirito, corpo vellutato, chiusura perfetta. È il vino della conversazione lenta, ideale accanto a un ragù napoletano tradizionale, dove dolcezza e struttura si rincorrono in equilibrio.
Il Domìni Veneti Ripasso DOC Classico Superiore “La Casetta”2019 è un passo ulteriore nella profondità: colore scuro, naso di frutta caramellata e spezie dolci, avvolto da una leggera nota fumé. Un calice suntuoso, da abbinare a piatti autunnali complessi, come funghi porcini o selvaggina, per accompagnarne la ricchezza aromatica.
L’Amarone, anima e tempo
Il cuore della masterclass è stato l’Amarone, vino emblema della Valpolicella, capace di raccontare con lentezza e autorevolezza il tempo e la sapienza di chi lo produce.
Lo Zeni 1870 Amarone della Valpolicella DOCG Classico “Vigne Alte”2019 apre la sequenza con note di cacao amaro e cannella, un equilibrio perfetto tra dolcezza e acidità che pulisce e invita al nuovo sorso. Ideale con formaggi stagionati o un risotto all’Amarone, classico ma sempre efficace.
Segue lo Zýmē Amarone della Valpolicella DOCG “Am”2019, snello e verticale, con un naso balsamico e complesso. È un vino da meditazione, che sorprende in abbinamento con piatti della tradizione partenopea dal carattere deciso, come una zuppa di soffritto: un incontro di sapori intensi che si armonizzano sul filo del contrasto.
Il Pasqua “Mai Dire Mai” 2015 è un Amarone della Valpolicella DOCG dallo stile contemporaneo, potente ma raffinato. Naso di frutta matura, felce e sottobosco, e una bocca che unisce forza ed eleganza. L’abbinamento ideale? Rostbeef di maiale alle mele, dove la dolcezza del frutto incontra la sapidità della carne e il calore del vino crea un equilibrio perfetto tra morbidezza e profondità.
Infine, il Secondo Marco Amarone Riserva “Fumetto”2008, vino iconico alla prima uscita sul mercato: fermentazioni spontanee, naso fumé e bocca ancora viva. È un Amarone da ascoltare più che da bere, perfetto con carni lungamente brasate o semplicemente da meditazione, di fronte a un camino o a un tramonto su Posillipo.
La tecnica dell’appassimento: un patrimonio da tutelare
La serata è stata anche occasione per ricordare come la tecnica dell’appassimento delle uve, alla base della produzione di Ripasso e Amarone, rappresenti una delle tradizioni più identitarie della Valpolicella.
Un sapere antico, frutto di gesti lenti e controllati, che l’Italia ha ufficialmente candidato a “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità” presso l’UNESCO.
Un riconoscimento che va oltre il vino: celebra la capacità di trasformare il tempo in valore e la tradizione in linguaggio contemporaneo.
Quando il rosso incontra il blu
Tra un calice e una scaglia di Parmigiano Reggiano DOP, partner dell’evento, la serata ha dimostrato che il vino può unire territori diversi senza snaturarli.
L’Amarone, con la sua profondità, ha trovato a Napoli un’eco naturale: la lentezza della Valpolicella e la vitalità partenopea si sono fuse in un racconto unico, fatto di memoria, eleganza e gusto.
Per Decanto Untold, la partecipazione alla masterclass è stata un’occasione per ascoltare il vino nel suo linguaggio più sincero: quello che parla di tempo, territorio e autenticità.
Un brindisi in rosso, con vista mare.