L’Umbria, conosciuta come il “Cuore Verde d’Italia”, è stata la meta del nostro ultimo viaggio di 3 notti alla scoperta dei sapori autentici e delle eccellenze vinicole. Partendo in auto da Salerno, ci siamo lasciati guidare dalla passione per il buon vino e per i prodotti tipici, come il pregiato Nero di Norcia, visitando alcune delle cantine della Regione che abbiamo premiato nel corso di Untold.
Il nostro itinerario enogastronomico ha incluso due tappe fondamentali: la Cantina Lungarotti a Torgiano, premiata nella guida Untold come “migliore cantina da visitare in Umbria” e insignita dei Tre Cavatappi per il suo Torgiano Rosso Riserva Rubesco 2020 e la Tenuta Castelbuono della famiglia Lunelli nei pressi di Montefalco, suggestiva cantina di design progettata dall’archistar Arnaldo Pomodoro, premiata con i Tre Cavatappi per il Montefalco Sagrantino Carapace 2019.
Il filo conduttore di questo viaggio a sfondo culturale e sensoriale è stato il tartufo Nero pregiato di Norcia che abbiamo assaggiato in ogni “salsa” e consistenza.
Il viaggio tra borghi, paesaggi e sapori umbri
La base per il viaggio è stata fissata nella splendida Tenuta del Perugino, location suggestiva sia d’inverno che d’estate, immersa nel verde, caratterizzata da uno staff gentile e competente, e riempita dalla compagnia di uno splendido Golden Retriever, che si intravede nella foto.
Considerata la breve distanza della cantina dalla SPA Borgo Brufa, ne abbiamo approfittato per concederci una mezza giornata di relax in questa oasi di pace immersa nella natura umbra, spettacolare sia d’estate che di inverno.
Lungo la strada dell’andata una meta da non perdere è Bomarzo, con il suo spettacolare Sacro Bosco, aka “Parco dei Mostri“, una volta pagato il biglietto di ingresso bastano pochi passi per ritrovarsi catapultati in una realtà Lovecraftiana.
Perugia: storia, cultura e gusto
La posizione strategica della Tenuta del Perugino a metà strada tra Perugia e Assisi si è rivelata perfetta per un viaggio on the road, consentendoci di muoverci in maniera agile tra diverse città e paesini e dandoci la possibilità di visitare, seppur rapidamente diversi borghi e città in pochi giorni.
A Perugia abbiamo trascorso soltanto una sera e ne abbiamo approfittato per fare visita agli splendidi mercatini di Natale che colorano l’intero Corso Vannucci e per concederci una cena in un ristorante iconico della cucina della tradizione umbra.
Siamo stati al ristorante Il Giurista, dove abbiamo abbiamo assaggiato specialità al Tartufo e il Sagrantino di Tabarrini.
Assisi: spiritualità e sapori autentici
Assisi è una tappa imperdibile per un viaggio in Umbria, specialmente a Dicembre, mese cui si ha la sensazione di essere parte di un gigantesco presepe per la magia dell’atmosfera natalizia e l’assoluta sospensione temporale in cui sembra trovarsi il borgo.
Qui una visita alla Basilica di San Francesco è tappa obbligata, non solo per i fedeli che intendono tributare visita alle spoglie del Santo, ma anche per ammirare gli immortali affreschi di Giotto e della sua scuola.
A pranzo ci concediamo una pausa gourmet alla Taverna dei Consoli, con una spendida terrazza che affaccia su una delle piazze principali del borgo, dove diamo continuità al nostro rapporto simbiotico con il Nero di Norcia e il Sagrantino.
Foligno: l’anima vivace dell’Umbria e la Calamita Cosmica
Sulla strada del ritorno di tenuta Castelbuono, decidiamo di fermarci a Foligno per andare ad ammirare la scultura Calamita Cosmica, un’opera d’arte in vetroresina di Gino De Dominicis ospitata permanentemente nella ex Chiesa della Santissima Trinità in Annunziata.
Spello: un angolo fiorito d’Umbria
Camminare per i magnifici vicoli di Spello è una esperienza unica in qualunque stagione e, benché sia inverno, le stradine riescono a trasmettere l’attenzione per il verde e per i fiori che contraddistingue questo borgo, non a caso teatro della manifestazione Borgo Divino di cui siamo stati Media Partner.
Un borgo tutto da “scalare”, dove è possibile acquistare ottimi tartufi e prodotti tipici della tradizione umbra.
A breve distanza da Spello ci fermiamo infatti ai “Tartufi di Paolo”, un vero e proprio laboratorio del Tartufo che gestisce in autonomia tutta la filiera: dalla ricerca alla commercializzazione e dove ne approfittiamo per qualche gustoso acquisto.
Montefalco: la ringhiera dell’Umbria e il regno del Sagrantino
Montefalco, patria dell’iconico vino Sagrantino di Montefalco DOCG, non a caso è soprannominata la “ringhiera dell’Umbria” per i panorami mozzafiato che affacciano sui vigneti che circondano le mura del borgo.
Qui ci fermiamo a pranzo presso il ristorante Re Tartù che suggella il nostro metaforico, ma molto concreto, matrimonio con il Tartufo Nero Pregiato di Norcia alla maniera del Ciclo Bretone.
Nella piazza del Comune a Montefalco facciamo tappa all’Enoteca L’Alchimista, premiata con il nostro riconoscimento Cellar Door 2020, dove ci lasciamo guidare nell’acquisto di un paio di Sagrantini di piccoli produttori.
Bevagna: Proiettati nel Medioevo
A Bevagna ci troviamo proiettati in una fantastica città medievale perfettamente conservata.
Passeggiare per i vicoli stretti di questo paese è un’esperienza mistica e, in una piccola bottega di un falegname, una ruota della fortuna predice il modo in cui avverrà la mia morte.
I vini dell’Umbria: tra tradizione e unicità
Prima di entrare nel cuore del nostro viaggio, ovvero le visite alle cantine di Lungarotti e alla Tenuta Castelbuono, un piccolo excursus sulle DOCG umbre può senza dubbio aiutare il lettore a contestualizzare meglio il fil rouge del viaggio.
Sagrantino di Montefalco DOCG
Il Sagrantino di Montefalco DOCG è un vino rosso ottenuto esclusivamente dal vitigno autoctono Sagrantino, noto per la spessa buccia delle sue uve, ricca di tannini e antiossidanti naturali, che conferiscono a questo vino una grande longevità e struttura.
Qui trovare un Sagrantino da 15 o anche 16 gradi di titolo alcolometrico non è una eccezione, ma la normalità!
Le zone di produzione includono il comune di Montefalco e parte dei territori limitrofi di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell’Umbria, i cui terreni collinari hanno le caratteristiche pedoclimatiche ideali per la crescita del Sagrantino e il suolo è contraddistinto da argille a sabbie e conglomerati.
L’affinamento obbligatorio prevede almeno 33 mesi di invecchiamento, di cui 12 mesi in botti di rovere per la tipologia Secco, e un ulteriore affinamento in bottiglia di almeno 4 mesi per entrambe le versioni, Secco e Passito.
Dal punto di vista gustativo, il Sagrantino di Montefalco è unico per il suo carattere possente e strutturato.
Al naso spesso si accompagna ad un bouquet aromatico che ricorda le more di rovo, con note di prugna e cuoio che si integrano perfettamente con le sfumature di vaniglia del legno della botte.
Il gusto è possente, asciutto, armonico, con tannini molto presenti, ma solitamente vellutati per il lungo affinamento in botte.
Torgiano Rosso Riserva DOCG
Il Torgiano Rosso Riserva DOCG è ottenuto prevalentemente da uve Sangiovese (70%-100%), con la possibilità di integrare fino al 30% di altri vitigni a bacca rossa non aromatici.
La sua produzione è circoscritta al territorio del Comune di Torgiano, un’area collinare caratterizzata da terreni argilloso-sabbiosi, ricchi di calcare e ben drenati, e da un clima che favorisce una maturazione lenta delle uve, grazie a buone escursioni termiche.
Questo vino si distingue anche per il lungo affinamento obbligatorio di almeno 36 mesi, di cui almeno 6 in bottiglia.
Il risultato è un vino di grande struttura e longevità, dal colore rosso rubino brillante, che al naso offre profumi delicati e al palato si presenta asciutto, armonico e di corpo, con un equilibrio perfetto tra acidità e complessità tannica.
Considerata la superficie di soli 36km quadrati ricoperta dal Comune di Torgiano, il numero di produttori che è in grado di produrre questa tipologia di vino è limitatissimo.
In Untold abbiamo potuto contare sulla partecipazione di Daniele Rossi e Lungarotti, che è il vero e proprio padre di questa denominazione.
Le cantine protagoniste del viaggio
Lungarotti a Torgiano: l’eleganza del Torgiano Rosso Riserva DOCG
La cantina Lungarotti è una delle realtà vinicole più iconiche dell’Umbria nata nel 1962 grazie alla visione di Giorgio Lungarotti che rivestì un ruolo chiave nella nascita della DOC Torgiano e della DOCG Torgiano Rosso Riserva.
Oggi l’azienda conta oltre 250 ettari vitati ed è guidata da Chiara e Teresa Lungarotti, figlie del fondatore, con il supporto di un team che conta oltre 60 collaboratori.
Ci accoglie Grazia, la responsabile dell’ospitalità, e abbiamo modo di incontrare l’enologo Vincenzo Pepe, che lavora qui da ben 24 anni, testimone vivente della filosofia del lifelong learning che contraddistingue la sua costante sperimentazione.
La produzione aziendale è, infatti, oggi estremamente diversificata e l’azienda và ben oltre il Rosso di Torgiano arricchendo la produzione con Spumanti Metodo Classico, Grechetto e persino un “Super Umbrian” dedicato alla memoria del padre fondatore brandizzato, appunto, “San Giorgio”.
Nel corso della visita alla cantina abbiamo modo di osservare le macchine etichettatrici in funzione e un sistema di carrucole per il trasporto delle bottiglie di vino da una parte all’altra dell’azienda progettato dallo stesso Giorgio Lungarotti e tutt’ora in funzione!
Grazia ci guida sotto terra nella bottaia e all’interno dell’archivio storico aziendale, dove sono presenti bottiglie di Rubesco che riposano da oltre 40 anni e che, nell’annata 2020, abbiamo premiato con i Tre Cavatappi nella guida Untold.
I vini assaggiati
In assaggio ci vengono proposti 4 vini che raccontano la sperimentazione e la tradizione della cantina Lungarotti.
- Grechetto “Il Pometo” – Contraddistinto da una decisa aromaticità e da un gusto inaspettatamente strutturato.
- Sangiovese “Il Pometo” – Un vino ruffiano e melenso che mette in mostra i sentori terziari di botte vanigliata a completamento di un frutto giovane e gustoso.
- San Giorgio: Cabernet Sauvignon e Sangiovese, ecco il “Super Umbrian” considerato un Signature Wine dell’azienda che prende il nome dalla festa dei fuochi di San Giorgio (23 aprile), in cui si bruciano i sarmenti e dedicato al patrono dell’azienda. Al gusto è intrigante e capace di mettere bene in mostra le caratteristiche sia del Cabernet che del Sangiovese, prendendo il lato selvaggio/erbaceo del primo e misurandolo con quello gustoso/fruttato del secondo.
- Torgiano Rosso Riserva Vigna Monticchio: Il vino decisamente più iconico dell’azienda, contraddistinto da un frutto maturo e tannino dolce, molto ben equilibrato dall’uso della botte, dotato di grande profondità e complessità e un maggiore equilibrio gustativo.
Tenuta Castelbuono a Bevagna: il cuore del Sagrantino di Montefalco
A pochi passi da Bevagna, incastonata tra i vigneti c’è la Tenuta Castelbuono, meglio nota come il “Carapace”, opera architettonica dell’Archistar e scultore Arnaldo Pomodoro, che abbiamo approfondito in un articolo di Wine Design.
La cantina, di proprietà della famiglia Lunelli – già proprietaria del marchio Ferrari Trento – si estende su terreni coltivati a Sangiovese, Cabernet, Merlot e, soprattutto, Sagrantino, vitigno simbolo di Montefalco.
Qui la vendemmia viene effettuata rigorosamente a mano in cassette da 14-15 kg, per preservare l’integrità degli acini.
I vini prodotti qui sono commercializzati direttamente dal Trentino, mentre alcune rarità, come il Passito di Sagrantino, sono disponibili esclusivamente in cantina.
Il Carapace: un’opera d’arte enologica
Il Carapace si ispira alla forma di una tartaruga, che simboleggia la longevità, la resilienza e il radicamento al territorio.
Il Carapace è ricoperto esternamente e internamente dal rame che, sotto l’effetto degli agenti atmosferici, si ossida e muta nel tempo conferendo all’opera, di per sè inerte, una evoluzione vitale che richiama quella del vino che custodisce.
All’interno il guscio è vuoto e racchiude un magnifico bar à vin di forma circolare che racchiude al suo interno una scalinata di forma elicoidale, soprannominata “la Ziggurat”, che riveste di sacralità la discesa verso la bottaia.
Scivolando lentamente verso le profondità della terra ho l’impressione di essere parte di un rito iniziatico discendendo in uno spazio senza tempo fatto di forme e geometrie primitive.
I vini assaggiati: un viaggio tra intensità e raffinatezza
- Sagrantino di Montefalco Carapace: premiato con i Tre Cavatappi di Decanto, si presenta con un tannino morbido e un retrogusto sapido, quasi salato. All’olfatto domina la frutta rossa fresca, che evolve in bocca in un gusto allappante e piacevole, ma comunque molto equilibrato.
- Sagrantino di Montefalco Carapace Lunga Attesa: un Sagrantino di eccezionale complessità che richiede 7 anni di affinamento totale effettuato in triplice fermentazione e triplice affinamento tra anfora, barrique nuova e acciaio. Al naso emergono miele, melassa, marmellata di frutti rossi e una leggera nota balsamica mentolata. Il gusto è pieno, sfacciato e intrigante, con un tannino aggraziato e un finale speziato, quasi pepato. Ideale con cibi succulenti per compensare la sua bassa acidità.
Il panorama e la Big Bench
Prima di lasciare la Tenuta Castelbuono, ci siamo concessi una sosta presso la Big Bench, una grande panchina rossa da cui si gode una vista mozzafiato sul Carapace e sui vigneti che circondano la tenuta. Un momento perfetto per riflettere sulla bellezza del connubio tra vino, arte e paesaggio.
La Tenuta Castelbuono non è solo una cantina, ma un viaggio attraverso l’eccellenza del Sagrantino e il genio artistico di Arnaldo Pomodoro, un luogo che lascia un segno profondo nei cuori di chi lo visita.
Il tartufo nero di Norcia: un tesoro umbro
Il filo conduttore di questa vacanza da un punto di vista gastronomico è stato il tartufo nero di Norcia, che abbiamo incontrato sia nella varietà “Nero Pregiato”, delicato e che in quella “Uncinato”, avendo modo di approfondire le differenze gustative che li contraddistinguono.
Abbiamo assaggiato Uova con il tartufo, Tagliatelle con il tartufo, tartare con il tartufo, tartufo in scaglie, tartufo grattugiato finemente e a grana grossa.
Abbiamo poi deciso di fermarci ad acquistare dei tartufo a Trevi presso i “Tartufi di Paolo”, inquadrato nella foto in basso mentre con sapienza misura il suo raccolto.
Conclusione: un viaggio tra sapori e tradizioni
Lasciamo l’umbria con la pancia piena e il cuore gonfio di emozioni suscitate da luoghi fortemente evocativi e ricchi di tradizioni.
Da un punto di vista enoico questa visita è stata occasione per assaporare numerose referenze di Sagrantino e analizzare meglio questo vitigno iconico del panorama ampelografico italiano.
Ce ne andiamo con la maturata consapevolezza del carisma di questo vitigno, capace di dare luogo ad alcuni dei vini più strutturati che abbiamo mai assaggiato e della perizia dei viticoltori locali nel domare la forte tannicità del Sagrantino.
Ce ne andiamo con l’amarezza di non aver potuto visitare tutte le splendide realtà vitivinicole umbre della zone di Torgiano, Montefalco e del Trasimeno che hanno partecipato alla prima edizione di Untold e che tanto ci hanno entusiasmato durante gli assaggi.
Ce ne andiamo con un “arrivederci”.