La notorietà dell’Emilia Romagna corre in tutto il mondo con il nome di Motor Valley, per la sua ricchezza di case automobilistiche, motociclistiche, autodromi e musei dedicati ai motori, rendendola una vera fuoriclasse. 

Allo stesso modo accade per le sue prelibatezze gastronomiche: questa regione ha una grande concentrazione di prodotti igp dal Prosciutto di Parma al Parmigiano Reggiano, dall’Aceto Balsamico passando per i salumi come la mortadella e il culatello.

Una grande Food Valley nella quale non manca di certo il vino, che ben si affianca ai piatti della tradizione: stiamo parlando del Lambrusco, che regge il confronto con tanti altri vini italiani. Per capire il perché c’è un modo soltanto, una degustazione direttamente dalle aziende produttrici.

Abbiamo raccolto qui le migliori cantine da visitare per un tour enogastronomico a Modena e dintorni alla scoperta del Lambrusco, soffermandoci anche sul tradizionale Aceto Balsamico di Modena IGP.
A questo punto non ci resta che dirti… sali a bordo, si parte.

La Denominazione Lambrusco

Dove nasce il Lambrusco?

In un territorio molto ampio della regione Emilia Romagna che comprende le province di Bologna, Reggio-Emilia, Parma e Modena. E provincia che vai, Lambrusco che trovi.

Mappa geografica con le province dell'Emilia Romagna con la provincia di Modena doc in evidenza
Mappa della produzione del Lambrusco Modena DOC (fonte: lambrusco.com)

In un territorio così ampio, infatti, il vino che ne deriva ha differenti sfumature e caratteristiche, dovute principalmente alle tipologie di terreni molto diverse: si va dal misto e argilloso a quello calcareo. Oltre a queste peculiarità ci sono diversi vitigni di Lambrusco.

Quanti tipi ci sono?
I principali tipi sono tre, ognuno con le proprie unicità, nonostante conservino dei tratti comuni.

  • Lambrusco di Sorbara: ha un delicato sentore di fragoline e frutti rossi al gusto, acidità abbastanza alta e un colore tendente al rosato. Questa tipologia può essere prodotta in versione frizzante, spumante, rosata o rossa
  • Grasparossa di Castelvetro: dal colore intenso e dal gusto più deciso, deve il suo nome alle foglie del vitigno che nel periodo autunnale si tingono di un rosso molto intenso 
  • Salamino Santa Croce: dal colore scuro è a metà tra le caratteristiche delle altre tipologie. Viene utilizzato per spumante brut o dolce, vinificato anche amabile 

Il Lambrusco: storia e caratteristiche del vino

Accoglie in sé il dolciore del miele, l’acerbetto del melegrano e il gentile e lieve amarognolo del pesco, fuso il tutto in un lontano gradevole sapor di viola. Così Vamba, scrittore che inventò Gianburrasca, descriveva il Lambrusco di Sorbara nella sua Ode dedicata al vino. 

Il Lambrusco è anche l’umile Champagne dell’Emilia Romagna per lo scrittore Mario Soldati o uno spumante selvaggio e ineducato secondo il tenore Luciano Pavarotti. 

Qualsiasi definizione possa piacerti di più, resta il fatto che il Lambrusco è un vino “veloce” che segue la scia dei motori della sua terra, perché va bevuto giovane, al massimo entro due anni dalla vendemmia. Inoltre è fruttato, frizzante, non troppo acido e con un grado alcolico contenuto, delle caratteristiche che lo rendono richiesto sia dai meno esperti (è tra i più venduti in Italia insieme al Chianti e al Montepulciano D’Abruzzo) sia all’estero, soprattutto negli Stati Uniti dove è stato esportato per la prima volta agli inizi degli anni ’60.

Vitigno Lambrusco con grappoli d'uva maturi, bacca nera

Se il suo successo è recente, in realtà il Lambrusco ha una storia molto antica. La vitis lambrusca veniva coltivata dagli Etruschi nell’Emilia e viene citata anche da scrittori latini come Virgilio e Catone. Altra testimonianza scritta di questo vitigno risale al XIV secolo e si trova nel trattato sull’agricoltura del bolognese Pier de Crescenzi, il maggiore agronomo del Medioevo occidentale.

Nonostante la notorietà da secoli, fino a qualche decennio fa il Lambrusco era un vino dei contadini, la cui lavorazione prevedeva una seconda fermentazione in bottiglia per produrre la tipica schiuma e un tappo chiuso con uno spago per evitare che si stappasse.

Oggi il vino emiliano per eccellenza è riconosciuto per la sua identità e qualità anche dai grandi intenditori, svincolandosi finalmente dai titoli – come Red Coca – che lo rendevano commerciale e di basso costo.

L’Aceto Balsamico di Modena IGP

Ampolline aceto balsamico di Modena IGP

Nella stessa zona del Lambrusco, tra le province di Reggio Emilia e Modena, nasce l’aceto balsamico di Modena IGP. Proprio in questa zona le uve hanno la giusta concentrazione di zuccheri e acidità per regalare un gusto così delicato e caratteristico.

A proposito di uve, il disciplinare indica che queste debbano derivare dai vitigni tipici della zona: Lambrusco, Trebbiano, Sangiovese, Albana, Ancellotta, Fortana, Montuni.

Come si fa l’Aceto Balsamico?
Quando il vino diventa mosto, tra settembre e ottobre avviane la fase di bollitura, che deve avvenire in vasi aperti per almeno 30 minuti. Successivamente inizia la fase di maturazione in botti di legno pregiato come quercia, rovere, castagno, gelso e ginepro, che, a seconda della tipologia, trasmetteranno al prodotto profumi e sentori specifici.

Dopo la fase di invecchiamento, che va da minimo sessanta giorni fino a venticinque anni, l’Aceto Balsamico si presenterà di un colore bruno intenso, ma limpido e brillante, con un profumo intenso e delicato, gradevolmente acetico. Il sapore è agrodolce, equilibrato, gradevole e caratteristico,

Le 7 migliori cantine da visitare a Modena

Le cantine a Modena e i paesi della sua provincia offrono la possibilità di degustare il vino e l’aceto prodotti in questa provincia. Qui ne elenchiamo alcune secondo l’offerta e la storia. 

Cantina Giacobazzi, tra Lambrusco e sport 

Si trova a Nonantola, a 10 km da Modena, e il suo fondatore era amico di Enzo Ferrari. Il legame tra i due diede il via alla sponsorizzazione che, negli anni ‘70 arrivò ai podi della Formula 1 con l’allora semisconosciuto pilota canadese Villeneuve. Ma questo non è l’unico nome nel mondo dello sport al quale è legato il nome Giacobazzi. Ricordiamo ad esempio Marco Pantani per il ciclismo, Walter Villa nel motociclismo, fino al calcio con il Modena F.C.

Per questo, se vorrai vivere la tua esperienza enogastronomica in cantina, ci sarà anche visita al museo del vino e dell’agricoltura, che raccoglie pezzi di vita contadina e cimeli dello sport tra Formula 1 e ciclismo.

In base al pacchetto che sceglierai, potrai degustare i vini in accompagnamento a prodotti tipici tra salumi, gnocco fritto, tigelle, parmigiano reggiano e l’erbazzone, una torta salata reggiana.

Cleto Chiarli 

Botti in cantina cleto chiarli
(fonte: chiarli.it)

A Castelvetro di Modena, si trova Cantina Chiarli, una delle più antiche dell’Emilia Romagna e un luogo dove passare una giornata speciale tra curiosità sul Lambrusco e divertimento.

Dopo la visita nei vigneti e nell’area di produzione, ti aspetteranno quattro vini tra i più rappresentativi del territorio modenese, accompagnati da una selezione gastronomica tipica emiliana.

Paltrinieri, visita in cantina e degustazione del Lambrusco di Sorbara

Cantina paltrinieri con vigneti sullo sfondo

Immersa nei vigneti di salamino e sorbara, durante la visita, Cantina Paltrinieri ti travolgerà grazie al calore dell’accoglienza di famiglia. 

Il tour inizia con una passeggiata nei vigneti e continua nei locali di produzione del vino. Per la degustazione, ti aspettano diverse tipologie di lambrusco, dalla versione spumante al sorbara in purezza, accompagnati dai prodotti tipici. Non mancherà l’assaggio dell’aceto balsamico tradizionale, della grappa di Sorbara e del Nocino. Se sarà bel tempo potrai vivere questa esperienza rilassante all’ombra della maestosa quercia in giardino.

Una piccola chicca finale è la visita alla piccola acetaia di famiglia, dove sono conservate le batterie d’invecchiamento dell’Aceto Balsamico Tradizionale, prodotto con le loro uve. 

Cantina della Volta 

Il nome è un omaggio al luogo in cui sorge, cioè il Naviglio Modenese, che in passato era uno snodo per la navigazione, dove le barche eseguivano una “volta”, cioè una manovra per cambiare il percorso. 

Questa cantina si trova infatti nella pianura modenese, a Bomporto, dove scorrono fiumi e canali che hanno avuto molta importanza nella storia e per la coltivazione delle viti di lambrusco

Per la sua conformazione geografica, questa è una zona vocata al metodo classico che la cantina porta avanti da anni, quando Giovanni Bellei, padre dell’attuale proprietario, produce per la prima volta un Metodo Classico con uve di lambrusco

L’esperienza della visita guidata sarà di sicuro un modo genuino e autentico per scoprire al meglio tutti i dettagli. Ancora di più con la degustazione in abbinamento a salumi e formaggi e prodotti tipici come il gnocco fritto. 

Di seguito, i tour proposti dall’azienda:

  • I tre colori del lambrusco: per chi vuole degustare il lambrusco rosso, bianco e rosé
  • Il sorbara e le sue declinazioni: per chi vuole degustare il lambrusco di Sorbara in diverse declinazioni 
  • Dalla collina alla pianura: una degustazione di 7 vini tra cui chardonnay, pinot nero e lambrusco 
  • Riserve in formato magnum: per un tour all’insegna delle bollicine 

Acetaia Villa San Donnino per una degustazione di aceto balsamico 

Tra i suoi bellissimi giardini, si trova l’antica Acetaia di Villa San Donnino, un’azienda nata nel 1947 dalla tradizione di famiglia, che oggi è diventata una tappa obbligatoria per i turisti e gli appassionati di enogastronomia. Chi ama anche il cinema, saprà probabilmente che è stata una delle ambientazioni del film 900 di Bernardo Bertolucci con Robert De Niro e Gérard Depardieu. 

La visita sarà un’occasione per conoscere al meglio questo luogo, i processi di produzione dell’aceto balsamico e ammirare dei pezzi di storia come la botte in uso dal 1512! 

Naturalmente, ci sarà la fase di degustazione con 5 prodotti di diverso invecchiamento, accompagnati da focaccia con salumi misti, parmigiano reggiano e gelato al fior di latte con aceto balsamico.

Se vuoi approfondire, abbiamo parlato di questa cantina qualche anno fa nel Road Trip in Emilia e in Valpolicella

Garuti Vini, per una visita in cantina con pranzo

Cantina Garuti vini e Agriturismo immersi nel verde dei vigneti

La cantina Garuti si trova a Sorbara, a 13 chilometri da Modena, nelle generose terre del Lambrusco. È stata fondata nel 1920 e ha saputo conservare la linea familiare e contadina, nonostante il passare degli anni e le tecniche moderne di lavorazione.

Botti in legno di aceto balsamico in una vasta stanza illuminata
Le botti di aceto da Garuti Vini (fonte: )

La visita comprende il percorso che va dai vigneti, all’interno della cantina fino ad arrivare all’acetaia. Un tour, al cui termine ci sarà una degustazione di 3 vini e dell’aceto balsamico.

L’azienda ha anche un agriturismo – il primo nel territorio di Sorbara e dintorni – circondato dai vigneti, che sarà la scelta ideale per dare una marcia in più ad un’autentica esperienza enogastronomica tra i sapori modenesi.

Poderi Fiorini 

Vigneti da Poderi Fiorini
(fonte: poderifiorini.com)

A Savignano sul Panaro in provincia di Modena, c’è una cantina che ha tagliato un bel traguardato: i suoi primi cento anni di storia. È la cantina Poderi Fiorini, i cui vigneti si trovano su collina che domina la valle del Panaro.

Dopo una passeggiata nei terreni e nella barricaia dell’azienda, ti aspetta una degustazione guidata dei vini, accompagnata da assaggi di salame e mortadella, Parmigiano Reggiano di montagna stagionato, focaccia al forno e Aceto Balsamico tradizionale di Modena.

Un’esperienza particolare è la Cooking Class in cantina, per imparare a preparare tortelloni, tagliatelle e altri piatti della tradizione. Alla lezione di cucina, seguirà la visita ai vigneti, in cantina e nella barricaia dove riposano i vini. 

Puoi richiedere anche un tour personalizzato e se hai intolleranze o allergie alimentari puoi avvertire l’azienda al momento della prenotazione.

I piatti e i prodotti tipici di Modena 

  • Il gnocco fritto: sì il, un modenese lo chiamerebbe proprio così. Si realizzata un impasto con farina, strutto, lievito, acqua o latte che viene poi steso e tagliato a forma di rombo. L’impasto viene poi fritto, diventando delle soffici nuvolette da farcire con salumi
  • Il borlengo: le sue origini sono poverissime e risalgono al Medioevo. Si tratta di una sorta di cialda croccante e schiacciata che si prepara con acqua e farina. Di solito il borlengo è condito con la “cunza”, del lardo di maiale aromatizzato al rosmarino e grana
  • Le Tigelle: in realtà si chiamano crescentine poiché la tigella è il nome dalla pietra dove venivano cotte. Aldilà del nome, queste focaccine modenesi si preparano con un impasto di acqua, farina, strutto e lievito. Una volta lievitato, dall’impasto si ricavano dei dischi da cuocere nella tigelliera e dopo la cottura sono di solito tagliate a metà e servite con salumi o la tipica cunza
  • La zuppa inglese: contrariamente all’aggettivo che la definisce, questo dessert è tipico dell’Emilia. Si prepara con biscotti savoiardi, alchermes, crema pasticciera e cioccolato
  • I tortellini fritti modenesi: il nome può portare fuori pista, perché non è un primo piatto, ma un dolce tipico ripieno del savor, una sorta di confettura a base di mosto d’uva, mele e pere cotogne

Dove mangiare a Modena 

  • Osteria Ermes: questo locale piccolo e rustico è una grande istituzione, un simbolo della città, fatta di autenticità e folklore tra tortelloni e tagliatelle al ragù
    Tel. 059 867 8070
  • Trattoria Bianca: l’ambiente è raffinato, silenzioso. Risuona invece chiaramente la tradizione: gnocco fritto con culatello e salumi locali, tortellini fatti a mano, tagliatelle al ragù e filetto in aceto balsamico
    Tel. 059 311524
  • Hosteria Giusti: il locale, a conduzione familiare ospita solo 4 tavoli. Le specialità sono quelle della storica cucina tradizionale modenese, con gnocco fritto e salumi tipici, tortelloni, tagliatelle.
    Tel.  059 222533

Cosa vedere a Modena e dintorni 

  • Visitare il MEF, il Museo Enzo Ferrari a Modena: un complesso che sorge nella casa natale di Enzo Ferrari che accoglie auto d’epoca dell’azienda e l’officina dove è nato il mito della Ferrari
  • Visitare il Museo Ferrari: si trova a Maranello ed è la meta per tutti gli appassionati della Formula 1 e della casa del cavallino rampante. Una tappa ideale per scoprire i momenti della storia della casa automobilistica, dalla sua fondazione fino ad oggi. Da non perdere, al suo interno, la sala delle vittorie, con trofei, auto da corsa e caschi indossati da Niki Lauda a Michael Schumacher
  • Salire sulla Ghirlandina: il simbolo di Modena e patrimonio Unesco, svetta accanto al Duomo. Dopo circa 200 gradini si arriva in cima per ammirare il bellissimo panorama 
  • Andare alle Salse di Nirano: si trovano nella riserva naturale regionale vicino Modena e sono conosciute per essere dei coni, molto simili a dei piccoli vulcani, dai quali ribolle del fango freddo, misto a idrocarburi, acqua e sale (da quest’ultimo deriva proprio il nome salse
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