Pian di Macina: una piccola realtà con un grande Brunello
Oggi voglio parlarvi dell’azienda Pian di Macina di Simone Biliorsi una piccola realtà molto raffinata e dinamica.
Tutto inizia negli anni 2000 allorquando Simone, per coronare un desiderio di suo nonno Giuseppe, decede di aprire un’enoteca nel centro storico di Montalcino “…un’enoteca in centro storico dove prima ci abitava proprio lui che purtroppo non ha potuto vedere l’apertura del negozio. Sono certo che ne sarebbe stato orgoglioso…”
Inizia così l’avventura di Simone come enotecario al quale gli avventori erano soliti chiedere: “…ma voi non avete un vostro vino? ”.
Indice
Le prime esperienze: nasce il Brunello di Montalcino “Il Barlanzone”
Stante le pressanti richieste, nel 2004 Simone decide di dar vita ad un nuovo progetto.
Si, perché la mente di Simone partorisce l’idea che probabilmente era il momento giusto per avventurarsi nel mondo dei wine maker.
Non avendo, tuttavia, ancora ben chiaro il progetto futuro, si dedica esclusivamente all’imbottigliamento “…andavo tutti gli anni da produttori amici che conoscevo…assaggiavo il vino…quello che mi piaceva lo imbottigliavo…”
Nasce così il Brunello di Montalcino il Barlanzone (nome proveniente da una famiglia di Conti di Orvieto che nel 1500 vivevano in questa zona di Montalcino).
Con il Barlanzone Simone mostra da subito di avere le idee ben chiare, ma soprattutto quale stile vuole dare al proprio Brunello: un brunello “traditional style”
Nel 2010 la svolta: il Brunello di Montalcino il Barlanzone lascia il posto al Brunello di Montalcino Pietra Rossa che prende il nome dal vigneto che Simone decide di prendere in affitto.
La consacrazione definitiva: nasce il Brunello di Montalcino Pian di Macina
La passione per questo mondo cresce sempre più e nel 2015 Simone decide di fare il gran salto: acquista il podere Pian di Macina a Montalcino e inizia l’avventura nel mondo dei wine maker con l’imbottigliamento della prima annata (la 2015) del Brunello di Montalcino Pian di Macina.
Il vigneto di circa 18 anni, dal quale provengono le uve, è situato a sud del paese, in località La Croce, di fronte alla Tenuta Greppo di Biondi Santi. Parliamo di una zona pregiata e storica, le cui caratteristiche geologiche sono pietre, galestro e sabbia rossastra lasciata sicuramente dall’antica presenza del mare.
Il podere è di solo un ettaro per una produzione che si aggira sulle 2.000/3.000 bottiglie all’anno solo ed esclusivamente di Brunello di Montalcino.
Vinificazione in acciaio e l’utilizzo di botti di rovere di Slavonia per l’invecchiamento, sono le tecniche di produzione imprescindibili per Simone che ci tiene a ribadire che il suo è un Brunello “tradiction style”. Un vino che vuole avere nella longevità il suo punto di forza anche a discapito della bevibilità in quanto potrebbe risultare non facile e pronta nell’immediato, ma che evolve nel tempo in maniera elegante, armoniosa e raffinata.
Il Brunello di Montalcino Pian di Macina vuole essere un vino dalla forte personalità e dal carattere unico. Non vuole scendere a compromessi e non cerca di assecondare facili mode che donano solamente momentanea notorietà.
Il futuro di Pian di Macina
Simone Biliorsi è un produttore giovane e brillante che ha tante idee in testa ma soprattutto che sa chiaramente quale stile dare al suo Brunello. Un imprenditore che vuole fare un passo alla volta senza nascondere le proprie ambizioni che cerca di raggiungere con la testa ben ancorata sulle spalle. Per il futuro, infatti, ci sono alcuni progetti che riguardano sia la cantina sia l’accoglienza dei quali Simone (forse per scaramanzia) non mi vuole parlare.
Una bomboniera giovane ma identitaria e soprattutto con una filosofia produttiva ben chiara che poggia le basi sulla tradizione per produrre un brunello dalla forte personalità. Questa è l’azienda agricola Pian di Macina che a parer mio è pronta a spiccare il volo verso vette sempre più alte che gli consentiranno di posizionarsi nell’olimpo delle più prestigiose aziende produttrici di Brunello di Montalcino.
Curiosità
Nel 2015 Simone ha imbottigliato parte del suo Brunello con una etichetta particolare – TI AMORO – che ha vestito solamente 60 bottiglie numerate rendendole, di fatto, delle bottiglie limited edition.
L’etichetta nasce da un disegno che la figlia di Simone fece al padre con su scritto “Babbo ti amoro” (con un cuoricino rosso e tutti brillantini dorati) e del quale lo stesso Simone aveva creato un quadretto che teneva in bella mostra nella sua enoteca. Gli avventori chiedevano se il quadretto fosse in vendita e da lì l’idea di Simone di crearne un’etichetta per un’annata che, si sa, a Montalcino è stata l’annata perfetta da alcuni definita “annata indimenticabile”.
La degustazione del Brunello Pian di Macina 2018
Alla vista questo Brunello si presenta subito in tutto il suo splendore con un interessantissimo rosso rubino che lascia intravedere una leggera unghiatura aranciata.
Al naso si apre con interessanti effluvi di ciliegia matura, mora e mirtilli su un sottofondo di note di sottobosco, tabacco e moka accompagnate da deliziose sfumature affumicate che, pian pianino, lasciano spazio a sensazioni balsamiche di eucalipto, con anche incenso ed liquirizia. Soffermandoci nel calice affiorano col tempo le interessantissime note tipiche ferrose ed eteree.
In bocca, seppur riveli nitidamente la sua giovane età, il Brunello di Montalcino Pian di Macina ha già un discreto equilibrio. Il tannino è vivace ma educato, supportato da una notevole freschezza che rimanda a ricordi di arancia rossa, alla quale fa seguito una piacevole balsamicità.
Un vino dalla notevole vigoria e indiscussa eleganza, che si arricchirà certamente col tempo, visto il suo grande potenziale di invecchiamento.
Abbinamenti con il Brunello di Montalcino Pian di Macina
Il Brunello di Montalcino, come tutti i vini dalla notevole componente tannica (soprattutto in tenera età) si abbina perfettamente con secondi notevolmente strutturati a base di selvaggina e di cinghiale ma anche con arrosti di vitello e di suino.
E’ bene ricordare che gli abbinamenti con questo vino dovranno prevedere una componente “liquida”, conferita da salse di vario tipo che possano lubrificare il palato e controbilanciare le durezze del vino. Quindi, se vogliamo proporre un abbinamento a primi piatti, dovremo propendere per ricette ricche di condimenti come dei Tortelli alla Mugellana con ragù di Cinghiale oppure delle Pappardelle Toscane.
Abbinamenti Territoriali
Sicuramente la scelta che preferisco quasi sempre è quella di un abbinamento con piatti tipici della cucina toscana ed in questo caso abbinerei il Brunello di Montalcino Pian di Macina con dei Pici con sugo di Salsiccia e Funghi oppure con un Petto d’Anatra in salsa di Brunello.
Immancabili, poi, gli abbinamenti con i fantastici formaggi del territorio toscano uno su tutti il Pecorino di Pienza stagionato in Barriques.
Abbinamenti non Territoriali
Se invece vogliamo abbinare il nostro Brunello di Montalcino Pian di Macina ai piatti della cucina tradizionale italiana potremmo pensare ad un gustosissimo primo piatto come il risotto con il sugo di piccione oppure ad un secondo piatto come Scottiglia di cinghiale e polenta.
Insomma, come tutti i vini importanti il Brunello di Montalcino Pian di Macina necessita di abbinamenti con piatti importanti, strutturati e succulenti.
Quello che non è ancora stato detto del vino
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