In viaggio in Cilento, tra Gusto e Natura
Anche quest’anno Decanto è stata partner di Borgo Divino On Tour e, in occasione della tappa di Vietri sul Mare, siamo stati ospiti del Press Tour Gusto e Natura in Cilento.
Gli obiettivi del Tour sono stati il rafforzamento delle sinergie tra gli operatori di settore e la scoperta di itinerari meno conosciuti alla ricerca della gastronomia del territorio.
Questo interessante tour è stato organizzato da Experience Lab, società del gruppo Valica S.p.a con il contributo dell’Agenzia Regionale Campania Turismo, che da anni lavora con le comunità locali per un rilancio dei territori.
Con questo evento è stata creata una linea virtuale che ha unito la costa d’Amalfi con il Cilento, nel nome di una mediterraneità patrimonio collettivo.
Indice
Ottati, il Cilento segreto da gustare
La prima tappa, ad una settantina di chilometri e dunque ad un’oretta di viaggio circa da Vietri sul Mare, è il piccolo borgo di Ottati in provincia di Salerno che abbiamo utilizzato anche come foto di copertina del presente articolo.
Si trova nella parte nord-orientale del Cilento, nel cuore del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, alle pendici dei Monti Alburni. Un luogo dove la tradizione culinaria riflette l’essenza della dieta mediterranea: qui ingredienti freschi come olio d’oliva, ortaggi, legumi, e cereali si combinano in piatti che sono sia salutari che deliziosi.
Qui abbiamo assaggiato la sfrionzola a base di carne di maiale soffritta e peperoni sott’aceto, e i frisillini (chiamati anche morsellini), biscotti a base di miele dal sapore dolce e intenso.
Una volta provate le prelibatezze del territorio, ci si può lasciare avvolgere dai tanti monumenti e luoghi di interesse storico di Ottati.
Primo tra tutti il Convento dei Domenicani, gioiello storico incastonato nel suggestivo paesaggio degli Alburni. Una visita al Convento, con la sua architettura affascinante e i secoli di storia, permette di esplorare un luogo di grande valore artistico e storico immersi in un’atmosfera di pace e serenità.
Tra i protagonisti di questo speciale aperitivo non poteva mancare una deliziosa selezione di formaggi locali, prodotti in natura e con la totale assenza di conservanti artificiali, che non poteva non essere accompagnata da una composta di Fico Bianco D.O.P del Cilento, una delle tante ricchezze gastronomiche di questo variegato territorio, del quale la coltivazione è un vero e proprio fiore all’occhiello.
La chiesa di San Biagio: un gioiello spirituale nel cuore di Ottati
Un capolavoro di architettura medievale, costruita tra il 1180 e il 1230, la chiesa di San Biagio a Ottati rappresenta uno degli esempi più affascinanti e meglio conservati del patrimonio religioso dell’area. La sua struttura è divisa in tre navate, ognuna delle quali racconta una storia di devozione e maestria artigianale.
Al centro dell’attenzione si trova una cappella con una volta affrescata nel XVII secolo, dove si possono ammirare opere d’arte di inestimabile valore, come l’Incoronazione della Vergine e altri soggetti sacri che testimoniano la profonda spiritualità e l’abilità artistica del periodo.
I portali della chiesa sono decorati con intricati motivi naturalistici, simili a quelli di Teggiano, che rivelano l’abilità e l’attenzione al dettaglio degli artigiani locali.
Questi elementi decorativi non solo abbelliscono la struttura, ma raccontano anche storie di vita quotidiana e credenze popolari, offrendo uno spaccato affascinante della cultura medievale cilentana. L’influenza delle commissioni artistiche della chiesa di San Biagio si estende fino a Eboli, evidenziando un’ampia rete di scambi culturali e artistici. Un esempio di tale influenza sono i leoni scolpiti, attribuiti allo stesso artista che ha lavorato a Sicignano degli Alburni, che conferiscono alla chiesa un’ulteriore dimensione di maestosità e simbolismo.
Corleto Monforte, la casa del caciocavallo podolico
È proprio nella tappa successiva del press tour Gusto e Natura del Cilento, una volta rimasti estasiati da uno dei pochi campanili ancora in piedi costruito interamente su una base di roccia naturale, che il caciocavallo (prodotto che verrà candidato anche lui a DOP) raggiunge livelli di eccellenza.
Il caciocavallo degli Alburni a Corleto Monforte non è solo un prodotto gastronomico, ma un simbolo indiscusso della tradizione casearia locale.
La produzione di questo formaggio segue metodi tradizionali tramandati da generazioni in generazioni, che contribuiscono a mantenere vive le pratiche agricole e pastorali del territorio. È un formaggio che riflette la ricchezza e la diversità del patrimonio agroalimentare italiano, rappresentando un’eccellenza del territorio campano.
Un tesoro gastronomico che ogni giorno da 25 anni viene celebrato nel Belmont Saloon, ristorante da sempre tappa fissa per chi visita Corleto Monforte e gli Alburni.
Impagabile partecipare alla preparazione live del caciocavallo da parte del proprietario Antonio Greco, non a caso soprannominato il boss del caciocavallo, che mostra e spiega a tutti come nasce il caciocavallo degli Alburni ed incanta la platea con una manualità da vero e proprio artigiano.
Il caciocavallo a Corleto Monforte è dunque un vero e proprio polo di attrazione, una delle cose assolutamente da assaggiare in questo pittoresco paese immerso nei boschi.
A Corleto però non si mangia e basta, di assoluta rilevanza è infatti una delle chiese più antiche di tutto il Cilento, ad oggi in restauro, che squarcia il panorama urbano aprendo alla vista un meraviglioso paesaggio sulle gole sottostanti. Una cartolina sacra e profana, in quanto sarà proprio quel belvedere, come annunciato dal Sindaco, ad ospitare un ponte tibetano che sovrasterà la gola e collegherà 2 versanti di montagna: un impianto imperdibile per gli amanti del trekking e per chi non soffre di vertigini.
Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni in cui Corleto Monforte si colloca è inoltre un santuario di biodiversità, come emerge durante la visita al Museo Naturalistico degli Alburni. Aperto al pubblico dal 1997, ospita una collezione di oltre 20.000 esemplari di specie animali.
L’esposizione è articolata in più sale, e comprende specie di mammiferi come il lupo e la lince pardina, uccelli e collezioni di insetti, aracnidi e crostacei. La collezione ornitologica comprende diverse centinaia di uccelli tra cui alcune specie di falco e altri esemplari di particolare pregio. Di particolare rilevanza e oggetto di vari studi è la collezione di coleotteri europei e asiatici.
Sant’Angelo a Fasanella e la Grotta di San Michele Arcangelo
Dopo aver soddisfatto il palato a Corleto Monforte, basta allontanarsi di poco più di 5 chilometri per trovarsi al cospetto di un luogo dal valore sorprendente e inaspettato. È la Grotta di San Michele Arcangelo a Sant’Angelo a Fasanella, delizioso borgo cilentano posto ad oltre 600 metri d’altezza nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Un tempo adibita a rifugio, la Grotta di San Michele Arcangelo venne poi trasformata in un sito religioso pagano in un primo momento e poi cristiano. Questa funzione è testimoniata da ciò che si trova all’interno della grotta, che accoglie un altare e che presenta pareti dove fa bella mostra di sé quella che, secondo la leggenda, sarebbe l’impronta delle ali dell’Arcangelo Michele.
È un luogo di straordinaria bellezza e spiritualità, tappa imperdibile per chi desidera immergersi nella storia e nella fede e sito affascinante che unisce natura, cultura e devozione.
Quello che non è ancora stato detto del vino
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