Siamo andati in vacanza in Slovenia e ci siamo spinti fino al confine con l’Ungheria, per esplorare il paese e assaggiare i vini delle zone meno conosciute. Questo è il nostro racconto di viaggio.

In Slovenia ci sono tre grandi zone di produzione vinicola:

  • Primorska è la più famosa. Situata lungo il confine con l’Italia, noi la conosciamo con i nomi delle sue sottozone che sono il Collio, il Carso e l’Istria Sloveni. 
  • Posavje, conosciuta come regione vinicola della bassa valle del fiume Sava, si trova a sud e confina con la Croazia.
  • Podravje, l’oltre Drava, è la regione che si estende a est, verso il confine con Ungheria e Croazia. Qui si trova la nostra destinazione: la strada del vino di Jeruzalem.
Slovenia: la strada del vino di Jeruzalem
Ptuj – La strada del vino di Jeruzalem

L’oltre Drava: un territorio vasto e vocato

Se guardiamo una mappa, notiamo che l’oltre Drava è un territorio vasto, che parte da Maribor e scende fino a Ptuj, per proseguire verso est fino al confine con l’Ungheria. 

Da un punto di vista turistico non c’è la ressa che si trova nei luoghi più famosi lungo la costa o al lago di Bled. Noi siamo stati ad Agosto e c’erano pochi turisti, nessun italiano. Maribor e Ptuj sono le uniche due cittadine dove fermarsi per qualche ora. A Maribor si trova la vite più antica del mondo, che ha oltre 400 anni di età, mentre a Ptuj c’è la cantina storica del paese, oltre a un bel castello con vista sui tetti rossi della città e della Drava.

La vera meta, però, è a quaranta minuti da Ptuj. Arrivati a Ormoz, si inizia a salire tra dolci colline fino ad arrivare al monte di Jeruzalem che è il fulcro di questa regione vinicola. Da qui partono una serie di percorsi ciclabili e pedonali in mezzo a morbidi pendii, ricoperti da boschi, campi di mais e vigne. 

In giro non c’è nessuno e mentre camminerete per le vigne, lepri e daini vi attraverseranno il sentiero come se fossero dei passanti.

Questa zona di produzione rientra nel 4% dei migliori territori al mondo per la viticoltura, grazie a un clima continentale, caldo di giorno e fresco di sera, con circa 280 giorni di sole all’anno, e una composizione del terreno che deriva dal prosciugamento di un mare salmastro. 

I vini di queste colline vengono realizzati, principalmente, da vitigni a bacca bianca. I principali sono: il Laški riesling (Riesling Italico), il Sauvignon, il Riesling Renano, lo Chardonnay, la specialità regionale Šipon (uve Furmint) e il Rumeni muškat (Moscato Giallo).

I mercati principali sono la Slovenia stessa e poi Croazia, Olanda, Germania e Austria.

La strada del vino di Jeruzalem
Le vigne sulla strada del vino di Jeruzalem

La strada del vino di Jeruzalem: informazioni pratiche

Giusto qualche informazione pratica sulla regione e poi partiamo con il racconto delle cantine visitate.

Trasporti: per arrivare ci vuole la macchina. Da Lubiana sono circa due ore di strada. È possibile muoversi in loco a piedi, in bici o in macchina, le cantine sono tutte molto vicine.

Alloggi: molte cantine hanno anche l’agriturismo e c’è una buona scelta. Noi abbiamo dormito due notti qua: Turistična Kmetija Puklavec.

Cibo: molte aziende hanno anche il ristorante, come la nostra, solo che hanno orari molto diversi dall’Italia, spesso la cena è fino alle 20.00 o prima. Un posto da visitare assolutamente è Taverna Kupljen Jeruzalem Svetinje: cibo super buono e abbondante a prezzi onesti.

Cantine da visitare: ce ne sono davvero tantissime noi ci siamo fatti consigliare dal nostro padrone di casa, qui un breve elenco: Turistična kmetija HLEBEC, Puklavec Blaž, Vino Kupljen/HERGA, Zidanica Malek, Puklavec Family Wines, Ratek Vineyard & Farm, Verus vinogradi.

La strada del vino di Jeruzalem
Le colline della strada del vino di Jeruzalem

La strada del vino di Jeruzalem: Puklavec Blaž

La prima cantina che visitiamo è quella del nostro oste che si dimostra una persona davvero cordiale e disponibile. Ci accoglie nella cantina vecchia, quella adibita ormai alle degustazioni, in quanto la produzione sta viaggiando verso il mezzo milione di bottiglie e qui non ci sarebbe posto per una tale quantità di vino.

Blaž rappresenta la terza generazione di vignaioli, con lui in vigna lavorano fisse cinque persone e vende il 50% del suo vino direttamente ai privati mentre il 50% lo esporta. I tappi usati sono tutti a vite, cosa che in Italia ancora scatena l’orrore dei puristi ma, come dice lui, per i vini d’annata vanno benissimo. Tra una chiacchiera e l’altra ci fa assaggiare 7 vini più un cognac.

Pinot Nero Rose 2021

Sei ore sulle bucce, un vino super fresco e con una punta di dolcino finale. Sembra un bellissimo succo di frutta alcolico. Si può bere fresco per l’aperitivo. 11,5% di alcol e 3.000 bottiglie prodotte.

Sauvignon Blanc 2021

Un Sauvignon verticale nella sua freschezza. Fiori bianchi armonici in bocca puliscono il palato lasciando un tocco di acidità importante sul finale. 13% di alcol e 3.000 bottiglie prodotte.

Šipon 2019

Lo Šipon è un vino fatto con uve Furmint, tipico di questa zona, che deve il suo nome a Napoleone. Quando arrivò su queste colline e bevve una coppa di questo vino esclamò: “C’est si bon”. Gli autoctoni, non conoscendo la lingua, trascrissero il suono per come lo sentirono e diedero il nome Šipon a questo vino (si pronuncia Scipon).

Il vino è un po’ piatto, si sente molto l’alcol, che arriva a 13,5%, e un po’ di fiori bianchi. Non vedendomi convinto, Blaž va direttamente in botte a prendere l’annata 2021, pronta per essere imbottigliata la settimana successiva, e mi porta un vino completamente diverso.

Šipon 2021

Il 2021 è un altro vino sotto tutti i punti di vista. Cambia sia il metodo di produzione che il risultato finale. Il 30% viene affinato in botte piccola e il restante in botte grande. Il 2021 inoltre è stata un’annata con condizioni climatiche e uve ottime. 

Il colore è più scuro del 2019, al naso i profumi sono pieni: frutta gialla, vaniglia, pesca. In bocca è davvero speciale, con una buona acidità sostenuta però da una armonia notevole.  

Moscato Otonel, Moscato Giallo (rumeni in Sloveno) e Chardonnay 2021 dolci.

Gli ultimi tre vini che beviamo sono dolci, tanto dolci, troppo dolci per i palati italiani. Neanche Blaž li ama, ma il mercato sì, quindi vanno prodotti.

Šiponjak

Lo Šiponjak è l’orgoglio di Blaž. Una ricetta che ha creato per ovviare a un problema e che si è rivelata un’ottima soluzione. Il cambiamento climatico sta rendendo molto difficile la produzione degli icewine e il mercato non ne è così ghiotto, così Blaž si è ritrovato in cantina un bel quantitativo di icewine di Šipon che ha distillato per andare a creare un cognac davvero singolare. La crasi tra Šipon e Cognac è diventata il nome del prodotto. Meraviglioso.

La strada del vino di Jeruzalem Cantina Blaž Puklavek
Cantina Puklavec Blaž

La strada del vino di Jeruzalem: Puklavec Family wines

La Puklavec Family wine è la più grande cantina della Slovenia, con sei milioni di bottiglie prodotte l’anno. Vende metà dei suoi prodotti in Slovenia, dal supermercato all’ho.re.ca, e metà l’esporta in Olanda e Croazia. Non siamo fan di cantine enormi ma essendo una dei simboli della Slovenia non potevano non provarla.

Furmint 2020 – Puklavec & Friends

Si tratta di uno Šipon, che loro chiamano con il nome dell’uva stessa. Prodotto da mass market, fermenta e vinifica in acciaio. Il risultato è un vino piatto e troppo base. Bocciato.

Riesling Renano 2021 – Jeruzalem Ormoz

Altro vino base con un tasso alcolico molto alto, 13,5%, dovuto ad un’annata molto calda. Al naso si sentono appena i fiori bianchi e tanto alcol, molto molto acido.

Pinot Grigio 2020 – Seven Number

La seven number è una linea di livello superiore, vengono prodotte 6.000 bottiglie di questo vino che fa due giorni di macerazione sulle bucce. Il colore è intenso, aranciato, ma in bocca manca di acidità ed è un po’ piatto, solo verso il finale rimane qualche leggera nota di frutta gialla.

Rdeči Cuvée 2019 – Estate Selection

Questa cuvée di Pinot Nero e Blaufrankisch ha una spiccata nota fruttata, con un tannino molto forte e persistente. Sul finale rimane ben secco, con sensazioni dolciastre di amarena. Va servito freddo altrimenti è impegnativo da bere.

34 Withe Cuvée 2016 

Con questo vino abbiamo un deciso e completo cambio di passo e di stile. Un vino unico e raro che non viene fatto tutti gli anni ma solo nelle migliori annate. Un assemblaggio di cinque vitigni a bacca bianca, affinati per 6 mesi in legno di rovere, assemblati e lasciati riposare per anni. Chardonnay, Sauvignon Blanc, Pinot Grigio, Furmint e Riesling formano la cuvée. 

In bocca è un’armonia totale che riesce a farti percepire tutti i sapori differenti: vaniglia, albicocca, pesca, miele, fiori bianchi e un tocco minerale, dato dal Riesling sul finale. Acidità perfetta ancora dopo 6 anni. Davvero interessante.

Furmint 2015 –  Seven Number

Il loro Furmint top di gamma non mi entusiasma, tanto meno dopo averne sentito il prezzo: 35€. Al naso è piatto, con un sentore leggero di legno e fiori bianchi. In bocca è acido, un po’ minerale e con un finale aspro da pompelmo. Il ragazzo dice che è un vino che può durare 10 anni, secondo me è già troppo vecchio.

La strada del vino di Jeruzalem - Cantina Puklavec Family
Cantina Puklavec Family

La strada del vino di Jeruzalem: Vino Kupljen – Herga

Herga è una nuova cantina, l’ex enologo della cantina Puklavec Family Wine, l’anno scorso, ha rilevato i 20 ettari della tenuta Kupljen. I nuovi vini prodotti escono ora con il marchio Herga e in pentola bollono parecchie iniziative, soprattutto sul lato delle varietà da innestare in vigna. Stanno cercando di recuperare i vecchi cloni autoctoni di Šipon che producevano meno quantità di uva, ma di maggior qualità, e stanno lavorando sul tema sostenibilità, pianificando tra le altre cose di passare alla produzione biologica. 

I vini che assaggiamo sono un misto tra nuova produzione e vecchia e devo dire che si sente il cambio di passo. I nuovi vini sono prodotti con alte percentuali di fermentazioni spontanee in barrique o botti da 500 litri, svolgono la malolattica e poi continuano l’affinamento in legno, con i sedimenti per 6 – 8 – 18 mesi, in base alla tipologia.

Sauvignon Blanc 2021 

Questo Sauvignon è il migliore di quelli degustati fino ad ora. Sentori di fiori bianchi, passion fruit abbinati ad una acidità da pompelmo. Pulisce il palato e asciuga tutto in modo meraviglioso. Molto interessante anche con 13,5% di alcol. 

Pinot Grigio 2021

Una nota di pepe esordisce subito al naso. In bocca è armonico, con il gusto di pesca che lascia posto all’acidità prolungata sul finale. Rimane sul finale un retrogusto aspro che non mi fa impazzire.

Riesling Renario 2021

Il legno si sente ed enfatizza la mineralità del Riesling. Aspro alla fine anche lui, ma l’acidità bilancia bene. Dopo aver bevuto ormai più di 25 vini di questa zona mi pare che questo asprino finale sia un fattore più o meno comune, soprattutto in queste ultime due cantine che sono sulle stesse colline.

Passion 2018 e Skywalker 2020

Questi ultimi due vini sono dei rossi della vecchia gestione ed hanno nomi di fantasia perché fin sotto il regime della Jugoslavia non si potevano produrre vini rossi. Si tratta di un Pinot Nero 2018 e un Merlot 2020 che lasciamo senza voto, nella certezza che il nuovo enologo riesca a produrre, per le nuove annate, dei buoni risultati come sta facendo con i nuovi bianchi. 

La strada del vino di Jeruzalem: Vino Kupljen - Herga
Vino Kupljen – Herga

Conclusioni

Concludendo questa nostra esperienza sulle colline di Jeruzalem possiamo dire che la meta vale il viaggio. Non tanto per i vini, se guardiamo solo ad essi a mio parere sono più interessanti quelli della regione che confina con l’Italia, ma per l’esperienza nel suo complesso: vini diversi a cui non siamo abituati, colline bucoliche di boschi e vigne, tanto silenzio, relax e buon cibo.

La strada del vino di Jeruzalem_ l'autore tra le botti
La strada del vino di Jeruzalem: l’autore tra le botti
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