Ci sono luoghi che diventano simbolo di un territorio, e il Forte di Bard lo è per i vini eroici. Ti basta uno sguardo per capirne il motivo: rimane impresso nella mente come un’immagine indelebile. Arrivarci significa rallentare, alzare lo sguardo verso la montagna che lo abbraccia e lasciare fuori dalla porta un po’ del rumore quotidiano e vivere il silenzio che questo Forte sa regalare.
La montagna qui non è solo una cornice che esalta i vini eroici. Le sue pareti salgono ripide, lo sguardo sale verso l’alto e il passo lento asseconda l’ascesa come accade nelle vigne alte, ripide, sfidanti.
Vini Eroici, il significato della viticoltura

La definizione tecnica del CERVIM è chiara: viticoltura eroica è quella praticata in condizioni che impediscono la meccanizzazione.
- Pendenze oltre il 30%
- Altitudini superiori ai 500 metri
- Isole minori con condizioni estreme
- Terrazzamenti sorretti da muretti antichi
- Necessità di grandi investimenti economici per convertire in viticoltura moderna
- Condizioni climatiche non sempre ottimali
- Produzioni enologiche di nicchia fuori dai canoni tradizionali
Ma il cuore dell’eroicità sta in altro. Sta nella fatica di ogni giorno. Nel portare avanti un lavoro che in certi posti, sarebbe semplicemente impossibile. Si vive la vigna senza addomesticarla. L’uva si raccoglie su gradoni stretti, restando in equilibrio su pendenze che richiedono attenzione a ogni passo.
Eppure, proprio da queste difficoltà nascono vini eroici con una personalità unica e inimitabile. Sono vini che parlano di vento, di pietra, di altitudine, di sale e di silenzio. Si perché l’eroico sa raccontare alla perfezione tutto questo. Vini che non seguono le mode ma seguono ciò che il territorio e la natura può dare.
Vins Extreme e i vini eroici
Vins Extrêmes, la fiera internazionale dedicata ai vini eroici, trova nel Forte di Bard la sua ambientazione ideale. L’edizione 2025 ha registrato 1600 ingressi circa. Lì dove il vento si incanala tra i corridoi del Forte e il silenzio sussurra, dove la pietra rimane viva anche dopo secoli, il concetto di “eroicità” prende forma concreta. Non è più solo un termine per esaltare un lavoro, ma un modo di lavorare, di resistere, di rimanere fedeli a una terra che spesso sembra chiedere più di quanto restituisce.
Appena si entra nella prima sala, ci si rende conto che non si tratta di una fiera qualsiasi. Non c’è quella confusione come in molte fiere di settore, di luci fredde e di stand appariscenti. Qui è diverso: la pietra domina l’ambiente, la luce filtra sotto il tendone e l’atmosfera invita all’ascolto. I produttori si raccontano, cercando di tramandare il proprio credo verso ciò che sono i vini eroici. Le loro storie risuonano tra le pareti e raccontano in maniera tangibile i loro sforzi.
Il Forte non è non è solo uno spazio espositivo ma un luogo che sa aggiungere quel tocco di “magia” alle storie dei produttori. Perché anche il Forte ha conosciuto distruzione e rinascita. Anche lui ha resistito a eserciti, abbandoni, tentativi di cancellazione. Anche lui si è aggrappato alla montagna per rimanere in piedi. Subito pensiamo alle similitudini con la viticoltura eroica, in maniera naturale, quasi inevitabile.
Il Forte di Bard: roccia e storia che respira vini eroici

La storia del Forte di Bard è lunga e complessa, fatta di ricostruzioni, crolli e ripartenze. Le sue origini risalgono a epoche medievali, quando controllare lo stretto passaggio della valle significava controllare l’accesso alle Alpi. Dopo essere stato raso al suolo da Napoleone nel 1800 (episodio entrato nel mito perché la resistenza del Forte rallentò l’avanzata francese più del previsto) venne ricostruito dai Savoia con una monumentalità che ancora oggi impressiona.
Passeggiare nelle sue sale significa muoversi tra passaggi inclinati, rampe e scale che seguono la forma della montagna. Tutto racconta un rapporto autentico tra l’uomo e il territorio, fatto di adattamento e non di conquista.
Ed è esattamente la stessa relazione che si ritrova nella viticoltura eroica. Anche lì, nelle vigne in pendenza o sui terrazzamenti, nella pietra dei muretti a secco, si manifesta la stessa filosofia: convivere con la natura, non domarla. Accettare i limiti e trasformarli in risorse.
Territori Vini Eroici: una mappa senza confini
La bellezza di Vins Extrêmes è che, in pochi minuti, capisci quanto esteso sia il mondo della viticoltura eroica. Non appartiene a un solo Paese, a una sola tradizione. È una lingua comune parlata da territori lontanissimi. È una fiera dove non si racconta solo l’Italia delle grandi regioni vitivinicole, è un mosaico di territori e vini eroici. Vi erano decine di cantine provenienti da tutta la Penisola, anche da zone remote e meno conosciute. Regioni Alpine, terre di confine, coste difficili e con altitudini estreme.
Dalla Valle D’Aosta che va dai vigneti ai piedi del Monte Bianco alle vigne verso il Piemonte dove il Picotendro regna, fino ad arrivare al Sud Italia, dalle colline mediterranee alle isole dove il vento e la roccia sono padroni, ogni bottiglia porta con sé una geografia, una storia e una sfida.
E’ la viticoltura che si nutre delle difficoltà, che trasforma pendenze, pietra e altitudine in vini verticali, veri, scolpiti con tenacia dall’uomo e soprattutto dal territorio dove sorgono. In Vins Extreme, ogni calice è un atlante. Italia intera, Francia, Svizzera, Albania, Germania, luoghi dove la vite cresce ai limiti estremi, eppure resiste e lascia parlare i vini che ne nascono.
E non dimentichiamo i vini che ritroveremo nella Masterclass proveniente da Slovacchia, Albania, Armenia, Georgia e Ucraina.
I produttori di Vini Eroici premiati da Decanto
Tra le tante storie della fiera, alcune hanno brillato con una luce più intensa. Sono le cantine che hanno ricevuto il riconoscimento dei 3 Cavatappi da Decanto.
Masseria Frattasi – Donnalaura 2023 Falanghina del Sannio – vendemmia tardiva

Storica cantina fondata nel 1779 a Montesarchio nel Beneventano, dove attualmente conta circa 50 ettari di vigneto e 10 di uliveto e può contare tra alcuni dei più vecchi vigneti della Campagna ma soprattutto possiedono vigne prefilossera, alcune con 2 secoli sulle spalle.
Il vino premiato è una Falanghina del Sannio Vendemmia Tardiva. 100% Falanghina. Vendemmia tardiva effettuata nella seconda decade di Novembre. Affina in Barrique di rovere francese per alcuni mesi per concludere l’affinamento in bottiglia. Giallo dorato, avvolgente, seducente ma mai pesante. Il naso è ampio: albicocca matura, miele chiaro, zagara, scorza d’arancia, camomilla, litchi.
Al palato è sorprendente: dolcezza controllata sorretta da una freschezza precisa, un tocco minerale che slancia il sorso. Una vendemmia tardiva che non stanca, ma accompagna e invoglia la beva. Una bellissima e lunga persistenza gustativa.
La Source – Torrette 2018, Torrette Supérieur 2020, Cornalin 2018

Cantina fondata nel 2003 grazie a un gruppo di giovani contadini valdostani. Situata a San Pierre. La Source prende il nome dalla sorgente trovata in fase di costruzione della cantina. In Francese La Source significa proprio sorgente. La cantina conta 7,5 ettari di vigneti, posizionati tra i 650 m. e 90 metri s.l.m. e situati in una delle zone più vocate denominata Torrette. La cantina possiede anche un Eno-agriturismo.
I vini eroici premiati sono 3:
Il Torrette 2018 , 90% Petit Rouge e 10% Vien de Nus. La vendemmia effettuata a metà Ottobre. Fermentazione effettuata in acciaio, sosta sulle fecce fini portando complessità nei sapori e nei profumi. Affinamento in bottiglia di circa 12 mesi. All’olfatto ritroviamo frutti rossi surmaturi, prugna, una bella rosa e erbe aromatiche. Al palato abbiamo una piacevole freschezza e sapidità, caratteristiche che invogliano la beva. Buona persistenza e chiusura con ritorno della frutta matura. Un vino equilibrato ed elegante.
Il Torrette Supérieur 2020, 90% Petit Rouge e 10% Fumin. La vendemmia effettuata a fine Ottobre. Fermentazione e affinamento in legno, quest’ultimo per circa 1 anno. L’olfatto è una sinfonia: frutto rosso maturo, viola, rosa, spezie fini, una chiusura ammandorlata. Al palato è secco, dotato di un bellissimo corpo dove il tannino è perfettamente integrato, bella sapidità e persistenza.
Il Cornalin 2018, 100% Cornalin. La vendemmia effettuata a metà Ottobre. Anche in questo vino fermentazione e affinamento in acciaio. Affinamento in bottiglia di circa 6 mesi. All’olfatto ritroviamo già un eleganza nei sentori che ci fanno capire cosa aspettarci dal vino. Frutti rossi maturi, un’arancia sanguinella e spezie, pepe nero. Al palato è un vino dotato di una bellissima beva, bella freschezza e sapidità, caratteristica comune in questi vini. Tannino per nulla invasivo, buona persistenza e chiusura con richiamo a delle fragoline di bosco.
Betemps Matthieu – Pinot Noir 2023

Cantina che nasce nel 2017 con la gestione dei vigneti di famiglia più altri in affitto per un totale di circa 2 ettari. I vigneti sono situati nei territori di Charvensod, Quart e Saint Christophe dove risiede anche la cantina. Assenza totale di diserbanti. Vengono utilizzate solo concimazioni organiche e nessun uso di lieviti selezionati.
Il vino premiato da Decanto è il suo Pinot Nero 2023 100% Pinot Nero. Vendemmia effettuata manualmente nella prima decade di settembre. Vinificazione in acciaio e 10 mesi di affinamento in barrique di secondo e terzo passaggio. Un Pinot Nero che colpisce per finezza e precisione stilistica. All’olfatto emergono note di piccoli frutti rossi come lampone e ribes, note floreali di rosa, un bell cenno al sottobosco con belle note minerali. Al palato il sorso è lineare con l’olfatto, ritroviamo i piccoli frutti rossi, una nota speziata che ci accompagna con una bella persistenza. Il tannino è vellutato, perfettamente integrato. Pinot Nero dotato di una beva davvero appagante.
Roccasanta – Langhe Nebbiolo 2022

Roccasanta nasce nel Gennaio 2006 grazie all’enologo Pietro Monti prendendo in mano i vigneti di famiglia di proprietà dal 1995 rinnovando impianti e vitigni. Situata nel cuore dell’Alta Langa esattamente a Perletto a circa 35 Km da Alba. I nome deriva dal latino Perlaetum ovvero paese ridente e lieto. Vigneti situati a levante con bella esposizione delle viti al sole. Coltivati senza utilizzo di prodotti tossici e nocivi.
Il Langhe Nebbiolo 2022 premiato, è coltivato su vigneti terrazzati. Affina in barrique per circa 12 mesi. Un altro Nebbiolo che sa lasciare il segno, sprigiona delle belle note di frutti rossi come ciliegia, lampone con cenni di rabarbaro e sbuffi balsamici. note floreali come rosa e violetta che accompagnano la sparte speziata. Al palato ritroviamo un vino equilibrato, con bella freschezza e un tannino che fa dell’eleganza il pezzo forte. Buon corpo e bella persistenza accompagnata dai rimandi della frutta rossa trovata all’olfatto.
Colvendrà – Refrontolo Passito 2016

Colvendrà, cantina la cui storia nasce dai primi anni del ‘900. Dal 1924 viene portata avanti l’antica tradizione di famiglia, un percorso vitivinicolo nel cuore del Veneto e di Conegliano Valdobbiadene. Esattamente a Refrontolo, al centro di due Docg: Conegliano Valdobbiadene e Colli di Conegliano. Colvendrà è anche situata sulla Strada del Prosecco. Cantina che crede molto nei vitigni locali come ad esempio il Verdisio o il Manzoni Bianco. Massimo rispetto per la Vite e la natura che circonda i vigneti.
Il vino premiato prende il nome proprio dal paese. Refrontolo Passito 2016 100% Marzemini di Refrontolo. La vendemmia è assolutamente manuale, con un appassimento delle uve fino a Gennaio su graticci ed in cassette di legno in appositi ambienti. Svolge un passaggio iniziale in acciaio, successivamente circa 32 mesi di barrique prima del finale in bottiglia. All’olfatto una bellissima nota di marasca, amarena, mora e mirtillo tutto in confettura, per poi passare a una bella nota di china. Chiude con un bell cioccolato e cenni fumé. Al palato troviamo un sorso vellutato ed energico, dove la parte zuccherina è sorretta alla perfezione dalla parte portata avanti dalla freschezza invogliando alla beva. Un vino equilibrato e con una persistenza da applausi.
I vini più emozionanti
Oltre ai vini descritti e premiati da Decanto i vini che voglio ulteriormente menzionare sono:
Durin – Alicante

La storia da Durin parte da lontano. Inizio ‘800 Isidoro Basso decide di coltivare un appezzamento in Valle Arroscia. Nel comune di Ortovero ha inizio la storia di Durin. Il nome venne dato grazie a Isidoro, un uomo imponente che in paese chiamavano con simpatia “Isidurin” , da qui nacque Durin. L’azienda punta sui vitigni tradizionali che coltiva tra Ortovero e Ranzo su ripidi pendii terrazzati. La filosofia della cantina è la sostenibilità a partire dall’ acqua e dalla gestione dell’energia prodotta.
Alicante 2024 100% Alicante. La vendemmia viene effettuata manualmente, con una selezione in vigna. La fermentazione avviene in acciaio che una volta finita segue un affinamento di circa 1 anno in barrique. All’olfatto troviamo note di mora, marasca matura, lampone e frutti di bosco. Emergono note di sottobosco e spezie con richiami di pepe. Al palato è secco, pieno e con tannino equilibrato. Bella struttura con un buon corpo. Vino molto equilibrato tra la parte sapida e la parte che gioca sulla freschezza. Bella persistenza con un bel ritorno alla frutta matura.
Caribà – L’Altra Donna

La cantina L’Altra Donna nasce nel 2012 ed ha unito le vie di due famiglie che negli anni ’60 abbandonarono la viticoltura per dedicarsi ad altro. Sposano la cultura del vino naturale. Dal 2014 hanno aperto un agriturismo specializzato nella cucina tipica tosco versiliese, in località Strinato Strettoia Pietrasanta dove sorge proprio uno dei loro vigneti. Il vigneto e l’agriturismo si trovano in una delle zone più affascinanti della Versilia, alle spalle di Forte dei Marmi, su una collina che sorge a circa 450m s.l.m.
Il vino che più mi ha colpito è Caribà 2023, 95% Vermentino e 5% Riesling. Vengono selezionati i migliori grappoli di vermentino, qualche giorno sulle bucce. Viene utilizzato solo il mosto fiore, la parte più delicata del succo. Questo mosto fermenta lentamente finché tutti gli zuccheri si sono consumati. Stoccaggio in in acciaio per 5/6 mesi fino all’imbottigliamento. Il vino riposa in bottiglia per 1 anno. All’olfatto ritroviamo frutta matura, miele e cenni resinosi. Al palato possiede una bella morbidezza, bella sapidità sorretta da una bella acidità che ripulisce il sorso.
Tenute Novei – Brut Riserva Chardonnay

La storia di Tenute Novei nasce con la famiglia Serafini. I Novei sono una famiglia storica della Val di Cembra e da generazioni coltivano i vigneti. L’obbiettivo della Tenuta è valorizzare la Val di Cembra ottenendo spumanti e vini che rappresentino al meglio il territorio. Il simbolo della tenuta unisce gli elementi della natura come terra, aria, acqua, fuoco. I vigneti si trovano a oltre 600 metri s.l.m. con suoli di origine vulcanica che uniti al fattore clima e alle escursioni termiche donando bellissima freschezza e una bella verticalità ai vini.
Brut Riserva 100% Chardonnay. Tutte le uve sono selezionate a mano. La permanenza sui lieviti è di circa 36 mesi che varia in base alle annate. Al palato ritroviamo un naso elegante, agrumi come cedro e lime, seguiti da una bella mela verde. Sentori di lieviti, di panetteria e poi al palato un perlage che rispetta l’olfatto come eleganza. Bella verticalità, bella sapidità, un Metodo Classico cremoso di buona persistenza.
Cave Mont Blanc – Mines Blanc de Morgex et de La Salle affinato in miniera

Cave Mont Blanc ai piedi del Monte Bianco è la cantina con i vigneti più alti d’Europa. Un tempo la produzione era esigua e non garantiva i numeri richiesti dalla clientela. Il parroco di Morgex Don Bougeat creò l’Association des Viticulteurs. Nel 1983 fu fondata Cave du Vin Blanc de Morgex et de La Salle ad oggi Cave Mont Blanc de Morgex et La Salle. La cantina riuscì a rider vita a numerosi vigneti abbandonati, ridando vita a un autoctono che cresce tra i 900 e 1200 metri d’altezza su terrazzamenti ripidi. La nuova cantina sorge sul Monte Bianco a 2173 metri.
Mines Blanc de Morgex et de La Salle 100% Prié Blanc cresce tra i 900 e 1200 metri d’altezza. Come potrebbe non essere messo tra i vini eroici?! Vinificazione in acciaio, affina 8 mesi in acciaio e 12 mesi in bottiglia nella miniera. All’olfatto è un esplosione floreale, frutta come le mele golden. Bella presenza di erbe aromatiche come la salvia. Al palato è un vino elegante, dotato di ottima freschezza e sapidità, con una buona struttura, La persistenza è buona. Un vino che incuriosisce fin dal primo sorso.
Abbazia di Novacella – Sylvaner Stiftsgarten

L’Abazia di Novacella fu fondata nel 1142 dal vescovo Artmanno e possiede attualmente circa 86 ettari nella Valle Isarco tra i 600 e i 900 metri di altezza. Nel 1807 il Tirolo è annesso al Regno di Baviera che chiude tutte le abazie tirolesi e viene saccheggiata sottraendo tonnellate di libri e opere d’arte. Rinasce nel 1816 dopo il ritorno del Tirolo all’Austria. Diventa indipendente dalle altre abazie nel 1907. Nel 2023 vengono lanciati i primi 2 vini monovigneti. Le uve provengono dai vigneti a Novacella e Cornaiano. Tra loro c’è proprio Stiftsgarten Sylvaner.
Sylvaner Stiftsgarten 2021 100% Sylvaner, Ci troviamo a Novacella e i vigneti sono situati a circa 600 metri di altezza. Svolge sia la fermentazione che l’affinamento in barrique francesi per il 50% nuove. L’affinamento si protrae per circa 24 mesi prima di passare in bottiglia e rimanerci per ulteriori 18 mesi prima della commercializzazione. All’olfatto troviamo della bella frutta matura come mela, albicocca, cenni mielati e agrumati. Al palato abbiamo un vino dotato di una bella eleganza e morbidezza, sa coccolare il palato e la freschezza ti accompagna per tutta la lunghezza del sorso. Persistente e decisamente stimolante, un vino che non sa stancare ma bensi stimolare!
Di Francesco Gasperi – Fumin

La cantina Di Francesco Gasperi nasce nel 2008 dall’amicizia cinquantennale di due famiglie. Nel 2000 recuperano vigneti sulla collina di Saint-Pierre facendo risplendere quei terrazzamenti che i viticoltori nel 1700 costruirono. Le etichette vogliono rappresentare graficamente il territorio con una data il 1792 che rappresenta l’unione tra storia e terra. Da quest’anno si potrà anche pernottare in cantina. Fumin e Petit Arvin vengono vinificati in purezza per rispettare entrambi i vitigni.
Tra i vini eroici quello che mi ha colpito è il Fumin, un gran bel vitigno autoctono valdostano che prende il nome proprio dal profumo affumicato che si può ritrovare nel calice. Fermenta in acciaio e botte piccola per poi affinare per circa 36 mesi sempre in botte piccola. All’olfatto belle note di frutta scura matura come more e mirtilli. Sottobosco e poi una bella vena spaziata e balsamica, quasi mentolata. Al palato è un vino con un bel corpo, potente con dei tannini perfettamente integrati, sorretto da una bella freschezza e persistenza dove ritroviamo una bella frutta matura in chiusura.
Hibiscus – Grotta dell’Oro (Zibibbo)

Hibiscus è l’unica cantina presente sull’isola di Ustica. Una storia che parla di antichi valori che si sono tramandati fino ad arrivare a Margherita Longo e a suo marito Vito Barbera, coloro che tengono ben salde le redini della cantina. I vigneti si trovano a pochi passi dal mare con salsedine e vento a influire su essi. Essendo a 20 metri dal mare vi è anche il problema delle mareggiate. Vigneti sparsi qua e la per un totale di 20 appezzamenti.
Grotta dell’Oro 2024 100% Zibibbo, vigneti situati su terrazzamenti tra i 20 e i 30 metri s.l.m. La vinificazione viene svolta in contenitori di acciaio cosi come l’affinamento che dura 6 mesi più 3 mesi di riposo in bottiglia. All’olfatto abbiamo delle belle note agrumate quasi candite, arriva poi la zagara e i fiori d’arancio. Bella chiusura con note di erbe aromatiche come salvia, rosmarino e timo. Al palato esce tutta la sapidità data dalla vicinanza del mare seguita da una bellissima freschezza. Un sorso elegante, di corpo ed equilibrato con una lunghissima persistenza che accompagnata dalla freschezza ti invoglia a un altro sorso.
Tojo – Barbera d’Asti Superiore Delianna 2021

La cantina è stata fondata alla fine del XIX secolo da Vittorio a tutti noto come Tojo. Come in molte realtà dell’epoca la produzione era improntata sul vino sfuso. Nel 2013 finiti gli studi entra in azienda Francesco che prosegue il lavoro di famiglia fino al 2019 che si unisce anche Delia sua sorella minore. La cantina è situata a Santo Stefano Belbo in prov. di Cuneo e possiede 5 ettari di vigneto.
Barbera d’Asti Superiore Delianna 2021 barbera sup. dedicata proprio alla sorella. Ci troviamo nella zona di Calamandrana e Chiesa vecchia. La vendemmia è manuale, vinificazione varia in base all’annata per rispettare al meglio l’uva. In questa annata fermentazione in cemento, passaggio in acciaio e poi un nuovo passaggio in cemento per 1 mese. Trascorso il periodo in cemento viene passato in barrique di rovere francese per circa 1 anno. Affinamento in bottiglia per circa 18 mesi. All’olfatto predominano i terziari, con belle note tostate, di cioccolato, di sigaro susseguiti da note di frutti rossi freschi. Al palato abbiamo un vino di buona struttura, con una bella spalla acida che dona al vino più freschezza e facilità di beva. Una barbera precisa che sa dove vuole arrivare.
La masterclass: Vini Eroici e uno sguardo verso Est

Tra i momenti più intensi dell’intera giornata, la masterclass condotta da Guido Invernizzi ha rappresentato un vero e proprio viaggio emotivo e culturale attraverso territori e vini eroici che, negli ultimi anni, stanno vivendo una rinascita enologica straordinaria.
Il tema “Uno sguardo verso Est: dai Balcani al Caucaso” non era una semplice parentesi didattica, ma racchiudeva in tutto e per tutto la filosofia di Vins Extrêmes: raccontare territori che hanno vissuto la difficoltà come motore identitario.
Slovacchia è la sorpresa silenziosa dell’Europa centrale. Nei suoi pendii di origine vulcanica, soprattutto nella zona di Nitra, nascono vitigni come la Pesecká Leánka, che dà vini freschi, puliti, con note di pera, pesca e un tocco minerale. Sono vini sinceri, immediati, che riflettono l’essenzialità del territorio senza cercare sovrastrutture.
Dall’Europa centrale ci spostiamo nei Balcani, in un’Albania che oggi sta ritrovando la propria identità. Le vigne di Berat, tra 500 e 700 metri, vivono su suoli calcarei e regalano vini luminosi, tesi, con una freschezza quasi montana. La Serina, uva tradizionale delle zone d’altura, esprime frutti rossi croccanti, fiori secchi e acidità vivace: un rosso agile, diretto, che racconta un modo antico di fare vino.
Poi si entra nel cuore del Caucaso, dove tutto è iniziato. Tra Georgia e Armenia i Vini Eroici sono storia quotidiana da migliaia di anni.
In Georgia il Saperavi è un rosso scuro e profondo: mora, prugna, spezie, acidità alta e tannino deciso, figlio di un territorio potente e di un vitigno naturalmente concentrato.
In Armenia, invece, la finezza dell’Areni Noir nasce da altitudini importanti e suoli vulcanici: un rosso più elegante, fresco, con note di ciliegia, lampone e una leggera speziatura. È un vino che unisce tradizione antichissima e tecniche moderne.
Infine arriviamo in Ucraina, dove la rinascita recente della viticoltura sta riportando alla luce varietà uniche. La protagonista è l’Odessa Black (o Alibernet), nata nel 1948 incrociando Cabernet Sauvignon e Alicante Bouschet. Nel bicchiere è intensa: mora, mirtillo, pepe, fumo, tannini strutturati e una bella acidità. È un vino dal carattere deciso, che racconta perfettamente l’energia del sud del paese, tra Odessa e la Bessarabia.
Cinque zone, cinque modi diversi di interpretare la vite e i vini eroici.
Tutte accomunate dalla stessa cosa: sono territori che non fanno vino per moda, ma perché il vino lì è sempre stato parte del paesaggio e della vita delle persone.
Conclusioni
La fiera dei vini eroici al Forte di Bard non è un evento qualsiasi, è un’esperienza che ti accompagna per ore, ma rimane nella mente per giorni.
È una fiera organizzata con precisione, curata nei dettagli, capace di dare spazio a produttori che spesso lavorano in territori dimenticati dalle mappe, ma ricchissimi di identità.
La qualità media dei vini eroici è stata altissima, superiore alle aspettative.
E ciò che colpisce, oltre ai calici, è l’umanità dei vignaioli: uomini e donne che mettono in ogni bottiglia il peso della terra che coltivano.
Vins Extrêmes è una fiera di vini eroici da non perdere.
Un luogo dove capire davvero che cosa significhi produrre vino in condizioni difficili, dove assaggiare territori che altrove non avresti mai incontrato, dove sentire che il vino può ancora essere un racconto vero.
Perché alla fine, tra pendii, terrazze, isole, vulcani, altitudini e storie di resistenza, ciò che rimane è una sola verità:
Il vino eroico non è un vino difficile, È un vino che emoziona.
