Produrre il vino in Svezia – Il sogno proibito di Andrea ed Emma si chiama Långmyre Vineri
In un periodo di zone rosse-arancioni e gialle, abbiamo intrapreso un viaggio virtuale in Svezia, sull’isola di Gotland, dove ha sede la Långmyre Vineri.
Abbiamo intervistato Andrea Guerra, enologo originario di Salerno, che dopo essersi forgiato nel Chianti Classico ha deciso di trasferirsi al 57° parallelo, sull’isola di Gotland con l’intento di portare avanti il suo progetto enologico.
Senza più indugi andiamo a conoscere i dettagli di questa avventura eroica.
L’intervista ad Andrea Guerra
Come nasce l’idea di produrre il vino in Svezia?
L’idea di piantare una vigna qui è stata figlia di diversi fattori ma il più importante è stato senz’altro il cambiamento climatico.
Purtroppo chi come me fa questo mestiere conosce bene la complessità e l’urgenza della questione.
Una parte del lavoro di noi enologi consiste nell’interpretare il “linguaggio” delle viti in modo da comprenderne le necessità e purtroppo è evidentissimo che il clima attuale stia cambiando le carte in tavola.
Ci sono poi anche questioni meramente personali in quanto mi sono sempre sentito “scandinavo dentro”, un tipo un po’ introverso che odia maledettamente il caldo torrido delle estati italiane.
Trasferirmi qui in Svezia non è stato senz’altro il momento più semplice della mia vita.
I ritmi di Stoccolma, dove ho trascorso i primi mesi in Svezia, uniti alle difficoltà legate alla lingua hanno reso i primi mesi di permanenza tutt’altro che semplici.
Fortunatamente, appena io insieme alla mia compagna Emma ed il mio cane (Irpino) Pinta, ci siamo trasferiti nelle campagne di Gotland, la situazione è drasticamente migliorata grazie al contatto con la meravigliosa natura svedese ed ai ritmi lenti che accomunano le aree rurali di tutto il mondo.
Perché proprio sull’isola di Gotland?
L’idea di impiantare il vigneto qui a Gotland è stata dettata da due motivi.
Emma ha una casa per le vacanze dove ha trascorso tutte le estati della sua vita, ed è la stessa casa in cui abitiamo adesso, esattamente di fronte la vigna.La scelta di Gotland è stata dettata soprattutto dalle caratteristiche pedoclimatiche della zona.
L’istmo meridionale dell’isola, dove siamo situati, è in assoluto la zona che conta il maggior numero di ore di sole dell’intero paese, e contemporaneamente una delle più secche, con precipitazioni annuali dell’ordine di 500mm.
Allo stesso tempo l’intera isola ha suoli ricchi di calcare, che insieme al clima fresco, concorrono alla creazione di vini bianchi e spumanti eleganti e longevi.
Quali sono stati gli ostacoli maggiori che avete affrontato fino ad ora?
Fin adesso gli ostacoli maggiori sono stati rappresentati senz’altro dal clima. Prima dell’impianto abbiamo ovviamente studiato le condizioni atmosferiche della zona ora per ora dagli anni ’50 ad oggi.
Ci siamo preparati psicologicamente ad eventuali gelate tardive, estati fredde e piovose ed attacchi di orsi polari, ma non di certo alle condizioni che si sono presentate, in quanto le prime due estati sono state caratterizzate da temperature torride e completa assenza di precipitazioni per mesi, il che rappresenta sempre un grosso problema in fase di impianto.
Condizioni di certo complicate in fase iniziale, ma che ci fanno ben sperare per la qualità futura dei vini.
Su cosa sarà focalizzata la produzione, quante e quali referenze?
La produzione si focalizzerà principalmente su bollicine, sia per le caratteristiche pedoclimatiche della zona che per preferenze personali: sia io che Emma siamo due grandi fan dei grandi metodo classico.
Essendo Gotland una delle principali mete turistiche estive degli svedesi, produrremo anche bianchi e rosati fermi da consumare giovani.
Vini estivi per l’appunto.
Questo progetto è nato soprattutto per soddisfare la voglia di fare vino senza regole e di divertirci in cantina ed in vigna.
Per questo anche se in piccole quantità, produrremo anche qualche bottiglia di vino rosso e vino dolce.
A quando le prime bottiglie?
Ad oggi abbiamo la nostra prima vendemmia in cantina, poche centinaia di litri divisi tra bianco, rosato e rosso, di cui siamo enormemente fieri, e che saranno riservate agli azionisti e alle degustazioni in cantina.
I vini hanno un bel carattere, ed una acidità molto bilanciata (cosa per la quale ero molto preoccupato prima della vendemmia).
Li stiamo sottoponendo ad una maturazione su fecce fini molto spinta, con ripetuti battonage ed una superficie di contatto fecce/vino enorme.
Ciò li sta rendendo più complessi e voluminosi.
Sarà che “ogni scarrafone è bello a mamma soj“, ma sono davvero buoni!
Quali investimenti hai dovuto sostenere per questa scelta di vita e di lavoro?
L’investimento è stato irrisorio se confrontato con la creazione di altre aziende.
Ciò è dovuto al fatto che io ed Emma ci siamo presi carico di tutte le operazioni, senza bisogno di assumere personale.
Quando dico tutte le operazioni intendo TUTTE: impianto della vigna, installazione di fili e pali, siamo trattoristi e braccianti agricoli sette giorni su sette, ci occupiamo del marketing e della contabilità, abbiamo rinnovato completamente il locale di produzione diventando muratori e pittori grazie a YouTube…
È stato un lavoro disumano, infinito, ma comunque il lavoro dei miei sogni… e che fortunatamente non dovremmo ripetere!
Ora possiamo dedicarci unicamente alla produzione facendo i vignaioli a tempo pieno.
Il progetto è stato finanziato mettendo in ballo tutti i nostri risparmi, e vendendo una parte dell’azienda a 106 entusiasti azionisti.
Questo ci ha permesso non solo di arrivare alla nostra prima vendemmia, ma anche di iniziare il processo di acquisto del terreno sul quale giace la vigna, nonché di pagarci un piccolo stipendio.
State adottando una qualche forma di agricoltura particolare?
I vini hanno tutti la certificazione KRAV, la certificazione biologica più restrittiva della Svezia.
Il protocollo KRAV non consente alcun tipo di trattamento al di fuori di concimazioni organiche, quindi anche tutti quei prodotti ammessi in BIO, inquinanti o meno, non sono ammessi in agricoltura KRAV.
Ciò è possibile grazie ai vitigni resistenti, detti “PIWI” da noi impiantati. Sono vitigni sviluppati tramite tecniche di impollinazione tra viti selvatiche naturalmente resistenti a peronospora ed oidio, e viti da vino (Vitis Vinifera) come Merlot, Pinot e quant’altro.
Una tecnologia con ormai un secolo di storia ma che solo ultimamente sta iniziando a prendere seriamente piede.
Purtroppo la viticoltura è estremamente inquinante, anche quella BIO, dove è ammesso l’impiego di rame, un metallo pesante responsabile dell’inquinamento della falda acquifera.
Al momento quindi, i PIWI rappresentano l’unica vera soluzione disponibile per una viticoltura sostenibile, infatti abbiamo 0 trattamenti all’attivo.
Ci vediamo a Gotland!
Ringraziando Andrea per il tempo dedicatoci, speriamo di poter assaggiare i vini di Långmyre Vineri il prima possibile per poterli raccontare e far fluire nei nostri corpi una porzione della sconfinata passione che quotidianamente lui ed Emma ripongono nel loro lavoro.
Bravi Andrea ed Emma ma, bravi anche voi che li avete scovati. Belle, competenti ed appassionate persone che ci regaleranno grandi vini!