Alla scoperta dei vini californiani in Napa Valley
Inauguriamo la nostra rubrica Wine Travels con un viaggio in California nella rinomata regione vitivinicola Napa Valley, in cui abbiamo visitato 3 cantine che riteniamo possano fornire una visione esemplificativa del panorama vitivinicolo della contea di Napa.
La storia della tradizione vitivinicola della Napa Valley è breve ma intensa ed inizia a metà del 1800 con Charles Krug, pioniere del vino Californiano e fondatore della cantina omonima.
Nel 1943, a pochi anni dalla sua morte, la sua attività fu rilevata dall’imprenditore Robert Mondavi che ebbe l’intuizione di espandere il business del vino portando gli appassionati direttamente in cantina correlandolo così anche alla ristorazione e andando a definire in maniera chiara il concetto di enoturismo.
Ma l’anno della svolta fu il 1976, quando nella degustazione di Parigi il Cabernet Sauvignon e lo Chardonnay californiano superarono in una degustazione al buio i medesimi vini francesi !
Quest’anno segna un punto di non ritorno per la California che diventa conosciuta a livello mondiale per la qualità dei suoi vini.
Il nostro viaggio alla scoperta del vino californiano inizia a San Francisco, dove la mattina presto ci imbarchiamo su uno sprinter che ci conduce verso la città di Napa.
Tutto in California parla il linguaggio del business: l’architettura, le persone e finanche il mondo vino che affronta in modo deciso la competizione con la Francia ed avverte l’influenza di imprenditori come Mondavi e critici come Robert Parker.
Indice
Domaine Chandon Winery
La nostra prima tappa è la vineria Domaine Chandon, uno dei pochi produttori di spumante metodo classico californiano, che coniuga la tradizione vitivinicola francese, presente finanche nel nome, e lo spirito imprenditoriale della Silicon Valley.
Quello che più ci colpisce è la diversità con cui si svolge la visita in cantina. In buona parte delle cantine americane, infatti, questo business è stato portato all’estremo fino al punto di trasformare le cantine in veri e propri wine bar dove poter gustare il vino al bancone oppure sdraiati sull’erba.
Il nostro assaggio di bollicine inizia con un brut Classic Chandon in pieno stile francese, passa per un Blanc de Blancs ed un Blanc de Noirs e si conclude con un raffinato Tete de Cuvée affinato per ben 10 anni sui lieviti, che ci incanta con la sua bollicina finissima e l’aroma fragrante di lieviti intenso, ma assolutamente non coprente e ben posto.
La prima impressione derivante dall’assaggio di queste bollicine è che il clima californiano, caratterizzato da fortissime escursioni termiche mattina-sera, sembra davvero l’ideale per consolidare la struttura di queste bollicine che esprimono una pienezza gustativa ed una interessante acidità.
Robert Mondavi Winery
Il nostro viaggio continua con la Winery di Robert Mondavi, maestosa e sconfinata, in un areale praticamente pianeggiante dove veniamo colpiti dall’ordine e la cura per i dettagli. La visita qui si avvicina allo standard prettamente europeo cui siamo abituati, con le guide che cercano di trasportare il visitatore all’interno della storia della famiglia Mondavi.
Il percorso inizia all’aperto dove veniamo accolti con un brindisi a base di Fumè Blanc e, scortati da due meticolose guide, abbiamo modo di esplorare la tenuta e prosegue in cantina con la degustazione di un Cabernet Suavignon Vintage 2015 all’interno della barricaia. Per finire raggiungiamo lo shop colmo di costose bottiglie e souvenir a tema vino e brand Robert Mondavi, dove ci portiamo a casa un Cabernet Sauvignon 2014 Spotlight Collection.
Il Cabernet di Mondavi è assolutamente eccellente, morbido, ma non al punto da appiattire le durezze del vino che emergono in maniera educata nella forma di un tannino rotondo ed una percettibile sapidità, caratteristiche che gli donano corpo e personalità e lo rendono abbinabile con piatti strutturati a base di carne.
Vittorio Sattui Winery
Il nostro tour si conclude nella vineria di Vittorio Sattui, non molto distante dalla cittadina di Napa, che si fregia del titolo vineria dell’anno vinto nella Winemaker Challenge per ben quattro volte e che arricchisce l’esperienza del vino con la cucina di un ristorante stellato Michelin.
Qui l’atmosfera è decisamente atipica per una vineria: sia all’interno che all’esterno c’è una gran confusione che lascia presagire un modo “diverso” di percepire l’esperienza di degustazione, molto meno formale e decisamente più conviviale. Le persone assaggiano e comprano il vino all’interno e lo portano all’esterno, dove si accampano sul prato accompagnando la degustazione al cibo e ad attività all’aria aperta.
Restiamo colpiti nell’ascoltare che questa cantina vende il suo vino esclusivamente al dettaglio e ne comprendiamo immediatamente la ragione, dato l’enorme numero di visitatori che vediamo frequentare la struttura.
Dopo aver gustato un delizioso pulled pork accompagnato con un Napa Valley GSM Red, ci riteniamo soddisfatti e ritorniamo sul pullman in direzione San Francisco.
Di questa esperienza californiana siamo rimasti colpiti :
Dal modo diverso, decisamente informale, di approcciare il mondo del vino anche in un contesto elitario come quello delle visite in cantina
Dall’aspetto imprenditoriale delle visite in cantina e più in generale della comunicazione spesso sottovalutata dagli europei
Da come questo mondo, affermatosi in tempi relativamente recenti, nella cultura statunitense sia già diventato un classico al punto che gli intenditori tendono ad abbreviare i nomi dei vitigni in acronimi e diminutivi a volte curiosi, ad esempio Cab per Cabernet, Zin per Zinfandel e GSM per Grenache Syrah Mourvedre
Un saluto ai nostri lettori e… al prossimo viaggio accompagnati dal vino!
Quello che non è ancora stato detto del vino
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