Terra che arde, che brucia è il significato nascosto di Campi Flegrei, quell’area vulcanica della Campania Felix – come i romani amavano definire la Campania – a nord di Napoli. 

Già al tempo dei romani il terreno vulcanico, che migliaia di anni prima ribolliva con numerosi crateri, era considerato estremamente vocato e fertile, testimone la Naturalis Historia di Plinio il Vecchio nella quale si legge che: l’area vivificante dal clima così costantemente mite e salubre, campi fertili, colline solatìe e monti ventilati, una tale abbondanza di vini ed ulivi.

Citando invece un altro personaggio della Roma antica, il poeta Orazio, i Campi Flegrei hanno una bellezza tale che nessun luogo al mondo risplende più dell’amena Baia.

Così tra cultura, paesaggi con protagonista il mare, miti e leggende andremo alla scoperta di alcune delle divinità di questa regione: i vini dei Campi Flegrei nelle le migliori cantine da visitare.
E ora, dopo aver dato questo oracolo, si parte. 

I vini dei Campi Flegrei Doc: Falanghina, Aglianico e Piedirosso

La fertilità di questa terra vulcanica ha il potere di conferire ai vini la mineralità e sapidità, caratteristiche uniche tutelate dalla Doc Campi Flegrei istituita nel 1994.

Mappa della Doc dei Campi Flegrei con i comuni di IProcida, Monte di Procida, Bacoli, Pozzuoli, Quarto, Marano di Napoli
Mappa dei vini Doc dei Campi Flegrei (campaniastories.com ©)

Nello specifico, la DOC comprende i seguenti comuni in provincia di Napoli: 

  • Procida
  • Pozzuoli
  • Bacoli 
  • Monte di Procida 
  • Ischia 
  • Quarto 
  • Marano di Napoli

La Falanghina dei Campi Flegrei DOC

La dea bianca della Campania, il cui nome era Falangòs, come il sistema di allevamento di origine etrusca che prevedeva la legatura a dei pali di sostegno. La Falanghina dei Campi Flegrei è divina soprattutto per il suo profumo delicato, caratteristico, mentre al gusto è secco e armonico. Una delicatezza che troviamo anche nel colore, un giallo paglierino poco concentrato. 

Questo vino regala il meglio di sé anche in nuove versioni come spumante e passito. Tuttavia, la forza della tradizione è ancora molto presente, perché si produce la Falanghina in purezza, tanto da rappresentare circa il 90% della produzione dei vini flegrei

Il Piedirosso

Conosciuto anche con il nome dialettale di Per e’ palummo per la somiglianza del colore delle basi dei vigneti con le zampette rosse del colombo. Rosso è anche il colore degli acini di una sfumatura che tende al bruciato.

Il vino Piedirosso si può trovare in versione Riserva, Rosato o come vino fermo. Per quest’ultimo, il colore varia dal rosso rubino al granato e al gusto si presenta secco e armonico. Al palato cambierà se in versione passito, poiché ha un gusto più dolce e intenso, mentre sarà più sapido in versione rosato.

Tra Aglianico e Piedirosso: Rosso Campi Flegrei DOC

Lo avevamo già incontrato il principe della Campania, nel tour delle cantine in Irpinia. Qui nei Campi Flegrei facciamo la conoscenza dell’Aglianico nel vino Rosso Campi Flegrei DOC.

L’Aglianico costituisce il 30% di questo vino, ma che conferisce un carattere un po’ più esplosivo, data l’influenza della mineralità del suolo vulcanico da cui proviene. La restante percentuale, meno o più del 50% di Rosso è composto da uve di vitigno Piedirosso.

Le cantine da visitare nei Campi Flegrei

Cantine Astroni

cantineastroni.com ©

Come tante altre cantine italiane, la storia di Cantine Astroni nasce da una passione per la vinificazione di uve a livello familiare, che poi si è trasformata nel tempo in qualcosa di più grande e con una precisa missione: produrre dei vini che siano espressione del territorio.

Una missione che nasce alle pendici del cratere Astroni, da cui parte la visita con i pannelli illustrativi che raccontano la storia del territorio e dei vigneti. Racconti che continuerà la guida tra i vigneti e i locali di vinificazione, mettendo in risalto tutte le particolarità sull’affinamento, sulla barricaia e sulla funzione delle macchine. Oltre alla lavorazione dei vini, si farà la conoscenza della filosofia aziendale. Ed questo è ciò che accomuna tutti i tour proposti dall’azienda. 

Ciò che li differenzia sono i vini per le varie tipologie di degustazione, tutte molto coinvolgenti perché si sperimenta in prima persona la descrizione e si impara a riconoscere i vari profumi e sapori appartenenti dei vini. Anche l’abbinamento gastronomico è molto vario: si spazia da un tagliere di salumi e formaggi ai tarallini napoletani, fino ad un primo piatto o alla tipica pizza.

Tenuta Matilde Zasso

tenutamatildezasso.it ©

Anche questa cantina con sede a Pozzuoli, deve la sua nascita ad una famiglia e in particolare al nonno Michele Viciondomini che alla fine dell’Ottocento decise di iniziare la sua attività di produzione di vini dei Campi Flegrei. Una scelta che il figlio di Michele ha continuato proprio vicino le Solfatare.

La sede di Pozzuoli oggi è interamente rinnovata e accoglie i vigneti di Falanghina, Aglianico e Piedirosso, insieme alla cantina, con gli ambienti per la vinificazione e l’imbottigliamento. A completare l’esperienza con i momenti di degustazione è l’enoteca, un ambiente raffinato e accogliente.

La Sibilla 

sibillavini.com ©

Ci spostiamo ora a Bacoli, da un’altra famiglia, la famiglia Di Meo, viticoltori da ben 5 generazioni. La visita permetterà di scoprire l’azienda attraverso i vini dai sapori bilanciati, decisi e dolci.

Ma non solo: ci sarà la filosofia aziendale da conoscere, che rispetta le tradizioni enologiche e gastronomiche del territorio e anche quelle di famiglia, in particolare quelle dei nonni. Visitare questa cantina sarà un modo per vivere esperienze differenti a seconda della stagione o dell’ora del giorno, da condividere con un gruppo di amici o con la propria metà.

Infine, una menzione speciale va alle cantine Agnanum e Salvatore Martusciello.

Agnanum 

La cui iniziale, la lettera A, racchiude in sé Astroni, nome del Parco Naturale (e del cratere spento) sulle cui colline crescono le viti dell’azienda. C’è anche la A di amore, quello per il vino ereditato dal papà. La A racchiude anche l’aggettivo arduo, come il lavoro in vigna e che nei vini flegrei dell’azienda si trasforma in bontà, personalità ed espressione del territorio. 

Salvatore Martusciello

Si trova a Pozzuoli, la cui filosofia si racchiude in una parola: persistenza. Persistenza nella storia e in un territorio vocato, ma anche una persistenza del gusto dei vini. La cantina di Salvatore Martusciello nasce infatti dalla passione per la viticoltura, ma soprattutto da una promessa di Salvatore quando aveva intrapreso questa carriera: portare avanti la tradizione della viticoltura nei Campi Flegrei, una tradizione nella quale persistere e (r)esistere, seguendo la ricerca del miglioramento continuo.

I piatti e i prodotti tipici dei Campi Flegrei 

Siamo vicinissimi a Napoli e al mare., quindi non stupisce trovare piatti della tradizione napoletana e piatti a base di pesce. Infatti tra i piatti da degustare nei Campi Flegrei ci sono:

  • Cicerchie con le cozze
  • Spaghetti alle vongole 
  • Scialatielli con provola e melanzane, un particolare formato di pasta più corto e più spesso degli spaghetti condito con melanzane fritte e provola a dadini
  • Zuppa di cozze alla napoletana, un piatto molto profumato con protagonista le cozze, alle quali sono aggiunti del polpo, gamberi e seppie, conditi con aglio, prezzemolo e pomodori
  • Alici puteolane: delle alici sotto sale conservate sott’olio nei vasi di terracotta 
  • La ciarella, una zuppa tipicamente invernale che si prepara con soli due ingredienti, uova e cipolle. Come si prepara? Cipolle tagliate alla julienne alle quali si aggiunge acqua, sedano e pomodorini. Appena il sugo sarà denso, occorre aprire le uova e lasciarle cuocere per cinque minuti.
  • Insalata di limoni procidana, si prepara con “limoni pane”, che i contadini usavano mangiare per merenda e per i marinai durante le navigazioni. Hanno un albedo (la parte bianca) spugnoso e per questo più dolce. Ai limoni, si aggiungeva il peperoncino e la cipolla

I prodotti tipici sono anche i prodotti della terra come la Fava dei Campi Flegrei, tra la più coltivata e apprezzata e la mela annurca, tipica della Campania.

Dove mangiare 

  • Al Chiar di Luna a Monte di Procida, con un panorama che si apre sul Golfo di Napoli e il profilo di Ischia, sulla terrazza del ristorante potrai gustare primi piatti dal sapore del mare o della terra. Inoltre, Al Chiar di Luna è anche hotel e location per eventi
  • Ristorante Coevo a Bacoli, si trova nella Dimora dei Lari della famiglia Laringe e la vista è davvero magnifica con vista sul golfo e sul lago D’Averno. Il locale è elegante, ideale per un’esperienza gastronomica gourmet tra sapori tradizionali è modernità
  • La Dea Bendata a Pozzuoli, se hai voglia di una pizza questo è il luogo perfetto. L’impasto ha una lievitazione di 24/48 ore, risultando facilmente digeribile. Gli ingredienti utilizzati provengono dall’orto del pizzaiolo Ciro Coccia. Un gusto premiato dai Due Spicchi di Gambero Rosso.

Una piccola menzione – visto che qui parliamo di vini – è Polyphemos, Enoformaggeria a Pozzuoli, un piccolo locale che si trova nel centro storico della città. Dal nome stesso anticipa ciò che troverai: un’accurata selezione di formaggi dalle Alpi italiane fino a formaggi inglesi, francesi e spagnoli da abbinare al vino. Non è possibile fare una degustazione sul posto, ma entrare qui è quasi d’obbligo per chi ama l’enogastronomia, scambiare due chiacchiere con la proprietaria e portare a casa prodotti caseari di alta qualità.

Cosa vedere nella zona dei Campi Flegrei

  • Andare al Lago D’Averno a Pozzuoli, tra la frazione di Lucrino e il sito archeologico di Cuma, un tempo il lago era un cratere vulcanico e conosciuta nel passato come porta dell’oltretomba (come la definirono Virgilio e Omero). Un posto ideale per rilassarsi tra natura circostante e mitologia
  • Visitare l’anfiteatro di Pozzuoli di epoca romana, è uno dei più grandi in Italia (accoglieva circa
    40 000 spettatori) e i suoi sotterranei sono perfettamente conservati
  • Lago Fusaro di Bacoli, un altro lago alle porte di Napoli, da visitare per la sua casina reale, costruita da Luigi Vanvitelli per volere del re Ferdinando IV di Borbone
  • Visitare le cento camerelle, la costruzione romana più conosciuta della zona di Bacoli che un tempo faceva parte probabilmente di una costruzione più grande. Al suo interno si può ammirare un’antica piscina lunga 72 metri!
  • La città sommersa di Baia, non serve immergersi perché la città è ben visibile già dalla costa, persino le anfore!
  • Passeggiare tra i vicoli di Procida e andare sulla spiaggia Pozzo Vecchio a Procida, conosciuta anche come la spiaggia de “Il Postino” di Massimo Troisi
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