All’interno del Paestum Wine Fest, svoltosi dal 25 al 27 marzo al NEXT EX TABACCHIFICIO di Capaccio Paestum, oltre ai canonici appuntamenti (presenti all’interno del salone del vino) si sono svolte ben 35 masterclass – tutte sold out – e 4 talk che hanno offerto momenti di approfondimento con esperti del settore e produttori.

Il salone del vino si è confermato, quindi, un appuntamento di riferimento per il Sud Italia, superando di gran lunga le aspettative previste ed ha visto la partecipazione di ben 22 mila visitatori tra salone e fuori-salone, 3600 operatori del settore HO.RE.CA, player distributivi nazionali, e numerosi professionisti della comunicazione come giornalisti, blogger ed influencer, oltre ai tantissimi winelovers

Nel corso dell’ultima edizione, Decanto ha avuto il piacere di essere Media Partner ufficiale della manifestazione, con la possibilità di organizzare il primo evento dedicato interamente ai TRE CAVATAPPI e di assegnare il premio “Rosso dell’anno”.

Il salone ha registrato la presenza di produzioni vitivinicole provenienti da ogni regione d’Italia ma anche dal resto del mondo ed ha proposto un discreto numero di distillati e selezioni per la mixology.

Paestum Wine Fest si dimostra, quindi, evento capace di offrire una significativa opportunità per l’intero comparto eno-turistico ed infatti, grazie alla manifestazione, sono state rilevate ampie ricadute sull’intero indotto economico del Cilento che ha fatto registrare il tutto esaurito non solo nelle strutture alberghiere ma nell’intera rete di accoglienza.

La Masterclass della Tenuta di Argiano: il Brunello di Montalcino in verticale

Personalmente ho avuto modo di partecipare alla materclass della Tenuta di Argiano dal titolo: il Brunello di Montalcino in verticale. Una degustazione di 10 annate di Brunello di Montalcino a partire dalla 1979 fino alla pregiata 2018 del cru Vigna del Suolo.

Ho avuto modo di parlare dell’azienda in un mio precedente articolo che potete leggere qui

Argiano – dal nome che richiama il dio romano Giano fino alla storia condivisa nei secoli con numerose famiglie nobili – ha attraversato serenamente i secoli e non ha mai smesso di conquistare i cuori dei più grandi appassionati di vino. Oggi Bernardino Sani cura questo prezioso vigneto coltivato principalmente a Sangiovese prestando molta attenzione alla varietà della composizione del terreno che compone la tenuta e praticando un’agricoltura biologica e rigenerativa affinché la vite venga ascoltata e rispettata allo scopo di produrre vini nel modo più naturale possibile. Vini che grazie a questa cura maniacale risultano eleganti ed identitari.

Ma veniamo alla masterclass con la descrizione dei vini

Argiano Brunello di Montalcino 1979 Riserva – il Vecchio Saggio

L’andamento stagionale in generale ha avuto un decorso molto incerto con precipitazioni anche nel periodo estivo. A causa delle precipitazioni le temperature, in alcuni casi, sono state sensibilmente al di sotto della media stagionale. La maturazione delle uve è stata regolare.

Risultato: un vino ancora in piena forma (per niente stanco). Un vino estremamente vitale in cui si percepisce ancora la frutta, ovviamente in forma disidratata (prugna secca) con una bellissima espressione di boiserie, incenso, cera, lucido per mobili, tabacco, liquirizia, polvere di cacao e noce moscata.

Un vino dalla grandissima ampiezza aromatica con un sorso ancora vitale, fresco e sapido che in bocca ripropone tutti le sensazioni percepite al naso rendendolo un vino estremamente coerente nonostante i suoi 44 anni.

Argiano Brunello di Montalcino 1997 – l’elegante

L’andamento stagionale in generale non ha avuto un decorso lineare con piogge fino a tutto luglio seguite da un mese di agosto all’insegna della variabilità. Dalla seconda metà di settembre fino a tutto ottobre, al contrario, il tempo si è mantenuto soleggiato con temperature elevate.

Il risultato è un vino che oggi è (forse) leggermente “stanco” per via dell’eccessivo caldo. Al naso fiori essiccati, lavanda, rosmarino, liquirizia, eucalipto, agrume candito e miele di castagno.

In bocca cremoso, carezzevole con una eleganza stilistica ed una precisione per niente scontata per un vino che oggi conta ben 26 anni sulle spalle.

Argiano Brunello di Montalcino 2004 – il fuoriclasse

Condizioni climatiche ottimali. Buona piovosità primaverile, temperature non eccessive nei mesi di luglio ed agosto con qualche benefico acquazzone. Le viti hanno portato l’uva a maturazione perfetta. Dopo alcune annate molto precoci, nel 2004 si è ritornati ad un’epoca di raccolta “normale”, con inizio per il Sangiovese dal 20 settembre.

Da una grandissima annata non poteva che prodursi un grande vino!

Ricchissimo il bouquet olfattivo che spazia dalla frutta e dai fiori passando per il pepe rosa, la cannella, il tabacco fresco e che pian piano vira su sensazioni boschive di muschio, felce e foglie secche.

In bocca ha un imponente morso tannico che tuttavia risulta gentile ed educato ed una freschezza notevole accompagnata da una bellissima sapidità che supporta il vino rendendolo armonico. La chiusura è lunga e piacevolmente balsamica.

Argiano Brunello di Montalcino 2010 – il gentiluomo

Condizioni climatiche ottimali. Buona piovosità primaverile, estate calda e asciutta con temperature non eccessive. Mese di settembre con un clima molto adeguato: buone temperature diurne e notti fresche. La maturazione si è evoluta in maniera ottimale.

Il vino prodotto è figlio dello stile e delle richieste del tempo.

Al naso, infatti, sentori di frutta dolce lo rendono leggermente “ruffiano” ma, come detto, in generale le annate 2010, spesso si presentano in questo modo.

Al sorso troviamo un prodotto con una importante concentrazione e forza. Il morso tannico è ancora notevole ma ben bilanciato dalle componenti fresco/sapide che rendono questo vino lungo e molto persistente.

Argiano Brunello di Montalcino 2012 Riserva – l’equilibrato

Dopo un inverno rigido e con fenomeni nevosi – eventi positivi che hanno favorito solo parzialmente accumulo di acqua nelle falde – la primavera è stata relativamente calda come l’estate che inoltre è stata priva di precipitazioni. Le piogge di inizio settembre hanno lievemente ristabilito l’equilibrio favorendo la maturazione dell’uva sangiovese. Un’annata caratterizzata da una grande siccità estiva che ha visto una forte riduzione delle rese: acini piccoli ed enorme concentrazione delle uve.

Al naso veniamo subito compliti da sentori di eucalipto, spezie dolci, arancia candita, senape, mallo di noce, oliva nera, frutti di bosco e note di macchia mediterranea.

Il sorso è equilibrato e bilanciato con una bellissima freschezza che ricorda l’arancia rossa. Un vino pronto adesso e che sicuramente è destinato a durare ancora per molto tempo.

Argiano Brunello di Montalcino 2015 – il talentuoso

L’inverno è stato scarsamente piovoso e con temperature basse nel mese di gennaio/febbraio. Le precipitazioni primaverili, nella media stagionale, hanno permesso di creare riserve idriche per superare i caldi mesi di luglio/agosto. Il mese di settembre è stato mite, con buone escursioni termiche tra giorno e notte, favorendo la perfetta maturazione delle uve. In una sola parola: grandissima annata!

Tutto questo ha esaltato la dolcezza del frutto e la freschezza del vino e si traduce, nel calice, in bellissimi sentori di lampone, lavanda, mentuccia e macchia mediterranea.

Il sorso è straordinariamente ed incredibilmente equilibrato lungo e persistente.

Argiano Brunello di Montalcino 2015 VdS – l’affascinante

Il cru di Vigna del suolo nella medesima annata del Brunello 2015 esprime tutto il potenziale della parcella e dona ulteriore leggiadria ed ariosità al vino che risulta essere dotato di una freschezza incredibile ma anche molto saporito. Oserei dire un vino “gastronomico” con sensazioni di umami ed una meravigliosa nota ematica che ricorda la carne cruda. Il sorso è appagante e godurioso.

Argiano Brunello di Montalcino 2017 – il resiliente

La stagione 2017 è stata caratterizzata da due fenomeni di cambiamento climatico: siccità e ondata di caldo. La pioggia è stata quasi del tutto assente già dalla fine del 2016 e le temperature estive piuttosto elevate. Il temporale del 13 agosto e il conseguente abbassamento delle temperature notturne, hanno consentito la maturazione di una limitata quantità di grappoli che hanno, però, donato uve molto sane e di notevole complessità aromatica, tannini eleganti e ottima acidità naturale. Quantitativamente il 2017 è stato, quinidi, un anno difficile, con un calo produttivo compreso tra il 25% ed il 30% rispetto all’anno precedente.

Il vino, quindi, è figlio di questa annata estremamente difficile. Ciononostante è stato prodotto con una non comune maestria enologica che ha consentito di superare queste difficolta in cantina.

Il risultato è un vino (quasi) pronto già adesso con un’alta bevibilità che potrà solo migliorare con il passare del tempo.

Argiano Brunello di Montalcino 2018 – il tradizionalista

Inverno con piovosità nella media ed alcuni episodi nevosi nel mese di febbraio che hanno permesso di colmare il cospicuo deficit idrico. Inizio di primavera mite, con piogge sporadiche. Mesi di giugno e luglio caldi. Mese di agosto caratterizzato da piogge deboli e intermittenti nelle prime tre settimane e temperature medie di 25°C. Durante la prima settimana di settembre si sono riscontrate alcune giornate piovose con massime di 30°C. Inizio della raccolta a metà settembre.

Al naso risulta pieno e complesso e offre note di frutti rossi mescolate a erbe aromatiche e spezie.

Al palato si presenta rotondo e strutturato, e rivela tannini setosi che si allungano verso un finale fresco e persistente. Annata vecchio stile caratterizzata da una incredibile freschezza, leggiadria e sapidità.

Argiano Brunello di Montalcino 2018 VdS – il raffinato

In questa annata il Vigna del suolo si stacca dal fratello in modo meno evidente rispetto a quanto era successo con l’annata 2015. La fanno da padrone le classiche note di marasca del sangiovese che si uniscono a un caratteristico bouquet floreale ed a sentori di erbe aromatiche, note balsamiche ed ad una interessantissima nota affumicata.

Il sorso esprime tutta la dolcezza di frutto, tannini setosi e perfettamente integrati anche se, personalmente, mi sembra peccare leggermente in sapidità che, tuttavia, sono certo, migliorerà nel tempo. Il finale è lungo e piacevolmente persistente.

Curiosità

Vigna del suolo è un vigneto situato tra i 280 e i 310 metri di altitudine. Le viti di 55 anni sono profondamente radicate in un terreno caratterizzato da marna, argilla e una grande quantità di calcare. Per preservare questo prezioso terroir, la Tenuta Argiano utilizza tecniche di agricoltura biologica e la bassa produzione per ceppo.

il vigneto Vigna del Suolo

Conclusione

A fine degustazioni ho avuto il piacere di confrontarmi con il Sales Manager di Argiano Riccardo Bogi il quale ha dichiarato: La degustazione è stata volutamente esplorativa, non per premiare la miglior bottiglia ma proprio per far capire il percorso di Argiano, in epoche differenti, annate singolari, passando da stili puri e quasi ingenui dei ’70 per passare a stili meno “territoriali” degli anni ’90, precisi nei primi anni 2000 e genuini ed identitari dalla 2015 in poi. Concludendo direi che l’intera degustazione si possa riassumere con il termine “esplorativa”.

Il moderatore della masterclass Prof. Paolo Lauciani – Docente di Fondazione Italiana Sommelier – ha, invece, commentato la masterclass affermando: Abbiamo assaggiato un Brunello 1979 a dir poco emozionante che, a mio modo di vedere è come aver ascoltato le parole di un vecchio nonno: un saggio che ti racconta la storia del territorio e la sua identità.

Poi però siamo arrivati a vivere quello che sarà probabilmente il futuro di Montalcino, con una lettura per sottrazione che esalta l’eleganza più che la possanza ed io credo che noi siamo un po’ tutti dei nani sulle spalle dei giganti… dobbiamo salire sull’esperienza che hanno costruito i nostri padri ma dobbiamo fare un passo in più per guardare più lontano e credo che la lettura di Montalcino e del Vigna del Suolo in particolare, di questo cru straordinario e della eleganza come perno dell’interpretazione, sia il futuro del nostro vino e di Montalcino in particolare.

Il moderatore della masterclass: Prof. Paolo Lauciani – Docente di Fondazione Italiana Sommelier
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