Nel panorama dei vini italiani contemporanei oggi recensiamo il Bianchello del Metauro Superiore “Rocho” di Roberto Lucarelli, che emerge come un prodotto di significativa ricercatezza. Una bottiglia che supera la dimensione del semplice beverage per configurarsi come un documento territoriale.
Nella guida di Untold, un vero osservatorio critico che interpreta i vini non come oggetti, ma come sistemi complessi di narrazione culturale, questo vino ha conquistato i prestigiosi Tre Cavatappi per la sua raffinatezza e profondità, con note aromatiche e gustative in amalgama perfetta.
Un riconoscimento che sottolinea l’eccellenza produttiva e la capacità di rappresentare con autenticità il proprio terroir, in una dimensione di ricerca e innovazione dentro i confini della tradizione.
Roberto Lucarelli: Architettura di un Progetto Enologico
Le origini di questa realtà vinicola affondano in un terroir stratificato di storia e competenza. La famiglia Lucarelli, dal 1998 ha trasformato la viticoltura da pratica agricola a forma di interpretazione territoriale, dove ogni vigneto diventa un elemento di un racconto più ampio.
I proprietari, depositari di un sapere storico-culturale di rilievo, praticano un’agricoltura biologica fondata sul rispetto e sulla comprensione dei cicli naturali, traducendo i linguaggi della terra in coordinate di gusto precise e misurate.
Visitare l’Azienda
Situata nel cuore delle Marche, l’azienda Lucarelli si propone come un laboratorio di esperienza sensoriale.
Per gli enoturisti rappresenta un’opportunità di immersione che supera la logica della degustazione tradizionale: tour nei vigneti, percorsi di approfondimento storico e culturale, esperienze che connettono il visitatore ai ritmi e alle logiche della produzione.
Caratteristiche del Bianchello del Metauro “Rocho” 2021
Originario dei vigneti del Metauro, questo Bianchello Superiore racconta una geografia di transizione tra contesto collinare e marino.
Vigne di età media, con un’esposizione accuratamente selezionata, coltivate secondo principi di agricoltura biologica.
La produzione si caratterizza per una cifra di rarità: poche bottiglie per annata, una quantità che definisce una strategia di qualità.
Il Rocho matura per 12 mesi, con il 70% del vino in acciaio e il 30% in tonneaux. Questa combinazione conferisce complessità e struttura al vino, permettendo al rovere di influenzare delicatamente il profilo aromatico.
La Degustazione del “Rocho”
Nel calice, il vino si presenta con un paglierino intenso, arricchito da riflessi verde-oro. Una prima coordinate visiva che anticipa la complessità.
Al primo approccio, una geografia olfattiva articolata: agrumi non convenzionali, erbe mediterranee, una sottile nota minerale, melone bianco su tutti.
Il profumo si configura come un sistema di rimandi, dove ogni nota stabilisce connessioni con le altre.
Emergono successivamente sfumature di cedro selvatico, pompelmo, timo spontaneo.
Un dialogo sottile tra componenti vegetali e rimandi marini, dove la complessità risiede nella stratificazione.
Il primo contatto rivela una struttura dinamica.
L’acidità non è un elemento isolato, ma un asse portante che attraversa il vino con precisione.
La struttura si muove tra tensione e fluidità, restituendo una sensazione di movimento.
Nei primi secondi dominano agrumi e note floreali. In seconda battuta emergono nuovamente suggestioni marine, quasi una memoria chimica del territorio.
In chiusura, un’eco minerale intrisa di ammandorlato definisce il congedo.
La persistenza aromatica è decisamente appagante!
I giurati di Untold hanno colto un elemento cruciale: questo vino non invecchia, ma si trasforma.
Una modalità di evoluzione che lo colloca oltre le categorie convenzionali di lettura.
Abbinamenti Gastronomici del “Rocho”
Il Rocho stabilisce connessioni elettive con i sapori del territorio marchigiano. Trova la sua massima espressione con pesci azzurri dell’Adriatico, crostacei locali, primi piatti con erbe spontanee, formaggi freschi di capra: il punteggio è senz’altro di 4/4.
Il Rocho è un vino straordinariamente gastronomico, capace di realizzare un abbinamento che non è semplice accostamento, ma dialogo strutturale tra vino e cibo.
Conclusione
Rocho si configura come un documento enologico che supera la dimensione del prodotto per diventare interpretazione di un territorio.
Un vino come coordinate di senso.