Soave DOC Vintage Edition 2018, Bertani
Oggi parliamo di Bertani, una cantina storica Veneta che mi appassiona tanto per qualità, serietà e rispetto del Terroir.
Indice
Bertani: Un sorso di Storia
La cantina nasce nel 1857, grazie ai fratelli Gaetano e Giovan Battista Bertani i quali decisero di dedicare anima e corpo a questo progetto ed alla cura delle Cantine storiche di Grezzana, cuore dell’azienda e Tenuta Novare in Vapolicella Classica, zona d’elezione dell’Amarone.
L’azienda Bertani presta, da sempre, una grande attenzione all’innovazione con continui investimenti, puntando sulla professionalità e la qualità sempre nel rispetto del terroir e dell’autenticità del territorio. In quest’ottica, ha dato vita al gruppo “Bertani Domains”, di cui fanno parte diverse aziende riconducibili a differenti realtà Vitivinicole, fortemente legate ai rispettivi territori.
Il Vino
Il Soave Classico DOC di Bertani già nel 1931 è stato riconosciuto “tipico e pregiato” e fu servito per la prima volta al pranzo dell’incoronazione di Giorgio VI Re dell’impero Britannico nel 1937 tanto che fu denominato “Il vino del Re”.
“Quanno bevo er Soave de Bertani nun penso né à ieri né à domani” mi piace ricordare questi versi che il Poeta Trilussa dedicò a questo vino!
Il Soave Vintage 2018 di Cantine Bertani, è una “Special Edition”, ottenuto da uve Garganega in purezza coltivate sulle colline ad Ovest di Soave nel Veronese su terreni argillosi e calcarei.
La particolarità di questo vino è costituita dalle due differenti vendemmie effettuate per la sua produzione. La prima raccolta delle uve, circa il 40%, è effettuata nel mese di settembre, cui segue una classica vinificazione in bianco. Invece, la seconda parte delle uve viene raccolta verso la fine di ottobre e vinificata “in rosso”, ossia con fermentazione sulle bucce, per una maggiore estrazione di sostanze coloranti e tannini. Infine, segue l’affinamento in speciali vasche di cemento rivestite di mattonelle di vetro per 12 mesi.
La Degustazione
“Vintage” è sinonimo di qualità e rappresenta un legame con il passato, qualcosa che rimanda ad un tempo lontano. Così, nel mescere il vino nel calice, si crea un mix tra passato e futuro: l’infinita luminosità del giallo paglierino – sinonimo di gioventù – cede pian piano il passo a riflessi leggermente più carichi, che ci ricordano la storia ultracentenaria dell’azienda.
Al naso l’impatto è deciso, ci inebriano sensazioni di salvia e menta, seguite immediatamente da sentori di frutta matura: uva spina, nespola, albicocca. In bocca si percepisce nitida una spiccata freschezza, unita ad una buona sapidità, note che ci preannunciano una buona longevità . Persistente il finale, fine ed elegante.
L’abbinamento tradizionale è con il tipico Baccalà mantecato Veneto, ma si sposa bene anche con carni bianche o primi a base di pesce caratterizzati da buona struttura. Ma si fa apprezzare anche in riva al mare, al tramonto, possibilmente in buona compagnia.
Quello che non è ancora stato detto del vino
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