Nuovo appuntamento per l’anticipazione dei vini vincitori dei TRE CAVATAPPI di Decanto assegnati durante la prima edizione di “UNTOLD – Quello che non è ancora stato detto del vino”. Oggi sveleremo i vini dell’Emilia-Romagna

Cenni Storici

La viticoltura in Emilia-Romagna ha radici antichissime, risalenti all’epoca pre-romana. Già nel VII secolo a.C., gli abitanti di queste terre si dedicavano alla coltivazione della vite, come dimostrano alcune scoperte archeologiche. Ma è durante il Medioevo che la viticoltura ebbe un significativo sviluppo grazie ai monaci benedettini che contribuirono alla sua diffusione specialmente nella zona di Ferrara.

Nel XIX secolo, la filossera colpì pesantemente i vigneti locali, ma grazie alla condivisione di conoscenze e strategie tra i viticoltori si ebbe una ripresa collettiva che consentì, pian piano, di superare il disastro e continuare a produrre vini di qualità.

Territorio e Clima

L’Emilia-Romagna è una regione caratterizzata da una notevole diversità geografica e climatica.

In questa regione, caratterizzata da montagne, colline e pianure, il clima varia notevolmente. Allo stesso tempo, la composizione dei suoli è estremamente diversificata e spazia dai terreni alluvionali a quelli calcarei. Questa varietà di suoli favorisce la coltivazione di vitigni come il Lambrusco e il Sangiovese.

La regione può contare su circa 60.000 ettari di superficie vitata suddivisa approssimativamente in 70% pianura, 25% collina e 5% montagna. Questa distribuzione del territorio influenza, e non poco, le diverse zone vinicole.

Come è noto la regione può essere suddivisa in due aree geografiche e culturali ben distinte che si diversificano sia per le diverse tradizioni sia per le uve coltivate e i vini prodotti.

L’Emilia è la patria dei Lambruschi, vini rossi frizzanti, gradevoli e particolarmente indicati in abbinamento alla cucina locale mentre in Romagna prevalgono i vini fermi prodotti con le uve Sangiovese, Albana e Pignoletto

I Numeri dell’Emilia-Romagna

Denominazioni

L’Emilia-Romagna vanta un numero significativo di denominazioni cosi suddivise: 2 DOCG (Colli Bolognesi Pignoletto e Romagna Albana), 18 DOC (Bosco Eliceo, Colli Bolognesi, Colli d’Imola, Colli di Faenza, Colli di Parma, Colli di Scandiano e di Canossa, Colli Piacentini, Colli Romagna Centrale, Gutturnio) e 9 IGT.

Tra le DOCG più note troviamo il Colli Bolognesi Pignoletto e il Romagna Albana che è stato il primo vino bianco italiano ad ottenere la DOCG nel 1987.

Tipologia di Vitigni

Per quanto attiene ai vitigni anche in questo caso dobbiamo distinguere la regione in due macro aree: l’Emilia e la Romagna. Ecco una suddivisione di massima per zone di produzione:

Zona di Piacenza

I vitigni più coltivati sono quelli a bacca nera come Barbera e Croatina che caratterizzano la Gutturnio DOC e in parte la Colli Piacentini Bonarda che viene prodotta a partire dalla Croatina (in una percentuale minima di utilizzo dell’85%) alla quale possono essere aggiunte (fino a un massimo del 15%), uve a bacca nera, non aromatiche e idonee alla coltivazione in Emilia Romagna. Per quanto riguarda i vitigni a bacca bianca i più diffusi sono: Malvasia di Candia aromatica, Moscato bianco, e il vitigno autoctono Ortrugo.

Zone di Reggio-Emilia, Modena e Bologna

Nelle zone di Reggio-Emilia e Modena, i vitigni più diffusi sono quelli utilizzati per la produzione del Lambrusco. Questo vino frizzante è ottenuto da varietà come il Lambrusco Salamino, il Lambrusco Maestri, il Lambrusco Marani, il Lambrusco Montericco e l’Ancellotta.

In particolare, nel Modenese, vengono prodotti vini frizzanti con l’utilizzo del Lambrusco di Sorbara e il Lambrusco Grasparossa che sono i vitigni più comuni ed utilizzati in questa zona.

Per quanto riguarda Bologna, oltre ai vitigni autoctoni, Montù e Pignoletto (entrambi a bacca bianca) protagonisti della Reno DOC e della Colli Bolognesi Classico Pignoletto DOCG sono presenti anche altre varietà classiche che hanno raggiunto livelli di eccellenza negli ultimi anni. Tra queste, troviamo il Pinot Bianco, il Chardonnay, il delicato Riesling Italico e lo strutturato Sauvignon, oltre al Merlot, al Cabernet Sauvignon e alla Barbera

Zona di Parma

Sulle colline della provincia di Parma, si estende un’area di altitudine compresa fra i 200 e gli 800 metri s.l.m. che da secoli è vocata alla viticoltura. Questa zona è caratterizzata per la prevalenza dei vini bianchi sui vini rossi. Fra i vitigni di insediamento storico si trovano il Malvasia di Candia aromatica e il Sauvignon blanc, fra i rossi Barbera e Bonarda. A questa produzione si affiancano altri vitigni quali Pinot nero, Pinot bianco, Pinot grigio, Chardonnay, Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Lambrusco (varietà Maestri).

Zona della Romagna

Nella regione della Romagna, il Sangiovese è il vitigno di maggior rilevanza. Questo vitigno supera in quantità il Trebbiano Romagnolo (il vitigno a bacca bianca più diffuso nella zona), il Pagadebit e l’Albana a significare l’importanza di questo vitigno per il territorio.

La Produzione annua e numero aziende

La produzione annua, dell’Emilia-Romagna, nel 2023 si è attestata intorno a i 6,2 milioni di ettolitri di vino posizionandosi tra le prime regioni italiane per quantità. Il numero di aziende vitivinicole che contribuiscono alla ricchezza e diversità della produzione vinicola locale si attesta a poco più di 2.800 unità.

Sveliamo adesso i vini dell’Emilia-Romagna che si sono aggiudicati i TRE CAVATAPPI superando l’ardua selezione di vini degustati dai nostri commissari.

I vincitori sono organizzati per tipologia, denominazione o vitigno ed annata.

I Migliori vini Rossi dell’Emilia-Romagna

  • Loschi Enrico – Gutturnio Superiore DOC “Le Rivette” 2022
  • Tenuta Uccellina – Sangiovese di Romagna Riserva DOC “Ghineo” 2019

I Migliori vini Frizzanti dell’Emilia-Romagna

  • Folicello – Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Frizzante DOC “Folicello L’amabile” 2023
  • Cantina Divinja – Lambrusco di Sorbara Brut DOC “Unico” 2023

Analisi dell’Ultima Annata (2023)

L’annata 2023 è stata particolarmente sfidante per l’Emilia-Romagna. Le forti piogge primaverili e la peronospora hanno influenzato negativamente la produzione, con una riduzione stimata tra il 20% e il 24%. Inoltre, l’alluvione di metà maggio ha causato danni significativi, complicando ulteriormente la situazione. Ciononostante i vini prodotti sono stati di buona qualità.

Per quel che attiene al Sangiovese, l’annata 2023 ha prodotto vini caratterizzati da una piacevole sapidità e contraddistinti da note di frutta rossa come la ciliegia e l’arancia sanguinella anche se molti dei vini prodotti, ancora, devono maturare per esprimessi al meglio.

L’Albana ha prodotto vini dalla buona struttura, con una piacevole freschezza e note di frutta gialla, agrumi, ginestra, nocciole e miele. Al sorso è risultato fresco e ben bilanciato arricchito da una piacevole mineralità e da una sensazione tannica, tipica dell’vitigno, che ha contribuito a donargli un maggiore equilibrio complessivo.

Per quanto riguarda il Lambrusco l’annata 2023 è stata particolarmente interessante. La vendemmia è stata ritardata di due settimane rispetto ai tempi previsti, ma la qualità delle uve è rimasta elevata grazie al prolungato sole estivo.

Il Lambrusco di Sorbara è risultato fresco e fruttato, con un perlage fine e caratterizzato da sentori floreali e fruttati di frutti di bosco e agrumi. Il Lambrusco Grasparossa si è mostrato di grande carattere, con un colore rosso rubino intenso e sentori di frutta e fiori rossi ed infine Il Lambrusco Salamino è risultato un lambrusco di grande personalità.

E con questo, per il momento, è tutto

Vi diamo appuntamento con la prossima regione ed i relativi TRE CAVATAPPI

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