Villa Collepere, il Verdicchio di Matelica in un luogo da sogno
Rientra a pieno titolo tra i luoghi più gustosi e rilassanti da visitare nelle Marche e nel centro Italia! E’ Villa Collepere a Matelica, con il suo speciale Verdicchio.
Siamo nella Sinclinale Camerte, una Valle speciale tra gli Appennini, nell’Alta Vallesina tra Fabriano e Camerino, candidata a patrimonio Unesco.
Un contesto paesaggistico segreto, collinare, punteggiato da vigne e ulivi, dove anche nelle Estati più calde, alla sera il clima diventa magicamente fresco.
A pochi Km proprio da Matelica, uno degli otto comuni in cui si produce l’omonimo Verdicchio, sorge Villa Collepere, un’antica dimora rurale, di proprietà della famiglia Gagliardi-Mariotti, restaurata e gestita con amore, abbracciata dalle vigne di proprietà.
La sosta perfetta per chi vuole cullarsi tra le bellezze e le delizie del territorio, una vera scoperta nel cuore d’Italia.
Indice
Villa Collepere, una storia di famiglia
Gli ambienti di Villa Collepere colpiscono con il loro charme accogliente e la loro perfetta sintonia con la natura circostante. Questa dimora rurale, con il suo parco secolare, risale al 1700, ed è diventata il cuore pulsante di un’avventura intrapresa da Carlo Mariotti e Marilena Gagliardi che, da Milano, hanno lasciato alle spalle la metropoli per ritornare in un luogo incontaminato.
Agli inizi del 2000, Marilena e Carlo si sono imbattuti in questo storico casino di caccia, a cui poi nell’’800 è stata aggiunta una casa di villeggiatura estiva, un tempo di proprietà della nobile famiglia Pierleoni.
Un incontro trasformatosi in amore a prima vista che ha portato alla ristrutturazione del casale, pur mantenendone intatta l’originale allure. All’interno della struttura sono state ricavate 12 camere e suite, in pieno stile locale, con materiali originali e colori scelti proprio a richiamare la storicità del luogo. Un vero e proprio restauro, come quello che coinvolge ogni grande opera d’arte.
A completare il quadro idilliaco di quest’imponente missione si sono aggiunte un’area benessere interna, con sauna, bagno turco e doccia sensoriale, un parco alberato curatissimo che ospita una piscina e una vasca idromassaggio.
A coronazione del legame che unisce la dimora al luogo, è arrivata una produzione vinicola familiare, che prende vita proprio dalle vigne che la circondano. Ecco perché a Villa Collepere puoi davvero sentire il territorio, in tutte le sue sfumature.
Degustando i vini di Villa Collepere
Quattro ettari vitati, tutti curati in regime biologico, a raccontare tre etichette che catturano le peculiarità del terroir matelicese.
Il protagonista della produzione non può che essere lui, il Verdicchio di Matelica, un bianco che – così si dice – veste di rosso, a suggerirne forza e carattere. Quello che colpisce del Verdicchio matelicese è proprio l’eccezionale connubio tra intensità e godibilità. Un vino che sa sorprendenti per leggerezza e persistenza.
Una descrizione che calza a pennello sul Grillì e sul suo fratello maggiore, il Riserva Angelo.
Quindi, per solleticare i sensi, stuzzicare la curiosità, e farsi venire immancabilmente appetito, ecco le tre star di Villa Collepere.
Grillì 2019 – Verdicchio di Matelica DOC
Così come la famiglia Gagliardi, anche il Grillì ha un profondo legame con la sua terra. Il suo nome richiama l’appellativo dialettale con cui la gente del posto si riferiva ai membri della famiglia che, come “grillì” (forma tronca del termine “grillini”) saltavano di qua e di là, sempre in viaggio. Un viaggio che ha portato alla nascita di un grande Verdicchio, tipico e appassionante. Il suo legame con la terra d’origine si esprime già attraverso l’etichetta artistica che rappresenta in forma simbolica la terra, la casa, il sole e le vigne … tutti gli elementi alla base del Grillì.
Questo Verdicchio di Matelica nasce da piante di 15-30 anni d’età, radicate in terreni argilloso-calcarei, sciolti e ben drenanti, poste a circa 300-400 metri d’altitudine sul livello del mare, in località Collepere. Piante che avvolgono la Tenuta con i loro profumi, durante la maturazione.
Il Grillì affina a lungo sulle fecce fini, per circa 8 mesi, e rivela subito grande ricchezza, già nel colore … e ancora non ti ho detto dei profumi!
Un calice che ti abbraccia con note di agrumi, frutta fresca, erbe aromatiche e fiori primaverili. In particolare, il Grillì 2019 regala sensazioni avvincenti di scorza di limone e albicocche, di gelsomino e macchia mediterranea, con accenni piccanti di pepe bianco e note affumicate. Intenso nei profumi come al gusto dove è subito la sapidità a vincere, ben assecondata da una netta freschezza che rende il sorso succoso e dinamico. Morbido, ricco di acidità e mineralità, dalla lunga persistenza aromatica, è un vino ideale per accompagnare carpacci profumati e succulenti di mare, ricette con caviale e tartufo, anche vegetariane. Con il sushi così come con lo sformato di semolino con fonduta di pecorino e tartufo nero, assaggiato al Matelica Wine Festival, il Grillì offre il meglio di sé.
Angelo 2019 – Verdicchio di Matelica Riserva DOCG
Questo Verdicchio Riserva deve il suo nome ad Angelo Gagliardi, fra i primi sommelier d’Italia e cofondatore dello storico Ristorante La Rampina, alle porte di Milano, ancora oggi di proprietà e gestito dalla famiglia Gagliardi.
Un vino particolare fin dalle radici. Infatti, le viti da cui nasce l’Angelo costituiscono un sovrainnesto su vigne antiche di Montepulciano. Una scelta perfetta per valorizzare i terreni e l’esposizione ottimale dei filari preesistenti, per uve ricche già in partenza. Una resa bassissima, di 40 q/ha, una vendemmia leggermente posticipata e un lungo affinamento, di ben 27 mesi sulle fecce fini, contribuiscono all’eccezionale profilo gusto-olfattivo di questa Riserva.
L’Angelo 2019, seppur ancora giovanissimo, lascia intravedere le sue potenzialità future, merito anche dell’ottima annata.
Anche qui la mineralità è in primo piano, già nei profumi, con note saline che richiamano il mare. Un ensemble di profumi che risuona nel calice con note di cedro, pesche, mandorle al miele, salvia e fiori di ginestra e quasi pistilli di zafferano. Ricco e morbido anche al gusto, generoso di sapore e, allo stesso tempo, di una smagliante freschezza che guiderà il suo volo ancora per anni. Un bianco da tenere sott’occhio per scoprire come diventerà con altri tre anni d’attesa.
In quanto ad abbinamenti con il cibo, qui puoi davvero osare con pietanze di grande succulenza, profumate e saporite. Un Verdicchio da abbinamenti gourmet!
Non vedo l’ora di provarlo con un baccalà alla vicentina, con dei tortelli con fichi e pecorino, con un pollo alla crema di funghi, con una carbonara al tartufo nero, con delle linguine alle ortiche con capesante, con delle lasagnette di persico e carciofi.
Un bianco che tiene fede alle promesse del Verdicchio di Matelica di grande vino da pesce ma che sa spingersi oltre.
Il Collepere 2022 – Colli Maceratesi Rosso DOC
Questo è il rosso che desideri sorseggiare anche in Estate. Ecco perché Davide Gagliardi ci ha consigliato di gustarlo prima del Verdicchio di casa, poiché più leggero del suo fratello in bianco pur con lo stesso spirito saporito. D’altronde il sapore è sempre di casa tra i vini di Villa Collepere.
Questo rosso nasce da un blend ricco, di Merlot, Sangiovese, Cabernet, Petit Verdot e Lacrima, vinificati insieme.
Il gusto, come la composizione, è ricco di sfumature, con note di frutti di bosco e ciliegie, rosmarino e un pizzico di piccantezza speziata su un sottofondo floreale che ricorda le violette.
Un assaggio minerale e succoso, dal lungo finish saporito con quella dose di freschezza ideale che lo rende ancora più leggero e vibrante, perfetto anche per allietare un happy hour con assaggi di verdure grigliate, bruschette al pomodoro, formaggi e salumi. Da stappare e godere all’ombra degli alberi secolari di Villa Collepere.
Ritorno a Villa Collepere
Un soggiorno che è una vera immersione nelle piacevolezze di una terra che resta ancora segreta. Una zona racchiusa tra monti e colline, che cela uno scrigno di delizie. La mia partecipazione al Matelica Wine Festival è stata notevolmente arricchita dalla rivelazione dei vini e della Villa Collepere.
Una produzione davvero artigianale, di circa 2000 bottiglie annue, che mi ha davvero colpita. Vini da riassaggiare e un luogo speciale in cui tornare: doppia scoperta, doppia felicità.
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Quello che non è ancora stato detto del vino
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