Le migliori cantine dell’Etna Doc: quali visitare?
Esplosivi come la lava della Muntagna, pungenti e dolci come i fichi d’india ed eterogenei come la natura che circonda l’Etna, a tratti selvaggia e arida, a tratti rigogliosa e generosa. I prodotti del territorio etneo racchiudono questo spirito forte e al tempo stesso gentile della Sicilia Orientale, prendendo energia dal vulcano dei vulcani, l’Etna, dea e genitrice che dona frutti ai suoi figli.
Uno dei frutti più maturi è sicuramente l’omonimo vino, l’Etna Doc, che sin dai tempi della Magna Grecia è apprezzato per i suoi profumi e i suoi sentori. Per conoscere la denominazione etnea scenderemo nelle viscere di questa terra visitando le migliori cantine dell’Etna Doc, per ascoltare i racconti di chi produce questo nettare tanto antico, quanto esplosivo.
Indice
Il territorio: quali aree ricadono nella denominazione Etna DOC
Se da un lato la Muntagna ha una forza dirompente e violenta, dall’altra sa essere anche gentile e dolce. Lo dimostra proprio il suo terreno che, sotto il suo manto nero e apparentemente arido, nasconde un cuore vivo, dalle sfumature rosse, come la lava del vulcano.
Sono proprio le eruzioni dell’Etna, tra lapilli e ceneri, che rinnovano il terreno rendendolo fertilissimo. Infatti, il materiale vulcanico che si posa a terra è ricco di microelementi – come potassio, ferro e rame – di cui le viti si nutrono. Il risultato? Un vino sapido e minerale.
Queste proprietà erano già note in passato, come testimonia il De Naturali Vinorum Historia (Storia dei vini d’Italia) del 1596, nel quale si legge che i colli di Catania producono grandi vini, grazie al terreno, reso fertile dalle ceneri dell’Etna.
Le caratteristiche dei vini etnei sono determinate anche dall’escursione termica tra il giorno e la notte (può arrivare anche a 30 gradi!) e alla vicinanza con il mare che mitiga il clima.
Dal punto di vista della produzione, il territorio è abbastanza impervio per via della pendenza naturale delle colline. Tuttavia, la sapienza e l’ingegno dell’uomo hanno dato vita ai tipici terrazzamenti, dei muretti a secco realizzati con la pietra lavica, un metodo che rende possibile la produzione di vino nella zona e salvaguardare al tempo stesso il territorio.
Le aree dell’Etna DOC
Tra Randazzo e Castiglione di Sicilia si produce una buona percentuale dei vini dell’Etna. La zona di produzione ricade più nello specifico nei comuni di Biancavilla, S. Maria di Licodia, Paternò, Belpasso, Nicolosi, Pedara, Trecastagni, Viagrande, Aci S. Antonio, Acireale, S. Venerina, Giarre, Mascali, Zafferana, Milo, S. Alfio, Piedimonte, Linguaglossa, Castiglione, Randazzo.
Una menzione speciale va a Milo, conosciuta anche come la Capitale dell’Etna Doc, perché è solo qui che si producono le uve di Carricante che danno vita all’Etna Bianco Superiore, come definito dal disciplinare. Da sempre Milo è anche il centro di fertilità permanente del territorio etneo: è la più vicina al mare e al cratere del vulcano, per questo più esposta alla caduta di lapilli, rinnovando il terreno ad ogni nuova eruzione.
I vitigni dell’Etna e i suoi vini
In questo luogo forte, che accoglie da secoli figure mitologiche di Ciclopi e fabbricanti di saette, il caos primordiale delle eruzioni è stato trasformato dall’Etna in ordine, che ha preso forma di vita e di vitigni autoctoni.
Partiamo dai leggendari vitigni a bacca nera: il Nerello Cappuccio e il Nerello Mascalese.
Quest’ultimo è forse il più conosciuto e viene utilizzato per la produzione dell’Etna Rosso, del rosato e viene anche vinificato in bianco per lo spumante. Il Nerello Cappuccio si trova il 20% nell’Etna Rosso, che conferisce al vino note speziate. Tra queste, si fanno spazio anche acidità e tannini, insieme ai sentori di dolcezza dei frutti rossi. Ad ogni sorso si riconosce sicuramente la freschezza e la forza del vulcano e di tutto il calore della Sicilia.
L’Etna Rosato, menzionato qualche riga più su, è un vino raffinato e fresco, quasi agrumato, grazie alla sua delicatezza degli aromi e all’acidità non molto spiccata.
Spostandoci invece sui vitigni a bacca bianca, troviamo il Catarratto e il Carricante.
Il Carricante prende il nome dalla sua antica predisposizione del vitigno a riempire i carri con le sue uve, grazie alla sua carica produttiva. Troviamo le sue uve nell’Etna Bianco per un minimo del 60%, 80% nel caso dell’Etna Bianco Superiore.
Contrariamente a molti bianchi, l’Etna Bianco ha in genere un’acidità agrumata, salina e molto decisa, ma fine ed elegante.
Migliori Cantine Etna Doc
4,5 milioni di bottiglie prodotte, 166 produttori di Etna DOC e 133 contrade. Questi sono i numeri che emergono dalle pendici dell’Etna, dal versante nord a quello orientale. Per questo articolo abbiamo scelto solo alcune delle tante cantine etnee, in base all’offerta dell’esperienza proposta.
Donnafugata e le tenute dell’Etna
Una cantina che ha antiche radici a Marsala, ma che nel tempo si è diffusa in tutta la Sicilia. Infatti dal 2016 Donnafugata si trova anche Randazzo, sul versante nord dell’Etna dove si producono gli omonimi vini.
Tra vigneti, strati di lava solidificata e vista sul vulcano più attivo d’Europa, la cantina propone tour enogastronomici alla scoperta del territorio e dei suoi prodotti:
- Etna da bere, visita guidata dei vigneti, della cantina e della barricaia con degustazione di 4 vini
- Brunch etneo, visita guidata dei vigneti, della cantina e della barricaia con degustazione di 4 vini abbinati a 4 assaggi tipici della cucina etnea
- Donna Vulcano, visita guidata dei vigneti, della cantina e della barricaia con degustazione di 5 vini abbinati a cinque piatti tipici
- #Donnafugatatime Etna, visita guidata nei vigneti, della cantina e della barricaia con degustazione all’aria aperta di 3 vini in abbinamento a piatti tipici della tradizione
Cantine Nicosia: visita e pranzo nella cantina storica dell’Etna DOC
Ci spostiamo ora sul versante sud dell’Etna. Cantine Nicosia è una delle più storiche (nasce nel 1898), ma che rimane giovane nel tempo perché ogni nuova generazione porta con sé innovazioni che, al loro passaggio, cambiano per sempre la cantina. Una tra le più importanti – e forse per molti tra le più inaspettate – prende il nome di Spumante Metodo Classico per i vini dell’Etna Doc.
Altre innovazioni sono sicuramente l’utilizzo delle biotecnologie per la cura dei vigneti nel rispetto della natura e l’enoturismo. Proprio il turismo intorno al vino di questa cantina, i numeri sono davvero esplosivi: l’azienda accoglie circa 15 000 turisti ogni anno!
Se vorrai far parte anche tu delle persone che hanno visitato Cantine Nicosia, allora dovrai sapere che la giornata sarà rilassante e spensierata, tra visita in cantina e nella bottaia sotterranea con degustazione di vini dell’Etna, accompagnati da formaggi, salumi e altri prodotti tipici.
Potrai scegliere anche la formula del pranzo in cantina, con un menù degustazione di 4 portate che comprende antipasto, un primo piatto, un secondo e il dessert.
Cantine Palmento Costanzo
Un’amore per l’Etna, nato durante l’infanzia grazie al papà, che è fluito nell’età adulta in un’azienda vitivinicola e che si è solidificato nei vini. La storia della cantina Palmento Costanzo inizia così, con questa passione di Valeria Agosta Costanzo.
Una visita con degustazione di vini dell’Etna in cantina aiuterà sicuramente ad apprezzare ogni dettaglio della storia e della lavorazione del vino con la visita all’antico palmento, un’ampia vasca dedicata alla pigiatura e alla fermentazione dei mosti.
Da Cantine Palmento Costanzo, potrai godere dello spettacolo della natura, tra il giallo delle ginestre e il verde dei vigneti dell’azienda, che si trovano su una sciara, una colata lavica che si è raffreddata, avvenuta nel 1879.
ps: presto sarà anche possibile soggiornare nel loro wine resort, il luogo ideale per dormire tra i vigneti dell’Etna!
Degustazione di vini dell’Etna da Cantina Cottanera
A Castiglione di Sicilia, sul versante nord del vulcano, nasce negli anni ’60 la cantina Cottanera, che prende nome da una zona nella parte più bassa dell’azienda.
Dove ora ci sono le viti della cantina della famiglia Cambria, prima c’erano noccioleti ed è stato il nonno degli attuali proprietari, un appassionato del mondo vitivinicolo, a piantare i vigneti autoctoni etnei.
Se vorrai visitare questa cantina, ti aspetterà un ambiente familiare e rilassato dove scoprire come nascono e le caratteristiche dei vini dell’Etna. C’è solo l’imbarazzo della scelta per i vari percorsi, tra degustazioni delle annate più pregiate, aperitivo in cantina, formula light lunch, pranzo o cena in vigna.
Una particolarità della cantina Cottanera sono i due percorsi tecnici per la degustazione, pensati per i più esperti in materia di vino.
Visitare quest’azienda – come tutte le altre del resto – significa portare a casa un baglio di unicità, arricchita dall’ardore verso questa terra così impulsiva quanto dolce e generosa.
Il Barone di Villagrande
Si trova a Milo, a circa 700 metri sul livello del mare, dove la famiglia Asmundo coltiva vigneti dal Settecento. A proposito di storia, è in questa cantina che a fine del 1800 le uve bianche furono vinificate in purezza, diversamente dalla pratica comune che prevedeva la vinificazione insieme alle uve rosse: da quel momento nasce l’antenato dell’Etna Bianco Superiore.
Fluendo tra gli aneddoti storici, nella cantina di affinamento si possono ammirare alcune botti risalenti all’Ottocento e, arrivando al secolo scorso, precisamente nel 1989, l’azienda ottiene la certificazione biologica, per una produzione in sintonia con la natura.
Grazie alla visita in cantina, scoprirai altri aneddoti legati all’azienda e i segreti del territorio nel quale la cantina è immersa. Nel farlo, ti aiuteranno non solo i racconti, ma anche la degustazione dei vini dell’Etna, che si abbinano ai piatti della cucina etnea.
All’interno dell’azienda si trova anche il ristorante, che utilizza solamente prodotti del territorio, con un menù stagionale dell’orto biologico, dalle verdure alle erbe aromatiche.
I Vigneri di Salvo Foti
Lo spirito di base è la ricerca dell’armonia, un approccio organico, senza correre e forzare la natura, in sintonia con ciò che ci circonda: l’Ambiente e il Monte Etna, di cui ci sentiamo parte, non al di sopra.
Salvo Foti
Questa è la filosofia che guida il lavoro dell’azienda di Salvo Foti, uno dei più importanti enologi italiani. Il vino è un prodotto per l’uomo nel rispetto dell’ambiente e per questo anche la cantina stessa è pensata per poter ridurre al minimo il dispendio di energia.
Durante la visita in cantina scoprirai ad esempio che si utilizza ancora il palmento, una vasca realizzata in pietra lavica con un torchio, dedicato alla trasformazione delle uve in vino. È una tecnica molto antica ed era conosciuta già dai romani, come testimonia la descrizione di Plinio il Vecchio. Non si utilizza quindi corrente elettrica, ma si sfrutta la forza di gravità. La cantina I Vigneri non supera di certo le correnti gravitazionali, anzi ne conosce le leggi e le trasforma in un dono.
Dietro queste scelte che sembrano puramente ambientali c’è anche un approccio umanistico. Sentirai parlare anche di vini umani, dei vini che racchiudono l’energia dell’Etna, certo, ma anche tradizioni passate, quasi dimenticate. Quelli dell’azienda di Salvo Foti, sono dei vini umani soprattutto per il rispetto dei viticoltori etnei, per lo spazio che si dà all’uomo, un intermediario tra vigneto e cantina che produce un prodotto etico e onesto, un prodotto dall’Uomo per l’Uomo, inteso come tutto il genere umano.
Tenuta di Fessina, la cantina dell’Etna con pernottamento
Creare un luogo di bellezza, tra terra e spirito è stato l’obiettivo primordiale di Tenuta di Fessina, voluto della patron Silvia Maestrelli, fiorentina di nascita e accolta come figlia dall’Etna, che ci ha lasciati nel gennaio del 2022.
Era proprio sul versante nord dell’Etna che Silvia si innamorò di Fessina, un borgo abbandonato che ha trasformato in una cantina, con una missione ben precisa.
Completa questo sogno il bellissimo wine resort, dove poter soggiornare tra atmosfere del passato e modernità in armonia con la natura.
I piatti e i prodotti tipici del territorio etneo, in provincia di Catania
Si dice spesso che la cultura di un territorio passa anche attraverso la tavola. Per un’esperienza enogastronomica completa ti consigliamo quindi di assaggiare:
- La caponata al miele di Zafferana: si prepara con un soffritto di olio e cipolla dove si aggiunge il miele e l’aceto per creare una nota agrodolce dove andranno ad amalgamarsi melanzane, zucchine, peperoni e patate precedentemente fritte. Completa il tutto le mandorle, capperi e uvetta.
- Pasta alla norma: tipica della Sicilia, la pasta è condita con melanzane fritte, pomodori freschi e ricotta salata da grattugiare
- Spaghetti alla carrettiera: un primo piatto con aglio, olio, pepe e una spolverata di pecorino grattugiato
- I biscotti dello sciatore: si chiamano così perché accompagnavano le giornate degli sciatori sull’Etna. I biscotti sono morbidissimi e preparati con un impasto di farina, latte, uova e lievito ricoperti con una glassa al cioccolato.
- Il cannolo: con la sua cialda croccante e il ripieno morbidissimo di crema a base di ricotta, è il dolce simbolo della Sicilia è arricchito di tanto in tanto di scaglie di cioccolato, pistacchio o canditi.
Tra i prodotti tipici ricordiamo le salsicce di Linguaglossa, il formaggio Piacintinu e il miele di di Zafferana Etnea, che si distingue per un profumo e un’aroma intensi tanto per via dei fiori di limone.
Dove mangiare a Catania e provincia
- U Fucularu a Catania: si trova proprio alle spalle di Piazza Università e ricrea un’atmosfera accogliente tra pupi siciliani e le coloratissime maioliche. Da provare sono i primi come fettuccine al pistacchio e la tipica pasta alla norma.
Tel. 348 567 8821 - Prestipino a Catania: in piazza Duomo, a qualche metro dalla statua dell’elefante simbolo della città, si trova il luogo perfetto per una tappa golosa. Questo bar-pasticceria è ideale per assaggiare i veri cannoli siciliani, biscotti alla pasta di mandorle e le tipiche olivette di Sant’Agata
- La Dispensa dell’Etna a Castiglione di Sicilia: dopo aver camminato tra i vicoletti, si arriva al locale, che affaccia su una piccola piazza. La specialità è la caponata, molto delicata ma al tempo stesso decisa nei sapori, i pancirotti alla norma.
Tel. 0942 984258 - I quattro archi a Milo: locale premiato più volte con la chiocciolina slow food, utilizza prodotti locali come il cavolo trunzo di Aci, che viene proposto in versione arancino e con i maccheroni. Altre specialità? Parmigiana di melanzane, caponata e secondi a base di carne di suino nero dei Nebrodi.
Tel. 095 955566
Cosa fare e vedere a Catania e dintorni
- Visitare il centro storico di Catania: i punti di interesse principali sono sicuramente piazza del Duomo, dove poter ammirare il duomo da cui prende nome e la celebre statuetta dell’Elefantino, simbolo della città. Da non perdere una passeggiata in via Etnea, dalla quale si ammira la Muntagna e fare shopping tra i negozi, fino ad arrivare ai giardini di Villa Bellini, dove riposare sulle panchine.
- Fare un’escursione sull’Etna: un’esperienza indimenticabile, alla scoperta di crateri, grotte e sentieri con percorsi adatti anche ai più piccoli
- Bosco delle Betulle versante nord dell’Etna: si trova a 1700 metri di quota, nel Parco dell’Etna. Ammirare da vicino la Signora dei Boschi è un’esperienza unica, perché la sua presenza in Sicilia è davvero singolare, dato che sono arrivate nel territorio durante l’ultima glaciazione.
Quello che non è ancora stato detto del vino
La guida è disponibile in un pregiato volume cartaceo di 392 pagine in tiratura limitata sul nostro shop.
One thought on “Le migliori cantine dell’Etna Doc: quali visitare?”