Nella premiazione dei tre cavatappi del Trentino Alto Adige abbiamo potuto apprezzare le sfumature enoiche più caratteristiche di questa regione, ricca anche nella produzione di vini.

Il Metodo Classico della Trento DOC ha reso subito la giornata spumeggiante. Un discorso che si è ampliato verso Nord, raccontando le meraviglie profumate in bianco e in rosso della zona altoatesina, con vitigni internazionali e locali in primo piano che nelle zone montane e pedemontane del territorio sanno mettere in mostra i loro caratteri più distintivi e appetitosi.

Nonostante il suo appeal decisamente montano, il Trentino Alto Adige è una vera scoperta proprio dal punto di vista vitivinicolo poiché patria di vini intensi e profumati, capaci di scaldare le giornate più fredde, così come di nettari dissetanti e profumati che fanno subito Estate.

Scoprire, giorno per giorno, i vini del Trentino Alto Adige premiati con i tre cavatappi ha reso la realizzazione della Guida Untold quasi una vacanza, passeggiando tra i monti e immaginando il mare.

Il paesaggio vinicolo del Trentino Alto Adige

Per apprezzare ancora di più i bianchi e i rossi del Trentino Alto Adige premiati con i tre cavatappi è importante conoscere la loro provenienza, quei luoghi che hanno saputo offrire il meglio alle uve coltivate da cantine che conoscono bene l’importanza del legame tra zona e vitigno.

Quella del Trentino Alto Adige è una regione montuosa, caratterizzata da un clima alpino, mitigato proprio dalla presenza dei rilievi che bloccano i venti freddi del Nord. La viticoltura viene favorita dalla presenza del fiume Adige, e dei suoi affluenti, che solca la regione da Nord a Sud rendendo la Valle particolarmente fertile, agendo da volano termico.

Proprio grazie alla ricchezza fluviale l’allevamento della vite ha successo in diverse aree regionali. La più importante è proprio quella che si snoda lungo il corso dell’Adige, specialmente nel settore altoatesino, dove ha preso vita una vera e propria “Strada del vino” (Südtiroler Weinstraße) che tocca i rinomati centri di Caldaro e Termeno e sale a Nord fin oltre Bolzano.

Le escursioni termiche della zona, unite a una coltivazione su pendii soleggiati e a terreni di origine calcarea e porfirica, perfettamente drenanti, favoriscono la produzione di bianchi e rossi generosi in freschezza e aromaticità. Non per nulla l’Alto Adige è spesso paragonato all’Alsazia, come un territorio capace di segnare i suoi vini con spiccati profumi.

La zona trentina più a Sud, luogo eletto per la produzione spumantistica del Trento DOC, è segnata da terreni calcarei, ricchi di minerali, e da una coltivazione della vite compresa tra i 200 e gli 800 metri sul livello del mare, in un contesto pedoclimatico dalle intense variazioni di temperatura, sia giornaliere che stagionali, mitigato dalla presenza dell’Adige e dalla vicinanza del Lago di Garda. La natura del suolo, insieme al microclima locale, rendono questo territorio più che vocato alla produzione di eccellenti Metodo Classico. Un contesto che ricalca quello della celebre regione di Champagne.

Quali saranno i vini del Trentino Alto Adige premiati con i 3 cavatappi?
Quali saranno i vini del Trentino Alto Adige premiati con i 3 cavatappi?

Vitigni e vini del Trentino Alto Adige

La zona del Trento DOC, compresa tra la Vallagarina, la Val di Cembra, la Valle del Sarca, la Valsugana e le Valli Giudicarie,vede protagonisti assoluti i vitigni internazionali di Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero, proprio a ricordare la regione “affine” d’oltralpe.

Nonostante il successo delle varietà straniere, in Trentino Alto Adige anche la presenza delle uve locali lascia il segno, in rosso come in bianco.

Uno dei vitigni a bacca rossa più caratteristici del Trentino Alto Adige è sicuramente la Schiava, chiamata localmente anche Vernatsch. Quest’uva è coltivata con successo sia nella piana di Trento che in Val di Cembra. In Alto Adige la sua culla d’elezione sono le zone collinari, tra Merano e Salorno, con i territori di Caldaro e Santa Maddalena a spiccare.

I rossi a base di questo vitigno rivelano profumi freschi, succosi e fruttati, con un sottofondo fragrante che richiama le nocciole e le mandorle. La Schiava è famosa proprio per la piacevolezza dei suoi profumi, i tannini delicati e il gusto saporito e mai pesante.

Parlando di vini dai profumi spiccati, non possiamo non menzionare gli speciali bianchi altoatesini a base di Gewürztraminer, Sauvignon Blanc e Sylvaner.

Anche i rossi non sono da meno, specialmente quelli a base di Pinot Nero, un altro vitigno a bacca rossa che viene coltivato con successo specialmente nelle zone di Egna e Montagna, ma anche in Val Venosta.

Nella premiazione dei 3 Cavatappi, il Pinot Nero dell’Alto Adige ha rivelato proprio quelle note boschive e i tannini raffinati e setosi per cui è così rinomato.

Infine, un’uva intimamente legata al Südtirol è sicuramente il Lagrein. Dai suoi grappoli violacei, coltivati soprattutto nell’areale pianeggiante di Gries e Bolzano, si ricavano rossi intensamente fruttati e speziati, carichi nelle note olfattive come all’assaggio. Sorsi decisi che non mancano di quel tocco di freschezza che ben rappresenta la produzione vinicola dell’intera regione.

Quelli del Trentino Alto Adige sono bianchi e rossi che colpiscono da giovani e conquistano ancora di più con qualche anno di attesa.

La storia del vino in Trentino Alto Adige

Quando si pensa ai monti del Trentino Alto Adige, agricoltura e allevamento della vite non sono le prime attività che vengono in mente. Tuttavia la viticoltura ha una storia antica anche tra le Dolomiti, nella zona più Settentrionale della penisola italiana.

Infatti, testimonianze archeologiche di viticoltura risalgono già al 2000 a.C. con reperti fossili di vinaccioli conservati in anfora. Inoltre, celebre è stato il ritrovamento nell’impervia Val di Cembra di una situla etrusca, un recipiente utilizzato anticamente anche per libagioni di vino.

In periodo romano imperiale la documentazione è certamente più florida. I vini della zona, apprezzati dagli imperatori, come raccontato da Plinio, venivano definiti Rhetici, dal nome dell’antica popolazione locale, e giungevano a Roma conservati e trasportati in botti di legno.

Anche in epoca medioevale e fino al 1700 la produzione di vino locale continuò a prosperare attraverso l’attività degli ordini monastici che costellarono la zona, mantenendo contatti commerciali con i vicini di Baviera e Svevia. I vini del territorio, specialmente i rossi, cominciarono a essere conosciuti e apprezzati non solo in Italia ma anche al Nord. Proprio l’uva Schiava, accanto a Teroldego e Marzemino veniva apprezzata in Austria e Germania.

Oidio e peronospora, ancora prima della fillossera, causarono grandi problemi nella produzione, tra la seconda metà dell’800 e gli inizi del ‘900. Proprio a Bolzano si scoprì e si mise in pratica uno dei primi rimedi contro i parassiti della vite, quello zolfo usato ancora oggi nei trattamenti fitosanitari delle uve.

La vocazione vinicola del Trentino Alto Adige si concretizzò nel XXemo secolo con la fondazione del rinomato Istituto di San Michele all’Adige, un centro di formazione e studio sperimentale in campo enologico e vitivinicolo.

Gli assaggi per i tre cavatappi del Trentino Alto Adige

Veniamo ora ai vini del Trentino Alto Adige che più ci hanno colpito, premiati quindi con i tre cavatappi.

Il Trento DOC, nei vari assaggi, ha confermato la sua eleganza e passionalità. Bollicine setose, di lungo affinamento, di grande spessore gustativo, con profumi straripanti a cui è difficile resistere. I tre premiati si sono fatti notare all’istante per una distintiva ricchezza che li ha fatti amare fin dal primo sorso, merito anche di una lavorazione eccellente e di un lungo riposo a contatto con i lieviti.

Tra i bianchi altoatesini più apprezzati, un posto d’onore spetta al Sauvignon Blanc che ha confermato il suo carattere identitario, prettamente locale. In questa regione il Sauvignon non presenta invadenti sfumature tropicali ma profumi variegati, rinfrescanti e balsamici, con frutta estiva, agrumi ed erbe ben rappresentati. Un bianco dall’eccezionale equilibrio tra acidità e sapidità e, proprio per questo, di deliziosa bevibilità e con ampie possibilità di abbinamento.

Il Gewürztraminer non è stato da meno! Non per nulla Termeno è considerata la sua culla d’origine. I Gewürztraminer premiati hanno messo in campo profumi, struttura e morbidezza anche in un’annata relativamente giovane. Una profondità di sensazioni entusiasmante senza scivolare in assaggi troppo carichi o alcolici.

Lo Chardonnay premiato, affinato a lungo, anche in barrique, ha confermato la sua vocazione all’evoluzione in legno piccolo, trasformandosi in un nettare vintage di grande spessore gustativo, perfettamente equilibrato, sapido e morbido, con il giusto guizzo di freschezza ad animarlo.

Anche il particolare Sylvaner ha sorpreso tutti per la sua straripante freschezza, i profumi nitidi e l’appetitosa bevibilità, confermando il suo legame ottimale con il territorio montuoso altoatesino.

Passando ai rossi, la Schiava insignita dei tre cavatappi rispecchia benissimo le sue origini, con profumi fruttati e una freschezza succosa, di grande bevibilità. Caratteristiche che ritroviamo anche in alcuni Lagrein che si confermano intensi e piacevoli all’olfatto come al palato.

Infine, il Pinot Nero dell’Alto Adige ha conquistato la commissione in diverse versioni, tutte dotate di profumi avvincenti e rappresentativi del territorio e di una persistenza saporita dai tannini setosi. Rossi che hanno messo perfettamente in mostra l’eleganza del vitigno e il suo rapporto speciale con questa regione.

I tre cavatappi del Trentino Alto Adige – Gli spumanti, i bianchi e i rossi premiati

Ora è il momento di fare i nomi! La guida Untold nasce proprio per questo, per far conoscere e far assaggiare i vini più promettenti e avvincenti di ogni regione d’Italia.  Stavolta, il viaggio è tra le Dolomiti.

Trento DOC

  • Perlé Zero, Cuvée Zero17 Trento DOC Pas Dosè – Ferrari
  • Riserva Lunelli 2015 Extra Brut Trento DOC – Ferrari
  • Brut Riserva 2016 Trento DOC – Levii

Alto Adige DOC – i Bianchi

  • Chardonnay Riserva Stegher 2021 Alto Adige DOC – Kellerei Bozen (Cantina di Bolzano)
  • Sauvignon Lafóa 2022 Alto Adige DOC – Colterenzio Schreckbichl
  • Sauvignon 2022 Alto Adige DOC – Weingut Ebner
  • Gewürztraminer Nussbaumer 2022 Alto Adige DOC – Cantina Tramin
  • Gewürztraminer Floralis 2022 Alto Adige DOC – Pitzner
  • Sylvaner Aristos 2022 Alto Adige DOC – Cantina Valle Isarco (Eisacktal)

Alto Adige DOC – I Rossi

  • Schiava St. Magdalener 2022 Alto Adige DOC – Obermoser
  • Lagrein Scharfegg 2022 Alto Adige DOC – Pitzner
  • Lagrein Taber 2021 – Alto Adige DOC – Kellerei Bozen (Cantina di Bolzano)
  • Pinor Nero Quirinus 2021 Alto Adige DOC – St. Quirinus
  • Pinot Nero Lafóa 2020 Alto Adige DOC – Colterenzio Schreckbichl
  • Pinot Nero 2019 Alto Adige DOC – Weingut Ebner

I tre cavatappi del Trentino Alto Adige: le annate assaggiate

Le annate più lontane di questi assaggi, per l’assegnazione dei tre cavatappi ai vini del Trentino Alto Adige, riguardano i Metodo Classico Trento DOC. Dalla 2015 alla 2017 le vendemmie per la produzione del rinomato spumante di zona hanno visto un eccellente andamento climatico con uve più che perfette per una spumantizzazione d’eccellenza. Proprio ora i millesimati assaggiati cominciano a mettere in luce i loro tratti più appetitosi, specialmente il Trento DOC classe 2015.

Per quanto riguarda i bianchi e i rossi dell’Alto Adige, l’annata 2022, è stata definita come epocale per la grande qualità generale delle uve. I vitigni a bacca rossa hanno beneficiato delle temperature superiori alla media, favorendo la realizzazione di vini strutturati e ricchi d’estratto. Anche per i bianchi i caldi estivi hanno portato a nettari di corpo ma sempre piacevolmente fruttati e dall’appeal rinfrescante.

L’annata 2021 ha regalato una vendemmia eccellente, specialmente per le varietà a bacca bianca, con un tempo mite e soleggiato poco prima della raccolta che ha riequilibrato le fresche e abbondanti piogge primaverili.

La vendemmia 2019 è stata sicuramente più sfidante ma ha dato vita a vini di grande freschezza, sia bianchi che rossi. Ecco perché il Pinot Nero, classe 2019, premiato con i 3 cavatappi dimostra di avere ancora grande potenziale evolutivo.

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