Il Petite Arvine di Les Crêtes, classe 2023, ha conquistato con facilità i suoi tre cavatappi, in questa prima Guida Vini Untold. Tutto merito del lavoro di una cantina rinomata, di un territorio perfettamente interpretato e di uve locali curate con passione. A tali premesse si aggiunge la magia di una vendemmia difficile ma che ha saputo mettere in risalto la qualità dell’uva, a dispetto del caldo e della siccità. Questo Petite Arvine incarna bene le sfide della viticoltura eroica della Valle d’Aosta e il fascino tipico del vitigno di montagna, raccontato da un’azienda di spicco, che è stata giustamente premiata come “Migliore Cantina”, sia per la sua capacità di valorizzare i vini regionali sia per l’accoglienza che sa offrire ai suoi visitatori.
Sono tante le qualità che ti attendono in un calice del Petite Arvine di Les Crêtes!
Les Crêtes, una cantina di montagna
La cantina Les Crêtes sorge ad Aymavilles, racchiusa tra il famoso Castello medioevale del luogo e la Dora Baltea. L’azienda si distingue per il suo fascino geografico e una storia avvincente, tutta di famiglia. I Charrère si occupano di vitivinicoltura sin dal 1750 e la loro avventura valdostana ha avuto inizio con l’arrivo ad Aymavilles di Bernardine Charrère, originario dell’Alta Savoia. Da allora la Cantina è stata vera pioniera del territorio, mettendo in luce, attraverso i secoli, il fascino dei vitigni e dei vini della zona.
Un’avventura che ha saputo abbracciare le innovazioni tecnologiche, con l’obiettivo di mantenere salda l’identità dei nettari del territorio, migliorandone la produzione, per uve valorizzate sotto ogni aspetto, dalla pianta fino al bicchiere.
Una visita a Les Crêtes merita per i vini e per il fascino di una cantina di design, che fonde insieme sostenibilità, funzionalità e bellezza, in un progetto che collega saldamente l’attività produttiva al territorio. Ecco perché la cantina viene definita come un “rifugio del vino”, a richiamare una costruzione simbolo dell’ospitalità montana. L’equilibrio del luogo si trasmette anche ai suoi prodotti, magari da sorseggiare sul posto, nella nuova sala degustazione “emozionale”.
I vigneti e i vini di Les Crêtes
Le vigne della famiglia Charrère si trovano quasi tutte nei dintorni di Aymavilles, sul versante sinistro della Dora Baltea. I filari vitati, su terrazzamenti che salgono dalla zona collinare fino ai pendii montuosi, si trovano a un’altitudine compresa tra i 600 e i 900 metri sul livello del mare. Il clima è continentale, rigido d’Inverno e caldo nella breve Estate, mentre i terreni di derivazione glaciale sono variegati e ben differenziati a seconda delle zone, con una prevalenza di sabbie a argilla. Proprio la naturale ricchezza dei suoli, unita a esposizioni impervie e ripide, ma ben soleggiate, permette la coltivazione di diverse varietà d’uva.
Nella gamma dei vini firmati Les Crêtes trovi tutte le sfaccettature della produzione valdostana: bianchi, rossi, rosé, spumanti e vini dolci … non manca nulla in questa cantina!
In questa regione la produzione è prettamente rossista e nella gamma delle etichette realizzata da Les Crêtes figurano sia uve locali che extraregionali e internazionali, come il Petite Rouge, il Prié Rouge, il Cornalin e il Fumin, accanto ai più noti Nebbiolo, Barbera, Dolcetto e Gamay.
La produzione dei bianchi è ugualmente variegata, con Prié Blanc, Müller Thurgau, Chardonnay e, ovviamente, Petite Arvine a dominare il campo, raccontati anche in diverse versioni, da vigne diverse e con lavorazioni e tempi di affinamento differenti.
Visitare la Cantina Les Crêtes
Non perderti la magia di una visita guidata a Les Crêtes: è stata premiata come migliore cantina della Val d’Aosta anche per le sue wine experience! La struttura ti colpirà subito per il suo design e una visita approfondita ti stupirà ancora di più per estetica e funzionalità. Il culmine di tutto il percorso sono però gli assaggi, un vero tuffo nella ricchezza della vitivinicoltura regionale.
Puoi scegliere, direttamente sul sito della cantina, tra diversi percorsi, organizzabili anche in lingua francese e inglese. C’è la degustazione dei vini più rappresentativi della zona e della cantina, per un primo approccio alla produzione valdostana. Ci sono gli assaggi dedicati all’abbinamento tra i vini e i formaggi locali. C’è la degustazione incentrata sui vini iconici e riserva di Les Crêtes, tra cui lo Chardonnay Cuvée Bois. Ogni percorso viene sempre accompagnato da una selezione di salumi e formaggi locali per una full immersion fra le tante delizie del posto.
Infine, per apprezzare ancora di più il fascino eroico della produzione, in alcuni tour, sempre prenotabili online, è possibile partecipare anche alla visita guidata ai vigneti oltre che alla cantina con la sua moderna sala barrique.
Descrizione del Petite Arvine di Les Crêtes
Il Petite Arvine sembra essere un’uva originaria della Svizzera. Dubbi su questa ipotesi nascono da un recente studio genetico che sembrerebbe legare il vitigno al ceppo del Prié, un’uva autoctona valdostana da cui è derivato anche il Prié Blanc.
Al di là della sua provenienza, il Petite Arvine è ormai un vitigno perfettamente inserito nel contesto ambientale valdostano, con caratteristiche peculiari che rendono i suoi vini speciali nel limitato panorama dei bianchi regionali.
Il Petite Arvine di Les Crêtes nasce da una raccolta di grappoli scelti, provenienti da vigne di proprietà situate in tre zone diverse: Champorette e Bufferia di Aymavilles, Frissonnière di Saint Christophe. Nei vigneti in questione, il Petite Arvine viene allevato in quota, a un’altitudine compresa tra i 650 e i 700 metri s.l.m., con un’esposizione Ovest/Sud.
Dopo la raccolta manuale tardiva, all’inizio di Ottobre, in linea con le necessità del vitigno, le uve vengono refrigerate e pressate sofficemente, prima di iniziare la fermentazione in acciaio, a temperature controllata. Al termine della vinificazione, il vino riposa sur lie per due mesi, prima di essere imbottigliato.
Degustazione del Petite Arvine di Les Crêtes
Della bontà del Petite Arvine di Les Crêtes avevamo già parlato in questo articolo, e la qualità indiscussa di questa etichetta si è fatta notare anche durante gli assaggi alla cieca per la prima edizione della “Guida Untold, quello che ancora non è stato detto sul vino”.
Come lo stesso vitigno promette, il Petite Arvine di Les Crêtes si presenta con una mineralità pazzesca, golosa e trascinante. Uno di quei vini che, avvicinando il naso al calice, non vedi l’ora di bere.
La sua sapidità si percepisce già all’olfatto. Sembra quasi di trovarsi di fronte a un mare tempestoso, con onde che s’infrangono su una scogliera.
Una forza che trova il suo equilibrio nei profumi come al gusto, con note aromatiche che ricordano la scorza di limone e la frutta esotica, le nespole e i fiori di glicine, l’erba tagliata e le mele croccanti, con un tocco quasi speziato che sa tanto di zenzero. Il gusto conferma tutto, con una sapidità scalpitante, arricchita dalla giusta freschezza e da un finish setoso che lascia in bocca un mix perfetto di sensazioni saporite e dolci insieme, di fiori, frutta e … mare. Un bianco che apprezzi fin da subito, nonostante la recente annata, che manterrà ancora a lungo la sua piacevolezza gustativa, magari diventando persino più buono.
Il Petite Arvine di Les Crêtes: consigli di abbinamento
E’ nato in montagna ma in tavola ama il mare e soprattutto i crudi di pesce. Il Petite Arvine di Les Crêtes, classe 2023, è perfetto per accompagnare una tartare di salmone e avocado, un carpaccio d’aragosta agli agrumi, dei nigiri di polpo, tonno e gambero rosso. La sapidità di questo bianco valdostano soddisfa anche i desideri culinari di vegani e carnivori, infatti si abbina splendidamente con le fritture di pesce, di verdure e formaggi: con una mozzarella in carrozza, con dei carciofi fritti, con una frittura di alici o una tempura di gamberi sarà ugualmente un successo. Infine, questo Petite Arvine sa il fatto suo anche in compagnia di un succulento cordon bleu o di un esotico pollo saltato con zenzero e limone.