Una visita speciale tra le colline del Chianti Classico
19 Giugno 2019 si va in Toscana!
Parto di buon mattino col treno da Salerno per arrivare a Firenze, dove ad attendermi c’è uno sconosciuto: Stefano, il redattore toscano del Team Decanto.
Il suo accento pisano (ci tiene a sottolinearlo) mi diverte un sacco e per tutto il viaggio in macchina ci si racconta per conoscersi. Non ci siamo mai visti prima, ma parlare di vino è sufficiente per superare qualsiasi imbarazzo iniziale, almeno nell’attesa di berlo.
Destinazione? Gaiole in Chianti (ma non vi dico ancora da chi!).
Affidandomi alla guida del mio simpatico collega, che conosce bene questi luoghi, inseguo con lo sguardo i paesaggi che ci circondano alla ricerca della collina più bella. Tra scacchiere ordinate di cipressi, vigne, prati e campi arati spuntano di tanto in tanto antiche torri e borghi fiabeschi.
Dopo circa un’ora e più di viaggio e qualche deviazione sbagliata, il gps ci segnala che siamo arrivati alla Tenuta Perano di Frescobaldi.
Uno scrigno custodito tra le colline più alte del Chianti Classico, circondato da vigneti di uve Sangiovese e da un romantico giardino ricco di fiori colorati e piante aromatiche che inebriano l’aria e il mio naso.
Lo stile della Tenuta ricorda quello di una elegante country house.
E’ una giornata molto calda ma, per fortuna, all’ingresso veniamo accolti con un fresco calice di Leonia, Pomino Brut Metodo Classico DOC (di cui vi abbiamo già parlato).
Nell’attesa di visitare il cuore pulsante dell’intera struttura guidati da Lamberto Frescobaldi, attuale Presidente della Marchesi Frescobaldi, che abbiamo avuto il piacere di incontrare quest’anno al Vinitaly, in occasione della presentazione dell’Aurea Gran Rosè, facciamo la conoscenza degli altri ospiti presenti, rappresentanti della stampa e di blog italiani e stranieri.
Dopo due calici di Leonia accompagnati da squisite tartine, seguiamo Lamberto Frescobaldi lungo le scale che ci conducono nella suggestiva barricaia sotterranea, dove affina il Sangiovese per dar vita alle diverse espressioni di Chianti che andremo a degustare durante il pranzo.
Quasi a non voler disturbare le botti, restiamo al buio ad ascoltare il Presidente della Marchesi Frescobaldi raccontare con orgoglio come è nato e si è realizzato, dopo sei anni, il progetto della Tenuta Perano avviato nel 2013: 250 ettari, di cui 60 vitati prevalentemente con uve di Sangiovese e piccole porzioni di Merlot, Cabernet Sauvignon e Canaiolo.
I filari sono disposti tra i 400 e i 500 metri s.l.m., lungo terrazzamenti collinari circolari, a formare gli spalti di un vero e proprio anfiteatro vitato.
Nicolò d’Afflitto, Enologo e Direttore tecnico di Frescobaldi, parla di “a new way to express Sangiovese” e spiega i vantaggi di questa esposizione naturale, che ci rende spettatori di uno scenario incantevole.
L’altitudine, la composizione variegata del terreno (con percentuali variabili di argilla, limo, roccia alberese, galestro e macigno chiantigiano) e il clima continentale (con temperature medie stagionali moderate) sono i fattori naturali che, combinati tra loro, trasmettono alle viti caratteristiche diverse da quelle che si riscontrano nelle altre zone vitivinicole del Chianti.
In particolare, le escursioni termiche tra il tepore del giorno e il fresco delle ore notturne, la drenabilità del terreno agevolata dalla pendenza, la presenza di scheletro che nutre le radici, l’esposizione costante dei terrazzamenti alla luce solare, donano ai vini un’ottima freschezza che ne garantisce longevità, nonché profumi e aromi eleganti e intensi esaltati da un sapiente affinamento in legno.
Con queste caratteristiche connaturali, non si ha bisogno di molto altro e l’intervento dell’uomo serve solo a preservare la vite ed esprimere al meglio la qualità del vino, attraverso pratiche enologiche poco invasive fuori e dentro la cantina, come l’utilizzo di sovesci per fertilizzare il terreno e di lieviti indigeni per innescare la fermentazione.
Al termine del racconto, una graditissima sorpresa ci trattiene nella barricaia: Riccardo Giorgi, enologo “di taglio bordolese” alle cui cure è affidata la produzione della Tenuta Perano, ci fa assaggiare direttamente dalla barrique il Rialzi, Chianti Classico Gran Selezione DOCG, vendemmia 2017 delle uve di Sangiovese raccolte dalle vigne del podere Rialzi, il Cru della Tenuta.
Dovrà sostare ancora un altro po’ prima di poter uscire dalla cantina, ma le prospettive sono decisamente positive. Profumi ancora freschi di frutti rossi e fiori; il legno ha già rilasciato qualche sentore terziario e sta addomesticando il tannino. Il sorso è piacevole e ricco. Sono impaziente di scoprirne l’evoluzione quando avrà terminato il lungo periodo di affinamento (di oltre 36 mesi, di cui 24 in barrique) e sarà ufficialmente in commercio.
Sebbene i profumi e la temperatura fresca della cantina ci invoglino a restare lì, è ora di pranzo e si torna in superficie accolti nella splendida veranda dell’Osteria Perano, con vista sul giardino e sulle colline circostanti.
Un’intuizione successiva al progetto originario – ci spiega Lamberto Frescobaldi – quella di offrire ai visitatori un’esperienza degustativa completa, perché il vino si apprezza maggiormente se accompagnato da buon cibo.
Certamente, un’osteria sui generis: l’ambiente, affatto modesto e popolare come vorrebbe la tradizione, si presenta raffinato ma accogliente e informale nella sua ricercata semplicità.
Uno degli aspetti che ha maggiormente catturato la mia attenzione è stata la coesione tra tutto lo staff, giovanissimo, preparato e cortese.
La brigata di sala e cucina è guidata da una giovane donna, Francesca Mori, che, insieme all’altrettanto giovane Chef Leonardo Spaccavento, seleziona scrupolosamente le materie prime per elaborare un menù che si adatti alla stagionalità dei prodotti e omaggi le eccellenze locali, alternando pietanze tradizionali a creazioni gastronomiche complesse e innovative, come i cappellacci ripieni di fiori di zucca e primosale bio al tartufo, servito su crema di zucchine al timo, elicriso e pinoli (squisito!).
Si gioca a tavola con i sapori e gli abbinamenti: le diverse declinazioni di Chianti Classico della Tenuta Perano vengono servite tutte all’inizio, per consentirci di provare i vini con ciascuna pietanza e trovare il match perfetto.
Ma affido le note degustative del Chianti Classico DOCG 2016, del Chianti Classico Riserva DOCG 2015 e di Rialzi Chianti Classico Gran Selezione DOCG 2015 al mio compagno di viaggio, Stefano, che, del resto, essendo toscano, “degusta in casa” e di Chianti ne avrà bevuti molti più di me.
Tra un sorso e una chiacchiera ci si avvia verso una dolce conclusione: un cremoso fresco al caprino bio di Pienza con composta di albicocca su una sbriciolona di mandorla, accompagnato da Santo Spirito 11, che non è il protettore del fine pasto ma il vino liquoroso, dolce e aromatico, di Frescobaldi.
Termina così la mia prima visita nelle terre originarie del Chianti, ma non andrò via prima di aver visto il famoso Gallo Nero a Greve, perché storia, leggenda e vino si mescolano perfettamente in questi luoghi!
Così come la storia della Famiglia Frescobaldi, che percorre i secoli e dimostra come sia essenziale non fermarsi mai e inseguire il tempo.
La reputazione storica di una nobile discendenza, le glorie e i successi del suo passato non sono sufficienti per mantenere alto il valore del proprio brand.
In un mercato sempre più affollato e globale bisogna imbattersi velocemente nelle idee, scontrarsi con le sfide e andare alla ricerca di continui stimoli per realizzare progetti ambiziosi coinvolgendo le nuove generazioni, le loro capacità e la loro passione.
E la Famiglia Frescobaldi, ora come allora, di tutto questo ne è un valido esempio concreto.
Quello che non è ancora stato detto del vino
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