Di ritorno dal Matelica Wine Festival mi ritrovo più ricca di sapori e di conoscenze, grazie a una full immersion sulla particolarità di questo vitigno e vino delle Marche. Che il Verdicchio di Matelica fosse un bianco italiano sorprendente l’avevamo già abbondantemente intuito grazie agli assaggi alla cieca del Verdicchio Untold, una delle Kermesse più avvincenti di Decanto.

La rarità di questo Verdicchio sta nel DNA e nell’habitat, viene dall’interno come dall’esterno.

Già partendo dagli acini, il Verdicchio di Matelica rivela unicità, con un corredo genetico specifico che gli è valso l’appellativo di clone matelicese. Una tipicità che nasce in vigna e arriva nel calice. Un frutto e un vino intimamente legati al territorio di produzione.

 Continuando la lettura scoprirai come quello del Verdicchio di Matelica sia un mondo davvero irripetibile.

L'uva Verdicchio, dai vigneti della Tenuta Colpaola a Matelica
L’uva Verdicchio, dai vigneti della Tenuta Colpaola a Matelica

La Valle del Verdicchio di Matelica

Nel matelicese si produce vino con successo da secoli. A testimonianza di tale fiorente attività intervengono numerosi documenti notarili che, sin dal XIII secolo, indicano passaggi di proprietà e donazioni di vigne alle chiese locali che dovevano approvvigionarsi di vino di qualità per poter officiare messa.

L’importanza del vino, nella storia della Valle di Matelica, alle pendici dell’Appennino Umbro-Marchigiano, traspare anche da documenti estranei alle proprietà ecclesiastiche, riguardanti la compravendita di terreni da adibire a vigna e l’acquisto e la vendita di vino già prodotto, destinato per il consumo privato o per essere servito nelle taverne.

La vocazione vinicola della zona è evidente, così nota che, anche in epoche più antiche, Alarico re dei Visigoti, nel 408, sembra aver fatto scorta di barili di vino in zona prima di marciare verso Sud, secondo quanto raccontato dallo storico corinaldese Vincenzo Maria Cimarelli, tra la fine del ‘500 e gli inizi del ‘600. Al di là delle narrazioni più romanzate, proprio la presenza dell’uva Verdicchio, nel matelicese, è documentata con certezza da un documento notarile risalente al 1579 e conservato nell’Archivio di Stato di Macerata, in cui si parla specificamente di un impianto di questo vitigno:

“Item se obliga piantarci tutti buoni vitiami, et per di più Verdicchio et Brungentile, et doi stara de una Bidrago ciò è uno staro per parte”

Atto notarile del  notaio matelicese Niccolò Attucci (12 gennaio 1579)

Che fossero uve note per creare buon vino traspare chiaramente nell’atto.

L’esistenza di una connessione più che favorevole tra quest’uva e il territorio è stata notata da secoli e ci sono ragioni ben fondate per questa particolare liason.

Sinclinale Camerte: la Valle del Verdicchio di Matelica vista dal Monte San Vicino
Sinclinale Camerte: la Valle del Verdicchio di Matelica vista dal Monte San Vicino

Il Terroir del Verdicchio di Matelica

Più che di terroir qui potremmo parlare di Genius Loci, un insieme di condizioni ottimali che hanno fatto della valle di Matelica, con i suoi otto comuni, un micromondo perfetto per esaltare le esigenze di quest’uva che così prende vita in maniera sorprendente.

Con la produzione del Verdicchio di Matelica siamo nel 43emo parallelo, tra Cupra Marittina e Grottammare, a Nord dei Monti Sibillini, in una Valle unica, orientata da Nord a Sud, una peculiarità orografica che determina il carattere del suo bianco più celebre.

Questa Valle dell’Alto Esino è delimitata a Est del Monte San Vicino che forma la catena della Quinta del San Vicino, un vero e proprio muro che blocca l’influenza dei venti marittimi. Proprio la conformazione e la posizione di questi monti fanno da volano termico e determinano il clima continentale della valle matelicese, che infatti viene anche definita “sinclinale camerte”, a indicare la sua completa chiusura al mare.

Gli Inverni rigidi e le Estati calde, le intense escursioni termiche giornaliere e stagionali favoriscono l’ottimale maturazione delle uve, che vengono vendemmiate con un’ottimale acidità e un buon corredo zuccherino, anche grazie allo sviluppo di pochi grappoli da parte della vite.

Proprio l’ottimo livello di acidità che non viene meno durante la maturazione, grazie alle basse temperature notturne, dona al vino nato da queste uve grande longevità. Ecco perché un Verdicchio di Matelica, anche dopo diversi anni dalla vendemmia e dall’imbottigliamento conserva integre le sue doti di freschezza e piacevolezza. Una qualità che ho potuto constatare più volte proprio durante il Matelica Wine Festival e la visita alle cantine.

Le qualità del Verdicchio di Matelica

Un ambiente unico dà un vino unico. Per le sue bellezze paesaggistiche, come una delle più belle faggete d’Italia, ed enologiche, la Sinclinale Camerte si è candidata per diventare Patrimonio Unesco, come dichiarato dall’Assessora alla Cultura Barbara Cacciolari durante la conferenza stampa d’apertura al Matelica Wine Festival, nel Foyer del Teatro Piermarini.

Una valorizzazione che mira a mettere in luce proprio l’unicità del paesaggio vitivinicolo del Verdicchio di Matelica, in un contesto dall’incredibile omogeneità. Salendo sul Monte San Vicino e guardando a valle si possono abbracciare a vista tutti i vigneti della Denominazione, come illustrato dall’enologo Roberto Potentini.

Nel territorio di Matelica, l’uva Verdicchio sviluppa un profilo sensoriale che non si crea altrove. Come già scritto, l’unicità parte dalla terra per arrivare nel bicchiere.

Profumi, gusto, piacevolezza e longevità sono le quattro caratteristiche che fanno di questo vino un bianco vestito in rosso, a indicare un nettare capace di essere fresco e intenso, sapido e persistente anche dopo anni.

Assaggi nel foyer di Matelica
Assaggi nel foyer di Matelica

Gli assaggi di Verdicchio durante il Matelica Wine Festival

Due giorni all’insegna di assaggi speciali. La narrazione del Verdicchio di Matelica è iniziata nel Foyer di Matelica del teatro Piermarini, progettato dallo stesso architetto del Teatro della Scala a Milano e di cui porta il nome. Un ambiente che ha ampliato la sua vocazione culturale, ospitando un wine bar ed enoteca, tutto dedicato all’altra perla del territorio: il Verdicchio di Matelica ovviamente!

Il Foyer è stato voluto, pensato e realizzato dall’Associazione Produttori di Matelica, guidata da Umberto Gagliardi, per offrire al visitatore una panoramica sulle delizie del Verdicchio di Matelica, a prezzo di cantina. La degustazione lì organizzata dalle aziende, con la presentazione di prodotti e annate selezionate, ha evidenziato le diverse sfumature del Verdicchio locale, la sue doti spiccate di freschezza e mineralità che ne determinano un’evoluzione eccezionale nel tempo. Allo stesso modo la cena di Gala ha visto il Verdicchio destreggiarsi meravigliosamente, anche in annate più giovani, con le pietanze proposte dal Relais Ristorante “Il Marchese del Grillo” di Fabriano.

Tutti gli assaggi selezionati, presentati dalle cantine partecipanti, hanno confermato il carattere identitario del vino, con i suoi profumi più tipici che raccontano principalmente quattro mondi aromatici, fruttato, minerale, erbaceo e floreale.

Ti va un sorso? Fatti tentare, proseguendo la lettura.

Spumante Verdicchio di Matelica Cavalier Vincenzo 2020 - Tenuta Piano di Rustano
Spumante Verdicchio di Matelica Cavalier Vincenzo 2020 – Tenuta Piano di Rustano

Spumante Verdicchio di Matelica DOC Cavalier Vincenzo 2020 – Tenuta Piano di Rustano

Per iniziare con stile ogni cena di gala ci vuole la giusta effervescenza, profumi e leggerezza. Una missione più che compiuta dal Metodo Classico presentato dalla Tenuta Piano di Rustano. Il Verdicchio matelicese si presta bene alla creazione di spumanti sfiziosi, proprio grazie alla sua innata acidità, un elemento fondamentale nel determinare la piacevolezza e la longevità delle bollicine di qualità. Il Cavalier Vincenzo colpisce per la sua immediata freschezza agrumata, guarnita da una mineralità che profuma e sa di mare, con aromi che richiamano i fiori d’acacia, il pompelmo e le mele croccanti, con un tocco di mandorla. Uno spumante che non manca del giusto quid di morbidezza, perfetto per accompagnare canapé, rustici e pizzette di ogni tipo, capace di unire vegetariani e onnivori.

Meridia Verdicchio di Matelica  DOC 2021 – Cantine Belisario

Quella delle Cantine Belisario è una produzione ampia e diversificata che offre delle chicche straordinarie. Vini di gran gusto, identitari, facilmente reperibili (per fortuna) e anche segnati da un ottimo prezzo.

Il Meridia 2021 è un Verdicchio che punta subito sulla mineralità: un primo biglietto da visita che si espande con profumi fruttati, agrumati ed erbacei, che si snodano lentamente e ti fanno pensare ai fiori d’acacia, al succo di limone, alle pesche, alla salvia e alle mandorle. Equilibrato e, allo stesso tempo, un Verdicchio incisivo. Nell’annata 2017, lo abbiamo giustamente premiato con i 3 Cavatappi.

Verdicchio di Matelica Riserva DOCG 2022 – Casa Lucciola

La giovane cantina biodinamica Casa Lucciola, la cui Riserva è stata premiata con i 3 Cavatappi nella prima edizione della Guida Untold, ha piantato le sue prime vigne nel 2014 e i risultati di una produzione meticolosa si fanno subito sentire. Nonostante la giovane età, questo Verdicchio DOCG rivela profumi e sapori dalla decisa mineralità, quasi affumicati. Una fermentazione spontanea, la lavorazione tra acciaio e cemento e il lungo affinamento di 12 mesi in bottiglia hanno contribuito all’appeal avvolgente e persistente di questo bianco che prende il nome dalla collina da cui nasce, il colle “lucciola”.

Verdicchio di Matelica Riserva 2022 - Casa Lucciola
Verdicchio di Matelica Riserva 2022 – Casa Lucciola

Gegè Verdicchio di Matelica DOC 2021 – Gabriele Cavalieri

Il Verdicchio Gegè nasce da una storica singola vigna, impiantata nel 1962. Il vino, lavorato e affinato a lungo in acciaio, rivela una personalità potente che si fa subito notare con straripanti profumi di agrumi, erbe officinali, frutta estiva e mandorle. Le note minerali saline, percepibili già all’olfatto dominano il sorso, solcato anche da una succosa, lunga freschezza. Un Verdicchio che si gusta davvero con piacere, con la struttura giusta per accompagnare anche arrosti di pesce e carni bianche, così come timballi succulenti di verdure.

Maccagnano Verdicchio di Matelica Riserva DOCG 2018 – Gagliardi

Questo Verdicchio di Matelica Riserva DOCG è realizzato con uve provenienti da un singolo vigneto, chiamato proprio Maccagnano, piantato nel 1967. Rese basse, selezione dei grappoli e una lunga lavorazione in cemento contribuiscono al fascino equilibrato, sapido e fresco di questo vino. Un gusto pieno ma con freschezza, guarnito da note saline che restano a lungo impresse. Uno di quei Verdicchi che, intuisci subito, saprà invecchiare con stile conservando intatte le sue doti migliori.

Un nettare pensato proprio per sublimare le potenzialità del vitigno e, proprio per questo, porta il nome di uno dei personaggi mitici scolpiti sulla fontana di Piazza Mattei.

Un assaggio da sublimare in compagnia di piatti succulenti come lui. Mi riprovo di sperimentarlo con dei ravioli ai porcini.

La figura del Maccagnano nella fontana di Piazza Mattei a Matelica
La figura del Maccagnano nella fontana di Piazza Mattei a Matelica

Verdicchio di Matelica 2016 – Colpaola

I vigneti della Cantina Colpaola sono i più alti della denominazione. Piantate nel 2007, le vigne di Verdicchio si trovano a 700 metri sul livello del mare. Una connotazione geografica che lascia il segno anche in questa annata apparentemente âgée.

Assaggiandola alla cieca non diresti mai di avere nel calice un Verdicchio di Matelica del 2016. Un’acidità vibrante che contribuisce a rendere il sorso leggero e rinfrescante, guarnito da rimandi aromatici che sanno di frutta fresca, agrumi, fiori di biancospino ed erbe aromatiche come prezzemolo e basilico.

Il loro Verdicchio, in un’annata più giovane, servita alla cena di presentazione dell’Evento, nella magica loggia di Piazza Mattei, ha rivelato allo stesso modo freschezza, godibilità e, insieme, corpo e persistenza, diventando perfetto compagno del raffinato carpaccio di Marchigiana servito da antipasto dal team del Relais e Ristorante “Il Marchese del grillo”.

Carpaccio di Marchigiana alla brace, salsa bernese, dragoncello, menta e vinaigrette di foie gras e nocciola del ristorante "Il Marchese del Grillo"
Carpaccio di Marchigiana alla brace, salsa bernese, dragoncello, menta e vinaigrette di foie gras e nocciola del ristorante “Il Marchese del Grillo”

San Vito Verdicchio di Matelica Riserva DOCG 2022 – Lamelia Vini

Lamelia vini è un brand dei Produttori di Matelica che mira alla valorizzazione di specifici vigneti, particolarmente vocati alla nascita di grandi Verdicchi. Per questo sono stati individuati dei terreni promettenti a cui affidare gli inizi di questa nuova avventura vinicola. La cura delle uve è biologica e nella produzione delle etichette si selezionano i migliori grappoli, annata dopo annata.

Il San Vito è la punta di diamante del nuovo progetto. Una Riserva che sprigiona un’intensa sapidità e un’acidità succosa. Un bianco da mordere anche nei profumi che chiudono il cerchio con lunghi ricordi di pesche ed albicocche, fiori di ginestra e gelsomino, mandorle e salvia.

Egos Verdicchio di Matelica DOC 2022 – Cantina Produttori di Matelica

Una cantina storica del territorio Matelicese, di cui abbiamo già avuto modo di conoscere e premiare il Materga. L’Egos è diverso, unico nel suo carattere ma con quello charme che ben rispecchia l’identità del Verdicchio di zona. Le uve dell’Egos provengono da un vigneto situato alle pendici del Monte San Vicino, coltivate in regime biologico, lavorate e affinate in vasche di cemento di lungo corso, risalenti addirittura al 1932. Il risultato della particolare lavorazione è un bianco minerale, con una freschezza complementare che conquista dall’inizio alla fine. Profumi di glicine, pesche, accenni di scorza di limone e cipria ti guidano a una persistenza più che saporita. Un Verdicchio di Matelica che con le ricette a base di pesce non può tradire!

Verdicchio di Matelica DOC 2022 – Tenuta Grimaldi

Quattro vigneti tutti a incoronare una cantina ipogea integrata nell’ambiente circostante. Il Verdicchio di Matelica Grimaldi è una summa della forza e del carattere delle uve coltivate, selezionate e lavorate in acciaio e, in piccola parte, anche in botti di rovere austriaco e francese, a valorizzare proprio la forza quasi rossista del vitigno. Il risultato è un bianco di viva acidità e sapidità, dove il tocco di legno ne ha solo amplificato l’intensità gustativa, con sensazioni che richiamano gli agrumi, le mele Golden, il sale marino e i fiori di gelsomino.

Un ottimo bianco per i primi di mare, le paste ripiene, anche a base di carni bianche.

Balzani Verdicchio di Matelica DOC 2022 Le Cime Basse

Il Balzani prende il nome dalla zona in cui si trovano le vigne della giovane e moderna cantina Le Cime Basse. L’azienda stessa, a conduzione biologica certificata, deve il suo nome al paesaggio ammirabile dalla cantina: dolci pendii collinari, ammantati di viti e alberi d’olivo, le stesse “cime basse” che fanno da logo alla Cantina. Una produzione di nicchia ma che si fa subito notare. Il Verdicchio Balzani nasce da una selezione di grappoli vinificati e affinati in vasche di cemento non vetrificato per favorire la micro ossigenazione, senza l’aggiunta di solfiti. Un calice che sorprende subito con la sua freschezza succosa e profumi che ricordano le mandorle, la frutta invernale, le erbe aromatiche con la salvia ben schierata e una persistenza più che saporita. Un Verdicchio intenso e leggero allo stesso tempo.

L’azienda produce anche un eccellente olio d’oliva che, anche da solo su una bruschetta, fa da aperitivo d’eccellenza. Alle Cime Basse si attende anche la nascita, nel 2025, di un Metodo Classico da uve Verdicchio. Restiamo volentieri in attesa!

Balzani Verdicchio di Matelica 2022 - Le Cime Basse
Balzani Verdicchio di Matelica 2022 – Le Cime Basse

Grillì Verdicchio di Matelica 2019 – Villa Collepere

Il Grillì è un Verdicchio sorprendente, sorso dopo sorso, di cui parlerò più ampiamente in un articolo dedicato, quindi stay tuned! Per ora stuzzicherò la tua curiosità dicendo che si tratta di una piccola produzione, da vigneti con 15-30 anni d’età curati in regime biologico, di proprietà della Tenuta Collepere, una cantina a conduzione familiare che vanta una magica dimora di charme circondata dalle vigne.

Questo Grillì, classe 2019, ha avuto il giusto tempo per evolversi e appare subito evidente che saprà ancora migliorarsi e sfidare il tempo. Non a caso la Tenuta conserva, dal 2018, diverse bottiglie delle varie annate proprio per scoprire le loro potenzialità negli anni.

Assaggiato ora, il Grillì 2019 ha un corredo aromatico ampio e ricco di sfumature che rispondono pienamente al carattere del vitigno e del vino. Un profilo fruttato, floreale, vegetale, dai tocchi quasi speziati e una netta impronta sapida che si staglia all’assaggio. Un equilibrio solcato ancora da una viva acidità.

Poi ti rivelerò con cosa si abbina in grande stile … ma ti accenno già che anche con ricette pregiate e profumate fa un figurone.

Per scoprire di più sul Verdicchio di Matelica Grillì e i vini di Villa Collepere, gustati questo articolo!


Alarico Verdicchio di Matelica 2023 – Maraviglia

Ti ricordi? Ho già menzionato Alarico! Proprio il re dei Visigoti che aveva fatto scorta del pregiato vino dell’Alta Vallesina. Come non omaggiarlo con un bianco che ha tutte le tipicità del Verdicchio matelicese? L’Alarico ha un fascino leggero, ben dosato in freschezza e mineralità, nonostante la gioventù. Un assaggio che riprende la succosità e la fragranza dei profumi, con note di pesca e mandorle, scorza d’agrumi e fiori di glicine, con appena un tocco vegetale. Leggero ma con una sapidità che lascia il segno. Ottimo con antipasti a base di carni bianche, crostacei e verdure.

Verdicchio di Matelica DOCG Millo 2021 – Gatti

Sapido, sapido, sapido. Ecco l’introduzione perfetta a questo Verdicchio di Matelica. Il Millo stupisce subito per la sua distintiva mineralità gessosa. Una qualità che si arricchisce di variegate sfumature aromatiche che sanno di mimosa, mandorle tostate, scorza di limone, mele e melone bianco. Un bianco di cui godere in Inverno come in Estate, guarnito da morbidezza e freschezza gustativa.

Un Verdicchio che ha accompagnato molto bene il coniglio in crosta con royal di porcini proposto dal Ristorante Marchese del Grillo durante il Verdicchio Wine Festival. Un pairing che non vedo l’ora di riprovare.

Coniglio in crosta con Royal di porcini del ristorante "Il Marchese del Grillo" a Fabriano
Coniglio in crosta con Royal di porcini del ristorante “Il Marchese del Grillo” a Fabriano

Sant’Oliviero Verdicchio di Matelica DOC 2020 – Vigneto Fernando Alberto

Nell’annata 2020 il Sant’Oliviero rivela una piacevole pienezza gustativa, che lo rende un degno compagno anche di formaggi saporiti e persistenti, come quelli presentati alla cena di Gala, prodotti dal premiato “Caciaro” Antonello Egizi. Freschezza succosa e mineralità, dai tocchi affumicati, sono lo scheletro portante di questo Verdicchio, realizzato con uve raccolte proprio nella località Sant’Oliviero, con un’ottimale esposizione tra i 380 e i 400 metri sul livello del mare. Un Verdicchio dall’assaggio pieno, denso, con un colore dorato che riflette bene i profumi principali. Note di pesche gialle, melone, albicocche, fiori d’acacia, scorza di limone, timo e mandorle compongono un bouquet ampio e intenso che ritorna a ogni sorso.

Verdicchio di Matelica e formaggi ... un abbinamento cibo vino da non sottovalutare
Verdicchio di Matelica e formaggi … un abbinamento cibo vino da non sottovalutare

Cambrugiano Verdicchio di Matelica Riserva 2020 – Belisario

Il Cambrugiano è un Verdicchio di Matelica pluripremiato, un Cru del territorio di proprietà della società Belisario. Le vigne da cui prende vita questa Riserva sono nascoste alle pendici del Monte San Vicino in un contesto ambientale profumato e rilassante. Il Cambrugiano incarna proprio l’idea del bianco vestito di rosso; un calice dove freschezza e potenza non si escludono. Lavorato in acciaio, con una piccola percentuale affinata in barrique, questo Verdicchio di Matelica Riserva rivela una mineralità che è marina e fumé insieme, dove aromi freschi ben si sposano con profumi più dolci. Un’esplosione di sensazioni agrumate, di fiori di ginestra, mandorle tostate, miele millefiori, zenzero e albicocche, con in sottofondo note di salvia e sottobosco. Non stupisce che con tale forza aromatica e il gusto morbido, saporito ed equilibrato sia un ottimo vino da tartufo, per accompagnare anche ricette a base di funghi e lumache.

Le vigne del Cambrugiano di Belisario
Le vigne del Cambrugiano di Belisario

Il Verdicchio di Matelica al Matelica Wine Festival

Questo Matelica Wine Festival del 2024 si è rivelato generoso di scoperte ed è evidente come l’unicità del Verdicchio locale con il suo territorio possa ben rientrare tra i luoghi protetti Unesco. Una valle dal fascino sorprendente che rispecchia il gusto di uno dei suoi prodotti di punta. Un bianco buono in gioventù e longevo che sa sempre farsi notare con caratteristiche che lo rendono il compagno perfetto per ogni occasione conviviale. E’ sempre il momento ideale per apprezzare i ricchi profumi, la freschezza ravvivante e il super sapore di un autentico Verdicchio di Matelica.

Un posto in cui tornare, tanti vini da (ri)gustare.

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