Eccoci qua con un nuovo appuntamento per l’anticipazione dei vini vincitori dei TRE CAVATAPPI di Decanto assegnati durante la prima edizione di “UNTOLD – Quello che non è ancora stato detto del vino”

Oggi sveleremo quelli della Campania: una regione con una ricca storia vitivinicola che risale al 12° secolo a.C. (una delle più antiche d’Italia) e nota per la produzione di vini rossi robusti e strutturati, ma anche per i suoi vini bianchi, freschi e saporiti.

La regione è una regione di grande prestigio e tradizione, con una varietà di vini che riflettono la ricchezza del suo terroir e la passione dei suoi produttori e che offrono una esperienza enologica molto appagante.

Le varietà coltivate sono molteplici ed alcune si trovano quasi esclusivamente in questa regione.

La più famosa è, forse, l’Aglianico che è alla base dei due dei vini rossi più famosi e rinomati della regione: il Taurasi e l’Aglianico del Taburno. Tra i vini bianchi una menzione particolare meritano il Fiano e il Greco che sono le varietà più importanti e protagoniste dei vini Fiano di Avellino e Greco di Tufo.

Le condizioni di coltivazione sono molto favorevoli atteso il clima mediterraneo che contribuisce alla maturazione ottimale delle uve.

Per quanto attiene alle denominazioni, queste prevedono un quartetto di vini DOCG che comprende Aglianico del Taburno, Taurasi, Fiano di Avellino e Greco di Tufo, 15 DOC e 10 IGP inclusa la denominazione regionale IGP Campania.

Oltre ai vitigni più blasonati e già citati in precedenza meritano di essere riportati altri vitigni autoctoni molto importanti per l’enologia campana.

Per quanto concerne i vitigni a bacca bianca possiamo menzionare la Falanghina, nota per la sua freschezza e aromaticità, la Coda di Volpe (spesso parte di blend locali) l’Asprinio tipico della zona di Aversa, Biancolella e Forastera diffusi nelle isole.

Tra i vitigni a bacca nera (oltre all’aglianico) meritano una menzione particolare il Piedirosso (anche noto come per’e palummo) utilizzato spesso in blend con l’Aglianico, lo Sciascinoso, il Pallagrello nero (un autoctono della zona di Caserta) ed il Casavecchia: un vitigno riscoperto recentemente e noto per la sua storia affascinante che narra della sua scoperta avvenuta agli inizi del ‘900 in un vecchio rudere noto come “’a casa vecchia” da cui prese il nome.

Il vino prodotto con questo vitigno è noto per la sua grande struttura e la notevole predisposizione all’invecchiamento uniti ad una evidente eleganza. Per apprezzarlo meglio è necessario un periodo di affinamento in botti di rovere per 15-18 mesi seguiti da un ulteriore affinamento in bottiglia di 4 o 5 anni.

La superficie vitata totale in Campania è di circa 23.300 ettari, con una distribuzione del 56% per i vitigni a bacca nera e del 44% per quelli a bacca bianca. Tra i vitigni più coltivati, l’Aglianico occupa circa 6.250 ettari (il 28% del totale), seguito dalla Falanghina con 2.800 ettari (il 12% del totale).

Gli Assaggi

Per quanto riguarda il Fiano di Avellino, gli assaggi hanno mostrato un bouquet olfattivo complesso con note di frutta matura e agrumi in alcuni casi accompagnati da richiami di nocciola tostata, biancospino e miele mentre al sorso hanno stupito per il loro equilibrio e per la grande persistenza aromatica caratterizzata da tanta mineralità e una marcata acidità.

Il Greco di Tufo si è distinto per forza, struttura e profondità offrendo un sorso pieno, asciutto ed elegante. I commissari lo hanno molto apprezzato per le ampie note fruttate unite ad intriganti sfumature di nocciole, vaniglia, gesso ed erbe vegetali. Al palato ha mostrato una notevole struttura caratterizzata da una spiccata acidità e da una gustosa sapidità.

L’Aglianico si è distinto per finezza e tipicità ma anche per complessità e struttura. La componente alcolica è sempre stata significativa ma d’altronde anche questa è una caratteristica del vitigno. Ciononostante gli assaggi hanno mostrato quasi sempre una notevole persistenza ed una buona armonia complessiva grazie ad un buon bilanciamento tra acidità e tannini che, se pur importanti, sono risultati quasi sempre ben integrati e mai invadenti.

Sveliamo adesso i 48 vini campani che si sono aggiudicati i TRE CAVATAPPI superando un’ardua selezione composta da 103 vini che complessivamente sono stati degustati dai commissari.

I vincitori sono organizzati per tipologia, denominazione o vitigno ed annata:

I Migliori vini Bianchi della Campania

Bianchi della Campania

  • Terrantiqua – Sannio Greco DOC 2022

Fiano Cilento DOC

  • Colle del Corsicano – Cilento Fiano DOC “Licosa” 2022
  • Polito – Cilento Fiano DOC “Riva” 2020

Fiano di Avellino DOCG

  • Benito Ferrara – Fiano di Avellino DOCG “Sequenzha” 2022
  • Tenuta Sarno 1860 – Fiano di Avellino DOCG “Emme” 2021
  • Bellaria – Fiano di Avellino DOCG 2021
  • Guido Marsella – Fiano di Avellino DOCG 2021
  • Vigne Guadagno – Fiano di Avellino DOCG 2021
  • Antonio Caggiano – Fiano di Avellino Riserva DOCG “Vigna Isca” 2021
  • Tenuta Sarno 1860 – Fiano di Avellino DOCG “Erre” 2020
  • Villa Raiano – Fiano di Avellino DOCG “Alimata” 2019
  • Rocca del Principe – Fiano di Avellino Riserva DOCG “Neviera Di Sopra” 2019
  • Struzziero – Fiano di Avellino DOCG “Cerreto” 2018
  • Case d’Alto – Fiano di Avellino DOCG “Eclissi” 2018

Greco di Tufo DOCG

  • Feudi di San Gregorio – Greco di Tufo DOCG “Cutizzi” 2022
  • Famiglia Pagano 1968 – Greco di Tufo DOCG “I Tufi” 2022
  • Claudio Quarta – Cantina Sanpaolo – Greco di Tufo DOCG “Puddinghe” 2022
  • Benito Ferrara – Greco di Tufo DOCG “Vigna Cicogna” 2022
  • Tenuta Cavalier Pepe – Greco di Tufo Riserva DOCG “Grancare” 2022
  • Bellaria – Greco di Tufo DOCG “Oltre” 2021
  • Cantine dell’Angelo – Greco di Tufo Riserva DOCG “Miniere” 2021
  • Cantine dell’Angelo – Greco di Tufo Riserva DOCG “Torrefavale” 2021

Falanghina Campania

  • Cantine Ciervo – Falanghina del Sannio DOC “Donna Chiara” 2022
  • La Masseria di Sessa – Falerno del Massico Bianco DOC “Crono” 2020
  • Cantine il IV Miglio – Campi Flegrei Falanghina DOC “Macchia Bianco” 2018

I Migliori vini Rossi della Campania

Irpinia campi Taurasini DOC

  • Famiglia Pagano 1968 – Irpinia Aglianico DOC “Le Foglie” 2021
  • Quintodecimo – Irpinia Aglianico DOC “Terra D’eclano” 2021
  • Cantine Sullo – Irpinia Campi Taurasini DOC “Imperfetto” 2020
  • Armando Coppola – Irpinia Campi Taurasini DOC “Patres” 2020
  • Stefania Barbot – Irpinia Campi Taurasini DOC “Ion” 2019
  • Cantine Delite – Irpinia Campi Taurasini DOC “Nonna Seppa” 2016

Taurasi DOCG

  • Stefania Barbot – Taurasi DOCG “Fren” 2019
  • Antonio Caggiano – Taurasi DOCG “Vigna Macchia Dei Goti” 2019
  • Contrade di Taurasi – Taurasi DOCG “Coste” 2017
  • Orneta – Taurasi DOCG “Senza Pensieri” 2017
  • Tenuta Cavalier Pepe – Taurasi DOCG “Opera Mia” 2016
  • Cantine Delite – Taurasi DOCG “Pentamerone” 2015
  • Perillo – Taurasi DOCG 2012
  • Giovanni Molettieri – Taurasi Riserva DOCG “Fonte Del Gelso” 2012
  • Terredora – Taurasi Riserva DOCG “Campore” 2009

Aglianico Campania

  • Casebianche – Cilento Aglianico DOC “Cupersito” 2020
  • 33 Filari – Aglianico del Taburno DOCG “Intanto” 2019
  • Terrantiqua – Sannio Aglianico DOC 2019
  • Elena Catalano – Aglianico del Taburno DOCG “Vigna Monte Pino” 2018
  • La Masseria di Sessa – Falerno del Massico Rosso Riserva DOC “Dodici” 2018

Piedirosso Campania

  • Tenuta Augustea – Vesuvio Lacryma Christi Rosso DOC “Era 79” 2022
  • Tenuta Augustea – Vesuvio Piedirosso DOC “Casamale” 2021
  • Mustilli – Sannio Piedirosso DOC “Artus” 2018

Cenni sulle annate correnti

L’annata 2021 del Fiano di Avellino è stata caratterizzata da una bella immediatezza, con vini che si presentano già pronti per il consumo ma che possiedono anche le qualità necessarie per un lungo invecchiamento. I vini di questa annata riflettono sia le caratteristiche dell’annata sia l’abilità dei produttori di sfruttare il potenziale aromatico del Fiano di Avellino.

Per quanto riguarda il Greco di Tufo l’annata 2022 si è rivelata particolarmente fortunata, producendo vini bianchi eccellenti che si distinguono per la loro spiccata mineralità e profondità aromatica. In generale, l’annata è stata apprezzata per la sua capacità di esprimere la tipicità varietale e la complessità del terroir di origine, promettendo un’ottima evoluzione nel tempo.

L’Aglianico nell’espressione Irpinia Campi Taurasini DOC si è espresso con particolare eleganza nelle annate 2020 e 2021. L’Aglianico 2020 rivela al naso profumi fruttati arricchiti da sfumature vegetali e note speziate di pepe nero mentre al palato, si distingue per tannini robusti e una persistenza aromatica lunga. L’Aglianico 2021 ha dimostrato la sua capacità di adattamento e la sua robustezza mostrando le sue qualità distintive. Le accentuate escursioni termiche tra giorno e notte hanno concentrato maggiormente le sostanze aromatiche ed infatti i vini hanno offerto un bouquet complesso, con note fruttate e speziate che si fondono armoniosamente rendendo il sorso già oggi molto appagante.

Per quanto attiene invece all’Aglianico nella versione Taurasi DOCG occorre distinguere tra annata 2019 nella quale ha evidenziato profumi balsamici e speziati di pepe bianco, liquirizia ed un sorso armonico, con tannini imponenti ma ben integrati dall’annata 2017 che ha mostrato vini dal naso più complesso con sentori che spaziavano dal fruttato allo speziato ed un sorso complesso, incredibilmente morbido e molto strutturato. Entrambe le annate hanno espresso la tipicità del Taurasi DOCG, con vini che hanno dimostrato grande struttura e potenziale di invecchiamento, mantenendo i tratti distintivi del vitigno.

Per il momento è tutto.

Vi diamo appuntamento con la prossima regione ed i relativi TRE CAVATAPPI.

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