Finalmente siamo pronti a svelarti i vini del Lazio premiati con i 3 CAVATAPPI nella prima Edizione della Guida Untold – Quello che non è stato ancora detto del vino.

Il Lazio è una regione del centro Italia dall’antica vocazione vinicola, grazie anche a una morfologia territoriale variegata e ottimale proprio per l’allevamento della vite, con la presenza di aree costiere, zone pianeggianti e montuose e antichi vulcani spenti che hanno reso i terreni particolarmente fertili.

Una produzione di vino fiorente è documentata già in epoca romana, dove proprio i suoli vulcanici dei Castelli Romani con le loro coltivazioni di ulivo e vite sono diventati protagonisti dei carmi Tibulliani e Oraziani, menzionati anche nella celebre Naturalis Historia di Plinio il Vecchio.

Un legame saldo lega la vite e il vino al territorio laziale e verrà rinnovato e codificato anche nei secoli successivi, quanto l’odierna regione entrerà a far parte dello stato pontificio per lungo tempo.

Forse è stato proprio questo isolamento e una certa stasi produttiva, estranea alle evoluzioni scientifiche dei secoli XVIII e XIX, a bloccare il livello qualitativo dei vini laziali.

Un rivoluzione avvenne in tempi molto più recenti, nel 1923, quando la regina d’Inghilterra si appassionò dei bianchi di Frascati, tanto da richiederli per la sua corte a Londra. Un successo che, purtroppo, non è stato cavalcato a lungo, poiché negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso la produzione enologica laziale, in mano alle cantine sociali, dopo le distruzioni operate dalla fillossera, privilegiò una produzione massiva, improntata sulle quantità piuttosto che sulla qualità.

Ma i vini del Lazio hanno avuto la loro rivincita.

Infatti, negli ultimi decenni la vitivinicoltura regionale è stata protagonista di una significativa rinascita, attraverso  una produzione fiorente di nettari di qualità ,altamente territoriali. Oggi uno dei leit motiv dell’enologia laziale riguarda il recupero di terreni e vitigni antichi, rinsaldandone lo storico legame.

Una produzione in cui la quantità abdica indubbiamente a favore della qualità, attraverso basse rese e la rivalutazione degli autoctoni. Una scelta che è stata premiata e che ha registrato, negli ultimi tre anni, un’imponente crescita dell’export Made in Lazio. Un successo culminato quest’anno con la presentazione del nuovo significativo padiglione regionale, nell’ambito del Vinitaly.

Attualmente nel Lazio si contano ben 450 cantine operative, con un territorio vitato complessivo di circa 18000 ettari. Il 75% della produzione coinvolge i vini bianchi mentre la percentuale restante è fieramente rossista.

La produzione laziale vanta un 70% di vini realizzati unicamente con varietà locali, per assaggi di carattere e unicità.

Proprio il valore di questa scelta è stato oggetto di valutazione nella Guida Untold.

Tra i più importanti vini locali del Lazio troviamo sicuramente la Malvasia Puntinata (o Malvasia del Lazio) e il Bellone, il Cesanese e il Nero Buono, quest’ultimi due a bacca rossa. Un elenco che si amplia arrivando, in totale, a ben 37 varietà autoctone, una biodiversità incredibile che si continua a valorizzare.

Nella filiera vitivinicola laziale si contano oggi ben 27 DOC, 6 IGT e 3 DOCG, per un totale considerevole di 36 denominazioni. Una realtà che ha davvero molto da offrire, capace di soddisfare tutti i desideri, specialmente considerando l’evoluzione recente della produzione spumantistica. Per tutti gli amanti delle bollicine, nel Lazio si apriranno nuove porte di qualità, è garantito.

Degustazione alla cieca decanto untold
Degustazione alla cieca decanto untold

Gli Assaggi per l’Elezione dei 3 Cavatappi del Lazio

Gli assaggi per eleggere i 3 cavatappi del Lazio hanno visto emergere i vitigni locali, come la Malvasia del Lazio, protagonista in assolo e del mix tipico del Frascati, e il Cesanese, un’uva da cui prende vita il rosso regionale più rinomato: il Cesanese del Piglio DOCG, prodotto in Ciociaria, tra i comuni di Piglio, Serrone, Anagni, Acuto e Paliano, tutti in provincia di Frosinone.

La Malvasia Puntinata, chiamata così per quei caratteristici puntini che segnano la buccia dei suoi acini, ha rivelato vini di grande sapidità e una struttura evoluta, ricca di sfumature gusto-olfattive in linea con i profumi percepiti. Note di fiori bianchi, frutta estiva, agrumi ed erbe aromatiche sono le sensazioni più tipiche dei bianchi ottenuti da questo vitigno.

Il Cesanese del Piglio ha dimostrato struttura, tannicità e intensità, caratteristiche che hanno agito in sinergia con morbidezza e godibilità, negli assaggi alla cieca. I profumi di questo rosso laziale mostrano un’importante evoluzione, in base all’affinamento, con profumi freschi e fruttati in evidenza, nelle versioni più giovani, che lasciano il passo a sensazioni speziate e boschive nelle versioni più mature. Gli assaggi hanno rivelato la doppia piacevolezza di questo rosso laziale sia in gioventù che nelle Riserve. Non  a caso il Cesanese del Piglio è quel vino che abbini con disinvoltura, a seconda della sua personalità e struttura, sia a un’Amatriciana o a una peperonata sia a ricette più ricche come una coda alla vaccinara, l’abbacchio e l’arrosto di maiale.

La degustazione dei vini per la realizzazione della Guida Vini Untold
La degustazione dei vini per la realizzazione della Guida Vini Untold

I migliori vini bianchi del Lazio, vincitori dei 3 Cavatappi

Roma DOC

  • Iacoangeli Mauro –Malvasia Puntinata del Lazio Roma DOC 2021

I migliori vini rossi del Lazio, vincitori dei 3 Cavatappi

Cesane del Piglio DOCG

  • Cantina Giovanni Terenzi – Cesanese del Piglio Superiore Riserva DOCG  “Vajoscuro” 2021
  • Cantina Giovanni Terenzi – Cesanese del Piglio DOCG  “Velobra” 2022
  • Pileum – Cesanese del Piglio Superiore Riserva DOCG “Bolla di Urbano” 2020

Cenni sulle annate correnti

Dalla 2020 alla 2022, ecco le annate dei vini del Lazio assaggiati durante la degustazione alla cieca per la Guida Untold.

Pur con le difficoltà legate alla pandemia, la vendemmia laziale 2020 è stata un successo, meno produttiva ma con alti livelli qualitativi, sia per i bianchi sia per i rossi. Ne è prova sicuramrnte la Riserva Bolla di Urbano che oggi rivela tipicità, un’ottimale equilibrio e grande varietà di sensazioni, un Cesanese con la C maiuscola. La 2021, contro tutti i pronostici iniziali, si è rivelata eccezionale, anche per la regione Lazio, grazie a piogge benefiche settembrine che hanno equilibrato la siccità precedente. Gli effetti di questa  vendemmia, con basse rese ma acini concentrati, dal grande potenziale, si riflettono sia nella Malvasia Puntinata del Lazio, che ha dimostrato pienezza, aromaticità e complessità, sia nel Cesanese del Piglio Vajoscuro: saprà ancora evolversi ma già adesso è un trionfo di sapori, lunghi e intensi.

Infine, la recente annata 2022, sempre segnata da caldo e siccità, ha confermato il calo delle quantità anche nel Lazio ma grazie a vendemmie anticipate ha saputo valorizzare la ricchezza dei grappoli ottenuti, regalando vini generosi di aromi e piacevolmente setosi.

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