Nuovo appuntamento per l’anticipazione dei vini vincitori dei TRE CAVATAPPI di Decanto assegnati durante la prima edizione di “UNTOLD – Quello che non è ancora stato detto del vino”. Oggi sveleremo i vini delle Marche

Un po’ di storia

Le Marche è una regione ricca di storia, cultura e bellezze naturali conosciuta anche per la sua ricca tradizione vitivinicola. Situata sulla costa orientale dell’Italia centrale, è famosa per i suoi vini bianchi come il Verdicchio, oltre ai rossi a base di Montepulciano. La viticoltura ha origini molto antiche, risalenti al X secolo a.C. Durante questo periodo, i Piceni, un antico popolo italico, iniziarono a coltivare la vite nella regione. Successivamente, tra l’VIII e il VII secolo a.C., la fondazione di città importanti come Ancona contribuì ulteriormente allo sviluppo della viticoltura.

Il territorio ed il clima

L’80% del territorio marchigiano è collinare con un’esposizione ottimale al sole e una buona ventilazione.

I terreni si distinguono per diverse caratteristiche che contribuiscono alla qualità dei vini prodotti nella regione. Essi infatti sono prevalentemente calcarei e argillosi, con alcune aree che presentano formazioni di sabbia e ghiaia. Questa composizione favorisce un buon drenaggio dell’acqua, essenziale per la salute delle viti.

Per quel che concerne il clima, la regione offre una notevole diversità pedoclimatica, con microclimi che variano dalla costa all’entroterra. La maggior parte dei i vigneti è esposto principalmente ad sud, sud-est ma anche a sud, sud-ovest, il che garantisce una buona quantità di luce solare durante tutto il giorno. Questa condizione è particolarmente importante per vitigni come il Verdicchio, che richiedono una buona esposizione solare per sviluppare le loro caratteristiche distintive.

La regione, come detto, presenta una varietà climatica che influisce notevolmente sulla viticoltura locale e che varia man mano che ci si sposta dalla costa all’entroterra, passando da un clima mediterraneo lungo la fascia costiera a un clima sub-mediterraneo e temperato nelle zone collinari e montuose.

Lungo la costa, il clima è generalmente mite e favorisce la coltivazione di vitigni che richiedono temperature calde e una buona esposizione solare mentre nelle zone collinari e montuose, il clima diventa più variabile con sbalzi termici importanti ed un aumento delle precipitazioni. Questo clima più umido e fresco è ideale per la coltivazione di vitigni come il Montepulciano e il Sangiovese.

I numeri delle Marche

Le denominazioni delle Marche

La regione Marche possiede un totale di 20 denominazioni di origine, suddivise in 5 DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) e 15 DOC (Denominazione di Origine Controllata) oltre alla denominazione regionale IGT Marche

Queste denominazioni riflettono la ricchezza e la diversità del patrimonio vitivinicolo delle Marche, con una varietà di vini che spaziano dai bianchi freschi e aromatici ai rossi strutturati e complessi.

Le DOCG più famose sono indubbiamente quelle che fanno riferimento alle due espressioni del Verdicchio: Verdicchio dei Castelli di Jesi e Verdicchio di Matelica. Questi vini bianchi, dal colore giallo paglierino con riflessi verdognoli e dal gusto fresco e croccante, sono caratterizzati da una vivace acidità e sottili sfumature erbacee e sono un ottimo abbinamento per il Brodetto di Pesce (stufato di pesce tipico della zona). La regione offre anche vini rossi di alta qualità, principalmente a base di uva Montepulciano e/o Sangiovese.

Tipologia di Vitigni Coltivati

Nelle Marche, i vitigni coltivati sono principalmente autoctoni e locali, con una prevalenza di vitigni a bacca nera (55%) rispetto a quelli a bacca bianca (45%).

Tra i vitigni a bacca bianca non possiamo esimerci dal menzionare (come già fatto nei paragrafi precedenti) uno dei vitigni più rappresentativi della regione: il verdicchio ma insieme ad esso si coltivano anche il Pecorino, il Maceratino (noto anche come Ribona) il Bianchello e l’incrocio Bruni 54. Quest’ultimo creato nel 1936 dall’ampelografo marchigiano Bruno Bruni è un ibrido tra Sauvignon e Verdicchio e combina la finezza aromatica del Sauvignon con la struttura del Verdicchio. Con esso si producono vini di colore giallo paglierino, con note aromatiche floreali e fruttate abbinate ad una buona acidità

Per quanto concerne i vitigni a bacca nera il vitigno più coltivato con 3.600 ettari (21% della superficie vitata) è il Sangiovese seguito dal Montepulciano: con 3.300 ettari (19% della superficie vitata). Si coltiva anche e Vernaccia Nera oltre agli internazionali Merlot e Cabernet Sauvignon (sebbene in quantità minori)

La Produzione annua e numero aziende

La produzione di vino nelle Marche nel 2023 è stata influenzata (come in altre regioni d’Italia) da condizioni climatiche avverse, che hanno portato a una produzione non sempre ottimale. Ciononostante, le aziende della regione sono riuscite a produrre vini di qualità, mantenendo viva la tradizione vitivinicola della zona.

La superficie vitata ammonta a 17.563 ettari, con una distribuzione così ripartita: 5% in montagna, 85% in collina e 10% in pianura. La produzione totale di vino è stata, nel 2023, di circa 700.000 ettolitri, con un calo del 25% rispetto all’anno precedente.

Il numero di aziende ammonta a poco più di  1.000 imprese vitivinicole ed include sia le aziende agricole di piccola e piccolissima dimensione che quelle industriali, con una distribuzione territoriale che riflette la varietà e la ricchezza del settore.

Gli Assaggi

Verdicchio dei Castelli di Jesi: Vini di Eleganza e Versatilità

I Verdicchio dei Castelli di Jesi valutati dai nostri commissari hanno riguardato le annate 2020 e 2021. Questi vini si sono distinti per la loro straordinaria eleganza ed equilibrio ma anche per la loro spiccata propensione agli abbinamenti culinari, specialmente con le ricette di pesce.

Al naso, si presentano ampi con una bella freschezza e versatilità, mentre al palato si rivelano molto equilibrati con una leggera predominanza nella parte acida che dona ai vini una piacevole freschezza. Alcuni campioni inoltre presentavano un ricco bouquet con interessantissimi richiami minerali. Ma il tratto distintivo che ha più colpito è stato il loro potenziale evolutivo unita ad una interessante coerenza gusto-olfattiva. Vini con una sbalorditiva vivacità di profumi che rendono questi vini raffinati ed eleganti, perfetta espressione del vitigno.

Verdicchio di Matelica, Falerio Pecorino e Offida Pecorino

Il Verdicchio di Matelica si è distinto per la sua eleganza e struttura. Al naso, ha offerto profumi intensi di frutta fresca e note floreali mentre al palato si è presentato con una bella acidità e una persistenza notevole. Un vino perfetto per accompagnare piatti di pesce, formaggi freschi e carni bianche, grazie alla sua versatilità e freschezza. Il Falerio Pecorino, invece, ha sorpreso per la sua complessità aromatica e la sua freschezza. Al naso, si percepivano sentori di frutta esotica, agrumi e fiori bianchi mentre al palato è risultato equilibrato e vivace, con una buona struttura e una piacevole sapidità. Un vino in grado di stupire in abbinamento a piatti di pesce, verdure grigliate e primi piatti leggeri. Concludiamo questa panoramica sui vini (bianchi) degustati con l’Offida Pecorino: un vino di grande carattere e potenza che al naso si apre con profumi intensi di frutta matura, spezie e note minerali. Al palato è risultato ricco e avvolgente, con una struttura solida e una lunga persistenza che lo ha reso un vino molto gastronomico ideale per accompagnare formaggi stagionati e ricette elaborate, grazie alla sua complessità e profondità.

Lacrima di Morro d’Alba Superiore e Offida DOCG Rosso

Per quanto riguarda i vini rossi menzione particolare deve essere fatta per il Lacrima di Morro d’Alba Superiore: un vino che si distingue per i suoi profumi intensi e floreali, con note di rosa e violetta che si fondono con sentori di frutti di bosco. Al palato è risultato morbido e avvolgente, con una buona struttura e una piacevole freschezza. Un vino da abbinare a piatti di carne, formaggi stagionati e primi piatti saporiti, grazie alla sua complessità e armonia. Analoga riflessione va fatta per l’Offida DOCG Rosso che si è dimostrato un vino di grande potenza e profondità che, al naso, ha offerto profumi intensi di frutta rossa matura, spezie e note balsamiche mentre al palato, è risultato ricco e strutturato, con tannini ben integrati e una lunga persistenza. Un vino ideale per accompagnare piatti di carne rossa, selvaggina e formaggi stagionati.

Sveliamo adesso i vini della regione Marche che si sono aggiudicati i TRE CAVATAPPI superando l’ardua selezione di vini degustati dai nostri commissari.

I vincitori sono organizzati per tipologia, denominazione o vitigno ed annata.

I Migliori vini Bianchi delle Marche

Castelli di Jesi Verdicchio Riserva DOCG

  • Tenute Pieralisi – Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico DOCG “Le Giuncare” 2021
  • Santa Barbara – Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico DOCG “Tardivo Ma Non Tardo” 2020

Verdicchio di Matelica Riserva DOCG

  • Produttori di Matelica – Verdicchio di Matelica Riserva DOCG “Materga” 2021
  • Casa Lucciola – Verdicchio di Matelica Riserva DOCG “Casa Lucciola Riserva” 2020

Offida Pecorino DOCG

  • Il Conte Villa Prandone – Offida Pecorino DOCG “Navicchio” 2022

Bianchello del Metauro Superiore DOC

  • Roberto Lucarelli – Bianchello del Metauro Superiore DOC “Rocho” 2021

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore DOC

  • Terra Libera – Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore DOC “Da Solo” 2022
  • Piersanti – Verdicchio dei Castelli di Jesi Superiore DOC “Bacaréto” 2022
  • Colleminò – Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore DOC “Veridio” 2022
  • Benforte – Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore DOC “Barbangelo” 2022
  • Tenuta di Tavignano – Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore DOC “Misco” 2021
  • Boccafosca – Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico DOC “Oinochoe” 2021
  • Santa Barbara – Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico DOC “Stefano Antonucci” 2021

Falerio Pecorino DOC

  • Cantina Valdaso – Falerio Pecorino DOC 2022

I Migliori vini Rossi delle Marche

Offida DOCG

  • Ciù Ciù – Offida Montepulciano DOCG “Esperanto” 2015

Lacrima di Morro d’Alba DOC

  • Marotti Campi – Lacrima di Morro d’Alba DOC “Orgiolo” 2021

Analisi delle annate dalla 2020 alla 2022

Negli ultimi anni, le Marche hanno sperimentato significative variazioni climatiche. Dal 2020 al 2022 la regione ha visto un aumento delle temperature medie e una riduzione delle precipitazioni rispetto alle medie storiche. Per meglio comprendere il fenomeno è bene ricordare che il 2022 è stato uno degli anni più caldi dell’ultimo decennio, con temperature medie superiori di circa 1,2°C rispetto alla norma.

Questi cambiamenti climatici hanno avuto e avranno sempre più un impatto notevole sui vitigni autoctoni della regione. A titolo esemplificativo il Verdicchio, noto per la sua acidità e freschezza, ha risentito delle alte temperature (che è bene ricordare possono accelerare la maturazione delle uve), riducendo l’acidità e alterando il profilo aromatico del vino.  Mentre il Pecorino, ha mostrato una maggiore sensibilità alla siccità – è risaputo infatti che le ridotte precipitazioni possono influenzare negativamente la resa e la qualità delle uve – che ha di conseguenza portato alla produzione di vini meno equilibrati.

Analizziamo adesso le singole annate.

Annata 2020

L’annata 2020 è stata caratterizzata da condizioni climatiche piuttosto favorevoli per la viticoltura. Le temperature sono state generalmente miti, con un’estate calda ma non eccessivamente torrida. Le precipitazioni sono state ben distribuite durante tutto l’anno, garantendo un buon equilibrio idrico per le viti. Questo ha permesso una maturazione ottimale delle uve, con un buon equilibrio tra zuccheri e acidità. I vini prodotti in questa annata si distinguono per la loro freschezza e complessità aromatica, con note fruttate e floreali ben pronunciate.

Annata 2021

L’annata 2021, invece, è stata più impegnativa a causa di condizioni climatiche meno stabili. La primavera è stata caratterizzata da gelate tardive che hanno colpito alcune aree viticole, riducendo la quantità di uva prodotta. L’estate è stata calda e secca, con poche precipitazioni, il che ha richiesto un’attenta gestione dell’irrigazione di soccorso per evitare stress idrico alle viti. Nonostante queste sfide, i viticoltori sono riusciti a produrre vini di alta qualità, con una buona concentrazione di aromi e una struttura tannica ben definita. I vini dell’annata 2021 sono caratterizzati da una maggiore intensità e complessità rispetto all’annata precedente.

Annata 2022

L’annata 2022, infine, è stata segnata – come già accennato – da condizioni climatiche estreme. L’inverno è stato particolarmente mite, seguito da una primavera con precipitazioni irregolari. L’estate è stata una delle più calde degli ultimi decenni, con temperature elevate e lunghi periodi di siccità. Queste condizioni hanno accelerato la maturazione delle uve, portando a vendemmie anticipate. La qualità delle uve, comunque, è stata buona, ma la quantità prodotta è stata inferiore alla media a causa dello stress idrico. I vini dell’annata 2022 sono caratterizzati da una grande intensità aromatica e una buona struttura, con note fruttate molto pronunciate e una piacevole freschezza.

Conclusioni sull’analisi delle annate

Le annate analizzate hanno mostrato come le condizioni climatiche possano influenzare significativamente la viticoltura.

Mentre l’annata 2020 ha beneficiato di un clima favorevole, l’annata 2021 e soprattutto l’annata 2022 hanno presentato sfide che i viticoltori hanno dovuto affrontare con strategie di adattamento e gestione accurata dei vigneti. Cambiamenti climatici che richiedono adattamenti nelle pratiche viticole affinché si possa mantenere elevata la qualità dei vini prodotti e mitigare gli effetti negativi di questi cambiamenti.

E con questo, per il momento, è tutto

Vi diamo appuntamento con la prossima regione ed i relativi TRE CAVATAPPI

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