Dagli angoli più suggestivi della Basilicata per bellezza naturalistica e paesaggistica, oggi vi presentiamo un vino dalla grande e antica viticoltura: il “Calaturi” Aglianico del Vulture Superiore Riserva 2017 di Tenuta I Gelsi.
Siamo quindi in Basilicata, una regione caratterizzata da un clima continentale nelle zone interne montuose, con inverni rigidi e frequenti nevicate nei mesi di gennaio e febbraio ed estati miti, ma brevi. In particolare il territorio in cui si trova la Tenuta I Gelsi, Azienda Agricola di Ofanto, si caratterizza per le precipitazioni non rilevanti e le grandi escursioni termiche: temperature notturne estive fresche, ma rigide invernali, condizione favorevole per la produzione di uva di qualità.
Il “Calaturi” Aglianico del Vulture Superiore Riserva 2017 DOCG – Tenuta I Gelsi, ha ottenuto il premio Tre Cavatappi all’edizione 2025 della nostra guida “Untold: quello che non è stato ancora detto del vino” per la grande espressione in tipicità e qualità.
Al Calaturi è stato assegnato anche il premio come Miglior rapporto qualità/prezzo. L’Azienda Agricola Tenuta I Gelsi, invece, è stata premiata come Migliore cantina della Basilicata dalla commissione di Untold.
Tenuta I Gelsi: la storia dell’azienda.
La Tenuta I Gelsi nasce nel 2003 per valorizzare il patrimonio viticolo di famiglia.
Prende il nome dalle piante di gelso che fiancheggiano il viale di ingresso alla tenuta, piantate per la raccolta dei frutti e delle foglie, utilizzate per nutrire i bachi da seta allevati negli anni ‘70 in azienda.
L’azienda è a conduzione familiare; il capofamiglia Ruggiero Potito ha creduto tenacemente nelle capacità della sua terra fin dall’adolescenza, tanto che la sua passione per il vigneto si è trasformata nella tenuta che oggi dirige coadiuvato dalla sua famiglia e dall’enologo Fortunato Sebastiano.
La superficie aziendale si estende su 10ettari di vigneto, ubicati nel comune di Rionero in Vulture e Melfi, potati a cordone speronato doppio.
Ovviamente la varietà dominante è l’Aglianico del Vulture, coltivato in 3 parcelle:
- “Gelsi” 4 ettari che circondano la cantina piantati nel 2004
- ”Ferrovia” 3 ettari che risalgono al 2005
- ”Calaturi” il più antico vigneto, di circa 50 anni, da cui provengono le uve dell’omonimo vino premiato; si trova su un poggiò a qualche km dalla cantina.
Completano il quadro 2 ettari di Malvasia.
La filosofia agricola dell’azienda è di tipo tradizionale, sostenibile e in transizione al biologico.
Tenuta I Gelsi: visitare l’azienda.
L’Azienda Agricola si trova a Rionero in Vulture, in provincia di Potenza, nella frazione di Monticchio Bagni, a due passi dai Laghi di Monticchio di origine vulcanica e dalle fonti delle acque minerali e oligominerali più apprezzate a livello italiano. È il versante del Vulture che si affaccia sulla Valle dell’Ofanto, ad una altitudine di circa 450m s.l.m.
L’azienda, di medie dimensioni, è aperta al pubblico e raggiungibile esclusivamente con la propria auto, è disponibile un parcheggio all’interno della tenuta.
Offre visite della cantina, del vigneto e degustazioni dell’ampia gamma dei vini prodotti, acquistabili al dettaglio e on line. Da segnalare anche la produzione e vendita di grappa e olio extravergine di oliva, ottenuto dalla prima spremitura a freddo delle olive di ogliarda del Vulture, cima di Melfi e coratina coltivate in Basilicata.
”Calaturi” Aglianico del Vulture Superiore Riserva 2017 DOCG – Tenuta I Gelsi: caratteristiche.
Il “Calaturi” è un Aglianico 100% ottenuto da uve raccolte a mano nella vigna selezionata omonima, dalle vecchie vigne di 50 anni di età; la vendemmia è tardiva, solitamente fine ottobre. Il Vulture è un vulcano spento, che ha dato origine con le sue eruzioni a suoli con una matrice comune, il tufo, che oggi si trova a una profondità di 0,5/2m, su cui poggiano strati lavorabili talvolta sabbiosi, talvolta limosi o argillosi.
Il suolo del poggio “Calaturi” è quindi caratterizzato da lapilli vulcanici e argille calcaree. Considerazione importante sul terreno vulcanico è che la ricchezza di potassio apporta freschezza, sapidità e mineralità al vino.
L’altitudine del poggio del vigneto “Calaturi” è piuttosto importante, tra i 500 e i 550 m s.l.m, con esposizione sud/est; la densità di impianto del vigneto è di 3000 ceppi per ettaro.
Vinificato in acciaio, con follature e rimontaggi quotidiani e lunga macerazione delle bucce alla temperatura di 25-28 gradi C, successivamente affina per 24 mesi in botti di rovere di Slavonia da 50hl ed altri 24 mesi in bottiglia. Contiene solfiti.
L’Azienda dichiara una produzione di 2700 bottiglie all’anno di questo “cru”, il titolo alcolometrico è pari a 14%Vol.
La Degustazione
L’Aglianico del Vulture Riserva Calaturi colora il calice con il suo rosso rubino lucente con accenni granata sui bordi
Il profumo è deciso ed invitante e ricorda inizialmente la ciliegia scura, la mora, la prugna e la violetta. Importanti anche gli apporti speziati e tostati di tabacco, noce moscata e vaniglia. Completano l’ampio corredo la menta e il mirto, con note di catrame e pelle.
L’attacco in bocca è secco e tannico, con un importante capacità di ripulire la bocca anche grazie ad un’ottima acidità e buona sapidità.
Questa verticalità ancora ben presente ci dice che questo Aglianico del Vulture può durare diversi anni in cantina, anche per poter ottenere così un ottimo equilibrio. Interessante anche la persistenza: il Calaturi resta a lungo sulle papille gustative, ampliandone il ricordo soprattutto per quanto riguarda la parte fruttata e speziata.
Gli abbinamenti Gastronomici.
Come descritto in precedenza, l’Aglianico del Vulture Calaturi 2017 presenta una buona capacità di pulire la bocca ed anche una buona struttura. Per questo l’abbinamento potrebbe essere con uno spezzatino di suino nero lucano o con un agnello in umido. Ma visto l’eleganza del vino e l’ampio bagaglio di profumi, si può abbinare anche al tartufo, un ingrediente molto presente in Lucania. Ad esempio un buon abbinamento sarebbe con una faraona tartufata al forno.
Conclusioni
La Basilicata, terra incastonata tra Calabria e Puglia, ha puntato sul patrimonio autoctono con l’Aglianico del Vulture, da cui si ottiene l’omonimo vino, vincendo la scommessa. È un vino potente, dal tannino vigoroso, intensi profumi fruttati, speziati e balsamici che può reggere il confronto dei grandi vini rossi italiani.
DOC dal 1971, ha ottenuto l’upgrade a DOCG Aglianico del Vulture nel 2011.