La Valtellina, un territorio incastonato tra le Alpi Retiche famoso per il trekking e lo sci, per i suoi pizzoccheri, ma anche per i suoi vini potenti, come li definiva Leonardo da Vinci nel Codice Atlantico. I vini valtellinesi erano conosciuti già centinaia di anni fa insieme al vigneto, simbolo di queste zone, di cui si hanno le prime tracce scritte nel XVI secolo: il Nebbiolo.

Sarà proprio il Nebbiolo, che disegna e definisce il paesaggio assieme ai caratteristici muretti a secco, a farci compagnia per questo wine tour in Valtellina, tra le cantine della provincia di Sondrio.

I vini della Valtellina: dallo Sforzato al Valtellina Superiore    

I monti alti e terribili, come scriveva le vette di questa zona Leonardo da Vinci, proteggono la Valtellina dai venti freddi, rendendo il clima perfetto per la coltivazione dei vigneti, in particolare del Nebbiolo che in questa zona è affettuosamente chiamato Chiavennasca

Proprio il vigneto di Nebbiolo si trova qui in Valtellina da diversi secoli, un punto in comune con una zona del Piemonte: le Langhe. Infatti sono a base di Nebbiolo altri vini come Barbaresco, mentre in Valtellina ritroviamo le stesse uve in due vini DOCG: lo Sforzato (o Sfursat) e il Valtellina Superiore.

Lo Sforzato della Valtellina DOCG, il passito rosso della Valtellina

Si compone per il 90% di uve di nebbiolo lasciate essiccare in appositi locali detti fruttai, che un po’ ricordano i graticci di un’altra “Val”, la Valpolicella con il suo Recioto di cui abbiamo parlato nel wine tour dedicato. 

Dopo la vendemmia le uve sono super selezionate, pronte per affrontare al meglio 3 mesi di appassimento e 20 mesi di invecchiamento in legno. Il vino rosso passito della Valtellina è così pronto per essere degustato in abbinamento a dei formaggi stagionati intensi come l’alpeggio Bitto, per accompagnare al meglio la sapidità e non accentuarla ulteriormente. Lo Sforzato si abbina anche a carne di selvaggina, alla bresaola valtellinese, ma può essere degustato semplicemente anche come vino da meditazione

Una curiosità: lo Sforzato è stato il primo passito rosso a ricevere nel 2003 la denominazione DOCG 

Il Valtellina Superiore DOCG

Le uve nebbiolo, coltivate sui tipici terrazzamenti, per il Valtellina Superiore DOCG richiedono 24 mesi di affinamento, di cui 12 devono essere in botti di rovere, fino ad arrivare a 36 mesi per la versione Riserva. 

Per conoscere il Valtellina Superiore, bisogna anche conoscere le 5 sottozone storiche per la produzione del vino, che si incontrano nel raggio di ben 50 km. Ogni sottozona ha le sue caratteristiche specifiche, tra cui la più significativa è sicuramente l’altitudine, poiché si hanno vette dai 270 m ad oltre 700 m sul livello del mare, una peculiarità che influenza molto il clima, quindi anche le caratteristiche dei vini. 

Mappa per le sottozone della Valtellina: Maroggia, Sassella, Grumello. Inferno, Valgella

Nello specifico le sottozone della Valtellina sono: 

  • Maroggia: a ovest del comune di Berbenno in Valtellina, al confine con la Sassella, il vino si caratterizza per un sapore asciutto e vellutato
  • Sassella: tra il comune di Castione Ardevenno e la periferia occidentale di Sondrio, il Valtellina Superiore prodotto qui è leggermente tannico, con un gusto secco e armonico
  • Grumello: prende il nome dal Castello di Grumello e si trova a est di Sondrio
  • Inferno: con temperature più alte, alle spalle dei vigneti del Grumello e la città di Sondrio dà vita a dei vini di forte carattere
  • Valgella: prende nome dai Valgel, dei piccoli torrenti caratteristici della zona, e si estende dal comune di Chiuro alla zona di Quigna. Il Valtellina Superiore di questa sottozona si presenta come il più delicato e floreale.

Degustazione vini Valtellina: 5 cantine da visitare 

La Valtellina è uno scrigno che custodisce tesori tra diversi percorsi, 2500 km di muretti a secco e quasi 875 000 ettari in ben 5 sottozone diverse. E noi abbiamo voluto aprirlo visitando le cantine più emblematiche.

Dirupi

Botti della cantina Dirupi

Sottozona: Maroggia 

Partendo dalla Valtellina più occidentale, troviamo la cantina Dirupi. Una piccola e giovane azienda quella di Pierpaolo Di Franco e Davide Fasolini (in arte Birba e Faso) ma che ha grandi obiettivi: proteggere i vigneti, il paesaggio e le tradizioni dei vini valtellinesi nei dintorni di Ponte di Valtellina, grazie al supporto della coltivazione biologica

Mamete Prevostini

Il panorama da Mamete Prevostini: vigneti di nebbiolo e montagne della valtellina
mameteprevostini.com ©

Sottozona: Sassella

Spostiamoci ora a Mese, nella sede storica della cantina Mamete Prevostini. Ciò che rimarrà più impresso nella mente dopo la visita è il crotto, una sorta di camera climatizzata in modo naturale. Più nello specifico, si tratta di una cavità naturale tra le rocce della montagna dove soffia costantemente il vento. Proprio qui oggi riposano i vini dell’azienda e rimangono ben saldi i ricordi del proprietario, quando era il nonno a ripetere i gesti per la conservazione del formaggio e della produzione di vino.

Il crotto non è solo custode di vini e ricordi, anzi, è molto di più: è il punto d’incontro tra azienda e visitatori che scelgono le esperienze in cantina con la degustazione, quest’ultima accompagnata da prodotti tipici come grissini, salumi e formaggi.

Se vorrai completare l’esperienza in Valtellina da Mamete Prevostini, con il crotto sempre protagonista, c’è il ristorante dell’azienda dove gustare pietanze con prodotti tipici della zona.

Cantina Ar.pe.pe

Sottozona: Grumello

Siamo ora in un’altra sottozona valtellinese, ma in una cantina storica che, come la precedente, affonda le radici nell’attività di famiglia. Cantina Arpepe è stata fondata da Arturo Pelizzatti Perego (il nome della cantina è il suo acronimo) ed è il simbolo dello stile valtellinese con lavorazione dei vini con lunghi invecchiamenti in legno. 

L’esperienza in cantina è incentrata sulla conoscenza del Nebbiolo delle Alpi e del suo territorio: si va dalle escursioni nei vigneti tra i tipici terrazzamenti con i muretti a secco fino alla degustazione di vini più rappresentativi. 

Il viaggio ideale per apprezzare i numerosi tratti del Nebbiolo.

Nino Negri

Cantina Nino Negri tra i vigneti

Sottozona: Inferno 

Dalla fine dell’Ottocento in provincia di Sondrio tra le mura del quattrocentesco Castello Quadrio si trova la cantina Nino Negri, i cui sotterranei attraversano silenziosamente tutto il paese e custodiscono le bottaie dell’azienda. 

Proprio qui, tra le antiche mura e nelle grandi botti di legno e barrique si va alla scoperta del Nebbiolo di Montagna che si conclude con la degustazione di vini, tra cui il prezioso Sfurzat.

Rainoldi

Sottozona: Sassella e Grumello 

Altra cantina in cui fermarsi in Valtellina è sicuramente cantina Rainoldi a Chiuro. ci troviamo di fronte alle radici ben radicate nella tradizione della produzione di vino, fedele all’elegante vitigno di Nebbiolo. 

Tradizione che però guarda al futuro e al presente, con una coltivazione attenta, orientata al biologico per la salvaguardia ambientale e alla scelta del consumo di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. Anche il packaging è rivisto in ottica ambientale tra confezioni di carta riciclata e bottiglie più leggere, per diminuire l’impatto ambientale durante il trasporto.

In questa atmosfera così green, anche le proposte enogastronomiche richiamano la natura. Una tra queste è il tour Nature, con visita ai vigneti e al castello di Grumello, dalla cui sommità si scorge la bellezza delle zone valtellinesi, da Inferno alla Sassella, per poi assaggiare cinque meravigliosi frutti di questa terra, dopo una visita in cantina. Questo tour è disponibile anche in versione gourmet, per assaporare tutta la bellezza della natura con altri prodotti che questa terra offre come formaggi, salamino valtellinese e la bresaola. 

Se si ama la natura e l’attività all’aperto – perché di vini, diamo per scontato di sì – il tour ideale è Sport, un’esperienza in sella ad un’ebike per attraversare i meravigliosi paesaggi di montagna della Valtellina, facendo una sosta enogastronomica tra formaggi e la tipica bresaola.

I piatti e i prodotti tipici della Valtellina

Le ricette valtellinesi stupiscono per i sapori caldi e aromatici, tipici della montagna. Tra i piatti della tradizione troviamo:

  • I Pizzoccheri: tagliatelle a base di farina di grano saraceno, accompagnate da verza, patate, burro e formaggio Valtellina Casera DOP.
  • Gli Sciatt: delle frittelle di grano saraceno ripiene di formaggio filante. La tradizione vuole che siano accompagnati da un’insalata di cicoria fresca.
  • Gli Chisciöi: un’altra tipologia di frittelle, si preparano con farina di grano e di grano saraceno, alle quali si aggiungono grappa, acqua e sale. In fase di cottura delle frittelle, si posiziona una fettina di formaggio.
  • I Taroz: un piatto di origini povere, si prepara con patate, fagiolini, formaggio e burro mischiati tra loro. La parola taroz significa proprio miscuglio.
  • La Bisciola: un dolce tipico valtellinese a base di grano saraceno, uvetta, fichi secchi, miele e burro.

Tra i prodotti tipici ricordiamo il Bitto e la Valtellina Casera (formaggi realizzati con latte vaccino della razza autoctona) e la tipica Bresaola della Valtellina IGP

Dove mangiare in Valtellina 

  • Trattoria Altavilla di Bianzone: se ti stai chiedendo dove mangiare gli sciat questo è il posto giusto. Anche qui si possono degustare prodotti tipici e vini di Valtellina. Inoltre, questa trattoria è anche un B&B.
    Tel. 0342 720355
  • Al Filò, al centro di Bormio (SO): quello che era un vecchio fienile, oggi è un elegante ristorante dove mangiare piatti tradizionali, tra cui i famosi pizzoccheri, gli sciatt e il cervo in salmì con polenta rivisitati in chiave gourmet.
    Opzioni anche per vegetariani.
    Tel. 0342 901732
  • Trattoria Olmo a Sondrio: con una bella vista grazie alla terrazza all’aperto. Anche qui si trovano piatti della cucina tradizionale tra pizzoccheri, sciatt, polenta e prodotti tipici come la bresaola della Valtellina.
    Tel. 0342 212210
  • Ristorante San Carlo a Chiuro (SO): un ristorante storico, in cui protagonisti della tavola sono gli ingredienti genuini con verdure di stagione, carne di selvaggina e i tipici pizzoccheri.
    Tel. 0342 482272


Cosa fare in Valtellina

  • Visitare Livigno, ad un’oretta d’auto a confine con la Svizzera 
  • Passeggiare il comune di Tresivio, in provincia di Sondrio, noto per la Santa Casa Lauretana
  • Andare alle terme di Bormio, per una pausa in relax e benessere alle terme 
  • Ammirare le cascate dell’Acquafraggia, ad un’oretta d’auto da Sondrio
  • Prendere il trenino rosso del Bernina, patrimonio dell’Unesco che collega Tirano a St Moritz, passando per le Alpi. Sarà uno dei viaggi più belli, come definito da National Geographic 
  • Visitare la città di Sondrio, Città del Vino e delle Alpi è ideale anche per chi ama la storia: ci si può perdere nella bellezza del Museo Valtellinese di Storia e Arte, nelle sale del seicentesco di Palazzo Sassi de’ Lavizzari con affreschi medievali, dipinti del seicento e sculture lignee
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