Come accade per i dipinti degli artisti più importanti e famosi, anche il Sassicaia è un’opera molto imitata, le cui contraffazioni però non reggono il confronto. 

Questo perché il Sassicaia nasce in un territorio unico, in una zona collinare illuminata dai raggi del sole che si riflettono sul mare, con la brezza marina costante tutto l’anno che mitiga le temperature ed escursioni termiche tra giorno e notte. Il terreno della zona di Bolgheri è quindi molto complesso e ricco: basti pensare che ci sono ben 27 tipi di suoli! 

Se entriamo ancor di più in questa zona, alla fine del viale dei cipressi alti e schietti, c’è Tenuta San Guido, una ricca oasi della biodiversità con il suo rifugio faunistico, i boschi, campi seminati, uliveti e, naturalmente, anche di vigneti.

Ed è qui che ha origine il famoso Sassicaia e – va da sé – che riflette tutta la complessità e la ricchezza naturale di questo territorio, dei tratti che è davvero impossibile replicare altrove.

In Toscana, a Bolgheri: dove si produce il Sassicaia

Il Sassicaia, per quanto sia affermato, sembra un vino con una forte tradizione, tramandata sapientemente da secoli. In realtà a Bolgheri, in provincia di Livorno, la produzione del vino è relativamente recente. Questo luogo era infatti una zona paludosa, che dopo alcuni tentativi nell’Ottocento, si è trasformata e affermata solo nel Novecento, grazie al visionario Mario Incisa della Rocchetta, che è stato in Italia l’esponente della produzione di un vino fuori dagli schemi e dalle correnti di pensiero dell’epoca. 

Il famoso viale dei cipressi a Bolgheri, Livorno
Il famoso viale dei cipressi Bolgheri, Livorno (fonte: bolgheridoc.com)

È proprio dal sogno e dalla lungimiranza del marchese della Rocchetta che nasce il Bolgheri Sassicaia DOC, uno dei rarissimi casi in cui un vino determina una zona di produzione.

Il Sassicaia, storia di una famiglia e di vino 

La nascita del Sassicaia si deve al matrimonio di Clarice della Gherardesca con il marchese Mario Incisa della Rocchetta, nel 1930. Come si usava al tempo, la moglie porta la sua dote, i beni per il marito come onori al matrimonio. E in questa dote c’è Tenuta San Guido.  

L’idea iniziale del vino bordolese è da ritrovare però ancor prima del matrimonio, come testimonia una lettera del 11/6/1974 a Luigi Veronelli: 

”[…] l’origine dell’esperimento risale agli anni tra il 1921 e il 1925, quando, studente a Pisa e spesso ospite dei Duchi Salviati a Migliarino, avevo bevuto un vino prodotto da una loro vigna sul monte di Vecchiano che aveva lo stesso inconfondibile “bouquet” di un vecchio Bordeaux da me appena assaggiato più che bevuto, (perché a 14 anni non mi si permetteva di bere vino) prima del 1915, a casa di mio nonno Chigi.”
– Mario Incisa della Rocchetta

E, per sua fortuna, il marchese trova proprio a Bolgheri un terreno adatto e molto somigliante a Graves di Bordeaux per le condizioni del terreno. Così, nel 1944 pianta il primo vigneto di Cabernet. Dalla coltivazione delle sue uve nasce un vino ad esclusivo uso familiare, prodotto solo dal 1948 al 1968. Il vino già all’epoca aveva bisogno di grande pazienza, perché più invecchiava e più migliorava.

Bottiglie di Sassicaia delle annate 1945, 1958, 1967
Bottiglie di Sassicaia delle annate 1945, 1958, 1967 (fonte: bolgheridoc.com)

È quindi solo alla fine degli anni Sessanta che il Sassicaia viene messo in commercio e sin da subito cattura l’attenzione del mercato, o meglio, porta una vera rivoluzione con le mitiche bottiglie di Sassicaia 1968

Il nome si deve all’annata del 1968, che era il taglio maggiore. Le prime 3000 bottiglie erano infatti composte da cinque tagli diversi delle annate dal 1965 al 1969 e furono distribuite da Bigi di Orvieto, all’epoca di proprietà degli Antinori. Perché proprio Cantine Antinori? Perché erano cugini del Marchese Mario Incisa della Rocchetta. Si racconta che sia stato proprio il nipote Piero Antinori a suggerire allo zio di vendere quel vino! Inoltre, legato alla cantina Antinori c’è anche il famoso enologo Giacomo Tachis, scelto per collaborare alla produzione di questo nuovo vino rosso toscano.  

Una decina di anni dopo, nel 1978, la rivista Decanter pubblica una degustazione comparata di cabernet dal mondo e il vino di Bolgheri si aggiudica il primo posto. Una vincita che lo ha reso immortale e che ha cambiato per sempre la percezione dei vini italiani.

Il Sassicaia negli anni Ottanta e Novanta 

L’inizio degli Anni Ottanta sono segnati dalla scomparsa del marchese (1983) e dall’entrata in azienda da Nicolò Incisa della Rocchetta, suo figlio.

Mario Incisa della Rocchetta e Nicolò (fonte: bolgheridoc.com)

Se da una parte questo decennio ha visto la scomparsa di un mito, questi anni segnano anche dei nuovi inizi con l’approvazione del primo disciplinare (1983) e un nuovo splendore, perché nel 1985 il Sassicaia vince numerosi premi e concorsi in modo sorprendente, superando anche i più nobili vini francesi. 

Nel gennaio 1995, nasce il Consorzio per la Tutela dei vini DOC Bolgheri, il cui Presidente è proprio il Marchese Nicolò Incisa della Rocchetta.

Bottiglie di sassicaia
Bottiglie di Sassicaia di varie annate

Un nuovo secolo per il Sassicaia: gli anni 2000 

Dai primi anni 2000 fino ad oggi il Sassicaia e per la sua azienda hanno ricevuto ulteriori riconoscimenti e novità. Tra queste ultime ricordiamo la nascita di altri due gioielli: il Guidalberto e Le Difese, entrambi Toscana Rosso IGT. 

Il primo deve il suo nome a Guidalberto della Gherardesca, capostipite della famiglia che nell’Ottocento cercò di introdurre a Bolgheri innovazioni dal punto di vista vitivinicolo, interrotte subito da oidio, peronospora e fillossera, malattie della vite arrivate dall’America. Questo vino è nato nel 2000 ed è composto da un 60% di Sauvignon e per il 40% di Merlot. Un vino che invecchia meno e quindi meno estremo, da bere più giovane. L’altra opera di Tenuta San Guido, nata nel 2002, è il rosso Le Difese, un vino più semplice con il 70% di Sauvignon e 30% di Sangiovese.

Tornando al Sassicaia, all’opera “maggiore” e ai premi vinti negli ultimi anni ricordiamo il 2009, con l’Oscar del vino e il 2018, anno in cui Wine Spectator lo elegge miglior vino in assoluto con l’annata 2015. Da ricordare è anche il 2013, per la modifica del disciplinare con la creazione indipendente: Bolgheri Sassicaia DOC, unica in Italia ad essere inclusa interamente in una proprietà.

Una curiosità: cosa significa sassicaia e perché il vino si chiama così?
Nei 600 ettari di tenuta San Guido, il marchese piantò le viti in un terreno particolarmente sassoso, che in Toscana è denominata come Sassicaia. Nel nome troviamo anche un richiamo e una somiglianza con Bordeaux, perché Graves in francese significa proprio ghiaia.

Premi e Riconoscimenti del Sassicaia (per annate)

Nel paragrafo precedente abbiamo menzionato alcuni premi e riconoscimenti del Sassicaia. Qui troverai nel dettaglio le vincite, classificate in ordine cronologico delle annate del vino toscano.

Annata 1988: Robert Parker 87/100, Decanter 85/100

Annata 1985: 3 bicchieri Gambero Rosso

Annata 1997: Wine Spectator 94/100, Robert Parker 85/100

Annata 1998: Wine Spectator 95/100, Robert Parker 91/100

Annata 2001: Wine Spectator 94/100, Robert Parker 87/100

Annata 2005: Wine Spectator 94/100, Robert Parker 93/100

Annata 2007: Antonio Galloni 95/100, Wine Spectator 93/100, Robert Parker 94/100

Annata 2009: Oscar del Vino Il Sassicaia è il miglior vino rosso d’Italia (2012)

Annata 2013: 3 bicchieri Gambero Rosso, 4 viti Ais (2017)

Annata 2014: 3 bicchieri Gambero Rosso, 5 Grappoli Bibenda, 4 viti Ais, Veronelli 95/100, Wine Spectator 92/100

Annata 2015:  Wine Spectator lo ha proclamato migliore vino del mondo con 97/100 (2018)

Annata 2016: ottiene 100/100 da Robert Parker (2019)

Annata 2017: Gambero Rosso 3 Bicchieri Bibenda 5 Grappoli, AIS 4 Viti, Wine Spectator 95/100, Robert Parker 94/100

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Che vino è il Sassicaia? Caratteristiche e abbinamenti

Bottiglia di Sassicaia, annata 2012

Un vino raro per molti aspetti. Uno tra questi è sicuramente il suo essere tra i primi vini italiani prodotti con ispirazione bordolese (come il Fojaneghe e il Fiorano Rosso), perché il suo uvaggio è a base di Cabernet Sauvignon (85%) e Cabernet Franc (15%).

Ciò che è forse rende il Sassicaia ancor più raro è il suo carattere, che possiamo riconoscere nei suoi profumi e sapori: è elegante e deciso, complesso e armonioso.

Per queste caratteristiche si abbina bene ad arrosti, tagliate di chianina, selvaggina, primi piatti conditi con sughi importanti, piatti con il tartufo, prosciutto tagliato a mano, finocchiona. Questi piatti saranno perfetti in abbinamento con il Sassicaia, soprattutto nelle occasioni più importanti e speciali.

Prima di degustare questo vino, ti consigliamo di stapparlo almeno un paio d’ore prima e servirlo ad una temperatura al di sotto dei 18°. Molto importante è anche la scelta del bicchiere, che deve essere ampio, per favorire l’ossigenazione e aprire i profumi del vino.

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