Barbera: un vitigno e dei vini da scoprire
La Barbera è un vitigno diffuso principalmente in Piemonte, da cui nascono vini rossi di grande piacevolezza e facilità di abbinamento. La sua diffusione si estende in Lombardia, in Emilia Romagna (Colli Piacentini, Bolognesi e di Parma) e nell’Oltrepò Pavese, arrivando anche in alcune regioni del Sud Italia.
Indice
Origini della Barbera
La Barbera è un vitigno a bacca rossa, con origini antichissime in Piemonte. Agli inizi dell’Ottocento la Barbera soppiantò molte altre varietà presenti nel territorio piemontese, arrivando all’Astigiano e al Monferrato.
Purtroppo, la documentazione sulle origini della Barbera non è così cospicua, come invece troviamo per altri vitigni, ma alcuni documenti risalenti al 1500 portano riferimenti a “de bonis vitibus berbexinis” che, con molta probabilità, indicano la nostra Barbera.
Nel XIX secolo, poi, in alcuni testi di Giorgio Gallesio, ampelografo del XIX secolo, la ritroviamo con il nome di “Vitis Vinifera Montisferratensis”.
Anche l’origine del nome stesso è molto incerta. Ecco la definizione sull’etimologia della parola che si trova nella Treccani “barbèra s. m. e f. [voce piemont. che, come il lomb. albèra, è prob. il lat. albuēlis (specie di vitigno), raccostato al toponimo Barberi, frazione in prov. di Torino], invar.”
Caratteristiche ampelografiche della Barbera
I grappoli della Barbera si presentano mediamente grandi, compatti e con forma piramidale. Gli acini sono piuttosto grandi, con una buccia abbastanza consistente, ricoperta di pruina (una sostanza di consistenza cerosa, che viene prodotta dalle cellule superficiali dell’epidermide di frutti e foglie), e sono di un colore blu intenso.
Le foglie sono pentagonali, abbastanza grandi e di colore verde chiaro.
I numeri della Barbera
Ecco le principali DOC e le DOCG dove si trova menzionato il vitigno Barbera (elenco non esaustivo):
REGIONE | DOCG | DOC |
Piemonte | Barbera del Monferrato Superiore, Nizza, Tinella, Ruchè di castagnole Monferrato | Alba, Albugnano, Barbera del Monferrato, Barbera d’Alba, Barbera d’Asti, Canavese, Colli Tortonesi, Collina Torinese, Colline Novaresi, Colline Saluzzesi, Gabiano, Langhe, Malvasia di Casorzo, Monferrato, Piemonte, Pinerolese, Rubini di Cantavenna, Ruchè di Cantavenna, Valsusa, |
Lombardia | Botticino, Buttafuoco dell’Oltrepo’ Pavese, Buttafuoco, Casteggio, Cellatica, Garda, Oltrepo’ Pavese, Riviera del Garda Bresciano, San Colombano al Lambro, Sangue di Giuda, | |
Campania | Castel San Lorenzo, Sannio, | |
Emilia Romagna | Colli Bolognesi, Colli di Parma, Colli di Rimini, Colli d’Imola, Colli Piacentini, Colli Romagna Centrale, Gutturnio, | |
Veneto | Garda, |
Le caratteristiche organolettiche della Barbera
Come già anticipato, il Piemonte è da considerarsi la culla della Barbera. Alcune zone, in questa regione, si sono dichiarate patria di questo vitigno e, nel corso dei secoli, hanno basato la loro ricchezza enologica proprio su di essa. Mi riferisco, in particolare, alle Langhe e al Monferrato.
Tra le aree più importanti, le DOCG, ricordiamo Barbera Nizza, Barbera d’Alba e Barbera d’Asti Superiore. Le diversità, tra le differenti aree, si possono definire anche sostanziali ma sicuramente il fil rouge, che unisce la Barbera in tutte le zone, è quello di un vino dai tannini abbastanza marcati, con una buona acidità e, alcune volte, un carattere un pò “brusco e indomabile”.
Il colore caratteristico è sicuramente rosso rubino che vira al granato, dopo un periodo di evoluzione.
Al naso emergono sicuramente sentori di bacche scure, ciliegia, prugna e confettura, fino ad arrivare a sensazioni di frutta sotto spirito. Con l’evoluzione, emergono note balsamiche che donano un’elegante freschezza al bouquet, con una punta di speziatura (cannella e cacao ad esempio).
Attraverso l’affinamento la Barbera guadagna equilibrio e armonia, smussando la sua vena tannica e acida, diventando un rosso dal carattere più deciso.
La Barbera in Italia
Essendo la Barbera coltivata in molte regioni italiane, è ovvio che in ogni luogo possa aver preso connotazioni diverse. Vediamone alcune:
Barbera del Monferrato: vino tradizionalmente di pronta beva, con acidità pronunciata e sentore predominante di ciliegie. Le versioni evolute presentano sentori che virano all’etereo.
Barbera d’Asti: vino minerale, rotondo e con un bouquet ricco e complesso (more, lamponi, prugne e ciliegie mature). Acquista solitamente vigore con l’evoluzione.
Barbera dell’Oltrepò Pavese: in queste zone si trova la Barbera in abbinamento alla Croatina-Bonarda (che danno vita al Gutturnio), declinata in versioni fresche e frizzanti, fino ad arrivare a rossi fermi invecchiati, più strutturati e complessi.
Barbera dei Colli Piacentini: solitamente vino secco, morbido e poco tannico.
I migliori abbinamenti con la Barbera
Sicuramente l’abbinamento perfetto è con i piatti della terra, sia primi che secondi. Se parliamo di cucina piemontese, il primo abbinamento che vi propongo è con gli agnolotti, tipica ricetta della cucina tradizionale di questa regione.
Come non nominare il tartufo: sia esso a condimento di un primo piatto o di un secondo piatto, non importa.
Passando ai formaggi, ottimi abbinamenti sono con il gorgonzola o la toma. Se rimaniamo invece nella tradizione, perché non provare il Bross?
In realtà non è un vero e proprio formaggio, bensì una lavorazione di più formaggi: Robiola, Castelmagno, Raschera, Toma, ed eventualmente ricotta. La zona di produzione è nella Provincia di Cuneo, in particolare Murazzano (Langhe), Castelmagno e Frabosa. Ha una consistenza cremosa, perfetto per essere spalmato su fette di pane tostate.
Ultimo abbinamento che vi propongo è con il brasato e perché non provare il Brasato alla Barbera piuttosto che al Barolo?
Io direi che una domenica a pranzo varrebbe la pena chiamare i propri cari e provare questa ricetta, ovviamente accompagnata da una bottiglia di Barbera.
E come dicono i piemontesi “Ël vin pì bun al’è cul ch’as beiv cun ij amis” (“Il vino più buono è quello che si beve con gli amici”)
Quello che non è ancora stato detto del vino
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