Vinitaly 2023: la mia esperienza
L’edizione del Vinitaly appena conclusa si era aperta tra mille quesiti a cui la kermesse ha dato le giuste risposte. Uno su tutti è arrivato forte e chiaro: il vino italiano è pronto alla sfida dei tempi che cambiano.
Vinitaly si è confermato la grande festa del vino che tutti aspettavano ed il vino italiano è sempre più al centro dell’universo enologico avendo raggiunto oramai traguardi qualitativi di assoluta eccellenza.
Ma non solo, all’interno dei padiglioni della fiera si sono visti visitatori più competenti segno che la qualità si elevata anche da questo punto di vista ed a giovarne sono stati i produttori tutti soddisfatti alla fine della manifestazione.
Molti anche i professionisti internazionali che hanno affollato i padiglioni del Vinitaly
Indice
Vinitaly 2023: i numeri
Per quanto attiene invece alle presenze internazionali, nella top five delle provenienze si attestano gli Stati Uniti seguiti dalla Germania e dal Regno Unito, mentre la Cina, scavalcando il Canada, torna in quarta posizione.
Mi preme segnalare il grande ritorno degli operatori da tutti i mercati Extra Ue con un incremento dell’Asia pari al 116% supportati dal ritorno in grande stile degli operatori Cinesi (che superano le 1000 presenze) e del Giappone (+143%).
Buoni anche i numeri per la manifestazione fuori salone Vinitaly and the City ritornata, quest’anno, sotto la sfera organizzativa di Veronafiere e he fornisce numeri interessantissimi. Vinitaly and the City, infatti, ha visto svolgere, nel centro storico di Verona, oltre 45mila degustazioni (+50% sul 2022) da parte dei winelover.
Vinitaly: le mie osservazioni
La fiera scaligera ha ribadito che quando si parla di business il Vinitaly è l’appuntamento imprescindibile per chi vuole andare alla scoperta delle produzioni italiane di spessore.
Non solo. Vinitaly ha ribadito con forza che se vuoi far parte di questo mondo del vino, qualunque sia la tua vocazione: professionista, semplice appassionato o winelover (come si dice adesso) non puoi mancare a quella che io definisco la manifestazione dell’anno.
Il magico mondo di Vinitaly è il posto dove puoi creare innumerevoli sinergie, dove si creano momenti di confronto con produttori, dove puoi incontrare e confrontarti con colleghi vecchi e nuovi e dove puoi scoprire realtà che altrimenti faresti fatica a conoscere.
Personalmente, quindi, non comprendo chi critica questo evento o addirittura lo snobba adducendo quale scusante che “tanto serve solo a chi si occupa della parte commerciale“.
Personalmente dico grazie al Vinitaly per avermi dato questa opportunità.
Vinitaly 2023: la mia esperienza con Carol Agostini
Il mio Vinitaly inizia in compagnia di una persona conosciuta da poco ma con la quale, personalmente, ho stretto un bellissimo rapporto: Carol Agostini
Ma chi è Carol Agostini?
Carol Agostini è una donna poliedrica, appassionata di cooking, vino e cioccolato. Classe ’75 è la fondatrice di Foodandwineangels, una società che si occupa di promuovere e valorizzare i prodotti enogastronomici italiani nel mondo, attraverso attività di consulenza, formazione, degustazione e comunicazione.
Figura di spicco nel mondo del food & wine, Carol rappresenta un esempio di imprenditoria femminile di successo.
La sua passione per il food e la sua capacità di creare legami tra le persone attraverso il cibo sono un esempio di come la giusta interpretazione di questo mondo possa essere un’esperienza culturale e sociale di grande valore.
Nel suo lavoro, Carol, cerca di combinare la sua competenza di sommelier, commissario enologico internazionale e cuoca, con la sua creatività e la sua curiosità, creando piatti che sono un’armonia di colori, equilibri e consistenze.
Il libro di Carol: “Cena con fattura d’amore“
Nel nuovo libro della Agostini “Cena con fattura d’amore” l’imprenditrice racconta la sua esperienza nel settore e la sua passione per il cibo come risorsa preziosa, veicolo di complicità e fonte di appagamento sensoriale. Un libro che parla di cibo e cucina, con un occhio di riguardo a passione e seduzione, dando un tono romanzato e senza distogliere l’attenzione dalla ricerca dell’emozione come colonna portante dei momenti conviviali passati a tavola.
Ho avuto il piacere di conoscere Carol durante l’ultima edizione del nostro contes Untold e sono potuto entrare in contatto con lei, con la sua grande esperienza in materia, fatta di anni di studi e ricerche in ambito food & wine, ma soprattutto con il suo animo gentile.
Ecco il racconto del mio Vinitaly 2023 di cui una parte insieme a Carol Agostini.
Day 1
Il primo giorno è sempre d’assestamento occorre capire e comprendere il funzionamento di questa immensa kermesse. Tra le centinaia di espositori presenti a Vinitaly occorre selezionare le aziende che, secondo il tuo parere, meritano una particolare attenzione per la qualità e la tipicità dei loro vini o più semplicemente selezionare le aziende nelle quali è presente un amico da andare a salutare.
Il Poggio
La mattinata inizia con l’Azienda Il Poggio della famiglia Fusco, storica azienda vitivinicola della Campania che vanta una tradizione di oltre due secoli. Fondata, infatti, nel 1790 da Giuseppe Fusco, l’azienda si è tramandata di generazione in generazione fino ad arrivare agli attuali proprietari, i fratelli Marco e Carmine Fusco.
Il Poggio produce vini di alta qualità, espressione del territorio e delle varietà autoctone, come il Falanghina del Sannio DOC, il Greco di Tufo DOCG, il Fiano di Avellino DOCG e l’Aglianico del Taburno DOCG. L’azienda ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali per la sua produzione.
Boschetto di Montiano: il vino della Maremma Toscana
Finita la visita, con relativa degustazione, ci spostiamo in toscana dove ci aspetta l’azienda Boschetto di Montiano: il vino della Maremma Toscana
Boschetto di Montiano è un’azienda agricola situata a Magliano in Toscana, nel cuore della Maremma. L’azienda coltiva circa 20 ettari di vigneti da cui produce vini rossi e bianchi tipici della zona, come il Morellino di Scansano, il Vermentino e l’Ansonica.
Boschetto di Montiano è anche agriturismo ed offre la possibilità di soggiornare in tre casolari immersi nella natura.
I vini di Boschetto di Montiano sono il risultato di una viticoltura sostenibile e di una vinificazione rispettosa della materia prima.
L’accoglienza presso il loro stand è a dir poco imbarazzante ed oltre a degustare vini straordinari ci viene messo a disposizione anche un plateau di salumi e insaccati di Cinta Senese DOP ed un assaggio di Olio EVO estratto da olive della varietà Frantoniano, Moraiolo, Olivastro e Pendolino.
Tappa da Encry
Prima di proseguire il nostro tour facciamo tappa presso lo stand di Champagne Encry.
Qui incontriamo Enrico Baldin (proprietario della Maison – unica azienda italiana a produrre Champagne).
Champagne Encry – per coloro che non la conoscessero – produce solo champagne di alta qualità. Enrico ci fa assaggiare due prodotti eccezionali il primo il Veuve Blanche Estelle Rêverie Blanc et Noire Grande Cuvèe (57 mesi sui lieviti) ed il Veuve Blanche Estelle Nature – ovvero Dosaggio Zero – (42 mesi sui lieviti).
Azienda Arrighi
Proseguiamo il nostro tour facendo visita all’azienda Arrighi che nasce nel 1920 con il matrimonio tra Antonio Arrighi e Dina Gavassa a seguito del quale vengono uniti i rispettivi terreni e prende vita l’attuale Azienda Agricola. La produzione del vino resta per gran parte del ‘900 un’attività secondaria e funzionale all’attività turistica per il consumo degli ospiti degli alberghi della famiglia.
Nel 1990 prende il via una sperimentazione di vitigni non elbani con il il Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria di Arezzo (C.R.E.A.) ed inizia l’avventura da Vignaiolo di Antonio Arrighi. Nel 2010 inizia la sperimentazione con la prima anfora in terracotta di Impruneta. Oggi i vini Arrighi sono espressione della varietà e della ricchezza dell’Elba, un’isola che offre microclimi e terreni diversi, ideali per la produzione di vini di carattere e personalità.
Tra i vini degustati a questo Vinitaly, ci sono il bianco Hermia – I.G.T. Toscana bianco (Viogner 100% vinificato in anfora), Sergio Arrighi – Elba Rosso Riserva (ultima novità che omaggia e rappresenta le origini della Cantina), Tresse – IGT Toscana rosso (Sangiovese 50%, Syrah 30%, Sagrantino 20% vinificato in anfora) e Silosò – Elba Aleatico Passito (piccola chicca solo per pochi intenditori) ottenuto da uve aleatico appassite al sole e vinificate in piccole botti di rovere.
Cantina Sociale Bergamasca – Valcalepio
Il mio tour insieme a Carol termina con la visita alla Cantina Sociale Bergamasca, il maggior produttore di Valcalepio DOC, il vino tipico della provincia di Bergamo.
La Cantina Sociale Bergamasca è stata costituita nel 1957 e sin dalla sua costituzione ha rappresentato il centro propulsore della viticoltura bergamasca, attorno al quale ruotano innovazioni e ricerche. Rappresenta, inoltre, il maggior produttore di Valcalepio DOC.
Il Valcalepio si estende lungo la fascia pedemontana della provincia di Bergamo che va dal lago di Como al lago di Iseo, un territorio ricco di storia e tradizioni, in cui la vite viene coltivata sin dall’epoca romana e che ha scelto come suo emblema l’effige del famoso condottiero Bartolomeo Colleoni. La viticoltura interessa le zone con esposizione migliore ed i suoli più vocati della fascia collinare, coprendo un’area complessiva di 1500 ettari.
Cena post Vinitaly
La mia prima giornata al Vinitaly termina qui, stanco ma entusiasta delle meravigliose aziende visitate e consapevole che la seconda giornata sarà molto più impegnativa mi aspetta, infatti, la consegna dei premi (i tre cavatappi di decanto) assegnati dalla rivista ai migliori Barolo e Barbaresco ed un ulteriore giro tra gli stand delle aziende al fianco di Carol.
La serata in compagnia de “La cantina dei racconti”
La mia frenetica giornata veronese non era ancora finita… mi attendeva una cena organizzata da Carol e non solo…
In questa cena, infatti, ho avuto modo di degustare e dialogare col il produttore di un vino, secondo me straordinario: il Racconto 1 prodotto da Davide Zilio.
Per questo vino Davide ha anche disegnato e scritto a mano ogni singola etichetta e tutte le 660 bottiglie sono diverse tra loro.
La cantina dei racconti è un progetto nato dalla passione di Davide Zilio per il vino e per la sua terra: il Veneto
. Davide è un enologo che ha deciso di dedicarsi alla produzione di vini naturali, rispettando la biodiversità e l’ambiente ed i suoi vini sono il frutto di una ricerca continua e di una sperimentazione creativa che si riflettono nei nomi dei vini e nelle sue etichette.
La cantina dei racconti è una realtà giovane e dinamica che si propone di raccontare la storia e la cultura del Veneto e Davide è un produttore appassionato e innovativo che riesce a coniugare tradizione e modernità nel rispetto della natura. I suoi vini sono dei veri racconti in bottiglia, che invitano a scoprire il fascino e la bellezza di questa terra.
Provare per credere!
Day 2
La mattina si apre all’insegna delle premiazioni di alcune delle aziende che si sono aggiudicate i Tre Cavatappi di Untold nell’ultima edizione svoltasi il 25 marzo 2023:
Sordo – Barolo “Monprivato”, 2018
Schiavenza – Barolo “Cerretta”, 2019
Aurelio Settimo – Barolo Riserva “Rocche dell’Annunziata”, 2016
Brezza – Barolo “Sarmassa”, 2018
Brezza – Barolo Riserva “Sarmassa – Vigna Bricco”, 2017
Rocche Costamagna – Barolo “Rocche dell’Annunziata”, 2017
Rocche Costamagna – Barolo Riserva “Rocche dell’Annunziata”, 2016
Montalbera – Barolo “Levoluzione”, 2017
Pasquale Pelissero – Barbaresco “Cascina Crosa”, 2020
Dosio – Barolo “Serradenari”, 2018
L’elenco completo dei vini premiati e l’articolo relativo ad Untold Barolo e Barbaresco potrete consultarlo qui
Cantina Endrizzi
Terminato il tour “premiazione” mi concedo una piccola pausa presso lo stand di Endrizzi (…e si, avevo voglia di una buonissima bollicina). Endrizzi è una cantina storica del Trentino. Anzi, si può dire, che è la cantina storica del Trentino, nata nel 1885, quando ancora quest’area territoriale faceva parte del regno austroungarico e Francesco ed Angelo Endrici (in dialetto locale Endrizzi) fondarono la cantina vitivinicola in località Masetto, dove tutt’ora ha sede.
Furono loro, da veri pionieri, a introdurre nei primi anni del ‘900 due dei vitigni più pregiati al mondo: il Cabernet Sauvignon e il Merlot, ma anche il vitigno locale Lagrein e l’autoctono Teroldego.
Alla prima generazione succedettero il figlio di Francesco, Romano, che fu anche Presidente della Provincia di Trento, e il nipote Franco, che presiedette per un ventennio il Comitato Vitivinicolo Trentino.
La quarta generazione rappresentata da Paolo insieme alla moglie Christine (architetto di origine tedesca) crearono il giusto mix nella gestione dell’azienda, a cui oggi si sta affacciando la quinta generazione. Lisa Maria e Daniele, laureati in economia vinicola a Bordeaux e a Geisenheim e che rappresentano il futuro di una delle cantine più antiche del Trentino.
Stand Famiglia Cecchi
Terminata la visita ad Endrizzi avevo ancora voglia di bollicina (…e si, le bollicine non bastano mai!) ma questa volta avevo voglia di bollicine francesi e quindi piccolo passaggio allo stand della Famiglia Cecchi per una degustazione di Champagne Collard Picard e Champagne Vollereaux.
Cantina Tiezzi
Finita la degustazione che mi riunisco a Carol per il tour pomeridiano che inizia con la visita a Monica Tiezzi dove il vino è arte.
Tiezzi è un’azienda di Montalcino che nasce dalla passione di Enzo Tiezzi, enologo e artista, che ha saputo trasferire la sua creatività e la sua sensibilità nei vini. Tiezzi produce Brunello e Rosso di Montalcino da uve Sangiovese Grosso provenienti da tre diverse zone: Cerrino, Cigaleta e Soccorso. I vini di Tiezzi sono il frutto di una ricerca costante della qualità e dell’armonia, con una grande attenzione alla biodiversità e al rispetto dell’ambiente.
Argiano 1580
Il passaggio successivo è da Argiano, una delle aziende più antiche della Toscana, situata nel cuore del Brunello di Montalcino. La sua storia inizia nel 1580 e prosegue fino ad oggi con una filosofia basata sul rispetto della natura e della biodiversità. Ho parlato di Argiano in questo articolo ed in quest’altro
Al Vinitaly oltre ai soliti noti (Brunello di Montalcino, Brunello di Montalcino Vigna del Suolo e Solengo) ho avuto modo di degustare un’anteprima assoluta che non verrà messa in commercio ma che sarà utilizzata per le degustazioni in cantina. Il vino è un Rosso di Montalcino e proviene da una parcella particolare denominata sella del leccio un rosso di Montalcino incredibilmente identitario ed elegante in puro stile Argiano.
Castello Tricerchi
Saluto Carol e continuo il mio tour facendo visita a Tommaso Squarcia di Castello Tricerchi
Castello Tricerchi è una storica azienda di Montalcino, che produce Brunello e Rosso di Montalcino da uve Sangiovese Grosso coltivate in 13 ettari di vigneti. Il Castello, che risale al XV secolo, è la dimora e la sede aziendale della famiglia Tricerchi che da sei generazioni si dedica con passione alla viticoltura. I vini di Castello Tricerchi sono espressione del territorio e della sua storia, con uno stile elegante e raffinato.
Ciacci Piccolomini d’Aragona
Termino il tour rimanendo in toscana anzi, a Montalcino e facendo visita ad Ester Bianchini dell’azienda Ciacci Piccolomini d’Aragona. La cantina è una delle più rinomate della Toscana, situata nel cuore del territorio del Brunello di Montalcino. Fondata nel 17° secolo da una nobile famiglia senese, la cantina è passata di generazione in generazione fino ad arrivare agli attuali proprietari, i fratelli Paolo e Lucia Bianchini. La cantina produce vini di alta qualità, espressione del terroir e della tradizione, con una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale.
Day 3
L’ultimo giorno di fiera decido di dedicarlo agli amici ed inizio il mio giro andando a trovare l’azienda vinicola Cottanera
Cantina Cottanera
La cantina Cottanera è una delle realtà più interessanti del panorama vitivinicolo siciliano. Situata sul versante nord dell’Etna, a circa 700 metri di altitudine, la tenuta si si estende per 100 ettari di cui 65 vitati e coltivati principalmente con vitigni autoctoni come il Nerello Mascalese e il Carricante.
La cantina nasce nel 1990 dalla passione di due fratelli, Guglielmo e Enzo Cambria, che decidono di trasformare una vecchia azienda agricola in una moderna realtà enologica. Oggi, dopo la scomparsa di Guglielmo, Cottanera è guidata dal fratello Enzo e dai figli del suo fondatore: Mariangela, Francesco ed Emanuele.
La cantina Cottanera produce vini di grande personalità ed eleganza, che esprimono al meglio le caratteristiche del terroir etneo.
Un rapido assaggio del metodo classico prodotto con uve nerello mascalese 100% e che permane 40 mesi sui lieviti per poi assaporare un Etna Doc Bianco – Contrada Calderara passando al rosato anch’esso prodotto con uve nerello mascalese per terminare con due rossi: l’Etna Rosso Doc Contrada Diciassette Salme e l’Etna Rosso Doc Riserva Contrada Zottorinoto, fiore all’occhiello dell’azienda, prodotto solo nelle annate migliori.
Azienda Velenosi
Terminata l’esperienza si riparte alla volta dell’azienda Velenosi nata nel 1984 grazie alla passione e alla creatività di Ercole e Angela Velenosi che l’hanno resa una realtà dinamica e in continua evoluzione, che punta a valorizzare le varietà autoctone del territorio marchigiano.
Come sempre Angela è un anfitrione ineccepibile, mi raggiunge all’ingresso dello stand, mi fa accomodare ed è subito festa!
Dopo una breve chiacchierata passiamo alla degustazione dei suoi fantastici vini e, per l’occasione, mi soffermo sull’assaggio della Grad Cuvée Gold prodotto con uve Chardonnay 70% e Pinot Nero 30% e che permane sui lieviti per ben 10 anni. Un vino dall’ingresso discreto e setoso che sprigiona solo successivamente tutta la sua complessità. L’assaggio successivo riguarda sempre un metodo classico stavolta prodotto con Pinot Nero 90% e Chardonnay 10% il suo nome è The Rose un vino che offre sensazioni fresche di fiori e frutti e che possiede una buona struttura. Termino i miei assaggi con uno dei vini iconici dell’azienda: Roggio del Filare – Rosso Piceno Doc Superiore un vino che non ha bisogno di presentazioni e che ogni hanno riceve numerosi premi e riconoscimenti dalle maggiori riviste specializzate
Dalle marche mi sposto e faccio ritorno in Piemonte.
Batasiolo Vini
Prima tappa la Cantina Batasiolo, una delle realtà più importanti del Piemonte, con una storia che affonda le radici nel 1950. La famiglia Dogliani possiede nove cascine e 107 ettari di vigneti nelle langhe, dove produce vini di grande prestigio come il Barolo, il Barbaresco, il Barbera d’Alba e il Moscato d’Asti. Batasiolo è sinonimo di tradizione, innovazione e rispetto del territorio.
Ad attendermi c’è l’amico Gabriele Pezzuto – responsabile commerciale di Batasiolo – che, dopo avermi fatto accomodare, sciorina tutta la “collezione” di vini presenti al Vinitaly partendo dal metodo classico, passando per il fantastico Roero Arneis, virando per il rosato “Micò” ed arrivando ad un incredibile schieramento di Baroli.
Si inizia con il Cerequio poi il Bussia Vigneto Bofani poi ancora il Briccolina per finire con il Boscareto nelle due annate: la 2016 e la straordinaria 2011
Cantina Sordo Giovanni
Finita la visita a Batasiolo torno dalla cantina Sordo che avevo visitato brevemente la giornata precedente per la consegna dei Tre Cavatappi di Decanto
Ad attendermi trovo Paola Sordo e Elisa Rabino (Export Director di Sordo Wine).
Sordo è un’altra azienda storica fondata nel 1912 da Giuseppe Sordo. Oggi la cantina è guidata dalla quarta generazione della famiglia che ha saputo mantenere vivo il legame con la tradizione e con il territorio.
Sordo dispone di 53 ettari di vigneti suddivisi in otto comuni delle Langhe, dove produce vini di alta qualità come il Barolo Riserva Monprivato, il Barolo Rocche di Castiglione e il Barolo Parussi. Anche qui degusto un gran numero di referenze e, a parte i Baroli già noti al palato di chi scrive, vengo colpito da un’anteprima: Colli Cortonesi Timorasso. Un vino eclettico con intriganti sentori di idrocarburi, minerali e frutta secca. Dalla beva elegante e appagante anche se (in questo momento) ha bisogno di ulteriore periodo di riposo in bottiglia.
Dopo Sordo piccolo passaggio da Alessandro Mori de “Il Marroneto” per poi ritornare in Piemonte e concludere la mia giornata presso lo stand dell’azienda Vietti: un’altra cantina prestigiose del Piemonte, con una storia che risale al 1873.
Vietti: Cantina in Castiglione Falletto
La famiglia Vietti ha contribuito a far conoscere i vini delle langhe in tutto il mondo, grazie alla cura dei vigneti, alla ricerca enologica e alla comunicazione artistica. Tra i vini più famosi ci sono il Barolo Rocche di Castiglione, il Barolo Lazzarito e la Barbera d’Asti La Crena.
All’interno dello stand trovo Serenella Riva – Commerciale Italia dell’azienda – che mi porta all’interno del “paese delle meraviglie” per una degustazione di Barolo degna conclusione di una tre giorni fantastica.
Questa la mia tre giorni all’interno della kermesse italiana più importante per il vino italiano e non.
Appuntamento al prossimo anno con nuove esperienze… stay tuned.
Quello che non è ancora stato detto del vino
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